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Carte Romeo Galli 1890 - 1945
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con antecedenti dal 1567 e seguiti al 1977
vai al soggetto produttore: Romeo Galli

fondo
fascicoli 773, mazzi 18, registri 7, volumi 6, pezzi 17

Il fondo "Carte Romeo Galli" comprende corrispondenza, appunti, annotazioni storiche, trascrizioni, estratti e regesti di documenti, estratti da cronache e studi storici, schede con riferimenti storici, biografici, bibliografici e documentari, bozze di articoli e stesure di testi, fotografie raccolti e prodotti da Romeo Galli nella sua vita di studioso, ricercatore e bibliotecario direttore della Biblioteca comunale di Imola, con documentazione dal 1890 al 1945, con antecedenti dal 1877 e seguiti fino al 1978. La documentazione riguarda principalmente la storia della città di Imola e del suo circondario, dei suoi monumenti e cittadini illustri.
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criteri di ordinamento
La documentazione è stata ordinata solo "sulla carta", mantenendo intatto l'ordinamento fisico rilevato nella ricognizione del fondo del 1997 e frutto dell'ordinamento di Fausto Mancini attuato fra il 1955 e il 1978. Per la descrizione della documentazione è stata presa a riferimento quella riportata da Mancini nel 1955, antecedente al suo intervento sulle carte, che presumibilmente fotografava il contenuto dell'archivio così come si era sedimentato sugli scaffali dello studio di Galli, accorpato in base alla tipologia (schedari, fotografie, carteggio) e all'argomento della documentazione (storia antica, medievale, moderna, contemporanea, studi di arte).
La descrizione dell'archivio si articola in nove serie. La serie "Corrispondenza" (71 fascicoli) si articola nelle due sottoserie "Corrispondenza per mittente" e "Corrispondenza per argomento". La serie "Studi di sotria e di arte" (167 fascicoli, 6 volumi e 5 registri) si articola nelle undici sottoserie "Storia della città di Imola in età antica e medievale", "Longobardi a Imola", "Famiglia Alidosi e storia di Imola durante il dominio alidosiano", "Storia di Imola in età moderna", "Storia di Imola in età contemporanea e risorgimentale", "Il card. Giovanni Maria Mastai Ferretti vescovo di Imola: contributo di notizie e documenti per una biografia di Papa Pio 9", "Genealogie di famiglie imolesi", "Notizie storico-artistiche su Imola e il suo circondario", "Monumenti, palazzi, chiese, pitture in Imola", "Biblioteca, iconoteca e archivi di Imola", "Ricerche per articoli da pubblicare". La serie "Schede su avvenimenti della storia di Imola" (1 mazzo). La serie "Schede biografiche e di cose notevoli" (451 fascicoli) si articola nelle due sottoserie "Personaggi illustri" e "Imolesi illustri". La serie "Trascrizioni, estratti e regesti" (55 fascicoli, 17 mazzi, 2 registri e 1 volume) si articola nelle cinque sottoserie "Storia di Imola", "Famiglia Alidosi e storia di Imola durante il dominio alidosiano", "'Copie di lettere' di imolesi o su Imola", "Schede di regesti" e "Schede storiche su personaggi e argomenti diversi". La serie "Fotografie" (25 fascicoli). La serie "Clichés di stampa" (17 pezzi). La serie "Diplomi e riconoscimenti personali" (1 fascicolo). La serie "Pensionamento" (1 fascicolo). La serie "Commemorazione nel X anniversario della morte" (1 fascicolo).
Nel corso del presente intervento di riordino e inventariazione è stata mantenuta la numerazione da 1 a 16 delle prime buste, e alle altre è stata data una numerazione progressiva da 17 a 32. All'interno di ogni busta sono state numerate le unità archivistiche ripartendo dall'1, eccetto i fascicoli della sottoserie "Imolesi illustri", condizionati nelle buste 19-24, che conservano la numerazione da 1 a 429 attribuita precedentemente da Fausto Mancini.
Nei numerosi casi di documentazione senza data si è deciso di attribuire come estremi cronologici quelli dell'attività di bibliotecario, studioso e ricercatore di Romeo Galli, dal 1890, anno in cui entrò in biblioteca come aiuto bibliotecario, al 1945, anno della morte.
La presenza di documenti originali è sempre stata indicata nel contenuto delle unità archivistiche, mentre la numerosa presenza di trascrizioni di documenti è stata rilevata comprendendo la data dei documenti trascritti negli estremi cronologici dell'unità archivistica e indicando la dicitura "doc./docc. in copia ..." nell'integrazione alla data.
Le segnature presenti su alcune unità archivistiche del fondo, attribuite durante l'intervento di riordino di Mancini, sono state rilevate per ogni unità come segnatura precedente.

storia archivistica
L'archivio fu donato alla Biblioteca comunale di Imola dagli eredi di Romeo Galli nel 1949 e nel 1953, secondo quanto scrive Fausto Mancini nella sua pubblicazione I fondi speciali manoscritti della Biblioteca comunale di Imola del 1955.
Una prima indicazione sommaria del contenuto del dono del 1949 si trova in una lettera del 19 maggio 1949 inviata al sindaco di Imola, che ha per oggetto il "dono dei mss., schedari, ecc. d'interesse del defunto bibliotecario R. Galli"; nella minuta della stessa lettera si legge che il figlio di Galli "ha donato alla biblioteca stessa i manoscritti, regesti di atti, schede storiche e numerosi opuscoli ... documenti di grande importanza, utilissimi agli studiosi di storia locale e generale e, una volta ordinati, costituiranno un fondo prezioso per la nostra biblioteca" (Bim, ABCI, Corrispondenza, 1949, n. 31, pos. 5). Il 27 maggio si prende atto del dono fatto da Romeo Galli, figlio del defunto direttore, costituito da "note, documenti, studi manoscritti, nonché di un importante schedario di regesti di atti d'archivio" (Bim, ABCI, Libro verbali, 1941-1955, n. 114, seduta del 27 maggio 1949). Si segnala anche una lettera di Ugo Lambertini, del 20 giugno 1949, in cui egli afferma di voler donare alla biblioteca una novantina di lettere di Galli in suo possesso (Bim, ABCI, Corrispondenza, 1949, n. 31, pos. 5); attualmente queste lettere sono raccolte nel fondo della Tipografia Galeati, conservato sempre nella Biblioteca comunale di Imola. Fra la corrispondenza del fondo "Carte Amedeo Tabanelli" è stata trovata una lettera di Romeo Galli jr., del 23 maggio 1949, in cui si specifica che sarà presto inviato "altro materiale per la biblioteca" (Bim, Carte Amedeo Tabanelli, b. 4). In una relazione del 1950 di Amedeo Tabanelli, relativa al riassetto della biblioteca avvenuto nell'anno 1949, suo primo anno d'incarico come direttore, si legge che la biblioteca è entrata in possesso del fondo Romeo Galli, che consta di "varie pubblicazioni, di molti studi originali, di innumerevoli appunti e note raccolti negli archivi italiani, di autografi pregevoli e, più importante di tutto, di gran numero di "regesti" d'archivio, raccolti in schedario" (Bim, ASCI, Carteggio amministrativo, 1950, b. D0285, fasc. 07).
Intorno al dono del 1953, a cui fa riferimento Mancini, non è stata rinvenuta alcuna testimonianza documentaria.
Mancini, nella pubblicazione del 1955, riferisce che l'archivio si componeva di: «Ventitre cartoni di appunti schede e carteggio di Romeo Galli, così disposti: a) studi di storia antica, medievale, moderna e contemporanea; b) studi di arte; c) biografie di Imolesi illustri nelle scienze, lettere ed arti; d) 1. schede biografiche e bibliografiche; 2. transunti di atti e documenti di particolare interesse per la storia locale; 3. almanacco di schede ordinate a calendario e rievocanti fatti di cronaca imolese dei secoli passati; e) carteggio riferentesi alle sue ricerche di studioso. ». Inoltre, Mancini indica la presenza di tre nuclei di documentazione su tre temi rilevanti per la storia imolese, corrispondenti a studi di Galli rimasti inediti: i Longobardi a Imola, la signoria degli Alidosi, il vescovo Maria Mastai Ferretti.
Il fondo è stato sottoposto a un incisivo intervento di riordino dopo il 1955 dallo stesso Mancini, direttore della biblioteca comunale dal 1953 al 1978. Segni concreti dell'intervento di riordino di Mancini sono riscontrabili anche in alcune caratteristiche dei materiali utilizzati per il condizionamento, oltre che nella presenza della sua grafia nell'intitolazione di alcuni fascicoli. Per l'etichettatura delle buste è stato usato un modello di etichetta del 1955 e per il condizionamento di alcuni fascicoli (in particolare, nella serie "Corrispondenza" a nella sottoserie "Il card. Giovanni Maria Mastai Ferretti vescovo di Imola : contributo di notizie e documenti per una biografia di Papa Pio 9"), sono state usate delle camicie azzurre di recupero, sul cui retro compaiono nomi che, in parte, è stato possibile individuare nei mittenti di Andrea Costa del fondo "Carte Andrea Costa", fondo riordinato sempre da Mancini nel 1953-1954.
L'ordinamento fisico in cui si presenta la documentazione rispecchia solo in minima parte la descrizione riportata da Mancini nella sua pubblicazione del 1955 e si articola in 29 buste di fascicoli originali e non originali: 16 buste numerate (contenenti studi di storia e arte, regesti, trascrizioni ed estratti, fotografie, carteggio), 2 buste denominate "Personaggi illustri" (schede biografiche), 6 buste denominate "Imolesi illustri" (schede e documenti sulla biografia di imolesi celebri), 4 buste denominate "Morsetti" (schede di regesti), oltre a 1 busta di schede e appunti vari e 1 pacco di clichés di stampa.
Mancini aveva raccolto la maggior parte della documentazione in 16 buste contenenti "studi di storia antica, medievale, moderna e contemporanea; studi di arte; transunti di atti e documenti" (recuperando la descrizione data nella sua pubblicazione del 1955), fotografie, carteggio e schede, accorpati secondo un ordine tipologico e tematico. Egli aveva poi organizzato cronologicamente la documentazione relativa agli "studi di storia" prendendo a riferimento i tre studi più importanti di Galli contenuti nel fondo: lo studio sui Longobardi, quello sugli Alidosi e quello su papa Pio IX e il Risorgimento.
La sottoserie dei "Personaggi illustri" non compare così indicata in nessuna fonte documentaria consultata sul fondo Galli. Anche nella pubblicazione di Mancini del 1955 si parla genericamente di schede biografiche. S'ipotizza che sia stato Mancini, durante il suo intervento di riordino del fondo, ad aver condizionato queste schede in fascicoli, in base alla lettera inziale dell'intestazione delle schede, nell'intenzione di creare una sottoserie parallela a quella degli "Imolesi illustri", per ricomprendervi principalmente tutta la documentazione relativa a uomini illustri non imolesi.
La sottoserie "Imolesi illustri" è una serie formata da Romeo Galli. L'interesse di Galli per la vita di imolesi che si erano distinti nei campi della cultura e della politica era sempre stato insito nella sua vita di studioso e ricercatore della storia imolese, oltre che di cittadino insigne di Imola. Un impulso alla sedimentazione di questa serie è individuabile anche nella collaborazione di Romeo Galli con Serafino Gaddoni, dal 1927, per la stesura di un elenco di imolesi illustri per l'enciclopedia Treccani (serie "Imolesi illustri", fasc. n. 402 "Gaddoni padre Serafino"), per cui Galli scrisse poi le voci sulle famiglie "Alidosi di Imola", "Bufferli", e "Braschi di Cesena" (serie "Trascrizioni, estratti e regesti", fasc. "Famiglia Alidosi e storia di Imola durante il dominio alidosiano"; serie "Corrispondenza", fasc. "Voci per l'Enciclopedia italiana Istituto Giovanni Treccani"). Nel verbale di consegna del direttore della Biblioteca comunale di Imola uscente, Romeo Galli, al nuovo direttore Stelio Bassi, del 22 marzo 1939, (Bim, ABCI, Corrispondenza, 1939, n. 22, pos. 1), sono elencati uno "schedario degli illustri imolesi" e uno "schedario dei musicisti, cantanti, ecc. imolesi", il che dimostra come questi schedari fossero già presenti in biblioteca prima del dono del resto dell'archivio da parte del figlio nel 1949, in quanto Galli li utilizzava come strumento quotidiano di lavoro. Lo "schedario degli illustri imolesi" è citato anche nel verbale di consegna dalla direttrice reggente Marina Marani al suo successore Mancini nel 1953 (Bim, ABCI, Corrispondenza, 1953, n. 35, pos. 1). Nella pubblicazione di Mancini del 1955 sono citate "biografie di Imolesi illustri nelle scienze, lettere ed arti". E' presumibile pensare che questo schedario sia sempre rimasto in biblioteca, pur essendo poi stato compreso nel fondo "Carte Galli", e utilizzato come strumento di lavoro anche dai successori di Galli, che lo consultarono e lo incrementarono. L'intervento di ordinamento della sottoserie in fascicoli non originali è da attribuirsi a Fausto Mancini, che vi lavorò fino al 1978. Infatti, nella sua relazione come direttore del 1978, relativa agli interventi svolti sui fondi conservati in biblioteca, si parla anche del fondo Galli, su cui si dice che è stata portata a termine la "catalogazione (schede e carpette) degli imolesi illustri" (Bim, ABCI, Corrispondenza, 1978, n. 2, pos. 2). La presenza di fascicoli su imolesi la cui vita e il cui decesso trapassano anche di molti anni la morte di Romeo Galli è un'ulteriore testimonianza di incrementi successivi alla serie.
Nella serie degli "Imolesi illustri", oltre alla mano di Fausto Mancini, è possibile anche riscontrare un intervento di Amedeo Tabanelli, direttore della biblioteca comunale dal 1949 al 1952, e già aiuto bibliotecario di Galli dal 1929, limitatamente alla presenza in alcuni fascicoli di schede scritte con la sua grafia. In generale, l'intervento di Tabanelli su tutto il fondo sembra essere limitato alla saltuaria presenza di schede di appunti e regesti di sua mano, in particolare relativi alla storia degli Alidosi, forse da attribuirsi proprio agli anni in cui collaborava con Galli come aiuto bibliotecario.
Similmente a come è stato fatto per lo schedario degli "Imolesi illustri", riorganizzato e ricondizionato in fascicoli, un altro incisivo intervento di riordino è quello su altri schedari presumibilmente presenti in origine fra le carte del fondo, almeno da quanto traspare dall'elevato numero e dalle varietà tipologica delle schede contenute in tutto il fondo. Lo strumento dello schedario doveva essere uno di quelli preferiti da Romeo Galli, che ne doveva avere creati diversi (schede biografiche, bibliografiche, schede con riferimenti documentari, annotazioni storiche, schede di regesti, estratti e trascrizioni). Infatti, in un documento relativo all'incameramento del fondo Galli in biblioteca si parla genericamente di "schedari" (Bim, ABCI, Corrispondenza, 1949, n. 31, pos. 5). Attualmente un elevato numero di schede si trova nei fascicoli in cui è strutturato il fondo, suddivise in base all'argomento a cui si riferiscono. Gli unici schedari che sembrano essere stati mantenuti intatti dall'intervento di riordino sono l'"Almanacco" (cfr. serie "Schede di avvenimenti sulla storia di Imola"), schede ordinate a calendario su fatti di cronaca imolese, e le schede raccolte in raccoglitori della serie "Schede di regesti". La presenza di un importante schedario di regesti è già indicata in altri documenti e in alcune pubblicazioni relative alla biografia di Galli: Giuseppe "Cita" Mazzini nella pubblicazione commemorativa Romeo Galli 1872-1945 (1945) parla di uno "schedario di atti dal 1300 al 1500"; in un verbale del 1949 della Biblioteca comunale si legge di uno "schedario di regesti di atti d'archivio" (Bim, ABCI, Libro verbali, 1941-1955, n. 114, seduta del 27 maggio 1949); nella relazione del direttore Amedeo Tabanelli del 1950 si elenca anche la presenza nel fondo Galli di un "gran numero di 'regesti' d'archivio, raccolti in schedario" (Bim, ASCI, Carteggio amministrativo, 1950, b. D0285, fasc. 07); Antonio Toschi, nella pubblicazione Romeo Galli: bibliotecario e storico (1950) riferisce di uno schedario "frutto di lunghi e pazienti spogli d'archivio, che raccoglie dati e notizie storiche imolesi dal 1300 al 1600".
È da segnalare, infine, che durante l'intervento di Mancini sul fondo sono state attribuite ad alcuni fascicoli delle segnature, manoscritte a matita sulla camicia. Una è costituita da due numeri in cifre arabe, il primo dei quali definito "cart." ("cartone" su alcuni fascicoli): il primo dei due numeri individua l'unità di condizionamento, il secondo l'unità archivistica. Il diretto riferimento è chiaramente ai ventitre cartoni in cui era contenuto il materiale nel 1955, come indicato da Mancini nella sua pubblicazione di quell'anno: le segnature riscontrate, infatti, vanno dal "cart. 1" al "cart. 23". È plausibile ipotizzare che tale segnatura sia stata apposta su alcuni fascicoli al momento del primo trattamento del materiale documentario, dopo il 1955. Su alcuni fascicoli compare una seconda tipologia di segnatura, sempre manoscritta sulla camicia, costituita da un numero romano e un numero arabo. L'assegnazione delle segnature riguarda solo la minor parte dei fascicoli e su ciascuno di questi fascicoli si può trovare solo una delle due o possono essere presenti entrambe. Sembra di poter anche affermare che la segnatura che si riferisce al numero di cartone sia stata la prima a essere apposta. È stato possibile riscontrare una certa corrispondenza fra le due segnature. La quasi totalità dei fascicoli individuati da un dato numero di cartone è accomunato anche dallo stesso numero in cifre romane ed è, inoltre, possibile riscontrare anche una certa ricorrenza tematica e tipologica nei fascicoli che presentano la stessa segnatura: per esempio, al cartone 4 corrisponde il n. XIV, con contenuto di "genealogie"; al cartone 6 corrisponde il n. XX, con contenuto di "studi di arte"; al cartone 12 corrisponde il n. XXI, con contenuto di "fotografie".
L'aspetto che il fondo assunse dopo l'intervento di riordino di Mancini è quello descritto nell'elenco di consistenza compilato nel 1997, a seguito della ricognizione del fondo. Nel 1994 è stato anche redatto l'elenco alfabetico degli "Imolesi illustri", a cura di Marco Mazzotti.
In conclusione, si può affermare che gli interventi, più o meno incisivi sul fondo "Carte Galli" di Amedeo Tabanelli e di Fausto Mancini, indirizzati sia al riordino del fondo, ma anche all'incremento e integrazione di alcune serie, in particolare degli "Imolesi illustri", denotino una volontà non limitata solamente alla conservazione, ma anche alla fruizione del fondo stesso. Questi interventi, protratti a lungo negli anni, fanno trasparire la volontà di non considerare il fondo "chiuso" dopo la morte di Galli, ma di mantenerlo "vivo", proseguendo le ricerche di Galli studioso ed erudito nell'operato dei sui successori. La presenza nel fondo di un fascicolo sulla "Commemorazione nel X anniversario della morte" (1955), formato presumibilmente da Fausto Mancini raccogliendo documenti provenienti da altri archivi, sottolinea la volontà di rendere questo fondo come una sorta di monumento di carte a Romeo Galli.

modalità di acquisizione
L'archivio delle carte di Romeo Galli fu donato alla Biblioteca comunale di Imola dal figlio, Romeo Galli jr., in due momenti, secondo quanto afferma Fausto Mancini (I fondi speciali manoscritti della biblioteca comunale di Imola, 1955): una prima parte nel 1949 e una seconda nel 1953.
Del secondo dono non sono state trovate altre notizie che lo confermino. Del primo dono, invece, si trovano notizie nell'archivio della Biblioteca comunale di Imola (cfr. storia archivistica): la prima è una lettera del 19 maggio 1949, inviata al sindaco di Imola, che ha per oggetto il dono delle carte di Romeo Galli (Bim, ABCI, Corrispondenza, 1949, n. 31, pos. 5).

strumenti di ricerca
Elenco alfabetico della serie "Imolesi illustri", a cura di Marco Mazzotti, 1994.
Ricognizione del fondo, con la stesura del relativo elenco di consistenza, 1997.
Elenco delle intestazioni delle schede della serie "Personaggi illustri", a cura di Antonella Campana, 2003.

bibliografia
Mazzini Giuseppe "Cita"Romeo Galli 1872-1945, Imola, Tipografia Galeati, 1948
Toschi AntonioRomeo Galli: bibliotecario e storico, in «"Galli Romeo, Medaglie imolesi"», Imola, 2001, pp. 9-11
Mancini FaustoI fondi speciali manoscritti della biblioteca comunale di Imola, in «"Studi romagnoli"», Faenza, 6 (1955), p. 114

Carte e libri di Andrea Costa, a cura di Paola Mita, Imola, La Mandragora, 2001

informazioni redazionali
Inventario a cura di
Federica Cavina (Archimemo), 2012

realizzato per
Comune di Imola, con il contributo finanziario di Legacoop Imola, in occasione del centenario della fondazione della Federazione Circondariale delle Cooperative di Imola (1911-2011), 2012

Intervento redazionale a cura di
IBC - Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna, 2012