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  "Scritture private" 05 gennaio 1647 - 15 luglio 1944
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serie
fascicoli 3655
sei in: Archivio storico del Comune di Bologna 

Rogiti, "instrumenti" notarili, ratifiche di deliberazioni, concessioni di appalti e privative, contratti stipulati dal comune di Bologna relativi a lavori pubblici, interventi su edifici e beni di proprietà comunale, appalti per l'esecuzione di interventi edilizi e sul territorio comunale.
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criteri di ordinamento
La documentazione, costituita da rogiti notarili e dei segretari comunali, si trova condizionata in buste con l'intitolazione "Scritture private", in genere organizzate per anno, così come registrato, all'atto del versamento e nello strumento di corredo realizzato dall'Archivio di Stato di Bologna, Comune di Bologna. Scritture private (1647-1939) risalente verosimilmente agli anni '70 del Novecento. Tale elenco di consistenza riporta per ciascuna busta gli estremi cronologici e le date dei documenti contenuti.
Si è scelto nella schedatura di non operare pressoché nessuna variazione, consolidando il criterio di ordinamento adottato, nel corso del tempo, per l'archiviazione dei rogiti e delle scritture.
Gli strumenti sono infatti dotati di indici e rubriche che registrano, in genere in ordine di data, su base annuale, gli atti prodotti dai notai e dai segretari comunali. Fino al 1862 i rogiti sono dotati di due tipi di strumenti di corredo atti a permettere e facilitare le ricerche dei singoli atti: i cosiddetti elenchi e gli indici in forma di rubriche.
I primi, come detto redatti solo fino all'anno 1862, elencano gli atti dotandoli di una numerazione progressiva da 1 a 492, riportandone l'intitolazione, la data e il nome del notaio rogante. Fino al 1832 era stata assegnata anche una "segnatura" alfanumerica corrispondente alla posizione fisica con la quale gli atti venivano archiviati, entro "cartoni" identificati da una lettera alfabetica.
Insieme a questi elenchi erano stati compilati dei repertori alfabetici che riportavano l'anno, il numero e il titolo o argomento del rogito. Dal 1862 la numerazione ricomincia da 1 per ciascun anno. In queste rubriche ogni singolo atto venne registrato più volte, sotto diverse lettere alfabetiche, corrispondenti agli "attori" del fatto giuridico o all'oggetto, attività o argomento trattato, con tutta probabilità per facilitarne il ritrovamento con diversi criteri di ricerca.
Dall'anno 1889 i contratti e le scritture riportano, seppure non in modo sistematico, il n. di repertorio della serie cosiddetta degli "Atti e contratti" del comune di Bologna. Tali repertori, presenti in archivio dal 1898, erano redatti a termini dell'articolo 113 n. 4 del nuovo testo unico della legge sulle tasse di registro approvato con regio decreto 20 maggio 1897 n. 217. Il primo registro del "Repertorio degli atti e contratti dal 2 agosto 1898 al 18 ottobre 1902" del comune di Bologna riporta, dopo il timbro del pretore per la "vidimazione", la seguente annotazione: "il presente repertorio contiene gli atti stipulati dal 1 luglio del corrente anno in avanti per surrogazione e continuazione del precedente repertorio distrutto dall'incendio avvenuto nella segreteria comunale nella notte dal 5 al 6 novembre 1898" ed elenca atti numm. 2578- 3690. Oltre al numero progressivo e alla data sono indicati la natura dell'atto, nella quasi totalità atti privati, ma anche denunce, verbali, convenzioni, i cognomi e nomi delle parti e loro domicilio, la "cosa dedotta in contratto e suo prezzo e valore" e la registrazione dell'atto.
La descrizione delle unità archivistiche, costituite dai fascicoli dei singoli rogiti o scritture, riporta, oltre ai dati identificativi, il nome del notaio rogante, o l'ufficio comunale responsabile del procedimento, nei casi di provata scrittura "da valersi in forza di legge", un breve riassunto del contenuto dell'atto, la presenza di eventuali allegati e documenti accessori e, infine, il riferimento al repertorio corrispondente, precedente strumento di corredo.
Per ciò che concerne i materiali grafici eventualmente allegati agli strumenti si è utilizzata l'apposita scheda per la descrizione dei documenti cartografici. Allo stesso modo per i pochi materiali a stampa. Ciò sia nei casi in cui si tratti di allegati contestuali all'atto, sia nel caso di materiale accessorio, preparatorio o altro, aggiunto e quindi, in certo qual modo, "allegato" al fascicolo anche in un momento successivo o all'atto dell'archiviazione.
Si sono segnalati e descritti anche i numerosi "fogli di guardia" presenti, allo scopo di facilitare il reperimento dei documenti spostati e la loro considerazione e relazione con il contesto di provenienza.
I rogiti sono stati descritti in sequenza ininterrotta, segnalandone "la posizione fisica" nel campo della "segnatura attuale", prima e seconda occorrenza. All'interno dei contenitori la numerazione degli atti ricomincia da 1 per ciascun anno. Si è mantenuta questa prassi, consolidando la numerazione esistente, per la consuetudine delle ricerche.
I titoli originali delle scritture sono stati riportati tra virgolette; in loro mancanza si è dato un titolo attribuito sulla base del contenuto e degli "attori" del negozio giuridico, desumendolo da quello con cui l'atto era stato identificato nei repertori.
Si è costantemente riportata la segnatura precedente, corrispondente agli indici e repertori, in parte coincidente con quella attuale.
Altri numeri, talvolta, specie nella parte più antica, cancellati, corretti, riscritti e confusi, non sono stati riportati in quanto ritenuti non utili ad una ricostruzione "storica" delle posizioni dei rogiti, ma riferiti a prassi diverse e temporanee o a quelle in uso nei singoli studi notarili.
Si sono segnalati classifiche, numeri di protocolli e altri riferimenti atti a rinvenire documentazione affine alla "scrittura", eventualmente redatti a completamento della pratica, in taluni casi estrapolata dal proprio contesto di formazione. Questo allo scopo di rendere possibile il collegamento con documenti presenti in altre serie dell'archivio comunale. In particolare "Carteggio amministrativo", "Atti e contratti", "Edilità ed arte", "Ufficio tecnico", "Ornato".
Le descrizioni archivistiche sono state integrate, talvolta, da alcune annotazioni storiche, nei casi in cui si sono ritenute utili per un migliore inquadramento "storico-istituzionale" del contenuto giuridico dell'atto.
Si sono descritti a parte due nuclei "in evidenza" costituiti da documenti aggregati attorno ad un singolo, ma complesso ed articolato affare: i documenti riguardanti l'eredità della Biblioteca Magnani e gli espropri per l'allargamento di via Saragozza.

informazioni sul contesto di produzione
La documentazione identificata con la denominazione "Scritture private" riunisce strumenti notarili e contratti redatti dai notai e segretari comunali, stipulati dal Comune di Bologna con singoli cittadini, enti o ditte, relativamente alla gestione di attività economiche, esercizi commerciali, appalti, concessioni di privative.
Gli atti risalenti all'antico regime riguardano transazioni economiche tra privati svolte sotto la giurisdizione della Comunità e Senato bolognese, "legalizzazione" di uffici, magistrature, nomine di amministratori e processi verbali. Per questo periodo gli atti sono rogati dai notai pubblici del Senato e Camera di Bologna.
I notai della Camera avevano il compito di legalizzare le sedute del Consiglio, formalizzando le decisioni assunte dall'organo collegiale di governo che reggeva, in antico regime, il Comune bolognese, oltre a rogitare i contratti dei comuni.
Diversi rogiti ratificavano decisioni e delibere del Senato bolognese specie in merito a concessioni di privative, appalti per l'esazione dei tributi (esattoria comunale), forniture di generi e grani e beni di pubblica utilità.
Per l'epoca francese si trova un piccolo nucleo di "deposizioni" pubbliche, dichiarazioni giurate rilasciate da cittadini davanti all'amministrazione dipartimentale che il pubblico notaio provvedeva ad ufficializzare, redigendo il relativo strumento notarile (con la formula prescritta: "della predetta deposizione ho fatto rogito ...").
Archiviati in questa serie si trovano i contratti di affidamento agli impresari dell'organizzazione delle "stagioni" degli spettacoli al teatro comunale, come anche la manutenzione e sistemazione del cimitero comunale della Certosa o la costruzione e manutenzione del parco della "Montagnola".
Nel periodo successivo alla Restaurazione i notai comunali, direttori della cancelleria, o segreteria municipale, oltre alla sottoscrizione delle deliberazioni del Comune e dei mandati di pagamento, rogavano atti e scritture private stipulati nell'interesse e per incarico della comunità.
Molti dei rogiti e contratti sono stipulati dal Municipio per l'esecuzione dei lavori edilizi, quali la manutenzione e l'allargamento delle strade, la gestione degli spazi da adibire a depositi per i rifiuti, l'assegnazione di palazzi ad uffici pubblici, oltre che vendite e transazioni di beni comunali. Il Municipio era rappresentato dal sindaco o dall'assessore delegato ed agiva dietro delibera del Consiglio e della Giunta municipale che disponeva i lavori.
Dagli anni Sessanta dell'Ottocento e dopo l'unità d'Italia, gli atti sono per la maggior parte costituiti da scritture private, da «valersi in forza di legge». I contratti erano vincolati ai patti e condizioni del relativo capitolato parziale. Oltre a questi, a partire dalla metà del 1865, i lavori assegnati erano "obbligati" al capitolato generale a stampa per l'appalto dei pubblici lavori in uso nella provincia di Bologna, regolato secondo il disposto della legge 20 marzo 1865 n. 2248, allegato F, pertinente i lavori pubblici. Datano a questo periodo infatti le ingenti opere pubbliche intraprese dal Comune di Bologna, come il rifacimento di edifici, l'apertura di piazze e di nuove strade e la "rettificazione" ed ampliamento di quelle esistenti.
Gli affidamenti a trattativa privata in seguito avvennero avvalendosi della facoltà accordata dal disposto dell'articolo 4 della legge 11 luglio 1889 n. 6216, serie terza.
Uniti ai contratti o scritture private «da valere sì come pubblico ed autentico documento», si trova copia della delibera di aggiudicazione dell'appalto, espletato sulla base del capitolato speciale e delle eventuali perizie di stima e tipi, munito del visto prefettizio. I capitolati erano redatti dall'ufficio V edilità ed arte.
In conseguenza dell'emanazione del regio decreto n. 2786 del 25 luglio 1875 che unificava e disciplinava la tenuta degli atti notarili, il segretario comunale, competente a rogare atti e contratti, riguardanti alienazioni, locazioni, acquisti, somministrazioni ed appalti di opere, che siano stipulati nell'esclusivo interesse dell'Amministrazione comunale, inaugurò una serie parallela di atti e contratti stipulati dal Comune di Bologna.

storia archivistica
Il nucleo delle "Scritture private" è pervenuto all'Archivio storico comunale di Bologna in occasione dell'apertura della nuova sede di via Tartini, 1, inaugurata il 20 marzo 1999.
Le cosiddette "Scritture private", costituite da atti notarili certificanti transazioni economiche e finanziarie di privati cittadini con il Comune di Bologna, ratifica di deliberazioni del Senato bolognese, affidamento di lavori ed interventi urbanistici, atti di espropriazione di case e terreni, contratti per assegnazione di incarichi in seguito a gare di appalto, concessioni di privative per la riscossione delle tasse comunali, erano stati archiviati e dotati di strumenti di corredo, elenchi degli atti ed "indici" in forma di rubriche, per consentirne il reperimento. Fino all'anno 1862 gli strumenti presentano una numerazione progressiva da 1 a 492 e, in seguito, la numerazione degli atti ricomincia da 1 per ciascun anno, criterio rispondente ad un più funzionale metodo di archiviazione delle carte. Benché gli strumenti di corredo registrino atti fino al 1951, i rogiti e contratti effettivamente presenti arrivano al 1944 (dal 1939 al 1944 si sono rinvenuti in realtà pochissimi atti per ciascun anno).
A partire dall'anno 1875 venne impostata dalla segreteria comunale una serie di rogiti e contratti, archiviati in fascicoli dotati di una numerazione progressiva da 1 a 2395 per atti e contratti che vanno dal 1875 al 1946. Anche questo nucleo venne dotato di strumenti di corredo costituiti da elenchi degli atti per numero progressivo e da "indici" in forma di rubrica.
Sebbene questa prassi di archiviazione sia stata protratta fino agli anni Quaranta del Novecento, nel corso del tempo e con l'organizzazione del pubblico archivio, specie dall'epoca postunitaria, si ebbe una sempre maggiore commistione tra le due serie archivistiche prodotte dalla segreteria comunale, tanto che, via via, vennero perdute le ragioni che avevano portato a preferire l'archiviazione delle scritture all'interno di questo o dell'altro complesso documentario costituito da atti notarili.
Dal 1951 i rogiti e contratti della segreteria comunale furono archiviati costituendo un altro complesso documentario, nel quale gli atti sono dotati di una numerazione progressiva.
Dall'anno 1876 gli atti presentano un numero di riferimento, poi di repertorio. Il primo repertorio degli atti e contratti, ai sensi dell'articolo 113 n. 4 della legge sulle tasse di registro, approvato con regio decreto 20 maggio 1897 n. 217, inizia dal n. 2578, essendo il registro precedente andato distrutto nell'incendio della segreteria del 5 e 6 novembre 1898.
Le "scritture private" «da valere sì come pubblico ed autentico documento» si configurano in effetti più come atti privati, che pubblici, stipulati con vari cittadini. Le scritture che, a partire dalla seconda metà del secolo XIX, riguardano in prevalenza le transazioni derivanti dalle attività edilizie ed urbanistiche del comune, furono spesso richiamate dalla segreteria, per le esigenze amministrative, e in seguito archiviate in altri fondi e serie dell'archivio comunale. Numerosi dall'epoca post untaria e per il XX secolo, sono infatti i "fogli di guardia" che segnalano spostamenti e consegne ad altri uffici.
Talvolta, da diverse verifiche effettuate, i rogiti furono trasferiti nella serie degli atti e contratti comunali.
Dal 1898 sono stati riportati nella schedatura i numeri di repertorio con i quali le scritture furono "repertoriate" tra i contratti comunali per il pagamento della tassa di registro.
Diversi contratti per modifiche urbane o di edifici, soggetti a "collaudo" dell'ufficio tecnico e degli ingegneri comunali, furono trasferiti all'interno della documentazione prodotta dall'Ufficio tecnico, in quanto considerate pratiche afferenti alll'"Edilizia privata". Gli incarichi per i lavori edili o di manutenzione di strade ed edifici contenevano i "tipi", disegni, prospetti, profili, piante, allegati alle perizie e ai capitolati tecnici redatti dagli ingegneri ed architetti dei lavori pubblici degli uffici comunali, I, II, III e IV riparto. Tali elaborati grafici, in genere su carta, e talvolta su lucido, in parte sono conservati insieme ai rogiti, in altri casi furono asportati per motivi di conservazione o per esigenze pratiche ed amministrative.
Da diversi controlli effettuati è risultato infatti che tali materiali grafici si trovano archiviati in altri nuclei e serie dell'archivio comunale (in particolare quelli del "Carteggio amministrativo" e dell'ufficio tecnico).
Nel "Carteggio amministrativo" si trovano archiviati diversi rogiti, talvolta comprensivi dei materiali grafici prodotti a corredo delle perizie e delle stime, secondo l'anno, la classifica, e il numero di protocollo generale che talvolta era attribuito agli atti. I rogiti e contratti passarono anche nella serie classificata al titolo "Edilità ed arte", e nelle partizioni in cui essa fu suddivisa, o negli "Atti e contratti", stipulati dal comune, dotati di repertori soltanto dall'anno 1898.
Inoltre le "scritture private" trovano riferimento e completamento in nuclei documentari aggregati attorno ad alcuni argomenti o attività, quali le "Scuole pie", il "Teatro comunale", il "Cimitero comunale della Certosa", l'"Ornato" conservati presso l'archivio comunale. Dalla successione cronologica dei rogiti si possono infatti ripercorre le vicende di questi luoghi e attività affidati alla gestione comunale.
All'atto del deposito presso il locale Archivio di stato questo nucleo documentario si presentava condizionato in buste che raccoglievano i rogiti divisi per anno e dotato di strumenti di corredo costituiti da elenchi degli atti per numero progressivo e da "indici" in forma di rubrica. Il personale dell'Archivio di stato aveva poi redatto un sommario elenco di consistenza che dava conto del numero delle buste e dei registri conservati: Comune di Bologna. Scritture private (1647-1939).

strumenti di ricerca
Archivio di Stato Bologna, Comune di Bologna - Scritture (1647-1939), dattiloscritto [anni '70 del Novecento].


codice interno: 0076 - 0001.0001