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  Atti relativi all'assistenza psichiatrica 1866 - 1985
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con antecedenti dal 1850
subfondo
buste 1238, registri 39
sei in: Archivio storico della Provincia di Modena 1860 -

Gli atti documentari relativi alla assistenza ai malati psichiatrici della Provincia di Modena ricoprono l'arco cronologico dal 1866 al 1985 (1) e consistono in 1238 buste e 39 registri, conservati nelle diverse sedi dell'Archivio Storico e di Deposito della Provincia di Modena, quali viale Martiri della Libertà 34, via Dalton 5 e via delle Costellazioni 180.
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Si tratta sia di atti generali che riguardano la corrispondenza tra la Provincia di Modena, altre province, i comuni del territorio provinciale e altri enti di assistenza, relativamente alle funzioni svolte e alle decisioni prese nei riguardi delle normative assistenziali per i dementi poveri, sia di documenti relativi ai singoli assistiti, definiti originariamente "fascicoli personali", che comprendono dati personali, certificati medici, carteggio con gli istituti di beneficenza interessati e sono ordinati in sequenza alfabetica o numerica.
Il presente intervento ha avuto come finalità quella di prendere in analisi la documentazione di carattere generale e di segnalare semplicemente la presenza dei "fascicoli personali", senza descriverli analiticamente nell'inventario.
Il lavoro è stato preceduto da uno studio della funzione assistenziale della Provincia, tramite cui si è cercato di individuare i vincoli sottesi alle aggregazioni archivistiche rintracciate per cogliere gli elementi costitutivi dell'intero complesso documentario.

Note
1) La "legge Basaglia" n. 180 del 13 maggio 1978 aveva sancito il passaggio dalle Province alle Regioni delle competenze relative all'assistenza psichiatrica in condizioni di degenza ospedaliera, ma la documentazione prodotta e ricevuta dall'Amministrazione provinciale riguardo a questa attività prosegue fino al 1985 per un inevitabile trascinamento delle pratiche finalizzate alla completa dismissione di questa funzione.

criteri di ordinamento
Durante il lavoro d'inventariazione sono stati adottati i seguenti criteri:
1) Le denominazioni degli istituti e degli enti sono state mantenute come venivano trovate all'interno della documentazione, così come gli appellativi usati per definire i malati psichiatrici, appellativi che nel corso del tempo cambiano in base all'evoluzione della teoria psichiatrica e del progressivo accoglimento dei malati psichiatrici all'interno della società: mentecatti, dementi, matti, pazzi, alienati, idioti, cretini, deficienti , imbecilli, minorati psichici, sono alcuni dei termini usati per definire i soggetti colpiti dalla malattia mentale che si sono mantenuti nella terminologia utilizzata nell'inventario.
2) La definizione "fascicoli personali", riferita ai fascicoli contenenti le pratiche documentarie dei singoli assistiti, costituite dai dati anagrafici, certificati medici, carteggio con gli istituti di beneficenza interessati e coi comuni di provenienza, ecc., ordinati in sequenza alfabetica o numerica, è stata adottata nel rispetto della consuetudine amministrativa e archivistica riscontrata sulla documentazione per tutto l'arco cronologico ricoperto dal nucleo documentario considerato.
3) Per la parte relativa agli atti generali e ai fascicoli personali delle prime due serie si è preso in considerazione come unità di descrizione l'anno di produzione degli atti, creando, nell'arco di ciascun anno, una scheda per il fascicolo generale e un'altra in cui sono stati descritti i fascicoli personali, indipendentemente dal loro condizionamento fisico. Gli estremi cronologici indicati per le unità archivistiche delle prime due serie di "Atti generai e fascicoli personali" (ad eccezione dei "fascicoli personali"), segnalano sia le datazioni riferite alla successione delle annualità di produzione degli atti, sia la presenza di documentazione precedente o successiva all'annualità di riferimento, per mezzo della compilazione del campo "Integrazioni alla data".
4) Per la descrizione dei "fascicoli personali" si è adottata una descrizione di tipo sommario che, per quanto riguarda le prime due serie, assume come unità di descrizione l'anno di produzione degli atti, mentre per le serie successive si riporta esclusivamente la consistenza complessiva di ogni serie. Gli estremi cronologici dei "fascicoli personali" sono approssimativi perchè ogni fascicolo contiene tutta la documentazione relativa all'iter burocratico percorso dal malato psichiatrico durante il periodo dell'assistenza e per definire con esattezza l'arco cronologico delle carte sarebbe stata necessaria un'analisi approfondita degli atti di ogni fascicolo personale, operazione non prevista dal presente intervento.
5) Le classifiche VI.5.1 e VI.5.2 applicate alla stragrande maggioranza della documentazione relativa agli assistiti psichiatrici definiscono sulle carte l'ambito di competenza della Provincia: il titolo VI definisce stabilmente la documentazione relativa all'assistenza e beneficenza, la rubrica 5 specifica l'ambito di intervento nei confronti dei malati psichiatrici, le numerazioni 1 e 2 non hanno avuto invece una connotazione stabile e precisa nel tempo; la classificazione 6.5.2 si riscontra tra il 1878 e il 1880 e, in modo stabile solo dal 1938 quando viene destinata esclusivamente alla gestione degli atti relativi all'assistenza degli encefalitici, competenza acquisita dalle province nel 1936. La classificazione 6.5.1 è utilizzata senza soluzione di continuità fino al 1986. 
Dal 1966 la classifica 6.5.2 è destinata alla raccolta degli atti relativi ai Dispensari di igiene e profilassi mentale. Nello stesso anno sono introdotti ulteriori gradi divisionali, dal 6.5.3 al 6.5.12, utilizzati per la classificazione del carteggio relativo ai ricoveri di pazienti presso istituti diversi (6.5.4 Istituti ospedalieri neuropsichiatrici di Reggio Emilia; 6.5.5 Istituti ospedalieri Clinica neurologica di Modena; 6.5.6 Ospedali riuniti san Giovanni in Persiceto; 6.5.7 Istituto Charitas di Modena; 6.5.8 Villa Giardini di Casinalbo; 6.5.9 Convitto differenziale "E.Gerosa" di Modena; 6.5.10 Convitto differenziale Vita Serena di Modena; 6.5.11 Scuola convitto De Sanctis Reggio Emilia).
Negli anni '70 è utilizzata anche la classifica 12.1.10 riferita genericamente ai portatori di handicap.

storia archivistica
Da un punto di vista archivistico, l'insieme documentario derivato dall'espletamento dell'attività relativa all'assistenza ai malati psichiatrici da parte della Provincia di Modena è il risultato dell'aggregazione di serie e nuclei diversi che, seppur complessivamente generati all'interno della principale serie archivistica dell'Ente, il Carteggio di Amministrazione generale, sono stati per lungo tempo conservati come serie separate (1), confluendo solo in tempi recenti in un unico complesso, a seguito della riorganizzazione dell'intero fondo archivistico della Provincia sul finire degli anni Ottanta del secolo scorso (2).
I documenti prodotti e acquisiti nell'ambito di questa competenza sono classificati VI.5.1 e VI.5.2.
Il titolo VI definisce stabilmente la documentazione relativa all'assistenza e beneficenza, la rubrica 5 specifica l'ambito di intervento nei confronti dei malati psichiatrici - definiti nel corso del tempo, mentecatti, dementi, minorati psichici ecc. - le numerazioni 1 e 2 non hanno avuto invece una connotazione stabile e precisa nel tempo; solo dal 1938 la classifica 6.5.2 viene destinata esclusivamente alla gestione degli atti relativi all'assistenza degli encefalitici, competenza acquisita dalle province nel 1936 (cfr. Regio decreto legge 29 ottobre 1936, n. 2043, Disposizioni per l'assistenza e la cura degli affetti da forme di parkinsonismo encefalitico) e dal 1966 è destinata alla raccolta degli atti relativi ai dispensari di igiene e profilassi mentale (3).
Nonostante la documentazione derivi da un'unica competenza amministrativa, le carte si sono sedimentate in nuclei documentari distinti, tra cui emergono le buste miscellanee riguardanti argomenti specifici e significativi che, al fine di questa schedatura, sono state considerate delle serie distinte, come quella degli "encefalitici", quella degli "ex-militari", degli "istituti psichiatrici", ecc.
Dopo aver valutato e studiato i criteri di sedimentazione del materiale, si è deciso di mantenerne immutate le caratteristiche per non rischiare di rompere i vincoli preesistenti, limitandosi a fotografare la situazione e nello stesso tempo rilevando le peculiarità distintive tra un nucleo documentario e l'altro. Si tratta infatti di documentazione che presumibilmente è stata accorpata negli anni passati per motivi pratici di gestione amministrativa, determinando anche la formazione delle suddette buste miscellanee, altrimenti definibili come buste "in evidenza".
Le prime due serie degli atti relativi all'"Assistenza ai malati psichiatrici" presentano una suddivisione su base cronologica: la prima serie comprende gli atti dal 1866 al 1948, conservati nella sede di via Dalton, consistenti in 199 buste che nell'inventario mantengono la numerazione attribuita durante l'ultimo riordino degli anni '80 e attualmente in uso; la seconda serie comprende i documenti dal 1946 al 1968 con una sovrapposizione di un paio di anni, tenuti nella sede di viale Martiri della Libertà, le cui 716 buste sono state rinumerate partendo da 1. Si segnala la mancanza della documentazione dal 1881 al 1884 e dal 1887 al 1900 compresi.
Per la parte relativa agli atti generali e ai fascicoli personali delle prime due serie si è preso in considerazione come unità di descrizione l'anno di produzione degli atti, creando, nell'arco di ciascun anno, una scheda per il fascicolo generale e un'altra in cui sono stati descritti i fascicoli personali, indipendentemente dal loro condizionamento fisico.
I "fascicoli personali", contengono tutta la documentazione prodotta e acquisita dall'ente in merito all'assistenza dei singoli ammalati, dall'avvio del procedimento assistenziale, fino alla conclusione dell'iter a causa o di definitiva cessazione dell'erogazione assistenziale da parte della Provincia a seguito di guarigione o miglioramento del malato, o a causa del decesso dell'assistito. Venivano aperti all'inizio della richiesta per l'erogazione del sussidio e si è verificato che contengono con sistematicità certificati anagrafici, certificati medici, attestazioni di povertà, stati di famiglia e comunicazioni intercorse tra la Provincia di Modena e i comuni di provenienza degli assistiti, gli enti sanitari e le altre amministrazioni provinciali coinvolte nella gestione del ricovero dei singoli ammalati. Particolarmente numerosi i dati raccolti per ciascun ricoverato: dati personali (cognome e nome dell'"infermo", paternità, età, stato civile, residenza, professione, reddito annuo, iscrizione nell'elenco dei poveri, eventuali dati patrimoniali ed economici) e dati sanitari (luogo e tempi di ricovero, diagnosi, condizione sanitaria). Gli atti delle singole pratiche sono sistematicamente archiviati in successione cronologica, a partire dall'atto più remoto conservato nella parte più interna del fascicolo, fino ad arrivare via via al documento più recente, collocato all'esterno del fascicolo stesso, quale camicia conclusiva della pratica.
Le serie in cui sono organizzati i fascicoli personali sono le seguenti:
-fascicoli personali in successione alfabetico/cronologica inseriti nel carteggio amministrativo dal 1867 al 1945 (mancano i fascicoli personali degli anni 1887-1927);
-fascicoli personali in successione alfabetico/cronologica dal 1946 al 1968;
-fascicoli personali degli encefalitici dal 1936 al 1965;
-fascicoli personali in ordine alfabetico dal 1900 al 1927, che colmano parzialmente la lacuna degli anni 1887-1927, all'interno del carteggio amministrativo;
-fascicoli personali in ordine numerico dal 1918 al 1981;
-fascicoli personali ordinati in modo alfabetico e numerico dal 1921 al 1985;
-fascicoli personali in ordine alfabetico dal 1934 al 1981.
Come già sopra anticipato per la descrizione dei fascicoli personali si è adottata una descrizione di tipo sommario che, per quanto riguarda le prime due serie, assume come unità di descrizione l'anno di produzione degli atti. Dei fascicoli personali delle serie successive si riportano esclusivamente la consistenza e gli estremi cronologici approssimativi della serie. Ogni fascicolo infatti contiene tutta la documentazione relativa all'iter burocratico percorso dal malato psichiatrico durante il periodo dell'assistenza e per definire con esattezza l'arco cronologico delle carte occorrerebbe una analisi approfondita degli atti di ogni fascicolo personale, operazione non prevista dal presente intervento.
I fascicoli generali sono stati invece descritti analiticamente, mettendone in luce l'assetto organizzativo delle carte nella sua evoluzione temporale: nei primi anni gli atti relativi a un determinato affare sono spesso disposti uno dentro l'altro partendo da quello con la data più remota, mentre successivamente vengono ordinati in incarti e sottofascicoli con titolazioni originali, fino ad arrivare agli ultimi anni in cui si hanno sottofascicoli suddivisi sistematicamente per argomento.
Dal 1866 fino al 1911 i documenti sono quasi sempre contenuti in una carpetta o "camicia" in cui sono elencati gli atti originariamente inseriti nel fascicolo, con indicazione del "numero di protocollo", "esibente", "oggetto", "numero progressivo degli atti", mentre negli anni successivi tale elenco viene a mancare del tutto. Pur trattandosi di uno strumento molto utile perché fornisce un elenco dettagliato dei documenti originariamente costitutivi del fascicolo - e per questo motivo si è ritenuto opportuno segnalarne nel lavoro di schedatura le informazioni contenute (4) - tuttavia ci si è accorti che non consente di conoscere l'esatta consistenza dei documenti perché vi sono segnati anche documenti aggiuntivi (bis, ter, ecc.) o mancanti.
Nel campo contenuto di ogni unità archivistica è stato descritto il contenuto effettivo dei fascicoli generali che, pur nella peculiarità di ogni singolo fascicolo annuale, presenta una sostanziale uniformità documentaria per tutto l'arco temporale ricoperto: sono solitamente presenti la corrispondenza intercorsa fra l'Amministrazione provinciale e tutti gli altri enti coinvolti, le leggi e le circolari a livello statale e provinciale, gli atti deliberativi relativi alle spese assistenziali a carico della Provincia, le convenzioni stipulate fra gli enti cointeressati nel mantenimento dei malati psichiatrici indigenti, gli elenchi dei ricoverati presso strutture operanti nelle province limitrofe, le richieste di dati inoltrate ai comuni, i prospetti statistici riassuntivi delle informazioni raccolte e le comunicazioni funzionali al controllo dello stato dell'attività annotate, sul piano contabile, in schede trimestrali e conti consuntivi, le relazioni, i regolamenti e le disposizioni assunte da altre amministrazioni e, ancora, atti di convegni, relazioni e opuscoli a carattere scientifico, a testimonianza del livello di scambio esistente in ambito nazionale sulle politiche adottate (5).
E' interessante inoltre sottolineare come la consistente presenza di documentazione in cui si affronta il problema della definizione dal punto di vista clinico e sociale della tipologia degli assistiti, rappresenti, in un certo senso, il filo conduttore del cammino intrapreso, in parallelo e con scopi diversi, dalla comunità scientifica e dagli enti preposti a provvedere economicamente ai disagi causati dalla malattia psichiatrica. L'evoluzione del pensiero scientifico verso l'acquisizione di una nuova concezione del "matto" come persona da curare e non solo da tutelare e custodire, procede di pari passo con la volontà da parte degli enti deputati al sostegno economico dei malati psichiatrici, di contenere il più possibile il numero dei malati da ricoverare nei manicomi perché ritenuti "pazzi furiosi" e quindi pericolosi per la salute pubblica. L'enorme problema del contenimento dei costi da parte delle province italiane finisce per incontrarsi con il naturale processo di apertura e di accoglimento sociale nei confronti della malattia mentale che troverà la sua prima e più significativa regolamentazione nella cosiddetta "legge Basaglia" n. 180 del 13 maggio 1978.
Soprattutto a partire dai primi anni del ‘900 la documentazione si presenta maggiormente strutturata in sottofascicoli provvisti di una intitolazione originale che si è sistematicamente riportata, ponendo attenzione nel segnalare i casi in cui le titolazioni dei sottofascicoli o degli incarti non corrispondessero al loro contenuto effettivo, senza tuttavia spostare o riordinare fisicamente i documenti.
La linea cronologica della prima parte del carteggio amministrativo è interrotta nel 1902 dalla presenza di tre buste e un fascicolo riguardanti la malattia della "pellagra" in cui sono raccolti il "carteggio dall'origine" compresi numerosi opuscoli degli studi medici e congressi relativi alla malattia. Questo materiale avrebbe potuto essere inteso come una sezione a parte, tuttavia durante i precedenti riordini esso è stato inserito all'interno degli atti generali ed è stato descritto perciò come lo si è trovato, preferendo non estrapolare i fascicoli dedicati alla pellagra per farne una serie a parte, ma continuare la descrizione secondo l'impostazione cronologica adottata per la documentazione afferente al carteggio amministrativo.
Nelle buste degli anni '20 sono stati trovati foglietti "segnalatori" di spostamento e/o scarto dei documenti eseguiti dal 1939 in poi dall'archivista preposto all'ufficio e che, ritenuti utili per l'analisi della sedimentazione dei documenti sono stati segnalati nelle note di ciascuna unità archivistica.
Una situazione archivistica particolare è costituita dagli atti riferiti agli "encefalitici" di cui sono stati trovati fascicoli annuali dal 1939 al 1948 tra il carteggio amministrativo generale, ma di cui esiste anche una sottoserie apposita costituita da una busta a carattere generale e buste di fascicoli personali in ordine alfabetico dei malati, dal 1935 agli anni '60.
All'interno della stessa serie del carteggio amministrativo, anche i fascicoli riguardanti i "Dispensari d'Igiene e Profilassi Mentale", che dal 1966 assumono la classifica 6.5.2, sono stati inventariati come singole scheda-unità di seguito a quella del fascicolo generale del relativo anno, mentre le ulteriori cinque buste riferite ad essi e trovate a parte, sono state accorpate nella serie "in evidenza" denominata "Dispensari di igiene mentale".
Come sopra anticipato, forse per la rilevanza degli argomenti trattati, una parte della documentazione classificata all'interno della categoria Mentecatti/Dementi (classifica 6.5.1 del Carteggio di Amministrazione generale) è rimasta esclusa dall'archiviazione della serie di origine, finendo per configurarsi come serie di "pratiche in evidenza", costituite da fascicoli e inserti dedicati a singoli argomenti o tipologie archivistiche, relativi per lo più a pratiche di lunga durata o di particolare rilevanza amministrativa.
Nella struttura data alla documentazione nell'inventario prodotto le "pratiche in evidenza" si inseriscono dopo le prime due serie di carteggio generale e fascicoli personali più sopra esaminati, venendo a costituire 8 serie distinte poste in successione cronologica:
-Carteggio con istituti psichiatrici (1889 - 1949)
-Ex militari. Atti generali e fascicoli personali (1915 - 1965)
-Deliberazioni (1924 - 1978)
-Dementi Mutue ([1950]-1964)
-Dispensari di igiene mentale (1952 - 1965)
-Competenza Comuni (1961 - 1965)
-Comunicazioni ricoveri (1967 - 1977)
-Commissione Consultiva (1970 - 1980)
Nella prima serie sono raccolte, fra le altre cose, le principali convenzioni che regolavano i rapporti tra la Provincia di Modena e gli istituti psichiatrici, in primis, il frenocomio di San Lazzaro di Reggio Emilia; inoltre si segnalano le copie autentiche del "Rogito Marmiroli" del 30 luglio 1858 stipulato tra l'Amministrazione del manicomio di San Lazzaro di Reggio Emilia e quella delle Opere pie di Modena e delle Quattro Ville suburbane, che prevedeva norme specifiche per il pagamento delle dozzine.
Nelle buste intitolate "Problema manicomiale. Progetto", (1914-1921) e "Clinica Psichiatrica" (1911-1917) è conservata la documentazione relativa alla proposta di costruzione di un manicomio provinciale a Modena a Saliceta San Giuliano nel 1919; vi sono inclusi alcuni estratti di relazioni della Commissione nominata per lo studio del progetto, i disegni planimetrici con le proposte architettoniche per la sua edificazione e le varie discussioni svoltesi sull'argomento fino alla rinuncia definitiva del progetto stesso.
Presso l'Istituto di Bertalìa nel bolognese venivano ricoverati i bambini malati assistiti dalla Provincia e la documentazione conservata nella busta intitolata "Deficienti ricoverati" (1906-1917) conserva testimonianza del loro mantenimento, fino alla chiusura dell'Istituto medico-pedagogico bolognese nel 1917 e del successivo trasferimento dei giovani ospiti "deficienti" nel manicomio di S. Lazzaro di Reggio Emilia, nel Ricovero di mendicità e nell'Istituto del Buon Pastore di Modena.
La documentazione riguardante gli ex-militari (1915-1965) è stata trovata in otto buste in "evidenza" che raccolgono parte del carteggio di amministrazione generale insieme alle varie disposizioni date dallo Stato alle province per far fronte ai disagi psichici dei soldati coinvolti nella Grande Guerra e le delibere della Provincia di Modena per il loro mantenimento nell'Istituto S. Lazzaro di Reggio Emilia. Qui era stato istituito un centro di prima raccolta dove venivano mandati i militari che erano stati allontanati dal fronte perchè mostravano segni di disagio mentale. In questo caso la Provincia anticipava le spese assistenziali che, successivamente, venivano rimborsate dallo Stato e a questo proposito si verificarono numerosi conflitti fra le due istituzioni sulla natura e sull'origine della pazzia dei militari riformati, per accertare se insorta a seguito del servizio prestato in guerra o se provocata da altri fattori (6).
La serie delle Deliberazioni si compone di 19 buste che raccolgono le delibere della Giunta e del Consiglio provinciale di Modena riguardanti il mantenimento dei malati mentali poveri e i sussidi loro concessi dal 1924 al 1978. Quasi tutte sono suddivise in fascicoli, ordinati cronologicamente, contenenti i provvedimenti assistenziali emanati dalla Provincia modenese non solo nei confronti dei dementi, ma anche nei confronti di altri assistiti (7).
Le cinque buste che compongono la serie "Dispensari di igiene mentale" (1952-1965) raccolgono documenti che mettono in evidenza l'istituzione dei Dispensari di igiene mentale da parte dell'ufficio assistenza della Provincia di Modena con deliberazione del Consiglio provinciale del 30 aprile 1958: oltre a quello modenese, erano previsti un ambulatorio a Mirandola e uno a Pavullo e, successivamente, anche a Carpi, Finale Emilia, Montefiorino, Sassuolo e Vignola (8).
Le ultime due serie sono composte da otto registri degli assistiti dal 1869 al 1938 e, dopo una lacuna di ventisei anni, trentuno registri dei sussidi dal 1965 al 1984. In entrambi i casi si tratta di registrazioni finalizzate al conteggio preciso delle giornate e dozzine di mantenimento e quindi dell'importo totale delle spese dovute dalla Provincia all'Istituto psichiatrico in cui era avvenuto il ricovero. I registri fino al 1938 si presentano ricchi di informazioni sui pazienti assistiti e ricoverati presso le divere strutture, poichè riportano i dati anagrafici, la causa del ricovero, il periodo di degenza, l'eventuale dimissione dall'Istituto. Infine, i registri dell'ultima serie, conservati fino al 1984, annotano esclusivamente la parte contabile relativa ai sussidi elargiti o negati ai mentecatti poveri, con riferimenti specifici alla documentazione personale dei malati stessi.

NOTE
1) Nel dopoguerra le carte classificate nella rubrica 6.5 - atti generali e fascicoli personali - furono fisicamente scorporate dalla serie unitaria del Carteggio, per finire archiviate come serie a parte fino al 1969 e successivamente, con un secondo nucleo che va dal 1970 al 1984, come aggregato di nuclei documentari archiviati separatamente. L'organizzazione data alle carte rispondeva presumibilmente a necessità di tipo amministrativo, legate al quotidiano disbrigo delle pratiche da parte degli uffici a cui nel tempo fu affidato l'espletamento delle funzioni assistenziali della Provincia. 
2) La presente nota archivistica introduttiva trae spunto oltre che dalle riflessioni maturate a seguito del lavoro di riordino ed inventariazione eseguito, anche dal contributo di P. Romagnoli, "Gli atti dell'assistenza psichiatrica della Provincia di Modena: tipologie documentarie e loro organizzazione", pubblicato in "Povere menti. La cura della malattia mentale nella Provincia di Modena fra Ottocento e Novecento, a cura di A. Giuntini, Modena 2009, pp. 87-95.
3) Per un quadro più completo sull'uso delle classifiche per la documentazione relativa all'assistenza cfr. punto 5 dei "Criteri di ordinamento", all'interno dell'area "Contenuto e struttura" di questa stessa scheda.
4) Si precisa che nelle schede inventariali si è riportata questa informazione solo in caso di presenza della carpetta; l'assenza di questa segnalazione significa che la carpetta non è presente.  
5) Gli opuscoli riguardanti studi, convegni, congressi o semplicemente descrizioni di istituti di accoglienza e ricovero quando ritenuti degni di segnalazione sono stati messi in evidenza nel contenuto e descritti poi analiticamente come "allegati a stampa".
6) Cfr. Decreto luogotenenziale 21 giugno 1917, n.1157, che stabilisce che alle Amministrazioni provinciali spetta il rimborso da parte dello Stato delle spese relative al ricovero nei manicomi dei militari riformati per infermità mentale, provocata da cause di servizio dipendenti dalla guerra, anche per il periodo anteriore alla legge.
7) Per il periodo esaminato, oltre ai registri dei verbali di Giunta e Consiglio, sono agevolmente consultabili fino al 1966 gli Atti a stampa del Consiglio provinciale, corredati da indici finali e relazioni di bilancio, e, dopo il 1966, le scansioni digitali degli atti deliberativi, dotate a loro volta di indici.
8) Insieme ai consultori, i dispensari furono istituiti come forma di presidio del territorio ai fini della creazione di una rete di servizio di igiene e profilassi mentale. I dispensari, istituiti su deliberazione del Consiglio provinciale, furono concepiti con compiti di diagnostica neuropsichiatrica precoce, assistenza tempestiva conseguente alla diagnosi, vigilanza ed assistenza dei dimessi dagli ospedali psichiatrici, propaganda a scopo umano e sociale dell'azione preventiva e profilattica.

condizioni che regolano l'accesso
La documentazione contiene dati personali e sensibili degli assistiti. La consultazione degli atti è soggetta alle disposizioni contenute nella normativa in vigore, in particolare i D.Lgs. 196/03 "Codice in materia di protezione dei dati personali" (artt. 98-103) e D.Lgs. 42/2004 "Codice dei beni culturali e del paesaggio" (artt.122 - 127).

bibliografia
Povere menti. La cura della malattia mentale nella provincia di Modena fra Ottocento e Novecento, a cura di Andrea Giuntini, Modena, 2009, pp. 1-303


codice interno: 110 - 001.002

informazioni redazionali
Inventario a cura di
Renata Disarò, Alessia Francesconi, Chiara Pulini (CSR), 2010-2011

Revisione a cura di
Laura Cristina Niero, 2011

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