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Archivio della Camera confederale del lavoro di Modena - Raccolta dei manifesti 1945 - 2017
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collezione, raccolta
unità documentarie 4673 8.417 unità di cui 4673 esemplari e 3744 copie

Il fondo dei manifesti della Camera Confederale del Lavoro di Modena comprende materiali in parte stampati internamente e in parte commissionati alle tipografie locali, ma pur sempre esito della sua attività, e numerosi esemplari trasmessi dalle varie Camere territoriali e categorie della CCdL. La Camera modenese ha sempre svolto infatti una funzione di coordinamento, e quindi riceveva dalle altre strutture ad essa aderenti i loro manifesti per conoscenza o per agevolarne la diffusione, un esempio fra tutti sono gli esemplari relativi alle campagne di tesseramento messe in atto dalle camere locali: questa funzione di collettore è supportata dalle annotazioni sul verso dei manifesti recanti l’indirizzo della sede della CCdL modenese, dall’affrancatura e dalla presenza dei timbri di segreteria. Infine, a quelli già citati si aggiungono i manifesti commissionati da enti locali, partiti, associazioni, cooperative, sindacati diversi dalla CGIL, e acquisiti dalla CCdL di Modena nell’ambito dell’esercizio delle proprie attività e conservati accanto ai propri. 
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Mezzi di informazione e insieme strumento tangibile della lotta politica e sindacale, questi materiali si sono sedimentati in maniera spontanea e non sempre per una consapevole volontà organizzativa dell’ente, secondo processi difficilmente ricostruibili nella loro interezza, ma dai quali emerge certa la "polifunzionalità" di questi archivi dell’età contemporanea: sono il risultato di un "soggetto produttore che comunica con il mondo che lo circonda" (1) e di "una spontaneità irrequieta della produzione, della sedimentazione e della conservazione […] di meccanismi di formazione e sedimentazione spesso contorti" (2).
Queste considerazioni, la struttura della CdLT di Modena, il lavoro di ricognizione e l’elenco di consistenza che ne è scaturito, e ancora la prima organizzazione data ai materiali dalla stessa Camera modenese, e infine il confronto con la Guida all’archivio della Camera confederale di Modena, tutto ciò rende ragione di un ordinamento dei manifesti all’interno di serie archivistiche dedicate alla CdLT modenese e alle categorie di lavoratori a cui essi fanno riferimento. Nella serie CdLT sono confluiti, oltre ai materiali da questa prodotti, anche gli esemplari ricevuti dalle altre strutture orizzontali della CGIL (Centro confederale nazionale, Confederazioni regionali, Camere del Lavoro); seguono le serie relative alle diverse tipologie di lavoratori, i cui manifesti sono promossi dalle strutture verticali: Federazioni o Sindacati di categoria nei livelli territoriale, regionale, nazionale. Nei sindacati di categoria rientrano anche i pensionati, riuniti nel SPI, e i lavoratori atipici e disoccupati, tutelati dalla NIdiL a partire dal 1998.
Sono state inoltre pensate apposite serie per la documentazione prodotta da quegli organismi che per conto della CGIL erogano o hanno erogato servizi volti alla difesa dei diritti individuali anche dei non iscritti al sindacato, come il patronato INCA o i Centri informativi disoccupati (CID); e per quei manifesti commissionati da associazioni convenzionate e supportate dalla CGIL, nate per la tutela degli inquilini o dei consumatori (SUNIA e Federconsumatori).
Le serie che prendono il nome dalle varie categorie produttive (Lavoratori della terra, Alimentaristi, Chimici, Edili, Metalmeccanici, ecc.) possono annoverare al loro interno più sigle sindacali affini: si pensi a titolo esemplificativo ai lavoratori della terra per i quali si hanno manifesti promossi insieme da Federbraccianti e da Confederterra che per un certo periodo operano contemporaneamente. Vi sono anche casi in cui, come nella serie del pubblico impiego, gli esemplari riconducibili ai sindacati più antichi, differenziati per settore (enti pubblici, sanità, polizia, ecc.), convivono senza soluzione di continuità con i manifesti successivamente commissionati dal sindacato di categoria che dal 1980 li accorperà tutti, ossia la Funzione Pubblica (FP).
I materiali che afferiscono ai congressi, sia nazionali che locali, delle diverse organizzazioni forniscono informazioni sulle scadenze cronologiche di questi appuntamenti, sulle linee politiche e programmatiche dell’attività sindacale e sulle figure di spicco di quella categoria; quelli invece attinenti al tesseramento annuale, attraverso la grafica e gli slogan di promozione del sindacato, introducono al suo linguaggio e al suo sistema valoriale. Invece le due maggiori aggregazioni, rappresentate da Conferenze, assemblee e attività varie e Scioperi, vertenze e accordi raccontano l’attività più caratterizzante del sindacato ossia le innumerevoli conferenze, pubblici dibattiti, convegni e soprattutto manifestazioni e scioperi che a loro volta esplicitano temi e motivi delle battaglie portate avanti, delle vertenze promosse, dei diritti difesi, dei soprusi denunciati, delle riforme reclamate.
Una particolare tipologia documentaria riscontrata è quella dei giornali murali, i cui esemplari sono riconoscibili dalla citazione della testata che anticipa ogni altra informazione nel campo riservato al contenuto: caratterizzati da supporti di carta sottile di bassa grammatura e inchiostri facilmente deteriorabili, essi vedono la loro diffusione negli anni Cinquanta a causa della censura preventiva a cui erano sottoposti i normali manifesti. Infatti, diversamente da questi ultimi, che erano soggetti alla legge sulla stampa, i giornali murali non erano passibili di controlli da parte dell’autorità; erano inoltre esenti dalle imposte per l’affissione. Con l’abrogazione della censura da parte della Corte costituzionale nel 1955 e la diffusione di altri mezzi di comunicazione come quotidiani, radio e televisione, i giornali murali iniziano a scomparire, mentre riprende a proliferare la normale stampa di manifesti.

criteri di ordinamento
L'attività di ricognizione e descrizione inventariale della raccolta dei manifesti della Camera Confederale del Lavoro di Modena si è svolta in tre fasi di lavoro distribuite negli anni 2019-2022 ed articolata come di seguito. 
- Ricognizione, elencazione e descrizione delle singole unità documentarie mediante l'uso del programma Microsoft Excel; sulla base di precise indicazioni della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia-Romagna, di ogni unità sono state dettagliate le seguenti informazioni ricavandole dal documento stesso.
1. Numero identificativo assegnato progressivamente a ciascun manifesto.
2. Titolo: si sono considerate titolo le parole del testo con rilevanza grafica, indicative del contenuto del manifesto e poste generalmente in testa o nella parte centrale del medesimo. L’omissione di periodi o paragrafi è stata segnalata dai punti di sospensione tra quadre. Nei documenti di solo testo si è riportato l’incipit o l’esortazione iniziale. In pochi casi il titolo è stato attribuito, come si evince dalla scarsa presenza del virgolettato. Luoghi e date sono stati riportati anche nel campo del contenuto qualora contribuissero ad esplicitare l'oggetto del manifesto. 
3. Contenuto: breve regesto del testo del manifesto.
4. Autore/soggetto produttore: ente/categoria sindacale che ha prodotto o commissionato il manifesto. Quando non specificato è segnalato dall’abbreviazione “s.a.”, se attribuito è indicato dalle parentesi quadre.
5. Consistenza: numero di copie dello stesso manifesto.
6. Stampatore: luogo di pubblicazione seguito dal nome dell’editore. Quando non presenti sono stati indicati rispettivamente con le abbreviazioni "s.l." e "s.e.".
7. Grafica / illustrazione: informazioni relative al responsabile della grafica o dell'immagine, qualora siano presenti. 
8. Datazione: anno della stampa. Quando attribuita è inserita tra parentesi quadre, se mancante è stata segnalata con l’abbreviazione "s.d.".
9. Dimensioni: espresse in cm indicando altezza per larghezza. Per i manifesti costituiti da due o più fogli si sono indicate le misure complessive e si è specificato nel campo delle note se il documento è costituito da più pezzi, segnalando anche i casi di manifesti mutili. In caso di documento pubblicato in varie grandezze, si è descritto l’esemplare con le dimensioni maggiori, specificando in nota la presenza di esemplari con dimensioni minori.
10. Note: stato di conservazione; trascrizione di annotazioni manoscritte con scioglimento delle abbreviazioni tra quadre, presenza di timbri e materiale allegato (generalmente volantini), variazioni cromatiche e di dimensioni, segnalazione di imperfezioni o di esemplari incompleti o mutili, informazioni relative alla pubblicazione in caso di giornali murali. 
- Indicazione con lapis a punta morbida del numero identificativo sul verso di ciascun manifesto, in caso di più copie questo è seguito dal numero dell’esemplare. 
- Condizionamento in cartelle a camicia semplice dei manifesti. Le copie dello stesso esemplare sono state collocate nella stessa unità di conservazione. 
- Sistemazione in apposite cassettiere situate nei locali dell’Istituto storico delle cartelle contenenti i manifesti secondo l’ordinamento progressivo dei numeri identificativi di ogni esemplare riportati a lapis sul margine inferiore di ciascuna camicia. 
- Contestualmente alla ricognizione e descrizione delle unità documentarie sono state individuate n. 130 unità da proporre per lo scarto con la comune motivazione "Esemplare con più di 5 copie e successivo al 1950"; al fine dell’espletamento della procedura di autorizzazione è stata redatta formale "Proposta di scarto" (su modello fornito dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia Romagna) che il responsabile dell'ente ha successivamente provveduto ad inoltrare alla Soprintendenza. 
- Implementazione della descrizione eseguita nel 2019-2020 mediante il trattamento di ulteriori 4500 unità secondo i criteri già enucleati, e inventariazione di tutti i materiali (prima - terza tranche). 
- Predisposizione dei dati contenuti nel file Microsoft Excel ai fini della migrazione in ambiente IBC-xDams, la piattaforma archivistica del Servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna. 
- Sulla base della proposta di riordino condivisa con la Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia Romagna al termine della prima tranche (2019-2020), è stata creata la struttura archivistica che rappresenta questo archivio. La raccolta risulta pertanto organizzata in 21 serie dedicate alla Camera del Lavoro modenese, alle diverse organizzazioni rappresentative di specifiche categorie di lavoratori, agli organismi che per conto della CGIL erogano o hanno erogato servizi volti alla difesa dei diritti individuali anche dei non iscritti al sindacato, come il patronato INCA o i Centri Informativi Disoccupati (CID); alle associazioni convenzionate e supportate dalla CGIL, nate per la tutela degli inquilini o dei consumatori ossia SUNIA e Federconsumatori. Le serie che prendono il nome dalle varie categorie produttive (Lavoratori della terra, Alimentaristi, Chimici, Edili, Metalmeccanici, ecc.) possono annoverare al loro interno più sigle sindacali affini. 
- Ogni serie è strutturata in tutte o alcune delle seguenti partizioni, al cui interno le unità documentarie si presentano in ordine cronologico: Congressi; Tesseramento; Conferenze, assemblee, iniziative diverse; Scioperi, vertenze e accordi; Campagne informative di altri enti e associazioni.
- La descrizione inventariale è di tipo analitico e scende fino al livello dell'Unità archivistica; dove presenti, sono state conservate le copie, fino a 4, per un totale di 5 esemplari.
- Nel rispetto delle norme stabilite dagli standard internazionali della descrizione archivistica ISAD(G) e nello specifico delle regole della descrizione multilivellare, le schede fondo / serie / sottoserie riportano i seguenti dati: denominazione o titolo, soggetto produttore (per il fondo), estremi cronologici, consistenza, ambiti e contenuto, criteri di ordinamento, storia archivistica (per il fondo), bibliografia. 
A loro volta le schede delle unità archivistiche presentano: 
- numero identificativo
- titolo
- contenuto: breve regesto; committente; stampatore (luogo di pubblicazione seguito dal nome dell’editore) e grafica
- chiavi di accesso
- consistenza: numero di copie dello stesso manifesto
- datazione: anno della stampa
- dimensioni
- stato di conservazione
- note.
- Il fondo conserva numerosi giornali murali: coerentemente con il criterio adottato per la presente descrizione inventariale, essi sono stati attribuiti alle serie di pertinenza riportando di volta in volta all’interno di ogni scheda unità, nel campo riservato al contenuto, la notizia della denominazione della testata, il numero del periodico e la cronologia. Anche nelle schede Serie – là dove presenti – è stata segnalata questa particolare tipologia documentaria fornendo anche alcune ulteriori informazioni sulla responsabilità del periodico e sulla direzione, il luogo di edizione e il nome dello stampatore.

storia archivistica
Il fondo dei manifesti fa parte del complesso archivistico prodotto dalla CGIL di Modena, dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per l’Emilia Romagna il 12 ottobre 1987.
Fin dalla metà degli anni Ottanta la CGIL di Modena si è mostrata sensibile alla tutela del suo patrimonio impegnandosi direttamente nella custodia e valorizzazione delle carte, mentre dal 1993, grazie a una convenzione, la gestione dell’archivio storico del sindacato, di cui la CGIL modenese resta comunque unica proprietaria, è stata affidata all’Istituto storico di Modena ai fini della conservazione e della fruizione della documentazione (1).
Questa collaborazione ha portato al riordinamento e all’inventariazione delle carte dell’Archivio della Cgil (2), ora fruibile da studiosi e cittadini. Il Fondo comprende anche un archivio fotografico ordinato dalla CGIL stessa e descritto dall’Istituto storico, una raccolta delle bandiere, oggetto nel 2018 di un lavoro di studio e catalogazione (3), una biblioteca di 2133 volumi catalogati in SBN (Servizio bibliotecario nazionale), mentre la parte relativa al patrimonio dei manifesti sindacali non era stata oggetto di alcun intervento di riordino e/o descrizione.
Ruolo importante nella formazione di questo patrimonio è stato svolto anche da Franco Beghelli, dirigente sindacale che dalla fine degli anni Ottanta ha gestito il Centro di documentazione della CGIL di Modena: a partire dal 1985 si deve al suo interessamento il reperimento dei manifesti che si trovavano nei vari uffici della CdLT modenese, il recupero presso le tipografie modenesi di alcuni esemplari mancanti , e la loro collocazione nel locale appositamente predisposto nel seminterrato della sede sindacale. 
L’intera raccolta è stata conservata fino al 2019 presso la Camera del lavoro di Modena, e i materiali erano perlopiù piegati e accumulati in pile su due scaffali aperti. Dalle scritte riscontrate sui bordi dei ripiani degli scaffali si è dedotto il tentativo ad opera del funzionario della CGIL di un primo ordinamento secondo le categorie sindacali di interesse ("FULTA tessile", "FILLEA edili", "Commercio", "SUNIA", "Trasporti FILT", "FULC Ceramisti") o per tematiche generali ("Congressi CGIL", "Primo maggio").
Fra il 2019 e il 2021 è stata realizzata l’attività di ricognizione e descrizione dei manifesti (4), di concerto e sotto la supervisione della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia-Romagna, nell’ambito dal progetto della Direzione Generale degli Archivi destinato agli archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori: questo ha significato il trasferimento dei materiali presso l’archivio dell’Istituto storico di Modena e la loro ordinata ricollocazione all’interno di apposite cassettiere, previa descrizione archivistica.
Fra dicembre 2021 e febbraio 2022 negli uffici della CCdL di Modena sono stati rinvenuti altri manifesti che pertanto erano rimasti esclusi dalla precedente ricognizione ed inventariazione: a fronte della segnalazione, il personale archivistico dell’Istituto storico ha provveduto a raccogliere i materiali all’interno di scatole di cartone e li ha trasferiti presso la propria sede al fine di conservarli correttamente e procedere con l’inventariazione.
L'intervento complessivo sulla raccolta dei manifesti, articolato in tre fasi di attività e distribuito sul triennio 2020-2022, è stato interamente finanziato dal progetto del Ministero della Cultura - Direzione Generale degli Archivi destinato agli archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori, e si è svolto di concerto e sotto la supervisione della Soprintendenza archivistica per l’Emilia-Romagna.

Note:
1) Istituto storico di Modena, Archivio ISRMO, Carteggio protocollato, fasc. Archivio 1993, b. 31, fasc. 2
2) Renata Disarò e Andreina Petrucci (a cura di), Guida all’Archivio della Camera Confederale del Lavoro di Modena, Modena, 1994
3) Maurena Lodi, Drappi rossi. Identità e storie nelle bandiere della CGIL di Modena, Modena, Editrice Socialmente, 2018
4) Marta Scintu, Archivio della Camera Confederale del Lavoro di Modena – Raccolta dei manifesti. Elenco di consistenza parziale, 2021; la ricognizione realizzata nel 2019-2020 da Marta Scintu ha interessato un segmento della raccolta del valore di 4000 unità.

modalità di acquisizione
Il fondo dei manifesti è stato depositato in Istituto storico a Modena fra il 2019 e il 2021 contestualmente all'avvio dell'intervento archivistico che l'ha interessata. Tale operazione si colloca nell'ambito della convenzione avviata nel 1993 tra CGIL di Modena e Istituto, in base alla quale la gestione dell’archivio storico del sindacato, di cui la CGIL modenese rimane unica proprietaria, è stata affidata all’Istituto storico di Modena ai fini della conservazione, valorizzazione e fruizione della documentazione.

bibliografia
Le Camere del Lavoro in Emilia-Romagna: ieri e domani, a cura di Carlo De Maria, Bologna, Socialmente, 2013

Myriam BergamaschiI sindacati della CGIL 1944 - 1968. Un dizionario, Milano, Angelo Guerini e Associati spa, 2007

Amedeo Osti Guerrazzi, Claudio SilingardiStoria del sindacato a Modena 1880-1980, Roma, Ograro, 2002

Lorenzo Bertucelli, Claudia Finetti, Marco Minardi, Amedeo Osti GuerrazziUn secolo di sindacato. La Camera del Lavoro a Modena nel Novecento, Roma, Ediesse, 2001
Claudio SilingardiCento anni di lavoro: immagini per la storia del movimento operaio, 1860-1960, Milano, Mazzotta, 1991


codice interno: 1233 - 001

informazioni redazionali
Inventario a cura di
Laura Cristina Niero e Marta Scintu, con la collaborazione di Giulia Dodi, 2021; aggiornamento a cura di Laura Cristina Niero, 2022

realizzato per
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena

intervento redazionale a cura di 
Regione Emilia-Romagna - Settore Patrimonio culturale, 2022