Il fondo è costituito da una piccola raccolta di documenti (fascicoli 1, volumi 1, unità documentarie 37, conservati in una busta) eterogenei per tipologia e contenuto, e circoscritti cronologicamente per lo più al periodo 1940-1943. Si tratta dell'esigua ma preziosa sopravvivenza documentale relativa alla biografia di Antonio Ferrari che, pur non facendo riferimento alla sua esperienza resistenziale (dopo l'8 settembre infatti collabora con il Comitato modenese che si adopera per il salvataggio dei militari Alleati fuggiti dai campi di prigionia italiani), introduce però alla conoscenza della sua formazione culturale, degli studi condotti, degli interessi davvero straordinari per la sua giovane età, rivelando un profilo umano e intellettuale di grande interesse, la cui storia viene bruscamente interrotta dalla violenza della guerra: è il profilo di un giovane che fra i 16 e i 18 anni (1940-1943) si interessa di buddismo, filosofia europea e orientale; lingua, religione e cultura tibetana; storia del patrimonio artistico delle città di Modena, Bologna e Ferrara; storia locale modenese con particolare attenzione per Fiumalbo; paleografia e archivistica.