Gli archivi in Emilia-Romagna
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<origination encodinganalog="ISAD 2 - 1 name of creator(s)">
<famname authfilenumber="IT-ER-IBC-SP00001-0001061">Famiglia Zauli Naldi (Faenza)</famname>
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<extent>22</extent>
<genreform>registri</genreform>
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<extent>1202</extent>
<genreform>fascicoli</genreform>
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<extent>24</extent>
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<extent>11530</extent>
<genreform>volumi</genreform>
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<extent>2776</extent>
<genreform>opuscoli</genreform>
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<unitid countrycode="IT" encodinganalog="ISAD 1 - 1 reference code">1425 - 001</unitid>
<unittitle encodinganalog="ISAD 1 - 2 title">Archivio Famiglia Zauli Naldi
<unitdate encodinganalog="ISAD 1 - 3 date(s)" normal="13820527-19790119">
<emph>con antecedenti dall'XI secolo</emph>27 maggio 1382 - 19 gennaio 1979
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<custodhist encodinganalog="ISAD 2 - 3 archival history">
<p>Non si hanno particolari notizie dirette sulle vicende della documentazione prodotta dalla famiglia Zauli Naldi, a parte l’ovvia considerazione che durante la plurisecolare storia della famiglia essa dovette essere prodotta e conservata presso i palazzi di residenza e di proprietà, verosimilmente per lo più in Faenza e nelle proprietà rusticali.
L’archivio Zauli Naldi ricevette poi un ordinamento interno alla famiglia, con la compilazione di un indice alfabetico e uno cronologico della serie-<em>thesaurus</em> di contratti e scritture, redatti da Giacomo Zauli Naldi nel 1889.
Il successivo passo epocale si ebbe quindi nel 1965 quando, a seguito del munifico lascito testamentario del conte Luigi Zauli Naldi (1894-1965), personalità di raffinata cultura che si segnalò - fra l’altro - per essere stato assieme a Gaetano Ballardini uno dei fondatori dell’attuale Museo Internazionale delle Ceramiche, il complesso degli archivi (Naldi, Zauli Naldi e altri aggregati) e delle biblioteche appartenuti alla famiglia Zauli Naldi è pervenuto al Comune di Faenza ed è passato a essere conservato presso la Biblioteca Manfrediana.
Anche questo archivio, come tutti quelli oggetto del lascito del 1965, è stato descritto nell’inventario sommario - <em>Inventario Archivio Famiglia Zauli Naldi (1141-sec. XX)</em> - realizzato nel 2007 a cura di Allegra Paci.
Infine negli anni 2021-2022 pure l’Archivio Zauli Naldi è stato interessato da un intervento di riordino e di inventariazione analitica, che ha portato al recupero della distinta identità e autonomia dei complessi archivistici afferenti i diversi enti produttori, alla ricostituzione dell’ordinamento originario delle serie documentarie e alla loro descrizione nel rispetto degli <em>standards</em> internazionali di descrizione archivistica ISAD (G) e ISAAR (CPF).</p>
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<descgrp encodinganalog="ISAD 3 content and structure area">
<arrangement encodinganalog="ISAD 3 - 4 system of arrangement">
<p>L’archivio presenta il comune ordinamento per serie di documentazione uniforme ad accrescimento cronologico.</p>
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<p>L’archivio della famiglia Zauli Naldi appare chiaramente strutturato secondo le linee più consuete per un grande e antico gentilizio, come il risultato della accumulazione progressiva della documentazione prodotta per il perseguimento delle sue finalità preminenti di un casato nobiliare (la conservazione dei diritti e dei privilegi, la perpetuazione della famiglia con adeguate politiche matrimoniali e il mantenimento e l’incremento del patrimonio mobile e immobile), e quindi sostanzialmente con serie di: istrumenti di privilegi e di titoli di proprietà e di possesso; contenzioso; contabilità generale e particolare di famiglia, di casa e delle tenute.
In stretta contiguità è conservata anche la biblioteca della famiglia, con testi giuridici, geografici e letterari, dal XV al XIX secolo.</p>
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<descgrp encodinganalog="ISAD 4 conditions of access and use area">
<otherfindaid encodinganalog="ISAD 4 - 5 finding aids">
<p><em>Inventario Archivio Famiglia Zauli Naldi (1141-sec. XX)</em>, a cura di Allegra Paci, 2007.</p>
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<descgrp encodinganalog="ISAD 5 allied materials area">
<separatedmaterial encodinganalog="ISAD 5 - 3 related units of description">
<p>L'intero fondo è completato dalla collezione di opere d'arte (dipinti e ceramiche) conservati, sempre a Faenza:
- al MIC (Museo internazionale delle Ceramiche) sono state schedate 492 ceramiche, di 87 delle quali è possibile consultare le <a href="https://tinyurl.com/2p9fx8zh" target="_blank" rel="noopener">schede nel Catalogo regionale PatER</a>;
- alla Pinacoteca sono state schedate 41 opere, di 35 delle quali è possibile leggere le <a href="https://bit.ly/3lewbfj" target="_blank" rel="noopener">descrizioni nel Catalogo regionale PatER</a>.</p>
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</c>