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  Estimi e catasto 
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1832 - fine XIX secolo
serie
registri 15
sei in: Archivio storico del Comune di Castelvetro Piacentino 1806 - 1976

La serie è articolata in tre sottoserie ed è costituita da alcuni dei documenti più esemplificativi delle operazioni di rilevamento catastale: sono infatti presenti gli estimi dei terreni e dei fabbricati e il catasto dei terreni, le matricole catastali e gli stati di classamento.
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informazioni sul contesto di produzione
Il catasto è un inventario delle proprietà immobiliari e ha due obiettivi: uno prevalentemente fiscale, conseguito con la stima della consistenza e della rendita degli immobili, ed uno probatorio per l'accertamento della proprietà dei beni.
Esiste sia il catasto dei terreni, che è relativo ai beni rustici (terreni e fabbricati rurali) sia il catasto dei fabbricati, urbano e edilizio, che prende in esame i beni urbani.
Le operazioni di stima sono quattro: la qualificazione, cioè la distinzione dei terreni secondo determinate qualità; la classificazione, cioè la suddivisione di ogni qualità di coltura in classi di produttività tenendo presente l'ambiente pedoclimatico; il classamento, cioè l'assegnazione delle particelle alle qualità e alle classi di loro competenza; infine la determinazione delle tariffe di estimo che esprime in moneta il reddito imponibile.
Molto antica è la prassi della misurazione, della stima e dell'accertamento dei beni immobili, sia rurali che urbani e anche Castelvetro Piacentino non ha fatto eccezione alla regola, adeguandosi alle disposizioni che le mutate forme di governo impartirono dall'epoca moderna fino all'unità d'Italia.
Le prime iniziative risalgono infatti all'epoca farnesiana (XVI secolo) quando fu promossa la formazione di un catasto del patrimonio rurale e urbano di tutti i sudditi; seguono poi quelle volute da Napoleone e soprattutto da Maria Luigia d'Austria per il Ducato di Parma e Piacenza a cui apparteneva il territorio di Castelvetro Piacentino: furono applicate le disposizioni del catasto francese e, tra il 1816 ed il 1830, il territorio ducale fu sottoposto alle operazioni di qualificazione, classificazione, classamento e formazione delle tariffe.
Dopo l'unificazione, lo Stato italiano si pose l'obiettivo ambizioso di accatastare l'intera penisola. Diverse furono le tappe di tale percorso: la legge sulle volture catastali dell'11 agosto 1870, n. 5784, obbligò i proprietari e possessori di beni immobili ad eseguire la voltura a proprio nome dei fondi che non fossero ad essi regolarmente intestati; il regio decreto 5 giugno 1871, n. 267 istituì un Catasto dei fabbricati disgiunto da quello dei terreni; infine la legge n. 3682 del 1° marzo 1886 istituì definitivamente e a livello nazionale il Catasto terreni. Si tratta della cosiddetta legge Messedaglia, dal nome del commissario regio Angelo Messedaglia, in base alla quale tutti i Comuni italiani si dovevano uniformare alla regola del nuovo catasto geometrico - particellare che prevedeva la registrazione delle proprietà dei terreni distinta da quella dei fabbricati ed istituiva ufficialmente il Catasto terreni ed il Catasto edilizio urbano.


codice interno: 0385 - 001.018