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Archivio storico del Comune di Novellara 1403 - 16 marzo 1972
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fondo
buste 2410, registri 2060, fascicoli 1727, mazzi 178, cartelle 37, quaderni 20, volume 1, bollettari 3

La documentazione conservata dall'Archivio storico del Comune di Novellara tramanda con notevole continuità le vicende della sua amministrazione comunitativa, senza significative cesure ai passaggi dall'età dell'antico regime a quella rivoluzionario-napoleonica e dalla restaurazione all'epoca postunitaria, soprattutto per quanto riguarda i nuclei documentari principali degli atti degli organismi deliberativi (dal 1568), della corrispondenza nelle sue diverse organizzazioni interne (con atti sporadici dalla fine del XV secolo), degli atti giudiziari della giurisdizione d'antico regime (dal 1434) e degli atti di pubblica sicurezza e polizia politica (dal 1800).
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Per quanto riguarda invece le grandi serie di contabilità generale esse si sono conservate in maniera del tutto desultoria per la fase finale del XVIII secolo, e in maniera più completa per l'epoca postunitaria; fatte a parte, infatti, le principali serie sopra ricordate, per il resto la struttura dell'archivio comunale novellarese si riconosce per quella di una "classica" municipalità otto-novecentesca preunitaria e postunitaria, che perciò conserva - peraltro con ricchezza di consistenza e di articolazione in molte serie anche minute - i documenti che sono espressione dei più rilevanti settori d'attività dell'"ente-Comune" di quest'età, e quindi: gli atti di Anagrafe, Stato Civile, Leva e per i sussidi militari; gli atti elettorali; le pratiche per la vigilanza in materia sanitaria e scolastica; le pratiche per l'assistenza pubblica, per la fiscalità del Comune, per la gestione e la manutenzione del patrimonio mobile e immobile comunale.
Discorso a parte va fatto per la documentazione già dell'"Archivio delle acque", che si configura non come il prodotto dell'attività di singoli enti deputati alla gestione delle acque del territorio novellarese, bensì come un insieme di atti di varia provenienza (soprattutto comunale e gonzaghesca per la parte più antica) riorganizzato nel corso del XIX secolo avendo presente piuttosto il modello di un "thesaurus" in cui raccogliere i documenti che consentissero di testimoniare diritti e situazioni in essere, e che soltanto in parte può essere ricondotto a una magistratura originaria.

criteri di ordinamento
La sedimentazione delle carte legata all'attività dell'ente riflette coerentemente la notevole continuità delle vicende della amministrazione comunitativa, senza significative cesure ai passaggi dall'età dell'antico regime a quella rivoluzionario-napoleonica e dalla restaurazione all'epoca postunitaria, per cui in fase di riordino si è superata la distinzione tra fondi della "Comunità" e del "Comune" per costituire una struttura d'archivio lineare, con praticamente tutti gli atti organizzati in serie a stretto accrescimento cronologico.

storia archivistica
Non si hanno notizie sulle più antiche vicende della documentazione archivistica della comunità di Novellara, a parte la logica deduzione che essa si deve essere progressivamente accumulata nel corso del tempo presso le sedi dell'Amministrazione comunale. La prima menzione diretta dell'esistenza di un archivio - e di un archivista - della comunità risale all'8 gennaio 1680, quando nei "Partiti della comunità" si delibera sulla necessità dell'individuazione di chi "invigili alla buona cura e custodia dell'archivio e scritture pubbliche, facendovi trasportare tutti li rogiti de' notari deffunti, con doppia chiave, una delle quali sarà appresso l'archivista, l'altra presso gli interessati; perciò si è deputato per tale effetto il signor cavalier Alfonso Astolfi". A tale epoca, dunque, esisteva già un archivio comunitativo che costituiva anche, come di frequente allora laddove non fosse stato ancora sistematizzato un archivio notarile, il luogo privilegiato per la conservazione degli atti dei notai cessati dal servizio.
Per avere ulteriori notizie bisogna però attendere la metà del XVIII secolo: la copia autentica del testamento di don Filippo Alfonso Gonzaga, redatta il 14 luglio 1755, reca la qualificazione del notaio novellarese Giuseppe Boschi come "custode dell'archivio pubblico"; le note compilate nei "Repertori dei partiti comunitativi" dal cancelliere della comunità Biagio Beccaluva confermano che nel 1757 il notaio Antonio Battistini "rilascia all'archivio comunitativo varie scritture, libretti e gride"; più o meno alla stessa epoca (il repertorio non reca la data) sempre il "notaio archivista" Giuseppe Boschi risulta consegnare in piena adunanza degli Anziani le chiavi "degl'armadi dell'archivio nelli quali stanno riposte le scritture e carte concernenti agl'affari del pubblico", senza però assumersi responsabilità sul loro contenuto visto che "dette carte sono in confuso senza ordine alcuno".
Alcune "note di istrumenti ed altri pubblici documenti" fatti copiare dal Podestà del Comune di Novellara riferiscono della "formazione di questo archivio comunitativo seguita nel 1774 e nel 1775", da intendersi verosimilmente come un nuovo riordino deliberato dagli Anziani il 26 settembre 1774, "sentendosi che sinora sia stata vergognosamente trascurata la conservazione delle scritture spettanti al pubblico, tenendole confuse, ed in luogo per l'umidità sommamente nocivo alle medesime". Perciò "dovrà la comunità farsi carico di destinare immediatamente una camera e altro sito idoneo e capace a conservarle con sicurezza, e di farle in detta camera o sito trasportare e disporre in buon ordine, servendosi a tal uopo delli notari Boschi e Battistini, che si destinano dal Buongoverno anche a formare un esatto e ben regolato repertorio delle materie che essi contengono, onde poterle alle occorrenze agevolmente rinvenire".
Da qualche coincidenza cronologica si è poi portati a supporre che questa raccolta e riorganizzazione delle scritture della comunità novellarese si sia compiuta presso la Rocca dopo che essa, rimasta di fatto abbandonata dopo la fine della signoria gonzaghesca e la vendita al Comune da parte degli Estensi nel 1754, fu liberata dalle occupazioni abusive e recuperata al controllo del Comune - che ne fece da allora in poi la sua sede - appunto soltanto alla fine del 1773. Tuttavia di tale intervento non restano attualmente altre tracce che le successive richieste di spesa per "dugento filze, carta da scrivere ed i viglietti ad oglio da porre sopra le filze", di cui si delibera la provvista il 19 settembre 1775; per giunta il 23 aprile 1783 torna davanti al consiglio comunitativo novellarese il dibattito sulla "necessità di far riordinare le scritture dell'archivio che si trovano in confuso per potere alle occorrenze ritrovare que' recapiti che occorrono, e far medesimamente separare dagl'atti civili e criminali che esistono nella cancelleria vecchia quelle qualunque scritture e documenti che si sono frameschiati, giacché esso stesso [il Podestà] ha osservato che fra le medesime si ritrovano recapiti di entità": una situazione probabilmente di disordine cronico dell'archivio "storico" (con gli atti civili e criminali, che tuttora si datano dal XV secolo, commisti con l'archivio "di deposito" e "corrente"), cui si decide di porre rimedio "incombenzandone" sempre Biagio Beccaluva. Anche di questo intervento, però, resta di fatto l'unica traccia della sua richiesta per una provvista di "sorgarole" (ovvero trappole per topi) per aver "ritrovato esservi stati i rati" in archivio.
Nella mancanza di riscontri sull'efficacia di questi interventi, restano occasionali notizie sulla conservazione e gestione dell'archivio da parte dei cancellieri della comunità con incarico di archivisti, come Prospero Ruozi fino al 1855 (dopo che il 16 maggio 1854 il Duca di Modena aveva compiuto la donazione al Comune di Novellara dell'Archivio Gonzaga sopravvissuto a più dispersioni), e poi l'archivista Celestino Malagoli, morto del 1910; tuttavia dalle delibere del Consiglio comunale risulta che il 5 maggio 1872 fu Gaetano Ferretti a essere incaricato di esaminare "carte e libri antichi dell'archivio archeologico [sic] comunale" fino al 1859, e dell'"Archivio comunale" dal 1860 in poi. Tuttavia, lasciando egli l'incarico nel 1873, si intende che si era occupato soltanto del carteggio di Alfonso Gonzaga, mentre prevedibilmente non vi era ancora alcuna consapevolezza della separatezza degli archivi comunale e gonzaghesco in quanto prodotti da "enti produttori" distinti.
Il 12 luglio 1890 il Soprintendente archivistico per l'Emilia Carlo Malagola sospese infatti nuovi lavori di riordinamento che non risultavano condotti con criterio scientifico, ed inviò in ispezione il direttore dell'Archivio di Stato di Modena Ippolito Malaguzzi Valeri; la sua relazione confermò l'opportunità di sovvertire interventi ritenuti poco perspicui, e nel 1891 il Ministero dell'Interno dispose la separazione di due nuclei, compiuta pare nello stesso anno in termini non chiari.
Nel 1908-1909 si ha memoria contabile di nuove "spese straordinarie per il riordinamento dell'archivio comunale"; poi il 14 febbraio 1928 il Podestà delibera uno stanziamento per la "ricostituzione e riordinamento della locale antica biblioteca e dell'Archivio Gonzaga", cui è probabilmente da connettere l'ispezione del 24 aprile seguente di Francesco Saverio Gatta, direttore dell'Archivio di Stato di Reggio Emilia, che ottenne un ulteriore stanziamento, mentre altri furono negati nel 1937-1938.
L'incarico di riordino dato nel 1940 a don Paride Bonezzi riguardò soltanto l'archivio Gonzaga, compito in cui gli successe nel 1942 Aldo Cerlini fino al 1944; fatto sta che di tali lavori in relazione all'archivio comunale non restano elenchi significativi.
Il nuovo punto della situazione fu condotto con la compilazione finalmente di un elenco di consistenza steso dal personale dell'Amministrazione nel 1962, rispecchiato con la relazione redatta da Angelo Spaggiari nel 1969 per il censimento degli archivi storici comunali in Emilia-Romagna promosso dall'Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, in cui l'elenco delle serie e le loro consistenze corrispondono sostanzialmente alla situazione tuttora riscontrabile, limitandosi però in quel caso al termine cronologico del 1900.
Soltanto dopo il ritrovamento fortuito di buona parte della documentazione relativa agli altri archivi "aggregati", da tempo quasi dimenticati all'interno di uno dei torrioni della Rocca, avvenuto a metà degli anni Settanta ora trascorsi, fu intrapreso un intervento di riordino fisico, di condizionamento (durante il quale furono completamente sostituiti i vecchi contenitori d'archivio) e di compilazione di un elenco di consistenza che sistematizzò la situazione esistente; soltanto venne allora proposta una separazione su base meramente storica tra "Fondo della Comunità" (sostanzialmente preunitario) e "Fondo del Comune" (postunitario) che non trova motivazioni fondanti nella sostanziale continuità amministrativo-istituzionale del Comune prima e dopo il biennio 1859-1861, e che perciò è stata in questa sede superata.
Dopo che, a causa delle scosse telluriche del 15 ottobre 1996, l'archivio è stato temporaneamente trasferito presso i locali dell'ex Cooperativa di consumo di Novellara in Piazza Unità d'Italia, esso ha potuto fare ritorno nella sede della Rocca di Novellara nel 2004, ed essere infine allogato nei locali del sottotetto della Rocca, consolidati e restaurati a tale fine, nel novembre 2007.
A fianco di tutte queste vicende vanno poste in parallelo quelle del fondo documentario detto "Archivio dei Cavamenti d'acque", in cui si sono venute sedimentando le documentazioni prodotte dai diversi enti che, dall'epoca del passaggio di Novellara agli Estensi in poi, hanno avuto competenze specifiche sulla gestione idraulica del territorio (Congregazione d'Acque di Novellara, Commissione delle Acque, strade e carreggiature della Municipalità di Novellara, Delegazione d'Acque del Circondario di Novellara, Consorzio idraulico di Novellara).
In tal senso si può far risalire al Decreto Ducale dell'8 luglio 1815, che soppresse le precedenti "Delegazioni d'acque" concentrandole nelle Comunità, tanto la concentrazione nell'archivio del Comune di carte degli uffici d'acque d'antico regime e napoleonici già cessati a quell'epoca, come la Congregazione d'Acque di Novellara e la Delegazione d'Acque del Circondario di Novellara, quanto l'inizio della tenuta di nuovi atti e di protocolli per gli "affari d'acque" separati da quelli della Comunità. Di fatto si può ipotizzare che quello che veniva correntemente chiamato "archivio d'acque" fosse ancora in buona parte conservato alla fine dell'Ottocento dal Consorzio idraulico di Novellara, per giunta con ripetuti prelievi di carte già conservate presso l'archivio del Comune per le esigenze pratiche di questo ente (tant'è che si ritrovano così atti fin dal XV secolo provenienti anche dall'Archivio Gonzaga che recano il timbro del Consorzio moderno); tutto quanto si trovava conservato presso di questo tornò infine nella disponibilità del Comune novellarese all'atto della soppressione del Consorzio nel 1929, e da allora seguì le vicende di tutto l'archivio comunale, venendo censito nel 1969 - sempre nell'ambito del censimento degli archivi storici comunali in Emilia-Romagna promosso dall'Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - come archivio aggregato denominato "Archivio delle acque". Tuttavia la complessa compartecipazione dell'amministrazione comunitativa novellarese agli affari di queste magistrature, non senza rilevanti commistioni di carte, ha fatto sì che si sia quindi ritenuto opportuno riconoscere questo fondo come facente parte a pieno titolo dell'Archivio storico del Comune di Novellara.
A partire quindi da questa situazione complessiva, negli anni 2011-2013 è stato infine condotto l'intervento di riordino e di inventariazione analitica della documentazione archivistica dell'Archivio storico comunale di Novellara promosso dall'Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Soprintendenza per i beni librari e documentari, che ha portato alla ricostituzione per quanto possibile dell'unitarietà e dell'ordinamento originario delle serie documentarie e la loro descrizione nel rispetto degli standards internazionali di descrizione archivistica ISAD (G) e ISAAR (CPF).

bibliografia

Liber statutorum Novellariae, Novellariae, 1611
Gabriele FabbriciL'Archivio dei Gonzaga di Novellara, Tesi di laurea, Università degli Studi di Bologna, a. a. 1977-1978

Archivi storici in Emilia-Romagna. Guida generale degli archivi storici comunali, a cura di Giuseppe Rabotti, Bologna, Edizioni Analisi, 1991, pp. 818-822
Sara TorresanProblemi di riordino ed inventariazione degli "Archivi delle Acque" di Novellara (sec. XV-XIX), Tesi di laurea, Università degli Studi di Parma, a. a. 2004-2005
Odoardo RombaldiStoria di Novellara, Reggio Emilia, Editrice AGE, 1967


codice interno: 417 - 001

informazioni redazionali
Inventario sommario dell'Archivio storico del Comune a cura di
Enrico Angiolini (Open Group), 2014
Inventario del subfondo Cavamenti d'acque a cura di
Sara Torresan (Open Group), 2014

Realizzati per
Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna
[L.R. 18/2000. Piano bibliotecario 2007. Intervento diretto]

Intervento redazionale a cura di
IBC - Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna, 2015