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Archivio storico del Comune di Dozza     sec. X-1977

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consistenza
  • 2873 pezzi (buste, registri, mazzi, etc.) 
descrizione
  • La documentazione conservata dall’Archivio storico del Comune di Dozza (74 buste, 1400 registri, 1335 fascicoli, 24 unità documentarie) tramanda con rimarchevole continuità le vicende della sua amministrazione comunitativa, senza traumatiche cesure ai passaggi dall’età dell’antico regime a quella rivoluzionario-napoleonica e dalla restaurazione all’epoca postunitaria. Con le serie deliberative, la corrispondenza nelle sue diverse organizzazioni interne, e soprattutto con la contabilità generale che spicca per la rara conservazione continuativa risalente alla fine del XIV secolo, la struttura dell’archivio comunale dozzese si riconosce per quella di una “classica” municipalità preunitaria e postunitaria, che però nell’archivio di antico regime vede messa in particolare evidenza la complessa trama dei rapporti con le famiglie Campeggi e Malvezzi Campeggi, che ne tennero il governo feudale per investitura pontifica con sostanziale continuità dalla seconda metà del XVI secolo fino ai rivolgimenti rivoluzionari. Il feudo pontificio venne infatti abolito nel 1797 all’avvento della Repubblica Cisalpina e agli antichi signori restò la rocca, ceduta al Comune negli anni '60 del Novecento.
    E’ presente anche un nucleo di frammenti pergamenacei databili tra il X e il XV secolo, originariamente singole carte appartenenti a codici manoscritti di ambito per lo più ecclesiastico in seguito riutilizzate come coperte di registri, soprattutto di registri contabili della comunità dozzese, da cui poi sono state distaccate all'epoca dell'intervento di riordino operato negli anni 1912-1913 dal segretario comunale Armando Marabini. Il documento più antico di cui si ha notizia è una pergamena datata 8 maggio 1175, che oggi risulta dispersa, ma fortunatamente edita nel 1912 da Serafino Gaddoni e Goffredo Zaccherini in Chartularium Imolense II, pp. 367-368, n.770.
    Tra gli interventi di riordino e inventariazione più significativi ai fini dell’attuale organizzazione delle carte nei secoli scorsi sono quelli di Galvani alla metà dell’Ottocento e di Marabini nel 1912-13.
    Nel 1842 la magistratura comunale dozzese affidò a Pietro Galvani di Imola, figura di educatore e di storico di un qualche rilievo, il compito di “riordinare l’archivio delle carte comunitative, che cominciano dal 1401 al 1797”. Il riscontro della mano di Galvani sulle coperte degli atti del carteggio di antico regime mostra come si debba a lui il riordino artificioso per materie di questa documentazione; inoltre negli Annali dell’avito castello di Dozza dai più remoti tempi fino al 1797, redatti da Galvani coll’occasione di quell’intervento di riordino e rimasti inediti fino al 2018, egli cita più volte documenti sotto posizioni come «Titolo Culto» o «Titolo Acque e strade», che sono tuttora riscontrabili.
    Il 10 aprile 1911 il Consiglio comunale di Dozza promosse un nuovo intervento, incaricando il segretario comunale Armando Marabini del riordino e finanziando anche il «far riparare le legature dei libri del Massaro, dei Campioncelli, ecc.» e il «provvedere buste per riporveli». L’elenco di consistenza risultato finale del lavoro di Marabini è stato pubblicato a stampa nel 1913, con una breve relazione finale del suo autore che permette anche di conoscere come, durante i suoi lavori di riordino, per le «fruttuose insistenze» del Sindaco di Dozza Riccardo Foschi si accrebbe l’archivio con la consegna da parte dell’Archivio Notarile di Imola «di 20 pergamene interessantissime, risalenti fino al 1175 è già appartenenti a quest’archivio», e come «nel disfacimento di cartoni dei manoscritti del secolo XV parecchie pergamene di diverso genere e d’indubbio valore sono venute alla luce». Marabini, per quanto riguarda il carteggio di antico regime, si limitò a mantenere l’ordinamento per materie dato da Galvani, che peraltro ancora oggi non appare più in alcun modo reversibile, limitandosi a condizionarlo nelle nuove buste d’archivio tuttora in uso. Rispetto invece alle ricchissime serie di contabilità antica del Comune di Dozza (i Libri dei malpaghi, i Libri del massaro, i Libri delle bocche, i Libri del taglione), effettuò la sistematica eliminazione delle antiche coperte membranacee, conservatesi integre in pochissimi casi, sostituendole sistematicamente con moderne coperte di cartoncino; inoltre tutte le serie di contabilità sono state fisicamente riordinate in stretto ordine cronologico ma frammiste fra loro.
    Successivamente l’archivio è venuto sedimentando secondo le linee più consuete delle serie ad accrescimento cronologico tipiche di un archivio comunale postunitario.
    Infine nel più recente intervento di riordino e inventariazione analitica promosso ex L.R. 18/00 dall’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna a partire dal 2019, che ha riguardato l’Archivio storico del Comune di Dozza fino al 1976 e alcuni fondi ad esso aggregati, si è provveduto - per quanto possibile - alla ricostituzione dell’ordinamento originario delle serie documentarie e alla loro descrizione nel rispetto degli standards internazionali di descrizione archivistica ISAD (G) e ISAAR (CPF).
    In particolare il carteggio di antico regime si presenta con un ordinamento ottocentesco per materie che non appare oggi più reversibile, mentre le ricchissime serie di contabilità coeve, fisicamente riordinate in stretto ordine cronologico da Marabini ma frammiste fra loro, hanno potuto essere ricondotte alla loro distinta identità e al relativo ordinamento cronologico interno su di un piano di riordino virtuale, senza alterarne la successione e la collocazione fisica, facendo sempre riferimento quale collocazione fisica alle numerazioni fornite da Marabini, che consentono tuttora l’efficace reperimento della documentazione.
    Per quanto riguarda la documentazione otto-novecentesca, invece, essa si presenta ordinata con il costante ricorso all’organizzazione degli atti in serie a stretto accrescimento cronologico, e con l’uso dei consueti titolari per la classificazione degli atti amministrativi.
    Si segnala inoltre che presso l'Archivio di Stato di Bologna si conservano altri fondi documentari relativi a Dozza e al suo territorio: Vicariato di Dozza (1418-1797); Amministrazione del Dipartimento del Lamone, Dozza (1797-1798); molta documentazione relativa agli anni 1529-1796 è conservata nell'archivio privato Malvezzi Campeggi; Compagnie religiose: Santa Croce(1758-1798); Santissimo Sacramento (1772-1798); Suffragio (1769); Santa Maria delle Laudi (sec. XVIII).
conservato presso: Comune di Dozza    da: sempre

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dati aggiornati al 30/11/2022

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aggiornamento a cura di
  • Comune di Dozza
validazione a cura di
  • Regione Emilia-Romagna - Settore Patrimonio culturale