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  Federazione territoriale braccianti e salariati agricoli - FEDERBRACCIANTI 1948 - 1990
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fondo
buste 46, fascicoli 78, mazzi 3
sei in: Archivio storico della Camera del lavoro territoriale di Parma 1923 - 1992

Il fondo è costituito da un primo nucleo di serie relative alle funzioni politiche ed amministrative della federazione: attività congressuale, carteggio dei comitati direttivi locali, corrispondenza della segreteria, libri mastri, documentazione relativa al tesseramento.
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A queste serie segue la documentazione relativa alla contrattazione nazionale e provinciale, ed alle singole vertenze aziendali o individuali. Troviamo quindi il materiale di studio sulle tematiche più discusse in ambito nazionale, quali quelle relative alla sicurezza sul lavoro (con particolare attenzione alla salute della donna), al mercato del lavoro, alle strutture previdenziali ed al problema casa, alla formazione dei lavoratori, ed infine alla pianificazione economica nazionale ed internazionale in ambito agricolo.
Fanno parte del fondo anche la documentazione relativa alle commissioni agricole su scala locale, nazionale ed europea, quella sui consorzi di bonifica, sui consorzi agrari provinciali, sulle associazioni degli allevatori, sulla cassa integrazione guadagni agricoli e sulla conferenza provinciale dell'agricoltura e del mondo rurale. Un piccolo nucleo è costituito dalla corrispondenza e dal materiale di studio attribuito a Giorgio Rosa, già segretario della federazione negli anni '70 ed '80 del novecento.

informazioni sul contesto di produzione
La Federazione nazionale braccianti, salariati agricoli e maestranze qualificate nasce ufficialmente a Ferrara il 28 gennaio 1948, in seguito alle deliberazioni del primo congresso della CGIL nell'Italia postbellica (Napoli, 28 gennaio-1 febbraio 1945), che vide la ricostituzione ufficiale della Federazione dei lavoratori della terra, o, appunto, Federterra, poi Confederterra.
Alla federazione appartenevano i braccianti, i salariati agricoli, i tecnici-impiegati agricoli, i coloni, i forestali, i florovivaisti e gli addetti ai Consorzi di Bonifica e tutti i lavoratori dediti prevalentemente ai lavori agricoli retribuiti a salario o in natura. La Federbraccianti fu, per il primo decennio della sua esistenza, la prima categoria della CGIL per numero di iscritti, fino a quando il boom economico e l'industrializzazione portarono la Federazione Italiana Operai Metalmeccanici ad occuparne il posto.
Fin dalla sua costituzione, esisteva in Federterra un Comitato tecnico dei mezzadri,che legò la vita della Federbraccianti a quella della Federazione nazionale mezzadri e coloni, l'altro "ramo" principale della Confederterra. Questo impegno comune sopravvisse alla fine della Confederterra, con l'elaborazione di percorsi e strategie di lotta comuni, anche attraverso l'adesione al Centro delle forme associative e cooperative fino alla Costituente Contadina (1975- dicembre 1977), che vide lo scioglimento della Federmezzadri. La Federbraccianti continuò ad operare fino alla nascita della Federazione Lavoratori dell'AgroIndustria o FLAI (congresso di Bari, gennaio 1988), a cui diede vita fondendosi con la Federazione Italiana Lavoratori Zucchero Industria alimentare Tabacco (FILZIAT).

L'organizzazione della Federbraccianti prevedeva un' articolazione a più livelli organizzativi (Sindacato provinciale di settore e Federazione Provinciale di categoria; Comitato Regionale; Sindacato nazionale di settore e Federazione nazionale di categoria), mentre il livello territoriale era gestito attraverso il Consiglio dei delegati di azienda e la Lega locale di categoria.
A Parma, tutt'ora centro di prima importanza nel panorama della produzione agricola italiana, la Federazione si collocò nel solco di una lunga tradizione di movimenti contadini.
In particolare, la pianura parmense era stata teatro dello sciopero bracciantile del 1901-02, e soprattutto del movimento agrario del 1907-08. Quest'ultimo sciopero dei lavoratori della terra a Parma assunse dimensioni di rilevanza nazionale, anche per la situazione di scontro aperto con la neonata Associazione Agraria Parmense e con le forze dell'ordine. Solidarietà ai lavoratori in lotta arrivò da tutta Europa, e dai paesi d'oltreoceano, anche in conseguenza della durissima repressione. I 67 sindacalisti portati davanti al tribunale di Lucca con accuse gravissime, quali insurrezione armata contro i poteri dello Stato, associazione a delinquere, correità in più tentati omicidi, ed altri reati di minore conto, vennero infine assolti, ma il movimento sindacale agrario parmense ne uscì indebolito e scoraggiato. Nuovi scioperi, gli ultimi prima della repressione fascista, si svolsero durante la primavera del 1920 ed il 1921.
Tra il 1946 ed il 1951 si svolgono gli ultimi grandi scioperi agrari, che a Parma trovano l'acme nelle agitazioni del 1947, del 1948 e del 1949, che porteranno anche all'occupazione delle terre demaniali da parte dei lavoratori.
Nonostante la concorrenza di Uil e Cisl, che arrivano ad assorbire nemmeno 3000 lavoratori, in gran parte mondine dell'Appennino, la Federbraccianti parmense è dal dopoguerra sempre, per aderenti, all'ultimo posto della regione tra le federazioni CGIL, con un calo progressivo fin dalla sua ricostituzione, con l'unica eccezione della lega di Montechiarugolo.
Tra il 9 maggio ed il 7 giugno 1954 si svolge uno sciopero nelle campagne, che nella provincia parmense coinvolge soltanto 11 comuni, ma che si conclude positivamente per i lavoratori. L'abbandono delle campagne e del lavoro dei campi porterà però ad un progressivo indebolimento della federazione, che si troverà a contrattare i diritti dei lavoratori con piccole aziende familiari, in una realtà ormai frammentata e molto lontana da quella in cui era nata.


codice interno: 858 - 001.002