L'Archivio storico del Comune di Fiorenzuola d'Arda conserva i documenti prodotti e ricevuti dall'amministrazione nel normale svolgimento delle sue funzioni, dal XVI secolo agli anni Settanta del Novecento.
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Nonostante alcune lacune evidenti soprattutto per la parte più antica della documentazione e dovute all'inondazione del 1766, la sua complessa articolazione in serie permette di ricostruire in modo completo la struttura e l'attività politico-amministrativa di 400 anni di storia nelle forme che il Comune assunse nei diversi contesti storici, dall'età moderna al secondo dopoguerra fino agli anni Settanta. Per il periodo più antico, relativo all'epoca del Ducato farnesiano e successivamente al periodo dei Borboni, la documentazione superstite restituisce soprattutto l'immagine dell'attività deliberativa e di quella legata al censo e al catasto. Si conservano infatti le "ordinazioni" del Consiglio generale della Comunità di Fiorenzuola e i mastri "degli stimati della città e territorio di Fiorenzuola commesso al Tesoriere della comunità per l'esazione dell'imposta sull'estimo rurale, civile ed ecclesiastico ed altre tasse". Altre carte miscellanee, talvolta in lingua francese, sono oggi i residui dei rapporti e dei contatti intercorsi con privati cittadini e comunità confinanti. L'assetto dell'archivio post-unitario, dal 1861 al 1970, è invece molto completo e permette di rintracciare facilmente: - i documenti deliberativi che formano le serie dei verbali delle delibere di Consiglio, del Podestà e di Giunta con i rispettivi indici; - i documenti riassuntivi che formano gran parte delle serie della contabilità come quella dei bilanci preventivi e consuntivi, dei mastri, dei verbali di chiusura dell'esercizio finanziario; - i documenti certificativi che fanno riferimento alle serie dei registri di stato civile, delle liste di leva e di quelle elettorali; - i documenti giustificativi rappresentati soprattutto dalla serie dei mandati di pagamento e delle reversali di incasso. E' poi presente l'ampia serie del carteggio che, dal periodo pre-unitario fino al 1970, rappresenta la parte più corposa e consistente dell'archivio: è complessa nelle sue articolazioni e, oggi, resta a testimonianza della fitta rete di rapporti ufficiali che il Comune di Fiorenzuola d'Arda ha sempre intrattenuto con i cittadini e con le altre istituzioni, sia pubbliche che private, non solo all'interno del territorio di competenza comunale, ma anche in quello di altre realtà politiche a livello provinciale, regionale, statale e talvolta anche internazionale. Accanto a tali corpose serie ne esistono altre che conservano gli atti indispensabili al Comune per programmare, gestire e realizzare un'intensa attività amministrativa legata a specifici settori di intervento come la gestione del territorio, l'economia e l'assistenza. Tutti settori, questi, per i quali è stata prodotta documentazione specifica, come i progetti dell'ufficio tecnico o i piani regolatori, come le pratiche per l'assistenza agli indigenti agli esposti e agli illegittimi.
criteri di ordinamento Il presente intervento ha prodotto l'inventariazione analitica di tutti gli atti fino al 1861, del carteggio amministrativo dal 1806 al 1970 e delle serie documentarie afferenti all'Ufficio tecnico; fornisce invece solo la descrizione del contenuto e della consistenza delle altre serie che formano l'archivio storico comunale di Fiorenzuola d'Arda. La descrizione si è attenuta ai principi di tradizione archivistica italiana e alle indicazioni fornite dagli standard internazionali per la descrizione archivistica ISAD (G) e ISAAR (CPF): ad oggi le unità di descrizione corrispondono sempre al fascicolo per il carteggio amministrativo, invece al registro o all'unità di conservazione per tutte le altre serie descritte solo a livello alto. Come segnalato nella descrizione della storia archivistica del fondo, tra le buste del carteggio amministrativo si trovano anche, in successione cronologica e numerica all'interno di ogni singola categoria, altre buste che contengono atti particolari e pratiche specifiche degli uffici comunali non propriamente riferibili alla serie della corrispondenza. Per questa documentazione sono state create serie specifiche, ma soltanto a livello virtuale, senza cioè scorporare fisicamente la documentazione e lasciandola, invece, nella posizione in cui è stata trovata. Tale operazione ha permesso di ricreare un ordine nell'archivio senza sottoporre le carte ad ulteriori rimaneggiamenti che avrebbero avuto l'effetto di cancellare la testimonianza delle vicissitudini archivistiche subite dalla documentazione. In particolare, per il carteggio amministrativo, si è ritenuto opportuno evidenziare tre diverse fasi nella produzione e nell'ordinamento delle carte, individuando così altrettante serie separate: - la prima è costituita dal carteggio prodotto dal 1806 al 1861, articolato sulla base del titolario allora in vigore e conservatosi nella sua struttura originaria; - la seconda comprende i fascicoli di corrispondenza che coprono l'arco cronologico dal 1862 al 1897. Qui gli atti risultano ancora classificati sulla base dell'antico titolario, ma hanno subito nel tempo un processo di riorganizzazione, sia pure a livello alto, che ha avuto come esito il loro inserimento nelle 15 categorie del titolario Astengo; - la terza è formata dal carteggio effettivamente organizzato sulla base del titolario di classificazione diffuso con la circolare del Ministero dell'interno n.17100-2 del 1897, noto come titolario Astengo, e perciò strutturato nei tre diversi livelli - categoria, classe e fascicolo - da esso previsti. In particolare il carteggio afferente alla "Categoria V - Finanze" per l'arco cronologico complessivo che va dal 1862 al 1970 è stato rinvenuto successivamente all'avvio dei lavori di inventariazione, all'interno di una stanza attigua ai locali che ospitano l'archivio storico ma non comunicante con essi, affacciata su un'area cortiliva esterna del palazzo municipale. Esso ha quindi potuto essere ricondotto alla sua posizione e descritto soltanto in un secondo tempo (2014-2015). Per un'informazione puntuale ed esaustiva sulle caratteristiche e peculiarità di ciascuna di queste suddivisioni si rimanda alle relative schede di descrizione.
storia archivistica L'archivio storico comunale di Fiorenzuola d'Arda è oggi conservato all'interno dei locali sotterranei dell'ex convento cistercense di San Giovanni, edificio in cui il Comune trasferì la sua sede nell'anno 2001. La documentazione comunale di produzione preunitaria e quella di produzione postunitaria si trovano fisicamente divise: la prima, che andò in parte perduta in seguito all'inondazione del 25 aprile 1766, è conservata all'interno di un unico locale separato, tradizionalmente denominato "archivio storico", che ospita anche l'Archivio del teatro Verdi e della banda musicale di Fiorenzuola d'Arda; la seconda è collocata in cinque vaste stanze attigue al locale appena citato, insieme alla documentazione comunale che fa ancora parte dell'archivio di deposito e agli archivi aggregati della Congregazione di carità e dell'Ente comunale di assistenza, dell'Opera nazionale maternità e infanzia e del Giudice conciliatore. Una ricerca mirata tra gli atti ha portato a individuare alcune notizie sui principali interventi effettuati sull'archivio comunale nel corso del tempo, fino a quello degli anni Sessanta del XX secolo, l'ultimo prima dell'attuale, a cui si deve in massima parte l'odierna configurazione delle carte e del quale si parlerà oltre. Le prime notizie rintracciate a proposito di un intervento sull'archivio comunale di Fiorenzuola risalgono al 1897. Accusando ricevuta di una circolare prefettizia sull'ordinamento degli archivi comunali, il sindaco riferiva nel contempo di aver disposto già dal mese di aprile per l'ordinamento dell'archivio, "in modo da corrispondere allo scopo pel quale fu diramata la circolare ministeriale del 1° marzo, n. 17100-2 (1) e da rendere facile e pronto il rintraccio di qualunque pratica e di qualunque atto riguardante l'ufficio municipale". In realtà nella relazione redatta da G. Celli, archivista della Prefettura di Piacenza, in visita ispettiva a Fiorenzuola il 24 e 25 settembre proprio per verificare che le istruzioni ministeriali avessero avuto esatta e corretta applicazione, si legge che nonostante le assicurazioni date dal sindaco, fino ad allora tali direttive non avevano avuto "alcun principio di attuazione". Nonostante l'evidente ritardo dell'amministrazione, l'archivista valutò positivamente l'impegno da essa dimostrato nel dare "completo assetto al già ben ordinato archivio esistente". La relazione continua: "L'ampiezza dei locali, la qualità e quantità degli scaffali, la logica ripartizione degli atti e le chiare e precise indicazioni che ne specificano la natura, l'esistenza di raccolte complete di leggi antiche e recenti e di pubblicazioni di diritto amministrativo, rilevano l'ottimo indirizzo dato a quell'archivio e la costante cura che se ne è avuta". Ulteriormente rassicurato dal segretario comunale, che prese l'impegno di porre in vigore le istruzioni ministeriali a partire dal gennaio 1898, l'archivista ritenne di non dover procedere ad alcun rilievo o sollecito per il ritardo frapposto. Alla fine del 1897 il sindaco chiese al prefetto di Piacenza di concedere al Comune "una dilazione sino all'aprirsi della bella stagione" per "l'esecuzione del lavoro di riordinamento dell'archivio, rispetto agli anni precedenti al 1860", assicurando che la concessione della proroga non avrebbe pregiudicato le operazioni in questione "poiché tutti gli atti da ordinarsi si trovano custoditi in apposite buste distinte per categorie". L'intervento si concluse alla fine della primavera e portò all'individuazione di diversi quintali di carte proposte per la vendita, autorizzata nel luglio del 1898: gazzette del ducato di Parma (1808 - 1846), gazzette ufficiali del regno (1860 - 1880) e matrici dei bollettari dell'Ufficio daziario e dell'Esattoria comunale (1832 - 1865) (2). Dalla fine del XIX e fino al secondo decennio del XX secolo non si sono individuate altre notizie sulla storia dell'archivio comunale. Il 28 luglio 1922 l'economo del Comune, Ercole Magrini, informava sindaco e assessori che l'archivio comunale, posto nei piani superiori del municipio, necessitava di essere riordinato, precisando: "Molti documenti ed incartamenti che ora giacciono sparsi sul pavimento, con pericolo di smarrimento, sarebbe bene riunirli, riordinarli e collocarli negli appositi scaffali. Al tempo stesso si potrebbe utilizzare molta carta per gli uffici, vendendo quella inservibile [ ] e lasciar posto agli incartamenti nuovi. Tale lavoro di riordinamento io sono convinto che pochi impiegati, in circa due settimane, potrebbero compierlo in ore straordinarie" (3). La Giunta municipale accolse favorevolmente la segnalazione e incaricò tre impiegati di occuparsi in ore straordinarie di lavoro del riordinamento, che doveva riuscire "pratico e completo" (4). Gli atti restituiscono traccia di un nuovo intervento sull'archivio a partire dagli anni Trenta: con riferimento a una relazione presentata nell'autunno 1933 dal segretario capo e dal vice segretario comunale "sulla necessità del riordinamento di tutto l'archivio di deposito, su nuove basi e con nuovi criteri", il podestà deliberò nell'estate successiva di provvedervi "a mezzo del dipendente personale, in ore straordinarie extra ufficio". Nel testo della delibera si riconoscono come "giusti e opportuni i nuovi criteri di ordinamento proposti dall'Ufficio", si sottolinea "il bisogno di formare e ordinare anche l'archivio storico" in considerazione delle antiche origini del Comune e si riporta la macro partizione cronologica stabilita per il patrimonio documentario nel suo complesso: "1° archivio storico, dalle origini all'anno 1806 (organizzazione moderna napoleonica del Comune); 2° archivio moderno: a) dall'anno 1806 all'anno 1859 - periodo ducale, b) dall'anno 1860 - regno d'Italia; 3° archivio contemporaneo dall'anno 1901 ai nostri giorni [ ]" (5). L'intervento sull'archivio di deposito, che era già cominciato dal mese di aprile, si protrasse fino a metà luglio, con previsione di essere ripreso nel settembre seguente, e si concretizzò nel completo riordinamento "degli anni dal 1919 al 1934" e nella preparazione e organizzazione del lavoro rimanente. "Lo studio e la preparazione organizzativa dell'ordinamento dell'archivio" erano "opera del segretario capo e del vice segretario rag. Giovanni Bassi". Il segretario capo si occupò "dell'ordinamento dell'archivio storico e delle carte antiche" (6). Contrariamente a quanto si era previsto il lavoro non venne completato, ma anzi sospeso in autunno, fatta eccezione per l'approvazione dello scarto di alcuni atti d'archivio ritenuti inutili, approvata con una delibera podestarile del 1935 (7). Nel 1938 si attribuì la responsabilità dell'interruzione a "cause diverse, fra le quali la principale la mancanza di personale idoneo e disponibile". In quell'anno, con una nuova delibera podestarile, si cercò di porre rimedio a una situazione degenerata, per la quale l'archivio si era venuto nuovamente a trovare "in condizioni penose di disordine" e si avvertiva l'urgenza del "suo immediato ordinamento". Si decise quindi "di riprendere, con effetto dal primo giugno 1938, il lavoro di riordinamento dell'archivio comunale", ancora una volta "a mezzo del dipendente personale, in ore straordinarie, fuori di quello d'ufficio". Il personale dipendente sarebbe stato "appositamente istruito, diretto e sorvegliato dal segretario capo e dal vice segretario", col compito di dividersi "la organizzazione e direzione dei lavori" (8). Anche in questa fase, tuttavia, le operazioni di riordino furono condotte a termine solamente in parte e una nuova delibera podestarile dell'autunno 1939, sottolineando "la necessità di continuare i lavori e possibilmente di completarli", sancì la ripresa dell'intervento sull'archivio "con effetto dal primo ottobre 1939" per mezzo delle stesse risorse e con le medesime modalità in precedenza adottate (9). Gli eventi bellici portarono a una nuova sospensione dei lavori, come si evince da una responsiva inviata dal podestà di Fiorenzuola alla Regia prefettura di Piacenza nel 1942. Con circolari 18 agosto 1941 e 11 giugno 1942, n. 14475, facendo presente che "in base all'art. 20 della legge 22 dicembre 1939, n. 2006, tutti gli enti ausiliari dello Stato, gli istituti di diritto pubblico, le associazioni sindacali e le persone giuridiche in genere hanno l'obbligo di provvedere alla conservazione e all'ordinamento degli atti dei rispettivi archivi", la Regia prefettura aveva sollecitato podestà e commissari prefettizi della provincia a trasmettere una succinta relazione sugli archivi comunali e su quelli "degli altri enti suddetti intorno alla consistenza e alla natura degli archivi stessi, alla data iniziale degli atti che vi si conservano, alla condizione statica e igienica dei locali nonché allo stato di conservazione delle scritture". Con risposta del 29 giugno 1942, n. 3294, il podestà di Fiorenzuola comunicò: "1) I locali dell'archivio comunale sono sufficienti all'uso e si presentano opportunamente attrezzati ed organizzati. 2) Vi sono conservati la corrispondenza e gli atti del Comune dal 1656 ad oggi, ma l'ordinamento non è conforme alle disposizioni vigenti né si presenta con organicità e disciplina sufficiente. Prima della guerra erano in corso operazioni di riordino che verranno riprese appena superate le attuali condizioni eccezionali. 3) Non esistono scritti e documenti di carattere storico non locale e quelli di interesse locale sono conservati con cura sufficiente" (10). Il 28 settembre 1959, per conto della Soprintendenza archivistica competente, il funzionario ispettore Falconi effettuò una visita e una ricognizione dell'archivio, compilando poi un "Sommario dell'archivio storico del comune di Fiorenzuola d'Arda", dove elencò tutti gli atti individuati anteriori al 1870. L'ultimo importante intervento sull'archivio comunale risale ai primi anni Sessanta del '900. Nel settembre 1961 la Giunta municipale deliberò di affidare all'organizzazione L'Amministrativa di Verona, "studio tecnico-amministrativo specializzato in materia archivistica, l'incarico del riordino generale dell'archivio" comunale. A quell'epoca, come si evince dalle premesse alla medesima delibera, l'archivio versava in uno stato di generale disordine "ripetutamente rilevato e lamentato dalla Soprintendenza archivistica per l'Emilia e la Romagna". "L'archivio di questo Comune", si legge nel testo, "è costituito da un imponente carteggio che risale all'anno 1500, farraginosamente collocato, in parte, in numerose scaffalature vecchie e sconnesse, senza faldonature uniformi e senza una completa classificazione [ ]; altra parte sparso sul pavimento di una soffitta, in pacchi voluminosi oppure in fogli e registri sciolti". Presso ogni ufficio erano poi presenti veri e propri fondi di carte non più facenti parte dell'archivio corrente e mai trasferite al deposito, da traslocare "previa revisione e classificazione". La mancanza di "qualsiasi inventario o catalogazione" rendeva ancora più difficoltosa la ricerca e il reperimento degli atti. La responsabilità di tale stato di cose venne attribuita in parte ad incuria, in parte ai "numerosi spostamenti dell'archivio operati durante l'ultimo conflitto mondiale". L'incarico affidato a L'Amministrativa comprendeva il riordinamento, l'inventariazione del materiale riordinato e la selezione per lo scarto (11). Dal carteggio intercorso tra il Comune e la ditta risulta che sarebbe stato lo stesso dirigente di quest'ultima "espertissimo in materia" ad eseguire il lavoro di riordino dell'archivio, che venne intrapreso all'inizio del 1962 e si concluse entro l'autunno dello stesso anno. A settembre la Giunta municipale deliberò di affidare nuovamente all'organizzazione L'Amministrativa l'incarico del riordino generale dei fondi aggregati al comunale: "a) Ufficio del giudice conciliatore (atti dal 1867 al 1961); b) Comitato comunale ONMI (atti dal 1931 al 1961); c) Ente teatro - Banda musicale (atti dal 1823 al 1961); d) Commissione distrettuale imposte dirette - indirette sugli affari (atti dal 1914 al 1961); e) Commissione elettorale mandamentale (atti dal 1946 al 1962)" (12). Il lavoro, concluso entro la fine dell'anno, interessò a quanto pare anche l'archivio del Consorzio acquedotto Val d'Arda. La ditta realizzò otto inventari, di cui due relativi all'archivio comunale (uno per la parte storica e l'altro per gli atti dal 1862 al 1961) e gli altri sei per gli archivi sopra citati (13). A seguito di quest'ultimo intervento, quasi tutti gli atti furono inseriti all'interno delle categorie di classificazione del carteggio e tale configurazione dell'archivio è quella che ancora oggi lo caratterizza. Non solo la corrispondenza vera e propria, ma anche pratiche diverse riconducibili a serie archivistiche particolari e a sé stanti, vennero assegnati alle categorie, alle classi e ai fascicoli del titolario di classificazione, fisicamente collocati all'interno delle buste del carteggio o, in taluni casi, tenuti separati da queste ultime, ma comunque inseriti nel quadro di classificazione a livello di descrizione inventariale. Così, a titolo di esempio, accanto ai fascicoli della corrispondenza, nella "categoria I - Amministrazione" si trovano anche quelli del personale; nella "categoria VIII - Leva e truppe" vennero inseriti anche i fascicoli degli sfollati e dei soccorsi militari; nella "categoria IX - Istruzione pubblica" è possibile ritrovare anche i fascicoli del personale operante nelle scuole e le pratiche di costruzione di edifici scolastici, etc. La numerazione delle buste comincia e si conclude all'interno di ogni categoria, non all'interno di ogni serie. Così che, pur dovendosi parlare di un ordinamento a serie aperte, si ha quasi l'impressione che le serie individuate nel precedente intervento di riordino coincidessero con le quindici categorie di classificazione previste dal titolario Astengo. Tale titolario è stato inoltre applicato a posteriori, anche se solo a livello alto, agli atti protocollati in età postunitaria, a partire dal 1862: i fascicoli originali, pur se condizionati all'interno di un'ulteriore camicia, vennero conservati e inseriti all'interno di nuove buste, riportanti la denominazione dalle quindici categorie del titolario in vigore dal 1897. L'attribuzione di quest'ultimo al carteggio postunitario è avvenuta per analogia tematica: i fascicoli afferenti al titolo "Fabbriche, acque e strade", ad esempio, sono stati inseriti all'interno della "cat. X - Lavori pubblici"; i fascicoli afferenti ai titoli "Culto" e "Giustizia" sono stati riuniti, pur senza accorparli, nell'unica "cat. VII - Grazia, giustizia e culto", etc.
(1) Circolare del Ministero dell'interno - Direzione generale dell'amministrazione civile - Divisione 2° - Sezione 2°, n.17100-2, oggetto: ordinamento degli archivi dei comuni (2) Carteggio amministrativo 1898-1970 (anno 1898, cat.1-cl.2-fasc.4) (3) Carteggio amministrativo 1898-1970 (anno 1922, cat.1-cl.2-fasc.2, prot. 6659) (4) Deliberazione della Giunta municipale(anno 1922, 2 agosto, n.141). "Ranza, Magrini e Cerlesi" furono i dipendenti incaricati dell'intervento (5) Atti del podestà di Fiorenzuola d'Arda (anno 1934, 7 luglio, n.177) (6) Atti del podestà di Fiorenzuola d'Arda (anno 1934, 28 luglio, n.184). Gli impiegati che si occuparono dell'intervento di riordino, oltre al segretario e al vice segretario, furono "Cerlesi Carlo, Botti Egle, Magrini Ercole, Valla Romeo e Mangia Luigi", per due ore giornaliere fuori dall'orario d'ufficio "ciascuno di essi impiegandovi in tal modo ore 120 di lavoro" (7) Atti del podestà di Fiorenzuola d'Arda (anno 1935, 23 dicembre, n.308); cfr. anche Carteggio amministrativo 1898-1970 (anno 1939, cat.1-cl.2-fasc.4). Gli atti per cui si approvava lo scarto erano: "1° registro delle requisizioni e delle precettazioni dei quadrupedi, dal 1918 al 1926; 2° elenco dei censimenti vetture e cani dal 1912 [al]1922; 3° registro delle contravvenzioni di polizia urbana dal 1909 al 1928; 4° registro delle prestazioni obbligatorie dal 1920 al 1926; 5° elenco degli ammessi alle cure mediche ed ai medicinali gratuiti dal 1913 al 1926; 6° nulla osta per il rilascio dei passaporti dal 1898 al 1918; 7° manifesti vari, certificati inservibili, ai quali fu tolta la parte da usufruire per minuta" (8) Atti del podestà di Fiorenzuola d'Arda (anno 1938, 7 maggio, n.127) (9) Atti del podestà di Fiorenzuola d'Arda (anno 1939, 25 ottobre, n.235) (10) Carteggio amministrativo 1898-1970(anno 1940, cat.1-cl.2-fasc.4) (11) Deliberazione della Giunta municipale(anno 1961, 30 settembre, n.344) (12) Deliberazione della Giunta municipale(anno 1962, 29 settembre, n.388) (13) Per tutta la corrispondenza e gli atti relativi all'incarico affidato alla ditta L'Amministrativa cfr. Carteggio amministrativo 1898-1970 (anno 1964, cat.1-cl.2-fasc.1) e alcune carte rimaste all'interno dell'"Inventario degli atti d'archivio, 1862-1961".
strumenti di ricerca - "Inventario degli atti d'archivio" dal 1862 al 1961, a cura della ditta L'Amministrativa, via C. Ederle 14 Verona; - "Inventario degli atti d'archivio" dal 1962 al 1985, a cura dell'amministrazione comunale; - "Elenco di consistenza topografico della documentazione", a cura di Elenna Stendardi, Modena, 2010.
bibliografia Cristoforo Poggiali, Memorie storiche di Piacenza, Piacenza, Filippo G.Giacopazzi, 1759, pp.223 Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia ducale, 1832-1834 Mauro Lalatta, Istruzione a' podestà de' Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Stamperia Rossetti, 1834, pp.387 Emilio Ottolenghi, "Fiorenzuola e dintorni - notizie storiche", Fiorenzuola d'Arda, Tipografia Giuseppe Pennaroli, 1903 Ettore Carrà, "La società di mutuo soccorso tra gli operai di Fiorenzuola d'Arda 1862-1962", Piacenza, La tribuna, 1968 A.A. V.V., "Pagine storiche di Fiorenzuola d'Arda" "Pagine storiche di Fiorenzuola d'Arda", a cura di Sezione di Piacenza, Deputazione di storia patria per le Province parmensi, Fiorenzuola d'Arda, Pro loco di Fiorenzuola d'Arda, 1996 A.A.V.V. - Circolo storico pro Loco di Fiorenzuola d'Arda, "Fiorenzuola si racconta con immagini e parole", Piacenza, Emilstampa, 1998 Giovanni Tagliaferri, "Fiorenzuola d'Arda, la città delle Tre Rose", Edizioni Cost e Conca, 2001 Ettore Carrà, Giovanna Ligutti, Christian Donelli, Franco Sprega, "100 anni di case popolari", Fiorenzuola d'Arda, Grafiche Malvezzi, 2007
codice interno: 0380 - 001
informazioni redazionali
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