Si tratta di una raccolta di documenti membranacei, sia pubblici che privati. Giuseppe Mazzatinti cita la presenza di 13 "Bolle e brevi pontifici" (6 del XV secolo e 7 del XVI) e 21 "Atti notarili" (4 del sec. XV, 4 del XVI, 9 del XVII e 4 del XVIII). Giuseppe Rabotti, nella scheda redatta nel 1968, indica la presenza di 32 pergamene. Confrontando un elenco redatto dallo stesso Rabotti in occasione di una visita ispettiva nel 1960, ed ora conservato presso la Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna, si può riscontrare che delle pergamene citate ora ne rimangono in archivio 26. Si registra la dispersione in particolare della pergamena più antica, un atto notarile del 20 maggio 1413, di un breve di Sisto IV del 10 settembre 1471, di un breve di Leone X del 28 luglio 1516, della Bolla di Leone X del 6 dicembre 1517, di un atto notarile del 20 gennaio 1518 e di un atto notarile del 12 gennaio 1673. Tali mancanze erano già peraltro state riscontrate in visite ispettive della Soprintendenza archivistica , tra la fine degli anni 60 e la metà degli anni 70.
espandichiudi
Nella serie è stata inserita, per una sua migliore conservazione anche la "Taxa Istrumentorum Notariorum terrae Veruchuli" del 5 febbraio 1590, ritrovata sciolta, ma citata in precedenza da Giuseppe Mazzatinti e da Giuseppe Pecci come inserto del volume degli Statuti. Le pergamene sono state ora tutte restaurate e la serie è costituita da 9 pergamene del XV secolo (5 atti notarili e 4 brevi papali), 7 del XVI secolo (la citata "Taxa Istrumentorum Notariorum terrae Veruchuli", 2 atti notarili, due brevi di Leone X e un frammento di documento della Cancelleria pontificia), 7 del XVII secolo e 4 del XVIII secolo. Le pergamene degli ultimi due secoli erano state identificate in precedenza come atti notarili ed ora sono state individuate invece come documenti della Cancelleria pontificia, in particolare della Congregazione del Buon Governo.