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Archivio Austro-Estense. Archivio dell'Intendenza generale dei beni camerali, allodiali ed ecclesiastici     sec. XIV-sec. XIX

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descrizione
  • "Costituita con l’intento di ripristinare il vecchio istituto della camera ducale, ma destinata al tempo stesso ad assumere l’eredità della direzione del demanio e diritti uniti del periodo napoleonico, si evolvette poi nel senso di assumere progressivamente, anche se solo parzialmente, il moderno carattere di amministrazione del demanio statale, fino a passare durante gli ultimi anni del ducato (1855) alle dirette dipendenze del ministero delle finanze. Riguardo ai beni amministrati, la distinzione tra beni camerali (teoricamente sotto regime di diritto pubblico) e beni allodiali (intesi come patrimonio privato della famiglia regnante) ebbe luogo soltanto con chirografo 10 mar. 1845; quella, all’interno dei beni camerali, tra patrimonio della corona (palazzi, tenute) e pubblico demanio in senso proprio (boschi) non avvenne praticamente mai durante il dominio austro-estense. Gestione separata ebbero invece fin dal principio i beni detti ecclesiastici, vale a dire quelli che erano stati indemaniati a seguito delle soppressioni napoleoniche di corporazioni religiose, e che ancora non erano stati alienati; e ciò perché le loro rendite, a quanto afferma testualmente il [...] decreto 28 ag. 1814, dovevano essere destinati « esclusivamente ad oggetti ecclesiastici». Compito dell’intendenza fino al 1841 (poi passò al vescovo) fu quello altresì di amministrare i benefici ecclesiastici vacanti. Suoi principali organi periferici erano le delegazioni o amministrazioni provinciali o sottoprovinciali, i subeconomati, le agenzie locali. Ebbe inoltre alcune gestioni particolari, come quella della tipografia camerale, e vari organi centrali" (dalla voce "Archivio di Stato di Modena" in "Guida generale degli Archivi di Stato italiani", Roma 1983).

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