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Archivio Famiglia Azzurrini

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        <origination encodinganalog="ISAD 2 - 1 name of creator(s)">
            <famname authfilenumber="IT-ER-IBC-SP00001-0001073">Famiglia Azzurrini (Faenza)</famname>
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            <extent>1</extent>
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            <extent>162</extent>
            <genreform>fascicoli</genreform>
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        <unitid countrycode="IT" encodinganalog="ISAD 1 - 1 reference code">1432 - 001</unitid>
        <unittitle encodinganalog="ISAD 1 - 2 title">Archivio Famiglia Azzurrini
            <unitdate encodinganalog="ISAD 1 - 3 date(s)" normal="11690405-19301231">05 aprile 1169 - 30 dicembre 1755 e sec. XX ineunte</unitdate>
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        <custodhist encodinganalog="ISAD 2 - 3 archival history">
            <p>In realt&agrave; la documentazione prodotta e raccolta - anche estraendola dagli archivi pubblici ed ecclesiastici faentini - dalla famiglia Azzurrini nel corso della sua plurisecolare attivit&agrave; &egrave; stata in vario modo divisa e dispersa per varie vie: nel 1638 una prima parte venne portata a Roma per volont&agrave; papale, ed &egrave; oggi nell&rsquo;Archivio Apostolico Vaticano, nel fondo dell&rsquo;Archivum Arcis; nel 1765 Camilla Azzurrini Taroni, in qualit&agrave; di ultima erede, cedette una seconda parte di raccolte membranacee e cartacee al Comune di Faenza (che &egrave; il Fondo Azzurrini oggi depositato con l&rsquo;Archivio Comunale presso la Sezione di Archivio di Stato); quindi quanto &egrave; restato ed &egrave; giunto a divenire un archivio aggregato dell&rsquo;Archivio Zauli Naldi per queste vie costituisce una limitata frazione del complesso originario, che ha ricevuto verso l'inizio del Novecento un ordinamento interno alla famiglia, con la compilazione di un indice alfabetico e cronologico dell&rsquo;unica successione di pergamene, contratti e scritture diverse.
Il successivo passo epocale si ebbe quindi nel 1965 quando, a seguito del munifico lascito testamentario del conte Luigi Zauli Naldi (1894-1965), personalit&agrave; di raffinata cultura che si segnal&ograve; - fra l&rsquo;altro - per essere stato assieme a Gaetano Ballardini uno dei fondatori dell&rsquo;attuale Museo Internazionale delle Ceramiche, il complesso degli archivi (Naldi, Zauli Naldi e altri aggregati) e delle biblioteche appartenuti alla famiglia Zauli Naldi &egrave; pervenuto al Comune di Faenza ed &egrave; passato a essere conservato presso la Biblioteca Manfrediana.&nbsp;
Anche questo archivio, come tutti quelli oggetto del lascito del 1965, &egrave; stato descritto nell&rsquo;inventario sommario - <em>Inventario Archivio Famiglia Zauli Naldi (1141-sec. XX)</em> - realizzato nel 2007 a cura di Allegra Paci.
Infine negli anni 2021-2022 pure l&rsquo;Archivio Azzurrini &egrave; stato interessato da un intervento di riordino e di inventariazione analitica, che ha portato al recupero della distinta identit&agrave; e autonomia dei complessi archivistici afferenti i diversi enti produttori, alla ricostituzione dell&rsquo;ordinamento originario delle serie documentarie e alla loro descrizione nel rispetto degli <em>standards</em> internazionali di descrizione archivistica ISAD (G) e ISAAR (CPF).</p>
        </custodhist>
    </descgrp>
    <descgrp encodinganalog="ISAD 3 content and structure area">
        <arrangement encodinganalog="ISAD 3 - 4 system of arrangement">
            <p>L&rsquo;archivio presenta un ordinamento basato sulla mera successione cronologica di documentazione di diversa natura.</p>
        </arrangement>
        <scopecontent encodinganalog="ISAD 3 - 1 scope and content">
            <p>L&rsquo;archivio residuo della famiglia Azzurrini nelle forme in cui &egrave; giunto ad aggregarsi all&rsquo;Archivio Zauli Naldi si presenta in realt&agrave; come un&rsquo;unica successione non strutturata di documenti membranacei e cartacei di diversa natura.</p>
        </scopecontent>
    </descgrp>
    <descgrp encodinganalog="ISAD 4 conditions of access and use area">
        <otherfindaid encodinganalog="ISAD 4 - 5 finding aids">
            <p><em>Inventario Archivio Famiglia Zauli Naldi (1141-sec. XX)</em>, a cura di Allegra Paci, 2007.</p>
        </otherfindaid>
    </descgrp>
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