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Archivio storico comunale di Carpi
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41012 Carpi (MODENA)

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Archivio della Comunità di Rovereto 1693 - 1814
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fondo
buste 51, registri 30, volumi 2

- Libro delle grazie dal 1693, 1 volume;
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- Libro dei partiti della comunità 1770-1801, 1 volume
(conservati in 1 busta) 
- Miscellanea 1725-1801, 1 busta;
- Atti 1770-1813, 28 buste;
- Soldario e Atti 1814, 1 busta;
- Contabilità 1789-1811;1807-1810, 2 buste;
- Protocolli 1808-1812, 1 busta;
- Coscrizione 1806-1814, 4 buste;
- Piani preventivi 1813-1814, 1 busta;
- "Descrizione generale della popolazione di Rovereto 1763"; Certificati di nascita di maschi, afferenti al Ruolo di popolazione 1811
(conservati in 1 busta);
- "Ruolo di popolazione 1811", 4 buste.
Oltre alle 44 buste qui descritte, sono presenti altre 7 buste di Atti (già in Inventario del 1963) che risultano fortemente compromesse a seguito di infiltrazioni d'acqua penetrate nella vecchia sede dell'Archivio storico nel corso degli anni '70 del ‘900.

- "Registro del Ruolo di popolazione 1811, 1 registro;
- Nati, matrimoni, morti 1806-1814, 26 registri
(risulta mancante il registro dei morti del 1813);
- Tavole alfabetiche relative ai registri di stato civile 1806-1811, 3 registri.

informazioni sul contesto di produzione
La prima notizia certa su Rovereto è contenuta in un diploma di re Berengario del 890, dove è scritto che alcune pezze di terre poste nel vico "qui dicitur Rovereto" furono oggetto di donazione ad un certo Roperto vassallo del Conte Adelgiso. Citato in documenti del X secolo, lo ritroviamo poi in una carta Nonantolana del 1174 come "Roveretum Castrum2, di pertinenza della Corte di Roncaglia, un'antica corte che dipendeva dal Monastero di Nonantola.

Nel 1387, l'imperatore Venceslao di Lussemburgo concesse la Villa di Rovereto con le sue pertinenze a Giberto Pio, signore di Carpi, e nel 1389, dopo la di lui morte, ne riconfermò l'investitura ai suoi figli; rivendicato dai Pico, signori di Mirandola, vi pervenne nel 1432, per investitura accordata dall'imperatore Sigismondo.

Nel 1445 i casati Pico e Pio stipularono un accordo, con assenso imperiale, che restituiva il territorio di Rovereto ai Pio, in cambio dei territori vallivi di Santo Stefano e di parte di quelli di Sant'Antonio. Il periodo della Signoria Pio, caratterizzata dall'indivisibilità del feudo, terminò ufficialmente nel 1530, quando l'imperatore Carlo V investì Alfonso I d'Este del comitato di Carpi, dietro il pagamento di centomila zecchini d'oro: Rovereto entrò così a far parte del ducato estense e come feudo fu concesso ai principi di Massa.

Nel 1651 il territorio di Rovereto fu eretto a Contea e Marchesato e ceduto al nobile Annibale Foschieri che ne rimase proprietario fino al 1796, quando all'arrivo dei Francesi il feudo di Rovereto fu accorpato alla Municipalità di Carpi. Durante il periodo della prima Repubblica Cisalpina, sulla base della legge per l'organizzazione del Dipartimento del Panaro del 10 fiorile anno VI repubblicano (28 aprile 1798) la Comunità di Rovereto fu staccata da Carpi e aggregata a Novi, elevato a capoluogo di distretto. L'esperienza durò poco, infatti nel 1799 la Municipalità di Novi fu destituita in nome della Repubblica Cisalpina e accorpata nuovamente a Carpi, con l'obbligo di consegnare tutti gli archivi e le scritture.

Nel 1802, proclamata la Repubblica Italiana, Rovereto acquisì autonomia municipale dopo l'emanazione della legge del 24 luglio, sull'organizzazione delle autorità amministrative, che ridisegnò la struttura portante del governo locale; come comune di terza classe, per il numero di abitanti inferiore ai 3.000, Rovereto entrò a far parte del Cantone di Carpi (poi distretto di Carpi dal 1804).

Nel 1815, sotto il restaurato governo austro-estense, con due successivi decreti del duca Francesco IV (12 gennaio e 29 dicembre), venne introdotta una nuova distrettuazione che portò ad una riduzione dei comuni presenti nel territorio modenese da novanta a ventidue. A gennaio, la Comunità di Rovereto con San Giovanni Battista concordiese, fino ad allora autonoma, venne soppressa e accorpata al Comune di Novi; tale stato si mantenne fino al dicembre di quell'anno, dopodiché anche il Municipio di Novi fu abolito d'autorità, diventando "Sezione" del Comune di Carpi, con l'obbligo di trasmettere beni, denari ed archivi a quest'ultima. Nel 1859, per effetto del decreto del dittatore Luigi Carlo Farini, emanato il 4 dicembre ed esecutivo dal giorno 29 dello stesso mese, nell'ambito della nuova distrettuazione dei Comuni dell'Emilia fu ricostituito il Comune di Novi, assegnando ad esso le frazioni di Rovereto con Sant'Antonio e San Giovanni Battista concordiese; quest'ultima poi aggregata con decreto del 1866 al Comune di Concordia. La "quadra" di San Marino Lame, invece, che avrebbe dovuto seguire Rovereto, venne aggregata a Novi nel 1875.

storia archivistica
La documentazione archivistica della comunità di Rovereto pervenne al Comune di Carpi all'arrivo dei francesi, insieme a quella del comune di Novi nel 1799 e dopo la restaurazione autro-estense, nel 1815.


codice interno: 0728 - 001

informazioni redazionali
La descrizione è stata effettuata da Jessica Pagani con il coordinamento di Federica Collorafi (CSR / Voli Group). Le ricerche storiche, i profili storico istituzionali e la storia archivistica sono di Lucia Armentano (Archivio storico comunale di Carpi), 2013

realizzato per
Comune di Carpi, con il contributo finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi

Intervento redazionale a cura di
IBC - Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna, 2013