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  Camera confederale del lavoro - CCdL 1946 - 1991
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fondo
buste 66, fascicolo 1, scatola 1, rubriche 7, bollettario 1
sei in: Archivio storico della Camera del lavoro territoriale di Parma 1923 - 1992

Il fondo è costituito da un primo nucleo di documentazione relativa ai congressi ed agli organi direttivi della Camera del Lavoro, e dal materiale prodotto dalla segreteria, nelle sue attività di coordinamento ed organizzazione politica e territoriale, in particolare per quanto riguarda i settori di categoria. Oltre al carteggio della segreteria stessa, troviamo quello dei vari consigli direttivi e del Centro operativo, i manifesti e volantini delle manifestazioni ed iniziative locali e nazionali, documentazione contabile ed amministrativa, e la serie "organizzazione", costituita da materiale informativo sulla situazione delle strutture del sindacato. I fascicoli relativi agli scioperi (soprattutto agli anni 1969 e 1972), alle manifestazioni ed ai convegni organizzati e seguiti dalle federazioni parmensi precedono le carte contabili e quelle relative al tesseramento.
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Le vertenze contrattuali e quelle individuali, coi fascicoli per aziende e per persone formano un quadro parziale della situazione locale, a cui fa da contraltare il carteggio relativo allo statuto dei lavoratori del 1970.
Poco materiale rimane sulle commissioni interne e sui rapporti internazionali con altre forze politiche e sindacali, un po' più consistente la corrispondenza e la documentazione amministrativa di e con gli enti previdenziali. Una grande parte del fondo è invece occupata da documentazione autoinformativa su varie problematiche del mondo del lavoro, dall'occupazione giovanile, al rapporto tra la scuola ed il mondo del lavoro, dalla salute dei lavoratori, allo sviluppo territoriale, ed a varie tematiche nazionali (ambiente, casa, riforma tributaria).

informazioni sul contesto di produzione
La Camera del Lavoro di Parma nasce il 28 maggio 1893 come istituzione e organizzazione dei lavoratori per soddisfare la "domanda di aumento di mercede e diminuzione nel prezzo del pane" e "migliorarne gli interessi e la vita". La sua costituzione è il risultato di un lavoro condotto per mesi dai nuclei più avanzati del movimento associativo della città, ovvero del Fascio Operaio e della Società dei Tipografi, con l'adesione della Società dei Tipografi e dei Cappellai, della società"Emancipazione" , della Cooperativa dei Braccianti e terraiuoli di Parma, delle società a carattere mutualistico come "Fratellanza e Umanità", "Giuseppe Garibaldi", "Libertà e Lavoro", "Popolo".
La nuova istituzione si collocava nel solco della tradizione della società di mutuo soccorso, presenti in città fin dall'unità d'Italia: Parma fu la prima sede legale della Società di mutuo soccorso fra i volontari italiani e sede del X Congresso delle Società Operaie (9-12 ottobre 1863).
Il Comune, fresco della vittoria delle forze popolari alle elezioni della primavera del 1893, mette a disposizione i locali per il nascente organismo ed assicura un contributo finanziario, come fanno peraltro la Cassa di Risparmio e il barone Paganini. Grande impulso alla costituzione del nuovo organo lo dà l'attività del giovane segretario della Camera del Lavoro di Piacenza, Angelo Cabrini.
Fin dalla sua istituzione, la struttura della Camera del Lavoro di Parma è simile a quella delle altre Camere esistenti e già operanti in Italia. Una commissione esecutiva, composta di quattro membri e di un segretario presiede all'andamento generale dell'istituzione e alla sua organizzazione. Ciascuna sezione poi, elegge nel proprio seno una commissione per la trattazione degli affari relativi alla sezione stessa. Il numero dei membri delle commissioni sezionali è in relazione a quello dei componenti le singole organizzazioni. alla sua nascita, la Camera del lavoro di Parma conta: 10 sezioni e 2200 soci ( dei quali 60 sono donne).
Tra il 29 giugno ed il 1 luglio 1893 la città è sede del I Congresso delle Camere del Lavoro d'Italia, durante il quale nasce la Federazione delle Camere del Lavoro. Sempre nel corso del congresso viene inoltre approvato lo regolamento della camera del lavoro di Parma e provincia, 58 articoli in 7 titoli.
Gli anni precedenti la fondazione della Camera del Lavoro di Parma avevano visto numerose agitazioni di natura rivendicativa tra i lavoratori della città e della provincia. Tra le più importanti, lo sciopero dei fornai del 1883 e l'agitazione popolare contro il caro pane delle donne della città, duramente repressa, del 1891. Queste ultime proteste si rinfocoleranno nel maggio del 1898, provocando tumulti nel quartiere popolare Oltretorrente, teatro principe di gran parte delle lotte proletarie della città.
Nel marzo del 1894 si svolgono le prime elezioni interne, sia per le singole sezioni della Camera del Lavoro che per la commissione esecutiva. Il 10 aprile del 1894 si tiene la prima riunione dei metallurgici, e il 15 aprile dello stesso anno si apre l'ufficio di collocamento gratuito. Nel 1896 esistono nove sezioni nella provincia e quattro sono in via di costituzione. Le sezioni di campagna, oltre a svolgere opera di collocamento, si configurano come vere e proprie leghe di resistenza.
Viene istituita una Camera del Lavoro autonoma a Borgo San Donnino, nel novembre del 1897, che verrà sciolta una prima volta, come la maggiore del capoluogo, durante i tumulti per il caro pane del 1898.
Nello stesso periodo, complice l'appoggio del governo alla proprietà, anche tramite provvedimenti come lo scioglimento del partito socialista (codice Zanardelli, 1898), nascono le prime associazioni professionali, poi associazioni di categoria, da qui in poi interlocutrici primarie dei sindacati durante le vertenze contrattuali.
Ai primi di agosto del 1901, in seguito ad imponenti manifestazioni popolari in tutta la provincia, si ricostituisce la camera del lavoro di Parma, composta quasi esclusivamente dalle leghe contadine, leghe che riescono ad indire ben 70 scioperi nel corso dell'anno, tra i quali ha risonanza nazionale l'agitazione dei braccianti di Montechiarugolo. La neonata Federterra, unico movimento sindacale europeo dei lavoratori della terra, fortemente radicato nella val Padana diffonde alacremente i suoi indirizzi per tutta la provincia, tramite incontri e comizi. Scioperano, con esito positivo, città le bustaie, i muratori, gli zuccherieri, i calzolai, i metallurgici, i mattonai e i fornaciai, i tranvieri, i cassonieri, i braccianti, i giornalieri e spesati, i mezzadri per il patto colonico.
Nascono, dapprima come sale riunioni per le leghe bracciantili, le Case del Popolo, tra le quali quella di Fontanelle, sulla base dell'attività divulgativa del garibaldino Luigi Musini. Dalle società operaie nasce l'idea del cooperativismo come possibilità per la classe operaia di farsi imprenditrice (nel 1904 a Parma si conteranno 10 cooperative di produzione lavoro e 30 di consumo)..
La reazione a tutto questo è duramente repressiva e, in opposta tendenza al panorama nazionale, pone il sindacato parmense in una posizione di quiete nei mesi immediatamente successivi.
Nel 1902 la Federazione provinciale dei lavoratori della terra viene di fatto sciolta.
Nel 1904 viene indetto lo sciopero generale, a Parma dura dal 17 al 18 settembre, senza incidenti con le forze dell'ordine. Tra le proteste cittadine hanno esito positivo le vertenze messe in essere da tipografi, sarti, operai metallurgici, falegnami, fonditori, fornai e pastai (sono i primi in Italia ad ottenere l'abolizione del lavoro notturno).
E' di questi anni la nascita della Federazione Nazionale dei calzolai: Parma ne è sede nazionale. Nel 1905 nasce la Federazione provinciale delle cooperative di consumo.
Al congresso di Bologna del 1904 si consuma lo scontro tra fautori del "programma minimo", che a Parma sostenevano il sindaco monarchico Mariotti, e a livello nazionale erano guidati da Turati e Bissolati contro i fautori del "programma massimo" o massimalisti che nella città emiliana controllano la Camera del Lavoro; nel settembre 1906, al I Congresso della Confederazione generale del lavoro, a Milano, si consumerà la scissione.
Il biennio 1907-1908 è teatro di una delle più grandi agitazioni bracciantili della storia nazionale, e Parma è al centro degli eventi. Scendono in sciopero, accanto ai lavoratori della terra, le categorie cittadine di bustaie (il gruppo più numeroso tra i lavoratori industriali della città), cementisti, muratori e carrettieri del riparto ferroviario. Il nuovo segretario è Alceste de Ambris, già segretario della Federazione italiana dei bottigliai e direttore a Roma, nel 1905, del periodico Il sindacato operaio. Nello stesso anno le associazioni agrarie di Bologna, Ravenna, Ferrara, Rovigo e Parma si costituiscono su base interprovinciale con funzione di Mutua antisciopero.
Il 19-20 ottobre 1907 si tiene il Congresso provinciale delle organizzazioni operaie parmensi (partecipano i rappresentanti di 309 leghe, 25 cooperative e 2 società di mutuo soccorso). Il 2 novembre 1907 la Camera del Lavoro di Parma convoca a convegno tutte le organizzazioni dissidenti della confederazione generale del lavoro per deliberare nuovi indirizzi: vince la mozione Badali, e nasce il Comitato Nazionale della Resistenza (aderiscono gli anarchici, alcune camere del lavoro - Torino, Ferrara, Bologna, più tardi Milano, altre).
Nel febbraio 1908 un gruppo di leghe della Bassa si stacca, e dà origine alla Camera di Borgo San Donnino, fedele alla Confederazione Generale del Lavoro, che faceva da referente per i lavoratoti dei comuni rivieraschi del Po e, prediligeva l'azione delle cooperative di lavoro, consumo e produzione all'azione di resistenza e lotta adottata dal nuovo Comitato.
Le agitazioni porteranno allo scioglimento delle Camere del Lavoro di Parma e Borgo San Donnino ed all'arresto di un centinaio di scioperanti, che, dopo una lunga detenzione, verranno scagionati dalla gravissime accuse durante il processo di Lucca del 1908. Il caso ha risonanza internazionale, e lo sciopero dei lavoratori della terra del parmense raccoglie sostegno ed aiuti materiali da varie regioni italiane, città europee ed extraeuropee.
Nel settembre 1908, al Congresso di Modena, la Confederazione generale del lavoro si arroga la facoltà di proclamare lo sciopero generale. Pochi giorni dopo, a Firenze, i sindacalisti rivoluzionari escono dal partito socialista, che ne sconfessa i metodi e i principi.
Nel 1909 viene nuovamente ricostituita la Camera del Lavoro di Parma, che nel 1911 tiene il suo Congresso provinciale.
Il 27 settembre 1911 Parma e Reggio Emilia sono l'epicentro dello sciopero generale contro l'impresa di Libia (che non ha successo nelle grandi città). A Langhirano i carabinieri tentano di bloccare manifestanti che stanno andando a Parma, gli scontri provocano quattro morti.
Nel 1912 nasce l'Unione Sindacale Italiana, a cui la Camera del Lavoro di Parma aderisce.
Nel giugno 1914, durante la "settimana rossa" in seguito alla violenza subita dai lavoratori di Ancona, Parma è turbata da disordini e barricate nell'Oltretorrente.
Alla fine del primo conflitto mondiale gli iscritti della Camera del Lavoro parmense salgono a 20.000.
Il marzo del 1920 vede iniziare lo sciopero agrario, che durerà fino a maggio.
Tra l'aprile e il giugno1920, oltre alle agitazioni tra lega fornai e pastai in agitazione, lega commessi, lega ovaioli, lega garzoni vetturali e stallieri, lega lavoranti sapone,Lega imbiancatori, Facchini di Barriera Saffi (Lega facchini barriere e scali), Lega macellai, Lega pasticceri, Lega lavoratori della mensa, Lega metallurgici; Edili e Lega salariati comunali, degne di nota le agitazioni per il caro-viveri, che portano al saccheggio di numerosi magazzini alimentari.
Nel 1921 un nuovo sciopero agrario vede iniziare lìopera di repressione delle squadre fasciste.
A maggio 1922: le associazioni sindacali parmensi costituiscono l'Alleanza del Lavoro. Il Ministero dell'Interno proibisce manifestazioni, cortei e comizi pubblici, e alla fine di luglio a Parma viene proibita la Sagra Corridoniana. Si tiene privatamente l'Assemblea Generale dei Giovani Corridoniani alla Camera del Lavoro. Nello stesso anno nascono la Legione Arditi Proletari "Filippo Corridoni" (costituita da sindacalisti rivoluzionari) e gli Arditi del Popolo.
Tra il 2 ed il 7 agosto 1922, 20.000 squadristi capeggiati da Italo Balbo invadono Parma, e si scontrano con gli Arditi del Popolo di Guido Picelli. I fascisti vengono cacciati (circa 40 morti e 150 feriti) e ripiegano sulle campagne, dove seminano terrore.
Il 14 marzo 1923 la Camera del Lavoro viene sciolta con decreto prefettizio. Non si ricostituirà fino alla caduta del regime fascista.
A guerra finita, infatti, sin dal luglio 1945, Parma vede le prime marce di protesta per "pane e lavoro". La sollevazione si estende alla provincia, dove proprietari terrieri ed i benestanti, spesso sotto accusa per il loro passato fascista, vengono costretti a sottoscrivere impegni a versare denaro a poveri e disoccupati del paese ("tassazione forzata"), i municipi vengono occupati. La disoccupazione, feroce, aumenta le rivendicazioni popolari.
Il 1947 vede il riacutizzarsi delle lotte dei lavoratori della terra.
Il 7 settembre 1947, durante lo sciopero indetto dalla Federbraccianti del Nord Italia contro le norme per la gestione dei terreni demaniali, a Soragna viene bloccato un automezzo di crumiri, che vengono convinti a tornare indietro. Tra l'11 dicembre 1947 ed marzo 1948 vengono occupate le terre demaniali lungo il fiume: il comune di Mezzani è il capofila dell'azione nel parmense.
Nel 1948, anche in seguito alla sconfitta elettorale del Fronte Popolare ed alla forte disoccupazione, il movimento sindacale inizia a perdere forza. La lotta per la statalizzazione degli uffici di collocamento, fino al Decreto legge aprile 1948 di competenza della CGIL, non ottiene i risultati sperati. Tra le varie azioni intraprese dai sindacati, l'elezione dei collocatori, svolta spesso con il benestare dei sindaci che, in alcuni casi, vengono arrestati sotto l'accusa di connivenza con i "facinorosi".
Sono di questi anni gli scioperi alla vetreria "Bormioli Luigi" (1948-50) e l'occupazione, per 36 giorni, delle "Vetrerie Bormioli Rocco e figlio (primavera 1949). Nell'estate del 1949 cento operaie occupano la "Borsari" per un mese.
La primavera e l'autunno del 1949 (18 maggio-14 giugno, 3 ottobre-2 dicembre) vedono svolgersi l'ultimo grande sciopero agrario. A Parma l'adesione è graduale ma diffusa e massiccia, la reazione padronale è ferma, numerosi gli arresti e gli scontri con le forze dell'ordine. Al termine della vertenza si ottiene il I contratto nazionale della categoria.
Il 1950 è un anno durissimo per il movimento sindacale parmense: il 22 marzo 1950, in piazza Marconi, al termine di un comizio le forze dell'ordine uccidono Attila Alberti e causano la morte in carcere, due giorni dopo, di Luciano Filippelli. La notte del 1 maggio una bomba esplode accanto all'abitazione del segretario della Camera del Lavoro di Roccabianca, mentre è del 2 giugno il tentato omicidio del segretario della Camera del lavoro di Montechiarugolo.
Il 9-10 luglio 1955 si tiene a Parma il Consiglio delle leghe sulla difesa dei diritti dei lavoratori e delle libertà democratiche, ma è ormai finita la grande stagione sindacale parmense.


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