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  Deliberazioni del Consiglio comunale 01 maggio 1828 - 21 dicembre 1960
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serie
registri 19, volumi 7
sei in: Archivio storico del Comune di Castello d'Argile 1716 (in copia del sec. XIX ex.) - 15 maggio 1971

La serie raccoglie gli originali dei verbali delle sedute e delle deliberazioni adottate dal Consiglio comunale di Castello d'Argile, a partire da quanto si è conservato per l'epoca della Restaurazione pontificia, quando il Consiglio - ovvero "Magistrato" - era composto da un numero variabile di membri "superiormente eletti" dal Legato pontificio di Bologna e convocati dal Governatore di Castelmaggiore. All'interno del Consiglio venivano eletti il Priore e gli Anziani, aventi le effettive responsabilità di amministrazione e di governo, mentre il ricambio della compagine consiliare - allora ovviamente esclusiva dei ceti di maggiorenti alfabetizzati e cospicui per censo - avveniva per sue frazioni (per solito "terzi") rinnovate mediante "rimpiazzi" per estrazione a sorte fra "terne" di candidati sempre approvati superiormente; dell'assemblea faceva allora parte di diritto anche un "Deputato del Clero", per solito il parroco.
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A partire dalle prime elezioni amministrative moderne, durante il Governo provvisorio delle Province dell'Emilia, e quindi in seguito nello Stato italiano unitario, anche il Consiglio comunale di Castello d'Argile ebbe la composizione e le competenze previste dalla legislazione nazionale in materia, a partire dalla "Legge sull'ordinamento dei Comuni" del 23 ottobre 1859, quindi con la "Legge comunale e provinciale" del 20 marzo 1865 e con i diversi "Testi Unici della Legge comunale e provinciale" succedutisi nel corso del tempo (R. D. n. 5921 del 10 febbraio 1889; R. D. n. 297 del 17 luglio 1898; T. U. n. 269 del 21 maggio 1908; T. U. n. 666 del 30 giugno 1912; R. D. n. 148 del 2 febbraio 1915).
Così il Consiglio comunale, dapprima eletto a suffragio censitario con consiglieri che venivano rinnovati in più tornate, essendone prevista la decadenza per età e anzianità, poi da un corpo elettorale via via allargato fino al suffragio universale maschile, ebbe le ampie competenze politiche ed economiche che lo hanno progressivamente caratterizzato (tra esse l'elezione del Sindaco, posto a capo della Giunta municipale) fino alla soppressione degli organismi deliberativi degli enti locali liberamente eletti voluta dal regime fascista, e poi al loro ristabilimento con il ripristino degli ordinamenti democratici dopo la Liberazione e con le prime elezioni amministrative del 31 marzo 1946, con cui fu infine introdotto il suffragio universale anche femminile.
Si segnala che, per quanto riguarda gli anni 1860-1862, si conservano fisicamente all'interno di questa serie anche gli originali dei verbali e delle deliberazioni delle sedute della Giunta municipale, rilegate in ordine cronologico in un unico volume con le coeve deliberazioni del Consiglio comunale.

storia archivistica
Le più antiche deliberazioni del Consiglio comunale, fino all'inizio degli anni Sessanta dell'Ottocento, venivano ancora redatte su fascicoli sciolti per singola seduta, che soltanto in seguito sono stati rilegati in volumi. A partire dal 1863 si sono invece intraprese le verbalizzazioni manoscritte su registri vidimati appositi, continuate fino a quando, a partire dal 1958, si è introdotta la redazione dattiloscritta su fogli singoli, di nuovo rilegati in volumi.
I primi quattro registri sono stati oggetto di un moderno intervento di sostituzione della coperta originaria con nuove coperte in cartone telato.


codice interno: 78 - 0001.0001