La serie si presenta come la disorganica raccolta di carte sciolte relative all’amministrazione dei beni dell’eredità della contessa Barbara dal Pane Calderoni (morta prima del 14 settembre 1774), con documenti anche molto più risalenti da connettere a cause e interessi con la casa Corelli e a lasciti e legati per messe, e con diversi susseguenti.
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Tale relazione trova la sua giustificazione nel fatto che Barbara dal Pane sposò in prime nozze il marchese Arcangelo Corelli di Fusignano, che morì prematuramente lasciandola vedova col loro figlio Domenico; ella dopo un anno di lutto passò in seconde nozze (con Antonio Gabriele Calderoni) e ne seguì causa col già suocero Giacinto e con il reverendo Ippolito, zio del defunto, per l'aumento di dote (Causa faventina dotis seu augumenti dotis), che si risolse a favore di lei. Dopo di che, dopo soltanto due anni, venne a morte anche il fanciullo Domenico, dal che conseguì un'ulteriore controversia patrimoniale ed ereditaria.