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  Federazione provinciale tessili e abbigliamento - FILTEA. Federazione provinciale lavoratori abbigliamento tessili - FILA 1957 - 1991
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buste 4, fascicoli 13
sei in: Archivio storico della Camera del lavoro territoriale di Parma 1923 - 1992

Alla documentazione congressuale fanno seguito alcune serie relative all'organizzazione ed alle funzioni primarie della federazione: carteggio di segreteria, corrispondenza, materiale afferente il tesseramento e la gestione economica, la contrattazione, l'ispettorato del lavoro e l'attività pubblicistica.
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informazioni sul contesto di produzione
La Federazione Italiana Lavoratori Tessili e Abbigliamento nacque a Rimini nel 1966 (3-6 marzo), dall'unificazione di Federazione nazionale delle arti Tessili (FIOT) e Federazione italiana  dell'abbigliamento (FILA).
la Federazione nazionale delle Arti tessili, nata il 28 aprile 1901 alla Camera del lavoro di Milano, riuniva inizialmente i lavoratori del settore operanti soprattutto in Lombardia, a Prato e a Portici.
Nel 1904 divenne Confederazione Italiana delle Arti tessili, poi Federazione Italiana Operai Tessili (FIOT, 1911). Al termine del primo conflitto mondiale, grazie anche agli ingenti ordinativi statali per le truppe e all'avvento delle fibre sintetiche, il settore tessile arrivò al primo posto nell'intero comparto industriale nazionale e la federazione giunse a coprire l'intero territorio. Tra i primi in Italia a chiedere le otto ore e i minimi di paga, i lavoratori tessili operarono precocemente per un'evoluzione in senso progressista del rapporto tra dipendenti e datori di lavoro, soprattutto nella tutela dei diritti delle donne e dei minori, parte maggioritaria degli operatori del settore. Dal 1925, con la fascistizzazione degli organi sindacali, la federazione si trovò progressivamente fuori dal tavolo di contrattazione: fu l'inizio di un'attività clandestina che portò molti sindacalisti del tessile tra le file della resistenza, fino alla firma, nella primavera del 1944, del "Contratto della montagna", con cui si rifiutava qualunque valore di rappresentanza alla camera delle corporazioni fasciste.
La FIOT si ricostituì dunque al congresso della CGIL nazionale del 1945 (Napoli, 28 gennaio-2 febbraio). Negli anni seguenti da scissioni e riorganizzazioni interne nacquero Federtessili (1949) e la Federazione dell'abbigliamento (FILA, 1949), fino alla costituzione della FILTEA e della Fulta, la Federazione unitaria dei tessili, nel 1971.

La federazione dei lavoratori tessili raccoglie a Parma una vecchia tradizione di calzaturifici (Parma ad inizio '900 è la sede nazionale della Federazione Nazionale dei calzolai), di cappellieri e di bustaie. Già al I Congresso della Camere del Lavoro d'Italia, tenutosi nella città emiliana tra il 29 giugno ed il 1 luglio 1893, tra le associazioni locali presenti compariva quella dei cappellai.
Dopo l'unità d'Italia, caduto il protezionismo, era infatti scomparsa dalla scena artigianale locale la tessitura, già rappresentata dalla fabbrica dei pannilana dei "Mulini Bassi". Rimanevano quindi in città un paio di cappellifici e, soprattutto, fabbriche di busti femminili. Queste ultimi, agli inizi del nuovo secolo, contano il numero maggiore di addetti tra le industrie parmensi: la Lega delle bustaie conta più di mille lavoratrici nel 1907, anno in cui le sue aderenti diedero vita al più grande sciopero della categoria della prima metà del secolo, durato 50 giorni di lotta, che portò ad alcune migliorie contrattuali per le operaie delle quattro maggiori aziende di Parma. Le bustaie avevano già scioperato con successo ad inizio secolo (1901 e 1902), come i sarti nel 1904, e replicarono nel 1908, a Sala Baganza.


codice interno: 858 - 001.005