Archivi ER

Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna

Gli archivi in Emilia-Romagna


Conservatore

Comune di Finale Emilia
Piazza G. Verdi 1

41034 Finale Emilia (MODENA)

tel: 0535788111
(Centralino)
053591007
(Biblioteca comunale)
fax: 0535788130

scrivi (Responsabile settore Pubblica Istruzione, Cultura e Servizi sociali)
sito web
sito web

responsabile: Antonietta Furini scrivi

Affidamento funzioni di fruizione a Biblioteca comunale
Tutte le informazioni sul Conservatore

Accedi a CAStER

 
Ti trovi in: Archivi ER > La didattica in archivio > Comune di Finale Emilia > Struttura dell'inventario

  Congregazione d'acque e strade 1764 - 1804
  visualizza XML
subfondo
fascicoli 87
sei in: Archivio storico del Comune di Finale Emilia 1384 - 1975

Atti, recapiti, documenti prodotti dagli organi della Congregazione creata per il controllo delle condizioni idrauliche del territorio finalese.
espandi chiudi



criteri di ordinamento
La documentazione è stata ripartita in quattro serie, consolidando l'organizzazione delle carte data al nucleo documentario dagli amministratori ed archivisti finalesi.
I documenti riguardanti materie d'acque, strade, arginature prodotti in epoca precedente l'istituzione della congregazione furono archiviati e classificati nei titoli nei quali fu organizzato il carteggio comunitativo. In particolare ai titoli: A I. Acque in generale, A II. Argini, A III. Acque e scoli, A IV. Acque. Chiaviche, A V. Acque della serie: "Recapiti dell'illustrissimo pubblico".
Carte prodotte ed esaminate dalla congregazione e delegazione d'acque e strade furono archiviate ai titoli I. Strade, II. Arginature della serie "Carteggio 1803-1847".
A questi si rimanda per contestualizzare e chiarire le azioni attuate nel corso dei secoli dai funzionari pubblici finalesi.

informazioni sul contesto di produzione
Fin dall'epoca medievale i comuni esercitavano il controllo sulle acque, mulini, ponti e manufatti idraulici dapprima attraverso i propri organi istituzionali (consigli, ordini podestarili) e in seguito per mezzo dei giudici delle acque, magistrati specificamente preposti con competenze tecniche e di polizia in materia di acque e strade.
Con il rafforzamento del dominio signorile e il riordinamento delle strutture statali, la giurisdizione sulle acque e la nomina dei magistrati venne sempre più ad essere controllata dal potere centrale.
Nel 1601 nel ducato estense era stato fondato il Magistrato di acque e strade, organo collegiale che aveva autorità sopra le acque, le strade e le via pubbliche. L‘attività dell'organo statale proseguì con alterne vicende e successive rifondazioni fino al XVIII secolo inoltrato, quando Francesco III lo inseriva definitivamente nella struttura amministrativa dello stato con il Regolamento del 1740.
Nel 1767, chiusa l'attività del Magistrato statale, ripresero spessore ed importanza le strutture comunali. Nelle maggiori città del ducato vennero quindi fondate ed erette nuove congregazioni di acque e strade che si confrontavano con quella, più importante della città dominante.
Il potere centrale mantenne il controllo sulle congregazioni attraverso il Consiglio di economia con la nomina del sovrintendente alle acque e strade.
A Finale, città particolarmente interessata ai problemi d'acque, data la conformazione del territorio, la presenza di numerosi canali e la vicinanza del Panaro, fu creata una congregazione d'acque e strade che iniziò ufficialmente la sua attività nel 1773.
Compiti della congregazione formata dal priore e dai deputati scelti tra gli amministratori locali, presieduta dal podestà, era la nomina dei visitatori e dei "consoli delle ville, responsabili della sorveglianza di scoli e canali. Particolare attenzione era posta alla mantenimento in buono stato dei cavi che solcavano il territorio stabilendo i comparti per le escavazioni da addossare agli interessati secondo il biolcatico e, in seguito, per pubblico incanto.
L'arginatura del Panaro era completamente a carico dei frontisti. In caso di necessità il commissario della carreggiatura ordinava i comparti per l'esecuzione dei lavori occorrenti.
Le attività di sorveglianza erano eseguite dagli aiutanti del giudice delle acque: battifanghi, massari, consoli,
L'attività della congregazione proseguì fino all'ottobre del 1796 allorché la congregazione mutò il proprio nome in Deputazione d'Acque e strade e, poco dopo, in Commissione d'acque e strade.
Con la legge 20 aprile 1804 il regime napoleonico tentava di emanare una normativa generale in materia che riaffermasse il ruolo preminente dello stato. All'articolo 20 del decreto si diceva infatti che era «stata affidata al governo la suprema ispezione e tutela in materia d'acque».
A livello centrale il settore della viabilità e delle acque pubbliche era stato disciplinato, durante la repubblica italiana e il regno d'Italia dal regolamento 6 mar. 1803 (Bollettino repubblica italiana, 1803, n. 22) che riguardava numerose materie, come le acque, i fiumi, l'arginatura di torrenti e canali, le strade e via dicendo. L'amministrazione di acque e strade faceva capo alla Direzione generale di acque e strade, istituita a Milano presso il ministero dell'Interno con decreto 7 giugno 1805 (Bollettino regno d'Italia, 1805, n. 42 e avviso 30 giugno 1805, in Foglio Regno d'Italia, 1805, n. 26) e comprendeva una serie di ispettori generali e un corpo di ingegneri (ingegneri idraulici capi, ingegneri idraulici di prima classe, ecc.) nei vari dipartimenti nei quali era stato istituito, con la citata legge 20 aprile 1804, un magistrato d'acque presieduto dal prefetto. Al suo fianco la legge istituì poi delegazioni d'acque composte di possidenti col compito di coadiuvare le autorità nell'esecuzione dei lavori (Bollettino repubblica italiana, 1804 n. 43).
Un corpo d'ingegneri d'acque e strade era stato stabilito con decreto 6 maggio 1806 (Bollettino regno d'Italia, 1806, n. 73), con l'istituzione di almeno un ingegnere in capo per dipartimento, ma il loro organico subì modifiche in relazione alle esigenze dei vari dipartimenti. Tutto il settore delle acque ebbe un'organizzazione speciale, dipendente dalle esigenze particolari dei singoli dipartimenti.
Il magistrato, istituito con la legge 20 aprile 1804, fu poi soppresso col decreto 24 ottobre 1806. Le sue funzioni passarono al consiglio di prefettura e, in seguito, nel 1808, all'ingegnere capo del dipartimento.
Nella successiva epoca austro-estense il sovrano continuò l'opera accentratrice già iniziata dal governo napoleonico diretta ad evidenziare il ruolo dello stato negli affari d'acque e strade. Il duca creò un'Ispettoria generale d'acque e strade che aveva a Modena un ufficio centrale che coordinava le varie "sezioni" periferiche nelle principali città dello stato: Finale era infatti sede di sezione. Sarà con l'ingegnere Domenico Urtoler, ingegnere di terza classe della sezione dell'Alto Panaro a divenire, in epoca unitaria il primo ingegnere del Genio civile. Sarà infatti questo ufficio, organo periferico del ministero del Lavori pubblici che ebbe il compito di esercitare il governo delle acque, oltre che delle strade, del suolo e degli immobili demaniali, in nome e per conto dello stato italiano.


codice interno: 399 - 0001.0047