La serie raccoglie gli originali registri degli estimi compilati dall’amministrazione finanziaria della comunità dozzese per la ripartizione del carico fiscale sui possidenti residenti e contribuenti. Essi sono stati compilati secondo i criteri correnti della fiscalità di età medievale e moderna, per cui - data in linea generale come predeterminata l’entità delle spese che la comunità avrebbe dovuto sostenere - venivano conseguentemente stabiliti dai consigli comunali i criteri ritenuti più adeguati di prelievo percentuale o forfettario sull’entità dei patrimoni mobili e immobili dei possidenti.
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Non è esplicitata la base su cui, nel caso di Dozza, venissero condotte le stime dei patrimoni imponibili (che sono appunto gli “estimi” che danno nome a tutta la documentazione collegata) da cui si partiva per la quantificazione del riparto; si sarà senz’altro fatto ricorso a uno dei due sistemi più ricorrenti (o a un loro utilizzo ibrido), ovvero: o a una levata generale di stima dei beni patrimoniali nel territorio comunale, affidata a funzionari straordinari con il compito di “estimatori”, o a una sorta di autodichiarazione richiesta a ciascun possidente. Nell’uno o nell’altro caso questi registri d’estimo, che ospitavano le partite individuali di ciascun contribuente, suddivise e organizzate su base geografica per parrocchia, villa o altro microtoponimo del territorio comunale, venivano poi successivamente aggiornati anche per più anni di seguito, prendendo atto delle modifiche della partite individuali dovute a cessioni di beni, ripartizioni ereditarie e altre variazioni.