Archivi ER

Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna

Gli archivi in Emilia-Romagna


Conservatore

Istituto Alcide Cervi
Via Fratelli Cervi 9

42043 Gattatico (REGGIO EMILIA)

tel: 0522678356

scrivi
clicca qui per pec

sito web

responsabile: Gabriella Bonini scrivi

Tutte le informazioni sul Conservatore

Accedi a CAStER

 
Ti trovi in: Archivi ER > La didattica in archivio > Comune di Gattatico > Struttura dell'inventario

  Alleanza nazionale dei contadini 1954 - 1965
  visualizza XML
Emilio Sereni

serie
fascicoli 30
sei in: Archivio Emilio Sereni 1927 - 1979

Il 23 luglio 1955 Ruggero Grieco, presidente dell'Alleanza nazionale dei contadini, decedeva a Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, colpito da malore mentre teneva un comizio. A seguito di una consultazione all'interno della Direzione del PCI, veniva chiamato a succedergli Emilio Sereni (1). Per il dirigente comunista si trattava di tornare alla sua vecchia passione, coltivata negli anni di Portici, poi negli articoli di "Stato operaio" e nei saggi redatti negli anni prima e durante il secondo conflitto mondiale, pubblicati nei due volumi La questione agraria nella rinascita nazionale italiana e Il capitalismo nelle campagne (1860-1900), ed ancora nell'immediato dopoguerra, quando, nel settembre 1945, era entrato a far parte della Commissione del PCI incaricata di elaborare un progetto di riforma agraria (2).
espandi chiudi


Appena qualche mese prima, il 12 maggio 1955, a conclusione di un difficile e travagliato dibattito che visse la sinistra sul ruolo dei coltivatori e dell'impresa contadina, era stata fondata l'Alleanza nazionale dei contadini. Essa si costituì per coordinare ed unificare una serie di esperienze organizzative autonome della CGIL, il sindacato dei lavoratori dipendenti: l'Associazione nazionale coltivatori diretti, l'Associazione contadini del Mezzogiorno d'Italia, l'Alleanza coltivatori siciliani, l'Unione regionale contadini e pastori sardi, il Comitato nazionale di coordinamento fra le Associazioni autonome degli assegnatari (3).
La nascita della nuova organizzazione coincise con quanto andava allora maturando nelle sinistre, di riconoscere ai ceti medi rurali pari dignità rispetto alle classi lavoratrici nel processo di elaborazione della "via italiana al socialismo". Una posizione che venne espressa dallo stesso Sereni in occasione dell'VIII congresso del PCI.
E' con il 1956, con la pubblicazione di Vecchio e nuovo nelle campagne italiane, con la dichiarazione programmatica e le tesi dell'VIII congresso, che in Sereni e nel PCI si registrò una impostazione "nuova e ardita" anche della questione agraria in una visione più complessiva intesa ad approfondire il nesso tra democrazia e socialismo e a valorizzare la funzione della Costituzione.
La parola d'ordine "la terra a chi la lavora", coniata da sereni e lanciata prima dal comitato centrale del gennaio 1956 (4) e poi dal congresso del partito, si distingueva, infatti, dalle precedenti indicazioni riassunte sia nella formula "la terra ai contadini", sia in quella della "limitazione generale e permanente della proprietà terriera". Essa era intesa "non solo come una parola d'ordine immediata per la conquista della terra e per la riforma fondiaria generale, ma anche come fondamento del diritto alla proprietà privata della terra in un'Italia socialista" (5). Di qui l'interesse per i coltivatori diretti che da alleati della classe operaia vengono rivalutati a forza motrice autonoma della rivoluzione democratica e socialista.
All'attuazione di questo compito Sereni dedicò - senza interrompere i suoi lavori di studio - grande impegno e "fantasia organizzativa" (6), in condizioni resa difficili dalla mancanza di tradizioni di un movimento contadino autonomo, dalla presenza della Coldiretti (7), forza cattolica allora egemone nelle campagne, dalla ripresa dell'esodo migratorio in coincidenza con il miracolo economico e la scelta dell'industrializzazione.
Lo testimoniano la proposta, nel 1956, di uno "Statuto per la difesa e lo sviluppo dell'azienda e della proprietà coltivatrice" che ebbe larga risonanza tra i contadini; la partecipazione ai dibattiti che videro l'Alleanza protagonista nel 1961, in occasione della Conferenza nazionale dell'agricoltura e del mondo rurale; l'avvio della costruzione di un tessuto articolato di forme associative e cooperative capaci di organizzare il microcosmo delle aziende contadine e di restituire loro la forza contrattuale necessaria a contrastare i monopoli e la grande proprietà terriera (8).
Quando l'Alleanza da organismo federativo si trasformò in organizzazione unitaria e professionale, Sereni ne fu eletto presidente in occasione del primo congresso che si svolse a Roma nel febbraio del 1962. Riconfermato a tale carica nel II Congresso del marzo 1965, dal III Congresso ne divenne poi presidente del Consiglio generale.
Nel 1977, anno della sua scomparsa, al termine di una stagione di discussione e di riflessione iniziata due anni prima, l'Alleanza nazionale dei contadini, insieme alla Federmezzadri nazionale (distaccatasi dalla CGIL e all'Unione coltivatori italiani, si sciolse in una nuova organizzazione professionale agricola, unitaria e autonoma, la Confederazione italiana coltivatori, poi denominatasi Confederazione italiana agricoltori.
Fra le carte del fondo sereni sono stati rinvenuti alcuni fascicoli, in possesso di Sereni nella sua qualità di presidente dell'Alleanza nazionale dei contadini, inerenti l'attività dell'Alleanza. Tali documenti dell'Alleanza (e dell'Associazione nazionale coltivatori diretti, descritti più avanti), sia pure lacunosi e frammentari (10), sono preziosi per la ricostruzione dell'attività di associazioni della sinistra che, con grande fervore e fatica, cercarono di organizzare i coltivatori diretti, entrando spesso in conflitto con le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti e con gli stessi partiti che si ispiravano al movimento operaio (11).
Particolarmente significative le carte relative all'attività di patronato tra i coltivatori diretti: dapprima limitata agli infortuni sul lavoro e poi alle malattie, l'assistenza si allargò con il varo della legge 26 ottobre 1957, n. 1047, che estendeva l'assicurazione per invalidità e vecchiaia ai coltivatori diretti, mezzadri e coloni. Lo strumento ideato a tale scopo fu l'Istituto nazionale di assistenza ai contadini (Inac), costituito il 16 ottobre 1957 (12).
Dall'azione di Sereni come dirigente dell'Alleanza nazionale dei contadini risulta riconfermata la sua peculiarità di riuscire ad essere un accurato, quasi pignolo, studioso, ricercatore delle caratteristiche del mondo rurale ed essere poi anche pragmatico nell'incidere sugli aspetti concreti della vita delle campagne.

Note:
1) L'argomento venne affrontato nella riunione della Direzione del 4 agosto 1955. Insieme a Sereni, vennero fatti i nomi di Fausto Gullo, Velio Spano, Mario Alicata e Arturo Colombi. Nella discussione intervennero Arturo Colombi, Giorgio Amendola, Edoardo D'Onofrio, Pietro Ingrao, Renzo Montagnana, Giuliano Pajetta, Antonio Roasio, Luigi Longo, Giuseppe Di Vittorio. La Direzione del 29 settembre, su proposta della Segreteria del partito, riunitasi il 23 settembre, designò Sereni, ritenuto il più idoneo a sostituire Grieco - nelle parole di Palmiro Togliatti - "per la sua preparazione e le sue qualità". Sereni venne incaricato anche di dirigere la rivista "Riforma agraria" (v. Fondazione Istituto Gramsci, Archivio del Partito Comunista Italiano [d'ora in poi Apc], Archivio Mosca, Direzione, verbali, mf. 195 e mf. 136). In un appunto, allegato al verbale della Segreteria del Pci del 23 settembre, intitolato "Informazione sulla situazione dell'Alleanza contadina" si legge: "Urge il problema della disignazione (sic) del presidente. Occorre un compagno che oltre ad avere le conoscenze e le qualità esterne necessarie, sia anche in grado di prendere in mano la situazione organizzativa. Nel suo insieme il nucleo dei compagni che operano in campo contadino è forte: ha bisogno di essere diretto per poterne trarre un maggiore rendimento. Altre forze possono essere mobilitate in particolare tra i deputati e i senatori" (Fondazione Istituto Gramsci, Apc, Archivio Mosca, Segreteria, verbali, verbale di segreteria del 23 settembre 1955, mf. 122).
2) Cfr. M. Pistillo, I comunisti italiani e la questione agraria, in F. Ferri (a cura di), Ruggero Grieco. Le campagne e la democrazia. Appunti di ricerca, Foggia, 1986, p. 87. Della commissione, oltre a Sereni, facevano parte Fausto Gullo, Ruggero Grieco, Giuseppe Di Vittorio, Francesco Spezzano, Raffaele Pastore, Ilio Bosi, Ettore Borghi, Alessandro De Feo, Renato Vidimari, Pietro Grifone.
3) Del comitato promotore, che decise la costituzione dell'Alleanza nella riunione del 16 dicembre 1954, faceva parte il settore cooperative agricole e mutue contadine della Lega nazionale delle cooperative, che all'ultimo momento si tirò fuori. Sulla questione dell'organizzazione dei coltivatori diretti e sul ruolo di Sereni si veda A. Esposto, Dalla Costituente della Terra all'Alleanza dei Contadini, in F. Ferri (a cura di), Ruggero Grieco. Le campagne e la democrazia. Appunti di ricerca, cit., pp. 179-213; G. Avolio, Ruggero Grieco e l'autonomia delle organizzazioni dei lavoratori, Roma, 1986; A. Rossi-Doria, Appunti sulla politica agraria del movimento operaio nel secondo dopoguerra: il dibattito sui coltivatori diretti, in "Italia contemporanea", 123, 1976, pp. 69-113.
4) Il Comitato centrale del 22-25 gennaio 1956 aveva come secondo punto all'ordine del giorno "La situazione attuale nelle campagne e la nostra politica agraria". Relatore fu Emilio Sereni.
5) E. Sereni, Vecchio e nuovo nelle campagne italiane, Roma, 1956, pp. 19-20. L'intervento di Sereni è in VIII Congresso del Partito comunista italiano. Atti e risoluzioni, Roma, 1957, pp. 120-130. Si vedano anche P. Di Siena, Emilio Sereni e la questione agraria in "Studi storici", 1978, 3, pp. 509-544; R. Zangheri, P. Villani, A. Esposto, Emilio Sereni e la questione agraria in Italia, cit.; R. Zangheri, Emilio Sereni e la questione agraria in Italia, in "La questione agraria", 1, 1981, pp. 237-262; D. Sassoon, Togliatti e la via italiana al socialismo. Il Pci dal 1944 al 1964, Torino, 1980, pp. 296-302.
6) In una testimonianza resa da Giuseppe di Marino: "Si può dire che Sereni avesse una dote assai preziosa, per un dirigente contadino: la fantasia organizzativa, senza la quale del resto non avrebbe potuto svolgere ruoli come quello di dirigente della lotta di liberazione, di ministro, tra i più efficienti ed operosi dei governi di liberazione, di animatore del movimento per la pace, e, infine, di dirigente contadino. Questa fantasia organizzativa, che sembra oggi un po' carente, almeno nel movimento contadino è condizione fondamentale di successo e di sviluppo"
(cfr. R. Zangheri, P. Villani, A. Esposto, Emilio Sereni e la questione agraria in Italia, 1981, p. 137 ).
8) Sulla definizione di "bonomiana" data alla Coldiretti, si veda il gustoso episodio, che vede protagonisti Emilio Sereni e Dante Gistri, riferito da Livio Pacini in M. Tozzi (a cura di), Dante Gistri: un dirigente contadino, Montepulciano, 1990, p. 45.
9) Si veda l'intervista rilasciata da E. Sereni, in occasione del ventennale dell'Alleanza, a "l'Unità" del 12 maggio 1975, dal titolo: Una forza unitaria nelle campagne.
10) Presso la Biblioteca Sereni esiste il fondo dell'Alleanza nazionale dei contadini: si veda F. Di Giulio (a cura di), L'archivio storico nazionale dei movimenti contadini: il Fondo Alleanza nazionale dei contadini (1955-1977), in Istituto Alcide Cervi, "Annali", 17/18, 1995-1996, pp. 363-366. Presso la stessa sede sono conservate anche quattro buste inerenti l'attività di una delle associazioni che aderirono all'Alleanza: l'Associazione autonoma degli assegnatari. Di tali carte esiste l'inventario: cfr. F. Albanese, Gli anni '50 nelle campagne della riforma fondiaria: carte dell'associazionismo agricolo fra gli assegnatari, ibidem, pp. 327-344.
11) Nel 1955, al momento della combattutissima campagna per le elezioni delle mutue contadine, le organizzazioni di partito e quelle contadine fecero - secondo una nota scritta da Pietro Grifone il 17 maggio 1955 - una "larga, capillare opera di informazione di chiarificazione tra categorie molte volte del tutto sconosciute alla nostra azione". Numerosi furono, in quell'occasione, i quadri che dovettero per la prima volta "affrontare ed impadronirsi del lavoro contadino". Cronica era la mancanza di mezzi e risorse (cfr. Fondazione Antonio Gramsci, Apc, Direzione, verbali, mf. 428/783). Sugli "errori" diffusi tra le fila del movimento operaio cfr. l'intervento di Sereni al Convegno interregionale del Pci tenutosi a Siena dal 29-30 ottobre 1956, in E. Bonifazi, lotte contadine in Val d'Orcia (1944-19789, Siena, 1979, pp. 249-254.
12) L'Inac, costituito nel 1957 dall'alleanza nazionale dei contadini e giuridicamente riconosciuto con decreto ministeriale del 6 febbraio 1970, provvedeva ad assistere i contadini e i piccoli imprenditori agricoli nelle pratiche relative alle pensioni, infortuni, malattie, assegni familiari, indennità di disoccupazione, posizioni assicurative e contributive ed ogni altra forma di assistenza. Nei primi anni di attività l'Inac si avvalse della rete capillare disposta sul territorio nazionale dall'Inca, l'ente di patronato della Cgil. Vedi Inca-Cgil, Manuale enciclopedico della sicurezza sociale, vol. II, Roma, 1975, pp. 778-780. Nel 1997 l'Inac si è data la nuova denominazione di Istituto nazionale di assistenza ai cittadini.


codice interno: 083 - 001.003