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Archivio della Camera confederale del lavoro di Modena - Raccolta dei manifesti     1945-2016

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consistenza
  • 4189 pezzi (buste, registri, mazzi, etc.) 
descrizione
  • Il fondo dei manifesti fa parte del complesso archivistico prodotto dalla CGIL di Modena, dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna il 12 ottobre 1987.
    Fin dalla metà degli anni Ottanta del Novecento la CGIL di Modena si è mostrata sensibile alla tutela del suo patrimonio impegnandosi direttamente nella custodia e valorizzazione delle carte, mentre dal 1993, grazie a una convenzione, la gestione dell'archivio storico del sindacato, di cui la CGIL modenese resta comunque unica proprietaria, è stata affidata all'Istituto storico di Modena ai fini della conservazione e della fruizione della documentazione.
    Questa collaborazione ha portato al riordinamento e all'inventariazione delle carte dell'Archivio della Cgil, ora fruibile da studiosi e cittadini. Il Fondo comprende anche un archivio fotografico ordinato dalla CGIL stessa e descritto dall'Istituto storico, una raccolta delle bandiere, oggetto nel 2018 di un lavoro di studio e catalogazione, una biblioteca di 2133 volumi catalogati in SBN (Servizio bibliotecario nazionale), mentre la parte relativa al patrimonio dei manifesti sindacali non era stata oggetto di alcun intervento di riordino e/o descrizione.
    Ruolo importante nella formazione di questo patrimonio è stato svolto anche da Franco Beghelli, dirigente sindacale che dalla fine degli anni Ottanta ha gestito il Centro di documentazione della CGIL di Modena: a partire dal 1985 si deve al suo interessamento il reperimento dei manifesti che si trovavano nei vari uffici della CdLT modenese, il recupero presso le tipografie modenesi di alcuni esemplari mancanti , e la loro collocazione nel locale appositamente predisposto nel seminterrato della sede sindacale.
    L'intera raccolta è stata conservata fino al 2019 presso la Camera del lavoro di Modena, e i materiali erano perlopiù piegati e accumulati in pile su due scaffali aperti. Dalle scritte riscontrate sui bordi dei ripiani degli scaffali si è dedotto il tentativo ad opera del funzionario della CGIL di un primo ordinamento secondo le categorie sindacali di interesse ("FULTA tessile", "FILLEA edili", "Commercio", "SUNIA", "Trasporti FILT", "FULC Ceramisti") o per tematiche generali ("Congressi CGIL", "Primo maggio").
    Fra il 2019 e il 2021 è stata realizzata l'attività di ricognizione e descrizione dei manifesti, di concerto e sotto la supervisione della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia-Romagna, nell'ambito dal progetto della Direzione Generale degli Archivi destinato agli archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori: questo ha significato il trasferimento dei materiali presso l'archivio dell'Istituto storico di Modena e la loro ordinata ricollocazione all'interno di apposite cassettiere, previa descrizione archivistica.

    Il fondo dei manifesti della Camera Confederale del Lavoro di Modena comprende materiali in parte stampati internamente e in parte commissionati alle tipografie locali, ma pur sempre esito della sua attività, e numerosi esemplari trasmessi dalle varie Camere territoriali e categorie della CCdL. La Camera modenese ha sempre svolto infatti una funzione di coordinamento, e quindi riceveva dalle altre strutture ad essa aderenti i loro manifesti per conoscenza o per agevolarne la diffusione, un esempio fra tutti sono gli esemplari relativi alle campagne di tesseramento messe in atto dalle camere locali: questa funzione di collettore è supportata dalle annotazioni sul verso dei manifesti recanti l'indirizzo della sede della CCdL modenese, dall'affrancatura e dalla presenza dei timbri di segreteria. Infine, a quelli già citati si aggiungono i manifesti commissionati da enti locali, partiti, associazioni, cooperative, sindacati diversi dalla CGIL, e acquisiti dalla CCdL di Modena nell'ambito dell'esercizio delle proprie attività e conservati accanto ai propri.
    Mezzi di informazione e insieme strumento tangibile della lotta politica e sindacale, questi materiali si sono sedimentati in maniera spontanea e non sempre per una consapevole volontà organizzativa dell'ente, secondo processi difficilmente ricostruibili nella loro interezza.
    I manifesti sono stati organizzati all'interno di serie archivistiche dedicate alla CdLT modenese e alle categorie di lavoratori a cui essi fanno riferimento. Nella serie CdLT sono confluiti, oltre ai materiali da questa prodotti, anche gli esemplari ricevuti dalle altre strutture orizzontali della CGIL (Centro confederale nazionale, Confederazioni regionali, Camere del Lavoro); seguono le serie relative alle diverse tipologie di lavoratori, i cui manifesti sono promossi dalle strutture verticali: Federazioni o Sindacati di categoria nei livelli territoriale, regionale, nazionale. Nei sindacati di categoria rientrano anche i pensionati, riuniti nel SPI, e i lavoratori atipici e disoccupati, tutelati dalla NIdiL a partire dal 1998.
    Sono state inoltre pensate apposite serie per la documentazione prodotta da quegli organismi che per conto della CGIL erogano o hanno erogato servizi volti alla difesa dei diritti individuali anche dei non iscritti al sindacato, come il patronato INCA o i Centri informativi disoccupati (CID); e per quei manifesti commissionati da associazioni convenzionate e supportate dalla CGIL, nate per la tutela degli inquilini o dei consumatori (SUNIA e Federconsumatori).
    Le serie che prendono il nome dalle varie categorie produttive (Lavoratori della terra, Alimentaristi, Chimici, Edili, Metalmeccanici, ecc.) possono annoverare al loro interno più sigle sindacali affini: si pensi a titolo esemplificativo ai lavoratori della terra per i quali si hanno manifesti promossi insieme da Federbraccianti e da Confederterra che per un certo periodo operano contemporaneamente. Vi sono anche casi in cui, come nella serie del pubblico impiego, gli esemplari riconducibili ai sindacati più antichi, differenziati per settore (enti pubblici, sanità, polizia, ecc.), convivono senza soluzione di continuità con i manifesti successivamente commissionati dal sindacato di categoria che dal 1980 li accorperà tutti, ossia la Funzione Pubblica (FP).
conservato presso: Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea della provincia di Modena    da: 2019

dati aggiornati al 03/10/2023

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aggiornamento a cura di
  • Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea della provincia di Modena
validazione a cura di
  • Regione Emilia-Romagna - Settore Patrimonio culturale