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Biblioteca delle Arti - Sezione di Musica e Spettacolo. Dipartimento delle Arti, Alma Mater Studiorum Università di Bologna
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Archivio Leo de Berardinis

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        <unittitle encodinganalog="ISAD 1 - 2 title">Archivio Leo de Berardinis
            <unitdate encodinganalog="ISAD 1 - 3 date(s)" normal="19630101-20031231">1963 - 2003</unitdate>
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            <p>Contratto di comodato d'uso del 16 luglio 2008 tra Anna Maria De Berardinis, sorella del regista, e il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Alma Mater Studiorum Universit&agrave; di Bologna, giunto a risoluzione contestualmente con la stipula di nuovo contratto di comodato d'uso tra il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Alma Mater Studiorum Universit&agrave; di Bologna e le eredi del Maestro, Carola De Berardinis e Maria Grazia Grassini (contratto sottoscritto in data 1 agosto 2011 e registrato presso l'Agenzia delle Entrate di Roma con il numero 16343, in data 2 agosto 2011)</p>
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            <p>Il fondo rappresenta con tutta evidenza parte essenziale di un progetto di teatro organicamente legato alla memoria e alla sua trasmissione, e come tale impegna lo stesso Leo de Berardinis, gli attori e gli organizzatori del suo teatro. Fra i primi vanno ricordati Francesca Mazza, Valentina Capone, Angela Malfitano, insieme al direttore organizzativo Paolo Ambrosino.
Dopo la forzata cessazione dell'attivit&agrave; del Maestro, a seguito di un intervento chirurgico al quale si sottopone il 16 giugno 2001, il Teatro di Leo SNC consegna i materiali d'archivio al tutore di Leo de Berardinis, nominato nella persona della figlia, Carola De Berardinis. In seguito alla nomina di nuovo tutore nella persona della sorella, Anna Maria De Berardinis, il precedente tutore consegna a questi tutti i beni costituenti l'Archivio.
Nella sua qualit&agrave; di tutrice del fratello Leo, Anna Maria De Berardinis stipula con il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Alma Mater Studiorum Universit&agrave; di Bologna il primo contratto di comodato d'uso (datato 16 luglio 2008) avente ad oggetto un progetto di riordino, descrizione, catalogazione e riversamento su supporti digitali dei materiali dell'archivio, che giungono cos&igrave; a Bologna, presso i locali della Biblioteca del Dipartimento (via Barberia 4).
Principale ispiratore e artefice del progetto &egrave; Claudio Meldolesi, professore ordinario dell'Alma Mater Studiorum Universit&agrave; di Bologna, dove &egrave; Presidente del Corso di Laurea Dams dal 2002 al 2005, primo storico del teatro ammesso all'Accademia dei Lincei nel 1995, unito a Leo de Berardinis da lunga collaborazione intellettuale ed empatia profonda.
La costituzione del Fondo Leo de Berardinis presso l'Universit&agrave; di Bologna suggella sia il legame privilegiato del Maestro con il Dipartimento bolognese sia la disponibilit&agrave; dell'istituzione ospite a valorizzarlo e svilupparlo. Al trasferimento del materiale collabora Franco Coda, organizzatore teatrale e collaboratore di Leo de Berardinis, che ne redige anche un primo elenco-inventario insieme a Beatrice Bottarelli e Thuline Androni, studentesse del Dams.
Successivamente alla morte di Leo de Berardinis, avvenuta il 18 settembre 2008, i materiali costituenti l'archivio rimangono presso il Dipartimento di Musica e Spettacolo (ora Dipartimento delle Arti), dove si trovano a tutt'oggi. Le eredi, Carola De Berardinis e Maria Grazia Grassini, rinnovano il contratto di comodato d'uso (sottoscritto in data 1 agosto 2011) che affida al Dipartimento il completamento del progetto di riordino e valorizzazione del fondo, in funzione della sua accessibilit&agrave; da parte di studiosi e cultori dell'opera del Maestro.
L'Archivio Leo de Berardinis &egrave; stato gestito inizialmente da un Comitato scientifico formato da docenti dell'Ateneo bolognese, voluto da Claudio Meldolesi (scomparso nel 2009), che ne &egrave; stato il primo Presidente. In seguito il Comitato &egrave; stato presieduto da Cristina Valenti e ne hanno fatto parte, negli anni, i docenti Paola Bignami, Michele Canosa, Paolo Cecchi, Laura Mariani, Elena Tamburini, con Marinella Menetti responsabile della Biblioteca. Attualmente Cristina Valenti &egrave; curatrice dell'Archivio, con la collaborazione di Laura Mariani, mentre Maria Grazia Cupini si occupa dell'accoglienza degli studiosi.&nbsp;
Il 20 dicembre 2019 &egrave; stato sottoscritto un contratto di donazione con il quale la ditta Gucci ha destinato al Dipartimento delle Arti una elargizione finalizzata alla digitalizzazione del materiale cartaceo e fotografico dell'archivio, ai fini della consultabilit&agrave; da remoto.&nbsp;<em>

[a cura della prof.ssa Cristina Valenti, curatrice dell'Archivio Leo de Berardinis]</em></p>
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        <arrangement encodinganalog="ISAD 3 - 4 system of arrangement">
            <p>La documentazione, conservata presso il Dipartimento delle Arti dell'Universit&agrave; di Bologna, &egrave; stata oggetto di un censimento per unit&agrave; archivistica (quaderni, fascicoli, album, mazzi, ma anche scatole o buste quando la documentazione in esse contenuta era omogenea), individuandone, quando possibile: titolo originale; estremi cronologici (originali o attribuiti); consistenza; contenuto (quando il titolo non &egrave; stato ritenuto sufficientemente esplicativo). Quando possibile &egrave; stata rilevata la segnatura precedente, ovvero il numero attribuito alle singole unit&agrave; durante le attivit&agrave; di riorganizzazione ed elencazione parzialmente realizzate prima del presnte intervento descrittivo.&nbsp;
La documentazione &egrave; stata raggruppata in serie tipologicamente omogenee: Quaderni, Copioni, Rassegna stampa, Attivit&agrave; ed eventi, Interventi scritti interviste e appunti, Foto e album, Materiale audio e video, Tesi di laurea, Locandine.
Spesso i documenti sono privi di indicazioni cronologiche e solo in alcuni casi &egrave; stato possibile attribuire una data (indicata tra parentesi quadre) utilizzando le informazioni relative alla biografia e alla teatrografia di Leo de Berardinis.

Nell'archivio non &egrave; stato compiuta alcuna operazione di riordino: i complicati traslochi subiti dalla documentazione, la presenza di numerose fotocopie che rincorrono i documenti originali in fascicoli diversi, il carattere vivo e creativo di molti materiali hanno fatto prevalere l'ipotesi di un "disordine d'autore"<sup>1</sup>, inducendo al rispetto di una sedimentazione della quale non &egrave; sufficientemente nota l'originalit&agrave; o meno.

Note
<sup>1</sup> Nazzareno Pisauri, <em>Lussuria e devozione</em>, "IBC. Informazioni", IV, 1988, 3-4, pp. 13-21 ora anche in <em>Ma questa &egrave; un&rsquo;altra storia. Voci, vicende e territori della cultura in Emilia-Romagna (1978-2008)</em>, a cura di Valeria Cicala e Vittorio Ferorelli, Bologna, Bononia University Press - Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, 2008.</p>
        </arrangement>
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            <p>Il fondo &egrave; costituito dalla documentazione prodotta e raccolta da Leo de Berardinis e dai suoi collaboratori durante gli anni di attivit&agrave; come regista e attore teatrale dal 1967 al 2003.&nbsp;
La maggior parte del materiale &egrave; relativa al ventennio bolognese (1982-2001), periodo in cui de Berardinis opera inizialmente presso la Cooperativa Nuova Scena, fondando poi la compagnia Teatro di Leo (1987), seguita dall&rsquo;apertura de Lo Spazio della Memoria (1990) e dalla successiva direzione del Teatro Laboratorio San Leonardo (dal 1994).
L&rsquo;archivio &egrave; costituito prevalentemente da quaderni di lavoro manoscritti, da appunti e brogliacci, copioni, registrazioni sonore e video, fotografie, locandine, programmi di sala, rassegne stampa.
&laquo;L&rsquo;esplorazione dei documenti pone lo storico a contatto con la concretezza della pratica artistica, rivelando aspetti che appartengono al processo creativo, fatto di relazioni sceniche, ma anche di condizioni organizzative e produttive. [...] l&rsquo;archivio ci racconta un Leo per molti versi imprevisto. La consultazione dei materiali pi&ugrave; direttamente riconducibili all&rsquo;artista (quaderni, copioni annotati, appunti) contribuisce a rivelare la fucina produttiva del suo lavoro intellettuale e artistico, un&rsquo;attitudine alla sistematizzazione del pensiero che accompagna ogni momento della sua attivit&agrave; e ne registra i passaggi e gli esiti. Restano i dati della lacunosit&agrave; e della non sistematicit&agrave; del fondo, ma essi sembrano riguardare maggiormente (e paradossalmente) la documentazione dell&rsquo;opera compiuta (poche le registrazioni degli spettacoli, come si diceva, e gli album fotografici non restituiscono tutti i lavori con la stessa completezza) mentre l&rsquo;ingente corpus costituito dai manoscritti e dai materiali di lavoro restituisce il cantiere generativo di Leo, il modo in cui il suo pensiero si organizzava ed elaborava in scrittura e dalla scrittura si rifondeva in attivit&agrave; artistica e intellettuale&raquo;<sup>1</sup>

Note
<sup>1</sup> Cristina Valenti, <em>Un archivio vivente. Storia, protagonisti, ordinamento, del fondo Leo de Berardinis</em>, in <em>Leo de Berardinis oggi</em>, a cura di Laura Mariani e Cristina Valenti, &laquo;Culture teatrali&raquo; n. 28, 2019, pp. 19-20.</p>
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                <edition>Dizionario biografico degli italiani online 2020</edition>
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                    <date type="accesso">2/7/2021</date>
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                    <publisher>Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani</publisher>
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                <persname role="autore">Mariani Laura</persname>
                <title>De Berardinis Leo</title>
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                <edition>Culture teatrali</edition>
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                    <date>n. 28, 2019</date>
                    <geogname>Firenze</geogname>
                    <publisher>La Casa Usher</publisher>
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                <persname role="curatore">Laura Mariani e Cristina Valenti</persname>numero monografico
                <title>Leo de Berardinis oggi</title>
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                    <date>2019</date>
                    <geogname>Acireale; Roma</geogname>
                    <publisher>Bonanno</publisher>
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                <persname role="autore">Roberta Ferraresi</persname>
                <title>Leo de Berardinis fra "seconda" e "terza" vita: "La strage dei colpevoli"</title>
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                    <date>2019</date>
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                <persname role="curatore">G. Manzella e E. Pitozzi</persname>catalogo dattiloscritto della mostra organizzata da Gucci a Milano (3-12 aprile 2019)
                <title>Lo stupore della materia. Il teatro di de Berardinis - Peragallo (1967-1979)</title>
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                    <date>2018</date>
                    <geogname>Corazzano</geogname>
                    <publisher>Titivillus</publisher>
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                <persname role="autore">Angelo Vassalli</persname>prefazione di Anna Barsotti
                <title>La tentazione del Sud: viaggio nel teatro di Leo e Perla da Roma a Marigliano</title>
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                    <date>2010</date>
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                    <publisher>La casa Usher</publisher>
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                <persname role="autore">Gianni Manzella</persname>
                <title>La bellezza amara: arte e vita di Leo de Berardinis</title>
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                    <date>2010</date>
                    <geogname>Corazzano</geogname>
                    <publisher>Titivillus</publisher>
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                <persname role="curatore">C. Meldolesi, A. Malfitano, L. Mariani</persname>riproposti da Claudio Meldolesi con Angela Malfitano e Laura Mariani e da cento testimoni
                <title>La terza vita di Leo: gli ultimi vent'anni del teatro di Leo de Berardinis a Bologna</title>
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                    <date>1993</date>
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                <persname role="autore">Gianni Manzella</persname>
                <title>La bellezza amara: il teatro di Leo de Berardinis</title>
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                <edition>L'avanguardia teatrale italiana (Materiali 1960-1976)</edition>
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                    <date>1977</date>
                    <geogname>Torino</geogname>
                    <publisher>Einaudi</publisher>
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                <num>vol. I, pp. 243-301</num>
                <persname role="autore">Franco Quadri</persname>
                <title>La generazione degli anni Sessanta: Leo De Berardinis e Perla Peragallo.</title>
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