Archivio Michelangelo Antonioni sec. XX prima metà-2008
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consistenza
7729 pezzi (buste, registri, mazzi, etc.)
descrizione
Il fondo Michelangelo Antonioni (Ferrara 1912 Roma 2007), costituitosi nel corso della lunga carriera del regista ferrarese, conserva non solo documentazione di diversa natura strettamente connessa alle varie fasi di costruzione ed elaborazione dei suoi progetti artistici, ma anche volumi della sua biblioteca, dischi sonori, collezioni di fotografie e cartoline, manifesti, locandine, opere d'arte da lui realizzate e oggetti personali, per un totale di 7729 pezzi (3553 volumi, 1716 fascicoli, 1434 dischi sonori, 366 rulli, 293 pezzi, 234 unità documentarie, 80 album, 29 scatole, 11 quaderni, 6 bobine). A seguito delle operazioni di descrizione analitica delle singole unità archivistiche, si è proceduto ad un riordinamento della documentazione che risulta ora organizzata nelle seguenti serie: -Materiali per la produzione cinematografica e teatrale -Corrispondenza ricevuta da Michelangelo Antonioni -Corrispondenza inviata da Michelangelo Antonioni -Appunti e note -Rassegna stampa -Riconoscimenti -Manifesti e locandine -Biblioteca -Discoteca -Collezione di immagini -Opere d'arte -Documentari su Michelangelo Antonioni. Tale ordinamento è solo virtuale e funzionale all'organizzazione delle informazioni, volto a individuare più rapidamente i percorsi di studio rintracciabili all'interno della documentazione: il materiale costituente il fondo, essendo di natura estremamente eterogenea, richiede infatti condizioni di conservazione e modalità di fruizione diverse e specifiche che ne hanno determinato la collocazione e l'ordinamento fisico. Il fondo, acquistato dal Comune di Ferrara nel 1998, è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante in data 1 dicembre 2011 dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Emilia Romagna su proposta della Soprintendenza archivistica (num. rep. DR/23). Il materiale in origine era conservato presso l'appartamento romano del regista, poi traslocato, in una data imprecisata, presso un ufficio situato nei pressi dell'abitazione e sottoposto ad un intervento descrittivo curato da Carlo di Carlo, stretto collaboratore di Antonioni, con il supporto di Katharina Hembus e Stefano Mignucci. Lintervento, realizzato tra il 1994 e il 1995 in vista del trasferimento a Ferrara, ha prodotto un elenco analitico in tre volumi. Il regista decise di destinare al Comune di Ferrara solo il materiale strettamente connesso alla sua attività professionale e di Carlo seguì personalmente le operazioni di trasferimento. Larchivio, al momento dell'acquisto da parte del Comune di Ferrara, fu dapprima collocato presso Palazzo Massari, dove rimase fino al 2012, quando, in seguito al terremoto e all'inagibilità degli spazi, si decise di collocare presso l'Archivio storico comunale di Ferrara la biblioteca, la discoteca, le collezioni, l'archivio fotografico, i dossier e ritagli stampa, i dattiloscritti e manoscritti, la corrispondenza. Presso il Deposito Arte Moderna di Palazzo Massari sono rimasti i riconoscimenti, le opere d'arte, le affiches e gli oggetti personali, mentre le pellicole sono in deposito temporaneo presso la Fondazione Cineteca di Bologna. Tra il settembre 2013 e l'ottobre 2014 Francesco Di Chiara operò unintegrazione descrittiva di una parte del complesso documentario. Nel 2014 il Servizio Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Ferrara, delle cui collezioni larchivio Antonioni fa parte, ha indetto una gara per l'inventariazione della documentazione e la catalogazione della discoteca, da attuare secondo gli standard descrittivi internazionali. Per le pellicole ci si è avvalsi delle descrizioni fornite dalla Cineteca di Bologna, la biblioteca è stata catalogata dal personale della Biblioteca Ariostea di Ferrara in Sebina Open Library, mentre a cura delle Gallerie d'Arte Moderna di Ferrara è stata effettuata la catalogazione delle opere d'arte in SAMIRA. Tra l'agosto del 2015 e il giugno 2016 si è realizzata la catalogazione della discoteca in Sebina Open Library e l'intervento di inventariazione del complesso documentario sulla piattaforma IBC-xDams, con la supervisione tecnico-scientifica dell'Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna e la collaborazione della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia Romagna.