Ti trovi in: Archivi ER > La didattica in archivio > Biblioteca comunale Don Giovanni Verità del Comune e dell'Accademia degli Incamminati di Modigliana > Struttura dell'inventario
Si tratta di un piccolo fondo che comprende soltanto pochi fascicoli e registri prodotti in un arco cronologico limitato a pochi decenni.
espandichiudi
La documentazione riguarda sia il periodo in cui la direzione delle carceri era affidata all'amministrazione giudiziaria locale (vicario poi pretore) sia al successivo periodo in cui la direzione viene attribuita al capo dell'amministrazione comunale (gonfaloniere poi sindaco). Comprende atti e corrispondenza (serie Carteggio e atti diversi, Copialettere), registri dei detenuti e inventari.
informazioni sul contesto di produzione Molto probabilmente le carceri modiglianesi come luogo fisico di pena risalgono alla fine del XIV secolo ovvero al periodo in cui Modigliana, liberatasi dalla signoria dei conti Guidi e datasi in accomandigia alla Repubblica fiorentina, divenne sede di una Podesteria con competenza civile e criminale, che aveva sede nel Palazzo pretorio. Qui furono ubicate anche le carceri e qui rimasero anche quando il Tribunale venne trasferito, prima nell'ex convento della Ss. Trinità (periodo napoleonico) e poi nel vecchio Palazzo comunale (dal 1855 ca.)(1). Sicuramente le carceri erano già in funzione nel '500 poiché nell'inventario Zati a c. 31v sono citati "tre specchietti dei condannati dal 1570 al 1684". Una prova dell'esistenza materiale delle carceri si trova all'altezza del XVIII secolo, in una pianta del piano terreno del Palazzo pretorio(2), ma l'istituzionalizzazione delle carceri avvenne soltanto con la riforma giudiziaria promulgata nel 1845 dal granduca di Toscana Leopoldo II e precisamente col regolamento penale per le carceri della Toscana approvato con sovrano rescritto del 20 novembre di quell'anno. Questo distingueva le carceri granducali in 3 categorie - carceri di custodia, carceri di pena, carceri per i debitori civili e commerciali - e preponeva alla direzione delle medesime gli organi giudiziari periferici, commissari e vicari(3). In base a tale regolamento veniva pertanto istituita anche a Modigliana una Direzione carceraria affidata al regio vicario del Tribunale locale, al quale spettava eseguire frequenti visite agli istituti carcerari in particolare in occasione della distribuzione del vitto, del servizio religioso e dell'ora d'aria per i detenuti (art. 206), compiere ispezioni mensili ai beni mobili e alle forniture degli stabilimenti (art. 207), sorvegliare sulla tenuta del registro generale dei detenuti compilato dal custode (art. 209), trasmettere mensilmente al Dipartimento del buon governo i rapporti delle ispezioni (art. 207) e gli stati del movimento dei carcerati (art. 210). Il regolamento del 1845 istituiva anche le deputazioni dei buonuomini delle carceri, organi formati da non più di 5 membri scelti fra i presidenti delle pie associazioni presenti nelle comunità ove avevano sede le prigioni (art. 256)(4); di durata triennale, avevano il compito di visitare di tanto in tanto gli istituti per verificarne le condizioni igienico-sanitarie, la manutenzione e la regolare distribuzione del cibo e per offrire ai detenuti un conforto umano e religioso (art. 260); dovevano inoltre scegliere un camarlingo per la tenuta della cassa delle elemosine a vantaggio dei carcerati (art. 261). Nel 1856(5) a Modigliana la Deputazione dei buonomini è formata da don Sebastiano Fioravanti, governatore della Confraternita della misericordia, don Giovanni Carloni, economo spirituale della Chiesa di S. Rocco(6), don Gaetano Violani, titolare della Chiesa di S. Stefano, Giovan Carlo Papiani, rettore dello Spedale, Nicola Fanelli, priore della Comunità. Dopo l'Unità, in data 8 dicembre 1861, fu pubblicato nelle province toscane il regolamento generale per le carceri giudiziarie del Regno d'Italia (decreto n. 4681 del 27 gennaio 1861)(7) in base al quale l'amministrazione carceraria veniva posta alle dipendenze del Ministero dell'interno (art. 1). La sorveglianza delle carceri esistenti fuori del capoluogo di circondario veniva delegata al sindaco (art. 1)(8), ma l'amministrazione diretta spettava all'autorità amministrativa del circondario - nel caso di Modigliana la Sottoprefettura di Rocca San Casciano - che doveva prendere i provvedimenti necessari sulla base dei risultati delle visite effettuate mensilmente dalle commissioni visitatrici (art. 5). Ogni commissione visitatrice, di durata quadriennale, era costituita dal sindaco-presidente, dal procuratore del re o da un suo sostituto, dal parroco e da 4 cittadini scelti dal Consiglio comunale. Nel 1923 l'amministrazione carceraria fu trasferita dal Ministero dell'interno al Ministero della giustizia (R.D. n. 1718 del 31 dicembre 1922 e R.D. n. 1890 del 28 giugno 1923), ma tale mutamento dell'orizzonte normativo sfiorò appena il carcere modiglianese che fu chiuso proprio in quell'anno, in seguito alla soppressione della locale Pretura(9), come si legge nella delibera della Giunta municipale di Modigliana n. 120 del 27 settembre 1923, con la quale venne soppresso dall'organico comunale il posto di custode carcerario e disposto il pensionamento anticipato dell'ultimo custode Biglietti Orazio.
Note: (1) Sui cambiamenti della sede del Tribunale si veda la sezione Storia archivistica del fondo Archivio preunitario del Comune di Modigliana. Don Vincenzo Becattini sostiene che in antico vi erano delle carceri per i reati maggiori nella torre dei conti Guidi, mentre nel Palazzo pretorio vi erano le prigioni per i reati minori ("La castellana della città murata", Faenza, Tipografia faentina, 1985, p. 55, nota 1). (2) [Giovanni Giorgio Kindt], "Pianta del piano terreno del Palazzo pretorio di Modigliana", [1779] in AsCM, Cancelleria di Modigliana, Carteggio dei cancellieri, filza 4, cc. 1191v-1192r. (3) "Bandi e ordini da osservarsi nel Granducato di Toscana", Firenze, 1845, vol. 56, n. CXXI, artt. 26, 129, 194. (4) In assenza di pii istituti i direttori carcerari li sceglievano fra le "persone del paese più commendabili per pietà e per filantropia" (art. 257). Il parroco della cura ove erano situate le prigioni era membro di diritto della Deputazione (art. 258). (5) Manca documentazione relativa al periodo precedente. (6) Le carceri modiglianesi erano collocate nel Palazzo pretorio il quale si trovava nel territorio della Parrocchia di S. Rocco. (7) La pubblicazione è ordinata con decreto n. 377 dell'8 dicembre 1861 ("Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia", 1861, t. II, p. 1990). (8) Nelle province toscane fino alla legge amministrativa comunale del 1865 il rappresentante del Comune è ancora il gonfaloniere. (9) La Pretura fu soppressa con R.D. n. 601 del 25 marzo 1923 e cessò definitivamente di operare il 30 settembre di quell'anno.
storia archivistica Non si conoscono notizie né relativamente alle vicende conservative né ai luoghi di conservazione delle carte. Dal momento che nell'inventario Zati non si trovano elencate unità archivistiche afferenti a questo fondo si può dedurre che l'archivio delle Carceri non fosse stato affidato alla custodia del cancelliere come gli altri fondi archivistici modiglianesi.
unità di descrizione separate Per la documentazione collegata si rimanda alla serie Carteggio e atti diversi.
codice interno: 259 - 001
informazioni redazionali
Inventario a cura di Sabina Brandolini (Archimemo), 2008
realizzato per Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna [L.R. 18/2000 Piani bibliotecari 2004 e 2006. Intervento diretto]
Importazione da Sesamo 4.1 Regesta.exe, 2010
Intervento redazionale IBC - Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna, 2015