La serie si compone di un volume dei saldi, ovvero dei documenti contabili principali delle comunità del territorio toscano.
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informazioni sul contesto di produzione L'attività finanziaria della comunità era affidata alla responsabilità dei camarlinghi, che, come i consoli e consiglieri, venivano eletti tramite l'imborsazione (ma sono documentati anche periodi in cui il camarlengato veniva ceduto a seguito di un asta pubblica, in cui si fissava al ribasso lo stipendio annuo). I Camarlinghi delle Comunità erano tenuti, allo scadere del loro incarico, a rendere conto della gestione finanziaria; a questo scopo il Cancelliere comunitativo teneva i libri dei saldi o "calcoli di ragioni" nei quali erano annotate le cifre in entrata e quelle in uscita secondo un ordine prefissato. Ad entrata venivano registrate le rendite e i proventi comunitativi, le condanne di danno dato, gli assegnamenti del dazio e delle imposizioni, distinguendo i descritti dai non descritti in quanto i primi godevano di esenzioni sulle imposizioni comunitative. In uscita erano registrati i pagamenti per le spese ordinarie e straordinarie. Il riscontro dei saldi, controfirmato dal Cancelliere, era effettuato da due ufficiali del Comune appositamente eletti, detti ragionieri, affiancati dal Podestà; entro un mese, poi, i Camarlinghi rimettevano i loro saldi al Magistrato dei Nove Conservatori. Inoltre, ai Camarlinghi era concessa la facoltà, in caso di necessità, di imporre tasse straordinarie, notificate alla popolazione tramite pubblica lettura del bando.