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Archivio del Tribunale economico di Conselice 1825 - 1861
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fondo
registri 3, fascicoli 61

Il fondo raccoglie i registri degli atti del Tribunale economico di Conselice e i fascicoli delle singole cause economiche dibattute tra il 1825 e il 1861; periodo in cui il territorio di Conselice apparteneva allo Stato Pontificio e il Tribunale dipendeva dall'autorità del Gonfaloniere, del Podestà o del Priore.
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Sono presenti, inoltre, 10 fascicoli di cause dibattute fuori dal comune di Conselice

criteri di ordinamento
La prima fase del lavoro di inventariazione relativo alle Cause economiche è stata quella di numerare le unità di condizionamento da 1 a 51.
Analizzando la documentazione, sono state individuate le serie che costituiscono il fondo: Registri degli atti del Tribunale economico di Conselice, Cause economiche, Cause economiche dibattute fuori Conselice.
Per i Registri degli atti sono stati indicati: titolo, data, consistenza e collocazione.
Nelle schede relative ai fascicoli delle cause, sono stati compilati i campi: numero di ordinamento provvisorio, titolo (indicando anche il numero identificativo delle cause), data, consistenza, collocazione.
Infine, i fascicoli delle cause dibattute fuori dal Comune di Conselice; di ogni unità archivistica si riportano: numero di ordinamento provvisorio; titolo, sempre attribuito, indicando il Tribunale di competenza, data, consistenza e collocazione.

informazioni sul contesto di produzione
La prima definizione di Giudice economico si trova nel regolamento per la giustizia civile del 5 ottobre 1831, a cui seguirono la notificazione della Segreteria di Stato del 7 gennaio 1832 e il motu proprio di papa Gregorio XVI del 10 novembre 1834. Al Giudice economico spettavano solo le cause di carattere pecuniario, non maggiori di 5 scudi. Come si legge nella notificazione del 7 gennaio 1832, nei piccoli comuni, le funzioni di Giudice economico venivano svolte dai priori, e non dal Gonfaloniere come stabilita dal precedente regolamento del 1831, questo per "provvedere ai bisogni degli abitanti de' luoghi, ove non risiedono le Magistrature giudiziarie".
Le cause avevano inizio con l'istanza da parte dell'attore al Giudice, che, successivamente, intimava alla parte avversa di comparire in udienza; sentite le parti, il Giudice mediava una conciliazione e, in caso negativo, condannava o assolveva come da diritto. Se il reo non assolveva la pena, si eseguiva il pignoramento di beni mobili che, dopo cinque giorni, potevano andare all'incanto. Alle parti non era concesso il ministero dei procuratori e dovevano quindi comparire davanti al Giudice personalmente.
Ogni Giudice disponeva di un cursore; gli uditori legali di un "attuario", stipendiato dal Comune, che spesso si identificava con il cancelliere comunale. Entrambi avevano il compito di presentare le citazioni, eseguire i pignoramenti e gli atti di vendita.
Secondo il paragrafo n. 20 della notificazione del 1832, gli uditori legali ricevevano i corpi dei delitti, rilasciavano gli ordini di arresto contro i rei colpiti in flagrante, li trasmettevano "colla maggiore sollecitudie alle Carceri del Capo Luogo di Governo unitamente agli atti e, infine, eseguivano tutte le operazioni relative alle cause criminali che venivano loro delegate dai Giusdicenti dei Capo Luoghi di Governo e dai superiori Dicasteri".

storia archivistica
La documentazione è sempre stata conservata insieme alle carte dell'Archivio storico del Comune di Conselice, con il quale ha condiviso vicende conservative e interventi descrittivi e al cui inventario si rinvia


codice interno: 340 - 001

informazioni redazionali
Inventario a cura di
Valentina Andreotti, Anna Casotto (Le pagine), 2015

realizzato per
Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna
[L.R. 18/2000. Piani bibliotecari 2008-2009-2010. Intervento diretto]

Intervento redazionale a cura di
IBC - Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna, 2015