La serie ordina la documentazione ricevuta dall'8ª brigata dal Comando militare unico Emilia-Romagna. Contiene inoltre documentazione inviata dalla "Delegazione per l'Emilia del Comando generale dei distaccamenti e brigate d'assalto Garibaldi", organo militare regionale delle Brigate Garibaldi prima della costituzione del CUMER (giugno 1944).
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informazioni sul contesto di produzione Il Comando unico militare Emilia Romagna (CUMER) del Corpo volontari della libertà (CVL) fu costituito agli inizi del mese di luglio 1944 quale organismo di coordinamento delle varie formazioni partigiane operanti nel territorio regionale emiliano romagnolo durante l'occupazione nazifascista e la guerra di liberazione; il CUMER rappresentò l'evoluzione di un precedente Comitato militare regionale, sorto già nella seconda metà del mese di aprile 1944 su sollecitazione della componente comunista del Comitato di liberazione nazionale Emilia Romagna (CLNER).
Nel suo assetto definitivo, raggiunto intorno al mese di agosto 1944, il Cumer assunse il seguente organico: Ilio Barontini (alias Dario, comandante), Leonillo Cavazzuti (alias Sigismondo, vicecomandante), Gianguido Borghese (alias Ferrero, commissario politico), Giuseppe Scarani (alias Carega, capo di stato maggiore), Sante Vincenzi (alias Mario, capo dell'ufficio di collegamento), Luigi Landi (alias Rigoletto, ufficiale di collegamento), Giorgio Fanti (alias Gracco, responsabile dell'intendenza), Cipriano Tinti (alias Farbin, capo del Servizio informazioni militari), Sigfrido Sozzi (alias Migio, responsabile dell'organizzazione), Romeo Landi (alias Michele, responsabile della stampa e propaganda), Giuseppe Beltrame (alias Pino, capo dei servizi sanitari), Ena Frazzoni (alias Nicoletta, incaricata dei collegamenti con le staffette), Mario Giovannini (alias Muciacio, responsabile della segreteria). L'attività del massimo organo militare regionale si indirizzo subito alla riorganizzazione delle forze dislocate nelle varie provincie, e in specie di quelle insediate nell'arco appenninico. Il CUMER ebbe tre sedi principali: in casa di Ena Frazzoni in via san Petronio vecchio, in casa di Romeo Landi in via Pastrengo, in casa di Giuseppe Beltrame in via del Cane. La sede operativa del Servizio informazioni militari (SIM) fu allestita invece nello studio legale dell'avvocato Roberto Vighi in via santo Stefano, mentre l'archivio del Comando era conservato in via Corticella, nella residenza di Giovannini, responsabile della segreteria. In via Arienti ebbe sede inoltre una base per la raccolta e la confezione del materiale sanitario, e in una villetta in via Andrea Costa, nei pressi del canale di Ravone, fu attrezzata l'infermeria chirurgica per il ricovero e le prime cure ai partigiani feriti. Le riunioni del tribunale partigiano si svolgevano infine nella sagrestia della chiesa di San Domenico. Con la resa delle forze nazifasciste sul territorio italiano, il Comando generale del CVL e i comandi regionali cedettero progressivamente i propri poteri alle autorità militari alleate, fino al formale scioglimento avvenuto il 15 giugno 1945. Un Ufficio stralcio, con sede a Bologna presso il Padiglione della Direttissima alla Montagnola, fu incaricato di curare il completamento della smobilitazione, e di provvedere tra l'altro alla raccolta di dati statistici e storici, istruire i procedimenti per il riconoscimento delle qualifiche di partigiano, patriota e benemerito, liquidare i debiti e controllare i rendiconti delle passate gestioni degli enti partigiani. I residui compiti assistenziali, insieme ai locali e al personale, furono infine devoluti dall'Ufficio stralcio del CUMER al comitato regionale dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (ANPI). https://www.cittadegliarchivi.it/pages/getDetail/idIUnit:1/archCode:ST0116#contenuto
In generale sulla nascita del CUMER e i rapporti con le forze dislocate nelle varie provincie si veda: Luciano Bergonzini, L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione. 1: La lotta armata; discorsi introduttivi, comunicazioni e interventi di Ezio Antonioni ... [et al.], Bari: De Donato, [1975], pp. 139-171.
storia archivistica Mengozzi, 1981 "Comando militare unico Emilia-Romagna".