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Archivio della Provincia del Montefeltro

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        <unittitle encodinganalog="ISAD 1 - 2 title">Archivio della Provincia del Montefeltro
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                <emph>con docc. dal 1476</emph>1548 - 1814
            
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            <p>La prima notizia reperita relativa alla conservazione dei documenti della Provincia è dell'aprile 1668, quando l'esecutivo appena eletto, constatando la mancanza di un registro dei Parlamenti Generali necessario per avere notizie sulla gestione degli affari della Provincia, chiede un monitorio al cardinal legato diretto a chiunque detenesse tale registro, per poterlo recuperare.
Uguale decisione viene presa quattro anni più tardi quando l'assemblea deliberativa dà pieno mandato ai componenti l'esecutivo per il recupero di alcuni registri di tasse e spese che non si trovano e, nell'aprile del 1674, si delibera ancora una volta di fare un monitorio per il recupero dei registri e delle scritture mancanti. L'annoso problema del recupero della documentazione sparsa si ripropone anche nell'aprile del 1816, allorché bisogna recuperare, questa volta presso gli eredi del defunto massaro, tutti i registri delle revisioni, lo statuto e qualsiasi altro documento appartenente alla Provincia.
Da questi interventi di recupero emerge la coscienza nei poteri della Provincia della valenza amministrativa e legale, conseguentemente giudiziaria, dei proprii documenti che, proprio per questo, dovevano essere conservati unitamente ai sigilli.
La dispersione della documentazione era invece dovuta alla consuetudine che prevedeva che ciascun ufficiale della Provincia, spesso in carica sua vita natural durante, avesse presso di sé non solo le carte correnti necessarie all'espletamento delle sue funzioni, ma anche quelle precedenti, questo nonostante fosse previsto che l'archivio in quanto contenente i titoli di proprietà, esenzione e concessione fosse custodito, fra i beni patrimoniali, dal massaro.
La tensione a concentrare e conseguentemente a custodire l'archivio porta, nel giugno del 1726, a deliberare che si facciano due chiavi alla credenza in cui le carte della Provincia sono conservate e che le dette chiavi siano custodite separatamente dai due gonfalonieri più anziani. Nel 1733, si decide che una delle due chiavi sia tenuta dall'esecutivo e l'altra dal cancelliere e nel maggio del 1806, che le stesse chiavi siano presso il commissario ed i gonfalonieri.
La salvaguardia dalla dispersione e dal deterioramento delle unità archivistiche porta anche a decidere che dello stesso archivio si faccia l'inventario da passare da ciascun cancelliere al suo successore all'atto dell'entrata in carica di quest'ultimo e nel dicembre del 1792, a pensare di trasferire cancelleria ed archivio in luogo più adatto e più asciutto "acciò le scritture non vadano ulteriormente a marcire".
Oltre alle decisioni prese relativamente al custodire con sicurezza l'archivio, viene anche affrontata, documentata per la prima volta nel corso degli anni Trenta del sec. XVIII, la necessità del riordino dello stesso.
A questo proposito, il cardinal legato presidente della Legazione di Urbino e Pesaro dirige una lettera, datata 20 ottobre 1733, con la quale ordina che il cancelliere della Provincia ponga in buon ordine i registri e le carte della cancelleria provinciale secondo precisi dettami che prevedono il riordino in successione cronologica e nelle serie di appartenenza dei registri e filze del civile e del criminale, dei bandi, dei registri dei Parlamenti e dei decreti provinciali. La volontà del riordino dell'archivio genera non solo dall'autorità superiore ma anche dalla stessa assemblea provinciale che, nel dicembre del 1792, constatato il disordine in cui si trovano le scritture, delibera di commissionarne l'ordinamento a soggetto capace.
Dell'archivio della Provincia ci sono giunti alcuni inventari (il più antico dei quali data al 1722) dall'analisi dei quali emerge che l'attuale consistenza è pressoché la stessa di quella del sec. XVIII. Infatti, le unità descritte in questi inventari sono le stesse riscontrate all'atto del presente lavoro di riordino ed inventariazione, salvo un registro dei Parlamenti Generali, con estremi cronologici 1563 apr. 20 - 1629 feb. 15, un registro relativo ai mulini della provincia ed un altro in cui,oltre ai bandi provenienti da Roma e dalla Legazione, erano annotati i mandati per le spese straordinarie.
Attualmente è formato di dieci unità archivistiche, fra registri e filze, che coprono un arco cronologico che va dal 1476 al 1816, anno di soppressione della Provincia del Montefeltro.
L'archivio così definito in consistenza ed estremi cronologici è l'archivio propriamente amministrativo della Provincia, risulta invece completamente disperso quello giudiziario, contenente i registri e le filze in cui erano verbalizzati i procedimenti, sia civili che criminali, celebrati di fronte al commissario.
Ad una indagine condotta negli anni 1875-78, l'archivio giudiziario commissariale risultava conservato presso la Pretura di San Leo unitamente alla documentazione prodotta dal tribunale di prima istanza del podestà / pretore di San Leo e, nel seguire le sorti della Pretura di San Leo che nel 1926 fu trasferita in Novafeltria, è andato irrimediabilmente perduto.
L'archivio amministrativo della Provincia del Montefeltro più sopra descritto, fu invece trasferito nel palazzo comunale di San Leo nel 1823.
Conservato in modo indiviso ed indifferenziato con l'archivio storico comunale, se ne erano persi identità e conseguente memoria. Riconosciutane la specificità all'atto del presente lavoro di riordino ed inventariazione, è stato descritto unità per unità e riordinato in sei serie archivistiche.

[Le notizie utilizzate per stendere questo testo sono state tratte dai documenti conservati nello stesso archivio della Provincia del Montefeltro]</p>
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        <scopecontent encodinganalog="ISAD 3 - 1 scope and content">
            <p>Nel fondo sono conservati, oltre ai registri con decreti e bandi, i verbali del Parlamento Generale, il carteggio relativo all'attività del massaro e dell'esecutivo della Provincia, i registri relativi alle nomine e ai controlli sull'operato degli ufficiali incaricati. A completamento del fondo si conservano le tavole con i bilanci preventivi</p>
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            <p>Sonia Ferri ( a cura di), Archivio Storico del Comune di San Leo. Prenapoleonico (1509-1808) ed Aggregati (1476-1862). Inventario, 1999</p>
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