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  Amministrazione del Patrimonio dell'altare di San Zenone e del Patrimonio scolastico 1753 - 1870
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registri 6, fascicolo 1
sei in: Archivio storico del Comune di Finale Emilia 1384 - 1975

Resoconti e amministrazione contabile delle entrate e delle uscite del Patrimonio dell'altare di San Zenone.
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Il registro intitolato: "Giornale di cassa del Patrimonio scolastico amministrato dal municipio dall'anno 1861 al 1868 inclusivo ed altare di San Zenone" comprende l'amministrazione del Patrimonio scolastico per gli anni 1861-1862, anno in cui l'amministrazione venne ricompresa nel bilancio comunale.

informazioni sul contesto di produzione
Il patrimonio dell'altare di San Zenone era stato gestito con amministrazione separata da quella della comunità fino al 1868. A partire dal 1869 il patrimonio dell'altare di San Zenone venne compreso nel bilancio comunale, vedi bilancio del 20 novembre 1868.
Nel registro "Origine, attività e passività delle confraternite e opere pie laicali", 1772, la Cassa di San Zenone è detta essere amministrata dal Sacro Monte di Pietà e il ricavato era accumulato per l'organizzazione della festa del Santo patrono.
Ugualmente il Patrimonio scolastico, fin dalla sua costituzione nel 1753 (vedi registro "Origine, attività e passività delle confraternite e opere pie laicali", 1772 in cui si legge che le pubbliche scuole del Finale si trovavano «sotto la direzione ed amministrazione della comunità, ossia della Congregazione eretta l'anno 1753 per ordine del Magistrato illustrissimo del Buon Governo e composta da cinque deputati col titolo di presidenti alle pubbliche scuole, cioè dei signori priore della comunità, arciprete, priore della Confraternita delle sacre Stimmate pro tempore, prefetto agli studi, sovraintendente a maestri e scolari per buon regolamento, e l'economo di dette scuole per le loro rendite e spese, e della loro chiesa non meno da scolari, che dalle arti uffiziata, pervenuta all'effetto suddetto alla comunità, ceduta a livello perpetuo unitamente al convento de' padri minori conventuali soppressi dall'Opera generale di Modena a benefizio di dette pubbliche scuole») fu sempre amministrato dal Comune. Dal 1753 al 1810 il Comune non era tenuto a rendere i conti annuali al governo, mentre dal 1811 lo fece regolarmente, riportandone sempre l'approvazione governativa.
Dal 1850 fu obbligato a redigere il bilancio preventivo e il conto consuntivo. Nella relazione del segretario contabile del 10 giugno 1863 (Carteggio, busta 1863/3) si legge che «nel 1852 circa l'in allora rettore pro tempore del Seminario vescovile tentasse, col mezzo del suo superiore, di avvocare a sé l'amministrazione del Patrimonio studi, insinuando al governo una istanza ...».
Fino al 1861 il Patrimonio scolastico venne gestito con amministrazione separata, in seguito, dal 1862, venne unito a quello comunale e ricompreso nel bilancio della pubblica istruzione. Le spese per l'istruzione pubblica erano state rese obbligatorie dalla legge 23 ottobre 1859. Concorrevano a formarne il bilancio i fondi provenienti dall'amministrazione della Cassa di San Zenone, dalla Cassa dell'Azienda Arti e da svariati lasciti e legati.
Tra questi ultimi si distinsero i lasciti dell'Opera Pollastri e dell'Opera Palmieri.
Don Giovanni Battista Pollastri decise di lasciare parte del proprio patrimonio a favore delle scuole e con rogito del 9 aprile 1748 la sorella Antonia dispose un lascito destinato al mantenimento di maestri per cattedre di filosofia e teologia morale. Con atto del 3 novembre 1752 lasciò l'intera eredità ai padri Scolopi del beato Giuseppe Calasanzio per aprire cinque scuole gratuite a beneficio della popolazione (grammatica inferiore e superiore, umanità, retorica, filosofia e teologia morale, ma i padri Scolopi non accettarono di venire a Finale e tale patrimonio venne amministrato dalla comunità. Col piano di riforma delle pubbliche scuole del 1797 il patrimonio dell'eredità Pollastri venne nuovamente sfruttato a vantaggio delle scuole: «Con decreto del comitato di governo di Modena e Reggio del 19 maggio 1797 diretto a questa municipalità veniva approvato in ogni e singola sua parte il piano di sistemazione sul direttivo ed economico delle patrie scuole del quale, a malgrado delle diligenti indagini praticate in questo archivio, non si è trovata traccia alcuna. Dall'esame però degli atti relativi si è potuto dedurre che diversi cittadini, preso motivo dal decadimento in che giacevasi la pubblica istruzione, formulassero il piano stesso ed impropriando talune testamentarie disposizioni, in ispecie quelle della Pollastri Antonia, Palmieri Francesco e dottor Lorenzo, proponessero lo stralcio di diversi capitali delle eredità suindicate con applicazione al Patrimonio scolastico per ampliare il numero delle scuole e proporzionatamente gli assegni ai singoli maestri. se però in massima era lodevole un tale divisamento, li mezzi adoprati per raggiungerlo non furono certo commendevoli, comecché ostativi in gran parte lo spirito da cui furono animate le disposizioni preaccennate. Conseguenza della succitata approvazione furono le stipulazioni emergenti dalli rogiti Albarelli dottor Giuseppe delli 3 agosto e 3 ottobre 1797 e 5 febbraio 1798 mediante i quali col primo di essi la Congregazione del locale Monte di Pietà si obbligò a pagare annualmente all'Azienda Scuole ed in perpetuo a carico della Opera pia Palmieri Francesco, l'annuina prestazione di lire 1084 ... Col secondo si convenne di pagare dalli presidenti della Confraternita delle sacre stimmate al Patrimonio scolastico, ed a carico dell'eredità Palmieri dottor Lorenzo, la prestazione annua ed in perpetuo di modenesi lire 20 ... e così pure annualmente quelle rendite di detta eredità che non fossero impiegate per mancanza di concorrenti, al mantenimento de' giovani che suole devvan sussidiare per causa di studi. Col terzo infine dalli amministratori della eredità della fu Pollastri Antonia fu fatta cessione di tanti capitali del compendio della eredità stessa produttori l'annuo frutto di modenesi lire 460,0 ed a favore del surripetuto Patrimonio, corrispondente all'indennizzo che percepir soleva il settore di teologia morale di queste pubbliche scuole, essendosi con antecedente rogito dello stesso notaro del 23 agosto 1797 addossate altre prestazioni alla prefatta eredità per un complessivo annuo prodotto li lire 1880 ...Altri stralci e cessioni furono pure operati in esito al succitato Piano di riforma la di cui enumerazione sarebbe intempestiva.... Tali oneri e prestazioni a favore delle pubbliche scuole furono poste in corso, e visi mantennero in gran parte, come emerge dai registri di contabilità, sino verso il finire del 1813, essendo state soppresse quelle in ordine alle eredità Palmieri Francesco e Pollastri Antonia per parte di questa Congregazione di carità, succeduta nella amministrazione delle medesime e al seguito di reclami replicatamente mossi al Governo dalli maestri, per la insoluzione de' mensili loro emolumenti e delle premure spiegate dalla Comunità per indurre la Congregazione suddetta al soddisfo delle arretrate prestazioni in discorso. Questa, con foglio del 6 giugno 1815, n. 46, premettendo di avere fondato motivo a dubitare che non fossero stati in senso di verità e di giustizia esposti al Comitato di governo i motivi che lo indussero poscia ad approvare gli stralci a carico di detta eredità, concludeva di avere già nel proprio seno eletta una commissione incaricata di occuparsi di una fedele espositiva da sottoporsi a sua eccellenza i signor marchese governatore per ottenere l'annullamento del succitato decreto 19 maggio 1797. Ma, richiamtisi nuovamente li maestri al governo e stretta la Congregazione dagli ordini superiori, addottò senz'altro, nel 14 agosto successivo, il partito di far soddisfare al Patrimonio scolastico gli arretrati, sotto la salutare protesta della loro ripetizione dal giorno del reclamo in avanti. Apertosi così l'adito, per parte del comune, nell'interesse del patrimonio suddetto in di lui amministrazione, a far valere i propri diritti in contradditorio della renuente Congregazione, con foglio del 24, mese suddetto di n. 504 ed in esito a dispaccio governatorale di n. 78423, 21 agosto 1815, incaricava l'ora defunto avvocato Andrea Bettoli ad emmettere il proprio voto sulla insorta contestazione ed attendibilità dello stipulato coi succitati rogiti Albarelli, che per altro ebbe a riescire in senso pienamente opposto a quest'Azienda (vedi n. 738, 15 novembre 1815). Ciò nulla ostante sottoposto hinc inde dalle due amministrazioni l'incarto al governo corredato de' rispettivi mezzi di prova e confortato dal allegazioni in diritto, con dispaccio 23 dicembre 1816, n. 12026, sezione 3, venne nella sua pienezza approvato l'opinamento della Consulta al governo sulla seguita applicazione delle rendite delle dette eredità a favore delle scuole, perché non contestata nel corso d'anni 15 e perché apparente da autentici documenti, a distruggere i quali non bastavano gratuite supposizioni, comunque non si disconosca in esso che lo stralcio operato sentisse dello spirito di quei tempi d'agitazione. Di qui ne emerse la necessità di dare uno stabile indirizzo a dette prestazioni a scanso di ulteriori conflitti al che s'intese di provvedere al concordato 5n ottobre 1819 conchiuso da rappresentanti le due amministrazioni, in appoggio a liquidazione operata in antecedenza dalli ragionieri Biselli e Cranchi sotto la data 2 luglio anno stesso» (vedi "Memoria sulle prestazioni Pollastri Antonia e Palmieri Francesco, dovute dalla locale Congregazione di carità al Patrimonio scolastico di Finale", unita al prot. n. 65 del 1859).
In base a tale accordo si stabilirono le somme, da pagarsi annualmente in perpetuo alle scuole, a carico dell'Opera Pollastri, dell'Eredità Palmieri Francesco e dell'Eredità Ramondini don Matteo. La vertenza tra la comunità e la Congregazione di carità si protrasse fino al 1867.

storia archivistica
La documentazione proviene dalla busta intitolata: "1. Iscrizione ipoteche. 2. Patrimonio San Zenone. 3. Patrimonio scolastico. 1753-1890" .


codice interno: 399 - 0001.0045