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  Commissione Federale di Controllo 1943 - 1990
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serie
fascicoli 189, buste 14
sei in: Archivio del Partito comunista italiano - Federazione provinciale di Modena 1945 - 1991

La serie comprende la documentazione relativa all'attività della Commissione federale di Controllo dal 1943 fino al 1990. La parte più cospicua di questa documentazione è rappresentata dai numerosi fascicoli personali dei dirigenti del partito impegnati a diverso titolo nelle amministrazioni locali (sindaci, consiglieri comunali e provinciali) e negli organismi del partito (redazione modenese de "L'Unità", Lega dei Comuni democratici, Fgci, Federazione artigiani della provincia di Modena, Movimento cooperativo modenese e Federazione del Pci). Essa rinvia a quella finalità statutaria per cui la Commissione doveva "acquisire conoscenza del funzionamento dell'apparato e dell'attività dei compagni che vi fanno parte". Accanto a queste carte sono presenti alcuni fascicoli relativi ai procedimenti disciplinari a carico di dirigenti, ed infine il carteggio generale dove si trova traccia di tutta l'attività della Commissione.
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criteri di ordinamento
La serie è strutturata in 7 sottoserie la cui descrizione si differenzia per livello di analiticità: per gli atti classificati N-F 1701, le biografie dei dirigenti, le biografie dei militanti delle sezioni, e i documenti recuperati in copia da altri archivi, la descrizione inventariale scende fino al livello di unità archivistica, mentre per i procedimenti disciplinari a carico di dirigenti e il carteggio della Commissione con le diverse sezioni del Pci presenti nella provincia di Modena e con i singoli militanti ci si è limitati alla descrizione delle schede di livello superiore (sottoserie).

informazioni sul contesto di produzione
La Commissione o Comitato di Controllo (CFC) del Pci veniva eletta dal Congresso provinciale; congiuntamente al Comitato federale essa eleggeva il Comitato direttivo, la Segreteria ed il Segretario della Federazione, ed il suo presidente era membro di diritto del Comitato direttivo. In una relazione alla Commissione Centrale di Controllo ("Carattere, funzioni e compiti delle Commissioni di controllo del Partito") del 24 gennaio 1957, Edoardo D'Onofrio la definì "un organismo politico e dirigente del partito" facendo riferimento a quanto stabilito nello statuto approvato dall'VIII Congresso nazionale del Pci (Roma, 8-14 dicembre 1956), statuto nel quale furono precisati i suoi compiti: seguire lo sviluppo e lo spostamento dei quadri; esercitare il controllo sulle scuole di partito e sui loro programmi; "controllare l'applicazione dello statuto, il rispetto della democrazia interna e la disciplina di partito da parte di tutte le istanze e dei singoli compagni"; acquisire conoscenza del funzionamento dell'apparato e dell'attività dei compagni che vi facevano parte.
Gli statuti dell'VIII e del IX congresso prevedono un'attività di collaborazione con il Comitato federale "alla direzione del lavoro dei quadri" di partito: si tratta di un'attribuzione di natura dirigenziale assegnata ad un organo di controllo; essa viene presto eliminata con l'XI congresso e sostituita con una mansione di collaborazione "all'attività di educazione ideologica del partito", creando così uno stretto legame tra CFC e Commissione scuole di partito (organismo deputato all'organizzazione dei corsi ideologici-politici per i quadri del partito).
I membri della Commissione inoltre partecipavano insieme agli altri organismi dirigenti di partito alla costituzione dei Comitati direttivi delle federazioni e sceglievano i candidati del partito alle principali cariche pubbliche, locali o nazionali.
Nel 1962, in occasione del X Congresso, si stabilisce che la CFC debba assorbire il Collegio dei sindaci, che non scompare, ma non è più un organo autonomo eletto dal congresso, bensì un sotto-organismo interno alla CFC alla quale risponde.
Nel 1989 in occasione del XVIII Congresso del partito, venne votato un nuovo statuto e la Commissione di controllo cambiò denominazione diventando la Commissione Federale di Garanzia i cui scopi sono riassunti nelle parole di Gian Carlo Pajetta (3 aprile 1989): "garantire la vita democratica del partito [...] aiutare i compagni a partecipare, aiutarli a dare il loro contributo di pensiero, muovendo critiche e avanzando proposte". Il nuovo statuto dedicò l'art. 31 al tema "Gli organi di Garanzia e le loro attribuzioni": "La Commissione federale di Garanzia è organo di garanzia della vita democratica ad ogni livello del partito", assicurando il rispetto dei diritti degli iscritti e la libera partecipazione al dibattito. La Commissione doveva essere eletta nel Congresso e durava in carica quanto l'organo di direzione politica, rispondendo della propria attività al Congresso successivo. Le sue funzioni erano le seguenti: riunirsi in seduta congiunta con l'organo di direzione per l'approvazione del bilancio; verificare la corretta applicazione dello Statuto e il rispetto dei diritti dei singoli iscritti e delle istanze del partito; esaminare le questioni che riguardano il rispetto delle regole democratiche e la disciplina politica nella vita interna del partito; esaminare i ricorsi presentati dai singoli compagni o da organi del Partito proponendo la decisione agli organi dirigenti competenti; verificare i bilanci e le risultanze dei conti consuntivi, la loro rispondenza alle effettive disponibilità finanziarie e alle decisioni dell'organizzazione; verificare la regolarità dell'amministrazione e della gestione del patrimonio. La Commissione Federale di Garanzia si componeva di un numero non superiore ad 1/5 del rispettivo organo dirigente; eleggeva un Presidente ed un ufficio di presidenza che poteva essere costituito da 3 o 5 membri; incaricava 3 componenti della Commissione dei compiti specifici di revisori dell'amministrazione e della gestione del patrimonio.


codice interno: 1226 - 001.004