Archivi ER

Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna

Gli archivi in Emilia-Romagna


Conservatore

Comune di Alseno
Piazza XXV Aprile 1

29010 Alseno (PIACENZA)

tel: 0523945511
(Centralino)

scrivi
clicca qui per pec

sito web

Tutte le informazioni sul Conservatore

Accedi a CAStER

 
Ti trovi in: Archivi ER > Inventari on line > Alseno > Struttura dell'inventario

  Catasto e Commissione censuaria comunale 1831 - sec. XX p.m.; 1969-1971
  visualizza XML
subfondo
registri 36, volumi 6, fascicolo 1, buste 6
sei in: Archivio storico del Comune di Alseno 26 marzo 1806 - 1995

Conserva documentazione relativa al catasto sia preunitario che di epoca posteriore: registri, rilevazioni effettuate dalla Commissione censuaria comunale in seguito alle disposizioni legislative sulla perequazione fondiaria del Regno d'Italia dopo l'unificazione e alcuni verbali molto più recenti delle sedute di questa stessa Commissione.
espandi chiudi



criteri di ordinamento
Si è proceduto a ordinare i registri, che erano conservati tutti insieme, attribuendoli alle rispettive serie di appartenenza.
Nel corso del riordino è stato reperito anche nuovo materiale proveniente dall'archivio di deposito che è andato a costituire la serie dei verbali delle sedute della Commissione censuaria comunale.
Nella descrizione inventariale ci si è spinti fino al livello del registro o del fascicolo, a seconda ovviamente della forma in cui la documentazione si presenta. Solo per la serie dei "Verbali di delimitazione di proprietà" l'unità descrittiva è rappresentata dall'unità di conservazione.

informazioni sul contesto di produzione
Il catasto è l'insieme degli atti e registri contenenti i risultati di operazioni di accertamento, di misurazione e di stima eseguiti al fine di determinare la consistenza e la rendita dei beni immobili, nonché d'individuare i soggetti ai quali i beni stessi appartengono. Esso, inoltre, riproduce le modificazioni dell'entità e della qualità dei terreni e dei fabbricati nonché le modificazioni rispetto ai soggetti intestatari.
Le funzioni essenziali del catasto sono, in primo luogo, quella tributaria, ai fini dell'applicazione dell'imposta in funzione della capacità dei beni immobili di produrre reddito e, in secondo luogo, quella probatoria, per l'accertamento della proprietà, o altro titolo, sui beni stessi.
In base al tipo si ha il cosiddetto catasto dei terreni, che è relativo ai beni rustici (terreni ed eventualmente fabbricati rurali), e il catasto dei fabbricati, urbano e edilizio, che si riferisce ai beni urbani.
In base alle rappresentazioni, invece, i catasti sono descrittivi o geometrici: i primi riportano solo dati e notizie, i geometrici invece consistono in una rappresentazione grafica.
In epoca moderna anche nel territorio piacentino, come nel resto d'Italia, erano gli estimi, redatti dagli agrimensori per Stati e Comuni, a rappresentare la forma tipica di accertamento ai fini del gettito fiscale.
Nel 1545 uno dei primi atti di governo di Pier Luigi Farnese, primo duca di Parma e Piacenza, fu la Proclamatione sopra il novo compartito universale della città di Parma et suo contado etc., recante le disposizioni per un nuovo catasto del patrimonio rurale e urbano di tutti i sudditi indistintamente.
In età farnesiana estimi e compartiti vennero più volte rinnovati, rimanendo però sempre un rilevamento di tipo sostanzialmente descrittivo. Fu infatti soltanto all'inizio del XVIII secolo che si introdusse il catasto geometrico particellare, rappresentato graficamente sulla base di unità elementari di possesso sulle quali si valuta la redditività degli appezzamenti.
Nel 1807, dopo la conquista francese dell'Italia, Napoleone, trovandosi di fronte a un sistema assai frammentato, stabilì, con decreto del 12 gennaio, che venisse istituito un catasto geometrico-particellare per l'intero territorio del Regno italico.
I lavori di misurazione del terreno per l'esecuzione delle mappe iniziarono nel 1808 e coinvolsero anche il territorio del Ducato nel frattempo annesso all'Impero, ma il catasto regolare per questi territori non poté essere attivato durante gli anni della dominazione francese.
Il crollo di Napoleone non comportò però la sospensione dell'impianto del catasto, anzi Maria Luigia vi diede nuovo impulso, facendo osservare le regole della Raccolta metodica delle leggi istruzioni e decisioni intorno al catasto della Francia, già pubblicata la prima volta a Parigi nel 1811 e, per l'Italia, tradotta e pubblicata a Livorno nel 1812. Questa raccolta è meglio conosciuta nell'edizione di Portogruaro, Tipografia Bettoni, 1831, pubblicata con il titolo completo di Raccolta metodica delle leggi, decreti, regolamenti, istruzioni e decisioni concernenti il catasto della Francia adottata per la formazione del catasto dei ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, abbreviata con la sigla RM.
I lavori di mappatura, che si erano interrotti nel 1814, ripartirono nel 1816 e proseguirono, seppure non continuativamente, fino al 1825. Nel 1821 i Ducati vennero distinti in distretti, mentre la catastazione dei comuni fino ad allora tralasciati venne appaltata a ingegneri milanesi e parmigiani. Le stime si conclusero nel 1830, ma già dal 1828 il catasto era entrato in funzione in alcuni territori del restaurato Ducato di Parma.
Il territorio fu diviso in cantoni, comuni e località. Si procedette poi all'esecuzione delle operazioni di qualificazione, classificazione, classamento, formazione delle tariffe per determinare, comune per comune, la rendita dei terreni suddivisi in qualità e classi. Per la prima volta ai singoli proprietari veniva anche rilasciato estratto della partita e copia della tariffa d'estimo affinché potessero sporgere eventualmente reclamo contro misurazioni inesatte.
Nel 1838, con il presidente delle Finanze Vincenzo Mistrali, i lavori erano da considerarsi finiti.
Dopo l'unificazione, lo Stato italiano si pose l'obiettivo ambizioso di accatastare l'intera penisola, cosa che riuscì solo dopo alcuni decenni. Fu infatti impresa difficile quella di armonizzare e unificare i sistemi preunitari.
I catasti ufficialmente in vigore al momento dell'unificazione erano ventiquattro, raggruppati in nove compartimenti territoriali fra cui quello dei Ducati di Parma e Piacenza e tra questi solo quindici erano geometrico-particellari.
Nel 1864, con la legge n. 1831 del 15 luglio sul conguaglio provvisorio dell'imposta fondiaria, vi fu un primo tentativo di suddividere l'imposta fondiaria da esigere tra i nove compartimenti catastali e, all'interno di essi, tra le province, i comuni ed i possessori. La ripartizione definitiva si fondava però sulle denunce dei possessori e si basava sulle dimensioni delle superfici e non sulla loro redditività e, pertanto, è facile capire come il problema della perequazione rimanesse insoluto.
In questi anni, in seguito soprattutto alla separazione dell'imposta sui fabbricati da quella sui terreni ordinata dalla legge 26 gennaio 1865, n. 2136, sulla revisione dei redditi, si cominciarono anche a scindere gli immobili rurali (terreni) da quelli urbani (edifici). Mancava però per questi ultimi un efficiente censimento o catasto che informasse in modo attendibile sulla loro consistenza e sul reddito. Esistevano sul territorio italiano anche per i fabbricati, come per i terreni, catasti antichi oppure censimenti delle rendite, ma, per la diversità dei criteri a cui essi si ispiravano, non fornivano un mezzo idoneo di controllo delle dichiarazioni presentate dai proprietari in obbedienza alle disposizioni della legge per l'unificazione dell'imposta sui fabbricati.
Con la legge sulle volture catastali dell'11 agosto 1870, n. 5784, si obbligarono i proprietari e possessori di beni immobili ad eseguire la voltura a proprio nome dei fondi che non fossero ad essi regolarmente intestati nei rispettivi catasti e a denunziare le mutazioni di proprietà o possesso che offrissero materia di nuove volture, ma l'istituzione di un Catasto dei fabbricati nettamente disgiunto da quello dei terreni si ebbe con il regio decreto 5 giugno 1871, n. 267, emanato per l'approvazione del regolamento per la formazione del Catasto dei fabbricati.
Nel 1882 fu presentato dal ministro Magliani il progetto di riordinamento dell'imposta fondiaria.
Il Catasto terreni in Italia venne infine istituito con la legge n. 3682 del 1° marzo 1886. Si tratta della cosiddetta legge Messedaglia, dal nome del commissario regio Angelo Messedaglia, in base alla quale tutti i Comuni italiani si dovevano uniformare alla regola del Nuovo catasto geometrico particellare che prevedeva la registrazione delle proprietà dei terreni distinta da quella dei fabbricati ed istituiva ufficialmente il Catasto terreni ed il Catasto edilizio urbano. Esso era geometrico, ossia basato sul rilievo topografico, e particellare, perché distingueva e rilevava i singoli appezzamenti di terreno secondo il criterio del possesso, della qualità della coltura e del grado di produttività della medesima (classe). Era anche uniforme, in quanto sostituiva tutti i catasti esistenti - che erano in parte geometrici, in parte descrittivi, e comunque formati in epoche diverse con metodi diversi - ed i criteri seguiti erano applicati in tutto il territorio. La legge prevedeva inoltre l'accertamento dei possessi con convocazione sul posto dei possessori, la possibilità dei possessori di presentare eventuali reclami ed infine l'archiviazione in duplo delle mappe e dei libri fondiari.
Tutte le operazioni catastali dipendevano da un Ufficio generale del catasto presso il Ministero delle finanze; per le operazioni di stima si istituirono Giunte tecniche e si formarono Commissioni censuarie comunali per ogni comune e una Commissione provinciale per ciascuna provincia, che dipendevano da una Commissione centrale.
Nel 1887 venne istituita una Giunta superiore del catasto e vennero definite le competenze e funzioni delle Commissioni censuarie comunali, provinciali e centrali.
Nel 1901 nacque la Direzione generale del catasto e dei servizi tecnici.
Con la legge dell'11 settembre 1939 venne costituito il Nuovo catasto edilizio urbano (NCEU) che condusse alla separazione definitiva del Catasto terreni dal Catasto fabbricati.

Le Commissioni censuarie comunali vennero istituite dall'art. 22 della legge n. 3682 del 1 marzo 1886 (modificata dal Testo unico dell'8 agosto 1931 n. 1572 e legge dell'8 marzo 1943 n. 153 modificata dal decreto legislativo del 24 dicembre 1944 n. 403; regolamento del 20 ottobre 1933 n. 1539 e dell'8 dicembre 1938 n. 2153).
Le Commissioni censuarie comunali partecipavano alla gestione del catasto e dei servizi tecnici erariali affiancando gli organismi centrali e comunali al fine di tutelare i legittimi interessi delle ditte da accatastare. I delegati della Commissione, infatti, dovevano determinare l'estensione delle proprietà, assistere i cittadini nella loro delimitazione, vigilare che le linee di confine fossero determinate in maniera esatta e dirimere le questioni che potevano sorgere tra proprietari di terreni confinanti al momento dell'indicazione della linea di confine. Esse, inoltre, proponevano reclami davanti alle Commissioni censuarie sopraordinate e potevano decidere esse stesse sui reclami amministrativi dei proprietari o possessori contro le risultanze catastali (art. 17 del regolamento 65/1905, poi art. 13 del nuovo regolamento 1539/1933).
Per i terreni, la Commissione censuaria comunale veniva originariamente nominata dal Consiglio comunale allargato, però, con un numero di maggiori contribuenti uguale a quello dei consiglieri (art. 23 della legge 3682/1886) e, in un secondo tempo, salvo un componente di nomina prefettizia, per metà dai maggiori contribuenti (art. 1 della legge 1773/1928 ed art. 33 del testo unico 1572/1931).
Per i fabbricati, una commissione nominata dal Consiglio comunale era prevista dalla legge 2136/1865. Congiuntamente per i terreni e per i fabbricati, gli artt. 2 e 3 della legge 153/1943 disposero successivamente che la Commissione censuaria comunale sarebbe stata nominata dall'Intendenza di finanza su terne, escluso il presidente, designato dal sindaco.
La Commissione censuaria comunale è stata soppressa dal DPR 650/1972.

storia archivistica
Nell'inventario redatto da Luigi Maffini i registri relativi al catasto e i verbali della Commissione censuaria comunale sono inventariati sotto la voce "Catasto preunitario (1831-1891)".


codice interno: 0393 - 0001.0023