L'archivio della Provincia di Romagna riflette il funzionamento dell'organismo, affine a quelli altrove esistenti nei vicariati, che raccoglie le comunità soggette alla giurisdizione del Commissario, in relazione ai loro obblighi e diritti collettivi. Raccoglie i partiti dei loro sindaci; i libri della ragione, mandati e memorie del loro camerlengo, correlati alle spese comuni; materiale relativo alla gestione delle carceri e ai "prigioni miserabili" che vi confluivano da tutto il territorio.
espandichiudi
Tra le principali competenze del Capitano/Commissario di Castrocaro, fin dalla sua istituzione all'inizio del XV sec., era l'amministrazione della giustizia civile e criminale. Dunque, abbiamo libri civili e criminali. L'articolazione interna delle serie relative a questa parte e la tipologia dei pezzi subiscono nel tempo un'evoluzione che è piuttosto agevole seguire, spesso anche sulla scorta della coeva legislazione archivistica del governo toscano. Se all'inizio troviamo misti gli atti civili e criminali, ricevono poi una immediata attuazione la Circolare del 23 marzo 1544, che dispone l'impianto di due serie separate di registri, più piccoli per la stesura delle sentenze e la registrazione delle pene pecuniarie, di grande formato per "Inquisizioni, Inventari del fisco, Rapporti, Accuse e Notificazioni", e il Bando dell' 8 luglio 1545, che impone per gli archivi dei giusdicenti la separazione del settore criminale da quello civile. (3) Infatti dal settembre del 1544 compaiono "Libri di sentenze e multe" -destinati a rimanere pezzi isolati, oppure ad essere rilegati alla fine del mandato nelle rispettive filze ma concepiti anch'essi come unità autonome- (4), mentre dalla fine del 1545 il Civile e il Criminale sono nettamente distinti (5). Slitta invece avanti nel tempo rispetto alla disposizione del 1537 la redazione di libri a parte per gli affari giudiziari delle Bande (6), motivata dal fatto che i descritti nelle Bande, cioè i volontari della Milizia Toscana, godevano di particolari privilegi quali agevolazioni tariffarie e dilazioni in caso di contumacia, ...(7). La distinzione tra cause dei descritti e dei non descritti compare dal 1548-49, ed è pienamente documentata dal 1549 (8). Inoltre nel 1562-63 trovano applicazione le circolari del 9 luglio 1548 e del 20 marzo 1551, che ordinano la formazione di "Bastardelli dei testimoni" per le testimonianze assunte ex officio (9). Sempre a proposito dei Criminali, va rilevato che a partire dal 1547 nelle filze figurano sezioni distinte per i procedimenti "straordinari" (10), che dal 1579 sono raccolti in pezzi a sè definiti "Criminali per lo straordinario" o "per il notaio di Guardia" (11). Dell'ultimo ventennio del XVI secolo si hanno quindi per ogni Commissario cinque libri: un Civile e ben quattro Criminali, due ordinari e due straordinari rispettivamente per i descritti e i non descritti. Questa prassi continua fino all'ottobre del 1718; dal novembre dello stesso anno si torna a tre soli pezzi per ogni mandato, infatti nella risposta a Pompeo Neri più volte citata si parla di "scritture che esistono nei respettivi banchi del giudice, cavaliere e notaio" come di "un civile e due criminali" (12). Per la quasi totalità dei pezzi - a parte qualche vero e proprio registro, per lo più di sentenze- è stata mantenuta la dizione "filza": rilegati allo scadere della carica del rettore, i Civili si presentano come un insieme di quaderni, che spesso conservano ciascuno la propria cartulazione originaria affiancata da un'altra complessiva, mentre i Criminali si articolano in genere in un registro iniziale (il "Libro di querele e denunzie"), seguito da fascicoli di atti, lettere, fedi e da un registro finale di sentenze, il quale a volte ha ancora la sua originale copertina membranacea; al momento della rilegatura, in moltissimi casi sono state strappate, tutte o parzialmente, le carte del registro iniziale rimaste bianche, che in precedenza erano state regolarmente numerate. La consistenza numerica della serie ha subito nel corso dei secoli una riduzione, che è possibile quantificare e seguire passo passo attraverso il confronto con gli antichi inventari. Nell'inventario del 1636 si partiva da un Civile del 1405 (13) e, rispetto alla situazione odierna, figuravano in più 11 pezzi per il periodo 1405-1464 e 15 degli anni compresi tra il 1486 e il 1500 (14), prescindendo da alcune attuali lacune di minore entità che saranno via via segnalate. Un secolo dopo Gaetano Mazzini conteggiava 69 libri civili e criminali per il periodo 1407-1544 (sottolineando però che il suo computo doveva essere accolto "salvo sempre ogn'errore che potesse esser stato causato dalla dificultà d'intendere tali scritture antiche e dalla confusione in cui erano posti"), 167 civili e 573 criminali dal 1544 al 1742 (15). Nel 1781, dopo aver annotato l'esistenza di "più e diversi Civili, e Criminali, principianti dall'anno 1408 al 1489, mancanti in qualche parte, e legati in ammasso con fune, come vedesi al primo Scafale, segnato di n.1, a mano destra", il cancelliere sindacatore Mariano Romagnoli apriva il suo inventario delle "Filze de Signori Commissari" dal 1490 con gli atti di Onofrio Acciaioli: allora come nel 1827, rispetto ad oggi erano ancora presenti i libri relativi al suddetto Commissario Acciaioli e a Puccio Pucci, Mancino Sostegni, Giovanni Antonio Carnesecchi, Gherardo Sernigi, Pirrino Luca Alberti, Lorenzo Salviati, Piero Malegonelli, Cristoforo Amadori e Nicolò Sacchetti (16). All'inizio dell'ottocento non si registrava più il pezzo corrispondente a Marco Niccolini, che ricompare però come n.1 dell'inventario del 1838 (17) Nella stesura dell'attuale inventario si è data alla serie una scansione interna impostata su quelli precedenti, distinguendo gli atti dei Capitani di Castrocaro e di Terra del Sole -complessivamente 807 pezzi, dal 1473 all'ottobre del 1772- da quella dei Vicari -11 pezzi, per gli anni 1772-84-, e infine dei Podestà -41 pezzi, che coprono gli anni 1784-1838 ca.-. Queste ultime due parti non riguardano più l'intero territorio della Provincia, soppressa formalmente nel 1776, ma le terre circostanti la Comunità di Terra de sole e Castrocaro. Alle 4 serie degli atti civili e criminali ne seguono alcune, numericamente meno consisitenti, sempre legate all'amministrazione della giustizia (18). Sono stati ricompresi in questa descrizione una miscellanea e alcuni documenti relativi all'amministrazione del territorio di Rocca San Casciano: si tratta di carte rinvenute in alcuni contenitori degli atti civili e criminali, così come predisposti nel corso del primo riordino eseguito dall'archivista Anna Maria Dal Lauro.
(1) Marzi, op. cit., p. 302; la notevole consistenza numerica delle serie giudiziarie all'interno degli archivi toscani preunitari della Romagna fiorentina è messa in risalto anche in altri articoli dello stesso autore, frutto dei sopralluoghi compiuti alla fine dell' Ottocento: ad esempio per Modigliana, Idem., "Documenti per la storia della Romagna Toscana", in "Rivista delle biblioteche e degli archivi", 1899, pp. 99-100, e per Galeata, Idem, Di alcuni archivi della Romagna Toscana, in "Archivio Storico Italiano", vol.X, 1892, p. 362 (sempre per Galeata, v. Orlandelli, op. cit., pp. 134-39). Per un quadro complessivo vedi anche "Guida degli Archivi Storici Comunali dell'Emilia Romagna. Provincia di Forlì". (2) Alcuni pezzi hanno perso la copertina membranacea, e spesso non da breve tempo se l'inv. 1636 cit. segnalava già un discreto numero di libri "senza coperta". (3) Prunai, op. cit., pp. 8-9. (4) crf. n. 42 (5) Cfr. nn. 44 e 46. Del resto la giustizia civile e quella criminale venivano amministrate in luoghi diversi, rispettivamente nella sala della "Prima Audienza" o "Audienza pubblica", a piano terra a sinistra dell'ingresso del palazzo, e nella sala della "Seconda Audienza", dal lato opposto, Donatini, op. cit., p. 186. (6) Prunai, op. cit., p. 8 (7) Donatini, op. cit. pp. 219-220 (8) Cfr. nn. 50 e 53, ma ancora meglio nn. 54 e 56. I Criminali dei Descritti portano, nelle cc. finali, annotazioni di tipo particolare: il cosiddetto "riscontro" da parte di un cancelliere delle Bande; cfr., ad es. n. 121, f. che si chiude in data 26 aprile 1568 con riscontro di Tarquinio di messer Antonio Romei del 22 maggio, oppure n. 150, f. che si chiude in data 31 maggio 1575 e porta, a c. 1448r, il riscontro in data 11 giugno, o ancora n. 253, su cui a c.962v si legge "Registrato per me Giovan Battista Barbieri da Montopoli cancelliere sostituto del sig. Auditore delle Bande questo dì 8 di ottobre 1597". (9) Prunai, op. cit., p. 12; cfr. nn. 103 e 104, rispettivamente con "Il quaderno de' testimoni ex offitio per causa de descritti", seguito da "Quaderno de' testimoni examinati ad instanza delle parti", e "Testimoni ex offitio per conto di non descritti". (10) Cfr. n. 53 (con "Acta extraordinaria") e n. 63 (con "Sententie delle Bande. Extraordinarie"). (11) Cfr. nn. 167, 173, 177 e 178. (12) Asfi, 1748 parte I cit, c. 8r. (13) Inv. 1636 cit., c. 18v: n. 479. (14) Ibidem, cc. 18v, 19r; oltre al già citato n. 479, si tratta dei nn. 472, 471, 463, 480, 482, 470, 467, 464, 481 e 468 relativi al periodo 1405-1464, e precisamente agli anni 1405, 1407, 1413, 1418, 1431, 1436, 1448, 1453, 1459, 1461 1 1464, e poi dei nn. 486, 483, 466, 474, 478, 487, 488, 484, 465, 485, 469, 490, 473, 489 e 477, che coprivano gli anni 1486-1491, 1493, 1495, 1497, 1499 e1500, almeno per il primo semestre. Per i nomi dei capitani e le date dei loro mandati semestrali, v. ASFi, Tratte 65 cit. nonchè: Tratte 66. Estrinseci 1408-1418; Tratte 67. Registrum extrinsecorum a 1418 ad 1456; Tratte 68. Registrum estrinsecorum 1455 ad 1475; Tratte 69. Registrum estrinsecorum 1472-1491; Tratte 70. Estrins. 1489-1508. (15) ASFi, 1746, parte II cit., c. 48r e v: il cancelliere evidenzia le lacune, tra cui quella relativa agli anni 1517-20; fa notare inoltre che esistono libri di sentenze staccati dalle rispettive filze e diversi quaderni sciolti, cosa già evidente nell'Inv. 1636 cit. (16) Vedi serie "Inventari", n. 4, fasc. 1781 e fasc. 1827. I commissari citati entrano in carica rispettivamente il 1° aprile e il 1° ottobre 1490, il 1° ottobre 1491, il 1° aprile 1493, il 1° ottobre 1496, il 1° aprile 1497 e il 9 novembre dello stesso anno, il 9 maggio e l'8 dicembre 1499, e l'8 giugno 1500, ASFi, Tratte 70 cit. (17) V. serie "Inventari", n. 4, fasc. 1827 e inv. 1838 cit. (18) V. nota 9.
criteri di ordinamento L'ordinamento e l'inventariazione del fondo risalgono alla fine degli anni 80 dell'ultimo secolo e rispecchiano sostanzialmente i criteri descrittivi assegnati dall'archivista che l'ha riordinato e descritto nella pubblicazione Un archivio toscano in Romagna a cura di A.M. Dal Lauro, Analisi, 1989. Nell'intervento successivo del 2002 l'archivista Brunella Garavini ha raffinato la descrizione delle prime 2 serie degli atti civili e criminali creando delle sottounità archivistiche che descrivono le varie sezioni che compongono ciascuna filza mantentenendo tutte le altre descrizioni originali. Altre modifiche, rispetto al primo intervento, sono invece state effettuate a livello di struttura nel corso del presente riordino: nel fondo relativo alla Provincia di Romagna sono state inserite tutte le serie relative agli Atti civili e criminali, che nell'inventario della Dal Lauro costituivano una sezione a parte.
Si riportano di seguito le abbreviazioni utilizzate nell'inventario del 1989 e mantenute anche per la descrizione di questo fondo.
ASFi: Archivio di Stato di Firenze b/bb: busta/e clcc.: carta/e ca.: circa cart.: cartaceo/a cartul.: cartulazione cfr.: confronta cit.: citato/a cop.: copertina c.s.: come sopra esc.: escatocollo f/ff.: filza/e fasc/fascc.: fascicolo/i membr.: membranaceo/a n/nn.: numero/i op. cit.: opera citata p/pp.: pagina/e prot.: protocollo q/qq.: quaderno/i r: recto reg/regg.: registro/i rep/repp.: repertorio/i s.d.: senza data s.l.: senza luogo sec/secc.: secolo/i segg.: seguenti v: verso V.: vedi vol/voll.: volume/i
Segue una parte dell'introduzione originale alle serie degli Atti civili e criminali che Anna Maria Dal Lauro scrive nel suo inventario.
"Per quanto riguarda le serie degli atti civili e criminali si è mantenuta l'impostazione già presente nei precedenti strumenti di corredo, distinguendo gli atti dei Capitani di Castrocaro e di Terra del Sole (complessivamente 807 pezzi) dal 1473 all'ottobre del 1772, da quella dei Vicari (11 pezzi) per gli anni 1772-1784-, e infine dei Podestà (41 pezzi), che coprono gli anni 1784-1838 ca. Alle serie degli atti civili e criminali ne seguono alcune, numericamente meno consisitenti, sempre legate all'amministrazione della giustizia (1). Fino al n. 787 (aprile 1747) si è rispettata l'abitudine di datare secondo lo stile fiorentino."
(1) Prunai, op. cit., p. 12; cfr. nn. 103 e 104, rispettivamente con "Il quaderno de' testimoni ex offitio per causa de descritti", seguito da "Quaderno de' testimoni examinati ad instanza delle parti", e "Testimoni ex offitio per conto di non descritti".
informazioni sul contesto di produzione "Nel 1542 fu inviato a Castrocaro da Cosimo I con la carica di capitano e commissario un personaggio di spicco, uomo di lunga pratica nel governo del dominio: Luigi Guicciardini, fratello di Francesco. (...) A Castrocaro il Guicciardini sembra avere svolto un incarico straordinario: quello di progettare la riorganizzazione istituzionale della "provincia" della Romagna fiorentina. Terra di frontiera mal raggiungibile da Firenze, e perciò mal governabile; dai confini labili, perchè senza fondamenti naturali; portata naturalmente a gravitare verso i centri della pianura pontificia ben più che oltre l'Appennino, verso la lontana Dominante. Terra travagliata dal banditismo e da lotte di fazione, della cui potenzialità eversiva non era stato difficile accorgersi allorchè, pochi anni prima, il fuoriuscitismo repubblicano aveva trovato, proprio a Castrocaro, spazio ed appoggi (1). L'espressione "Provincia di Romagna" non era nuova. Già gli statuti di Firenze del 1415 (2) parlavano di un "Capitaneus Castricari et Provinciae Florentiae in partibus Romandiolae". Attribuivano dunque una unità al territorio assoggettato oltre l'Appennino, identificandone il polo nel castello più lontano, situato allo sbocco della Valle del Montone nella pianura, lungo la strada che da Firenze conduceva a Forlì. L'idea della "provincia" era implicitamente presente anche nel 1499 allorchè, di fronte alla minaccia borgiana, fu istituito con sede sempre a Castrocaro, un "Commessarius generalis Romandiolae" con i larghi poteri giurisdizionali, militari, politici prorpi della figura commissariale (3)."*
"La principale competenza del Capitano/Commissario di Castrocaro è, dalla sua istituzione all'inizio del XV secolo, l'amministrazione della giustizia civile e criminale, per assolvere la quale competenza il 'Capitaneus Castri Cari et province florentine in partibus Romandiole habet et retinere debet I notarium militem socium prtaticum atque probum, I alium notarium praticum atque probum', oltre a III domicellos et XVIII famulos armigeros atque in armis aptos et VI equos bonos et sufficientes' (4). Nel Quattrocento per i suoi poteri il titolare di questo Capitanato di confine (che, non va dimenticato, è amministratore pure in campo civile) è assimilabile ai Vicari, avendo come loro giurisdizione criminale piena 'in cognoscendo, inquirendo et procedendo in et de quibuscumque maleficiis vel delictis aut excessibus...liberum arbitrium, potestatem atque baliam et merum et mixtum imperium, et gladii potestatem...'. (5)."**
"Le misure del Guicciardini, dunque, non istituirono la Provincia, bensì comportarono l'aggregazione stabile di un territorio più ampio, ed una salda organizzazione degli strumenti giurisdizionali. In una lunga relazione inviata al Duca (6) egli suggeriva in primo luogo il rafforzamento della corte commissariale. Il commissario di Castrocaro avrebbe dovuto condurre con sè, oltre al seguito consueto, un "giudice dottorato et suffitiente del Dominio di Sua Eccellentia et uno notaio del Giudice, come si costuma nelli altri luoghi principali di quello". Il giudice in qualità di esperto avrebbe dovuto essere il vero garante del corretto svolgimento delle cause, che avrebbe dovuto "conoscere" in campo civile e penale. La sua presenza avrebbe consentito di attribuire alla corte di Castrocaro anche la funzione di tribunale civilie di primo appello per le cause giudicate da "gli altri Rettori della Provincia di tutta la Romagna", estesa nel progetto del Guicciardini, al di là del capitanato di Castrocatro con le podesterie, già sottoposte, di Galeata e Tredozio, ai capitanati di Marradi e Palazzuolo e di Val di Bagno, nonchè alle podesterie di Modigliana e di Portico con i banchi di Dovadola, Premilcuore, Rocca S.Casciano, Sorbano e Montalto. Solo per le sentenze di primo e secondo grado emesse dal Commissario stesso si doveva prevedere la possibilità di appellarsi a Firenze. (...) Inoltre, come già avveniva in altre aree periferiche, anche in Romagna, secondo Guicciardini, i notai che tradizionalmente tenevano "ragione" nei centri minori, quali Dovadola, Galeata, Sorbano, Tredozio, non dovevano più essere eletti dalle comunità, bensì dal Capitano e Commissario di Castrocaro. E non soltanto per incrementare le entrate di quest'ultimo e consentirgli di fare fronte senza pubblico aggravio alla spesa del nuovo guidice e notaio, bensì perchè quegli eletti locali erano agli occhi del Guicciardini "persone deboli, et che non fanno rettamente l'ufficio loro, et non servono ordini o statuti". Essi amministravano la giustizia "con rispetto"; cercavano di "compiacere quelli che li hanno favoriti con danno et dispiacere delli altri". La stessa elezione locale era "causa di dividere li huominj et fare nimicitia fra loro, volendo favorire persone diverse". (...). Essenziale era, in ogni caso, oltre alla giurisdizione d'appello in campo civile, la larga giurisdizione penale del Commissario di Castrocaro nella provincia: esclusiva sui più diffusi crimini contro la stabilità del regime, l'ordine pubblico e la morale, "recetto delli sbanditi, bestemmie, giuochi et prohibition d'arme" e là "dove intervenissi in futuro ferite homicidij o tumulti"; con prevenzione nelle altre cause. Era questa la strada per creare davvero a Castrocaro un polo provinciale di rilievo, "equale a primi capitanati del dominio"; (...) "reggendosi principalmente ne' sopradetti casi per ordine d'un huomo solo di reputazione e di buon consiglio" la provincia, confinante "quasi per tutto con lo stato della Chiesa et altri luoghi forestieri (...) si ridurrà in cospetto d'ogni huomo in reputatione et governo tale che in ogni tempo sarà più sicura, più unita et più ferma a ogni pericolo et travaglio che potessi accadere, et manco esposta all' offese". Il progetto del Guicciardini fu convertito molto rapidamente in una provvisione emanata dal Senato dei Quarantotto il 23 agosto 1542 (7) con alcune modifiche di non grande rilievo. Non fu compresa nella "provincia" la Val di Bagno. Fu definito in modo più preciso e convincente l'ambito dei casi riservati al commissario: "fertie notabili, homicidij, cospirationi, assassinamenti di strade, tumulti di ragunate, ricepte di banditi e prohibitioni d'arme". A ciò furono aggiunte le cause per rottura di paci e tregue -strumento essenziale di intervento nelle lotte fazionarie" che comportassero pene superiori ai cento ducati. In campo civile furono fatte più concessioni al particolarismo romagnolo di quanto volesse il Guicciardini. Se fu conferita al tribunale di Castrocaro funzione di corte civile provinciale di primo appello, non fu tuttavia preclusa alle altre podesterie la strada alternativa di Firenze. La nomina dei notai destinati a reggere i banchi di Galeata, Tredozio e Montalto (non di Sorbano e Dovadola) fu attribuita al capitano per un solo anno, e fu quindi restituita ai podestà e alle comunità cui già spettava. Nulla disse invece la provvisione sul divieto ai Rettori di reclutare il loro seguito in Romagna. Negli anni successivi la corte di Castrocaro si trovò in condizioni di subalternità rispetto a Firenze e agli organi del governo granducale. Il Commisario fu tenuto a sottoporre gli atti relativi alle cause capitali ai Conservatori di Legge e poi agli Otto di Guardia e Balia, ad inviare copia di tutte le sentenze all'Auditore fiscale."*
"Dal 1542, con l'unione della Provincia di Romagna - unione 'totale', come è definita nella relazione a Pompeo Neri (8) -si ha un ampliamento dell'ambito territoriale a lui soggetto (9) e, poichè i casi 'spettavansi in concorrenza dei rettori di detta provincia alla cognizione del Capitano di Castrocaro', egli porta per giudice un dottore in legge, un notaio per il banco civile e due per il banco criminale (10). Gli obblighi del magistrato consistono in 'far fare ai respettivi ministri i processi criminali, quelli trasmettere compilati ai superiori di Fiorenza col voto del suo giudice, et a forma delle resoluzioni che di là ne vengono far procedere alle sentenze ed esecuzioni di esse, tanto nelle pene afflittive che pecuniarie, far seguire le paci e tregue fra li rissanti, eseguire e rispondere agl'ordini di Firenze, anzi de' magistrati di Firenze, sentenziare nelle cause civili, ricevere le prime appellazioni, che al di lui tribunale vengono portate da quelli degl'altri Rettori della provincia, far pagare li debitori delle casse de magistrati di Firenze e de' particolari e finalmente invigilare per la giustizia e pace di questi popoli' (11); e gli strumenti essenziali di lavoro sono il civile ed i criminali del suo predecessori 'oltre gli atti civili e criminali veglianti', affiancati dagli specchietti di condannati, ...libri di paci e tregue levate d'offese, ...leggi e bandi parte registrati in libri e parte sciolti...come pure alcuni libri di registro e di rassegne di famigli' (12). Sul piano civile gli atti testimoniano che al commissario spettavano competenze ampie: il materiale raccolto riguarda infatti anche l'ambito della fiscalità, della distribuzione e percezione della tassa del sale e di altre imposte dirette e indirette; comprende resoconti di visite di confine, che le comunità dovevano eseguire annualmente sotto il controllo del Commissario; relazioni sull'esecuzione di lavori pubblici; il commercio dei grani, della seta, dei coiami, le denunce del bestiame. Amministratori della giustizia, i Commissari erano dunque anche amministratori di fatto, dotati di larghi poteri di intervento nella vita locale."**
Nel 1542 il Senato dei Quarantotto di Firenze, su parere di Cosimo I, aveva emanato un'ordinanza secondo la quale la giurisdizione del Commissario generale comprendeva le seguenti località suddivise in 2 province: maggiore Castrocaro, Modigliana, Marradi e Palazzuolo; minore Dovadola, Tredozio, Montalto, Portico, Rocca S. Casciano e Galeata. Il conte Angelo Maria Goretti fu l'ultimo Commissario di Terra del Sole. Con la riforma dei tribunali del 30 settembre 1772, voluta da Pietro Leopoldo, lo stato toscano venne diviso in 41 vicariati e la giurisdizione di Terra del Sole fu incorporata in quello di Rocca S. Casciano con Portico, Premilcuore e Galeata (13), anche se troviamo in alcuni casi il Vicario che ha sede a Terra del sole. Il Capitano rimase in carica fino al 1579, anno in cui fu sostituito dal Commissario generale per il territorio della Romagna con sede nella nuova fortezza di Terra del sole, appena ultimata, come si può evincere anche dalla successione cronologica delle prme due serie del fondo Archivio civile e criminale. La "provincia" fu abolita nel 1776, allorchè dopo la riforma dei tribunali del 1772 essa era stata svuotata di gran parte dei suoi poteri. Marco Baccini fu l'ultimo Vicario; infatti dal 1784 al 1848 a Terra del Sole si insediarono soltanto dei Podestà con autorità puramente civile, mentre a Rocca S.Casciano, dopo la riforma giudiziaria del 2 agosto 1838, continuò a funzionare un tribunale collegiale di I istanza competente per le podesterie di Terra del Sole, Galeata, Modigliana, Marradi e Bagno (14).
* Tratto da E. Fasano Guarini, "La "Provincia di Romagna" nel Granducato di Toscana", in Un archivio toscano in Romagna. Inventario dell'Archivio storico preunitario di Castrocaro-Terra del Sole (1473-1859), a cura di A.M. Dal Lauro, Bologna, 1989 ** Tratto dall'introduzione al fondo dell'Archivio civile e criminale, a cura di Anna Maria Dal Lauro in Un archivio toscano in Romagna. Inventario dell'Archivio storico preunitario di Castrocaro - Terra del Sole 1473-1859, Bologna, Analisi, 1989 (Emilia-Romagna Biblioteche Archivi, 13).
Note (1) G. Mini, Illustrazione storica dell'antico castello di Castrocaro collegata ai principali avvenimenti delle città e castella d'Italia, Modigliana, 1889, p. 291 ss.. (2) Statuta populi et communis Florentiae publica auctoritate collecyta, castgata et praeposita a.1415, Friburgi, 1777-1781, II, p. 613. (3) E. Donatini, La città ideale fortezza della Romagna fiorentina, Ravenna, 1979, p. 141. (4) ASFi, Tratte 65. Estrinseci 1348-1408, c. 18r; il primo Capitano è "Lapus Iohannis Niccholini, 1403 die XXVIII novembris". Nella risposta a Pompeo Neri, si dà invece come primo capitano Maso di Bartolomeo dell'Alessandri, nel 1406, desumendo la denominazione da un libro di paci e tregue, ASFi, 1746, parte I cit., c.7r. (5) Antoniella, op. cit., pp. 382-83 (e per le variazioni territoriali del Capitanato di Castrocaro, Ibidem, pp. 186-393); Fasano Guarini, op. cit., 381. (6) L. Guicciardini, "Relazione sulla Romagna", senza data (ma 1542), copia con note di mano dell'autore, Archivio di Stato di Firenze, Strozziane, 29a serie n.86. (7) ASF, Senato dei Quarantotto, 5, c.10ss. (8) ASFi, 1746, parte I cit., c.7r (9) Antoniella, op. cit., p.393; Fasano Guarini, op. cit., pp. 396-97. (10) ASFi, 1746, parte I cit., c.7r; ASFi, Tratte 72. Registrum estrinsecorum dal 1530 al 1555, c. 12r: "Chapitaneus Castricari cum uno iudice doctorato, uno milite socio notario, uno alio notario, tribus domicellis..."; ASFi, Tratte 73. Registrum estrinsecorum dal 1556 al 1587, c.11r: "Capitaneus Castricari cum uno iudice, duobus notariis, quatuor berroovariis, duabus cavalcaturis". (11) ASFi, 1746, parte I cit., cc. 7v, 8r. (12) Ibidem. (13) Antoniella, op. cit., p.394. Donatini, op. cit., p.152: nel 1772 la fortezza di Terra del Sole viene disarmata e l'anno seguente i beni demaniali posti all'incanto e allivellati. (14) Antoniella, op. cit.. pp. 399-400; Donatini, op. cit., pp. 153, 164.
storia archivistica Nella seconda metà degli anni 80 del XX secolo il fondo fu trasferito dal palazzo municipale di Castrocaro al Castello del Capitano di Terra del Sole, dove oggi si conserva l'intero archivio storico del comune. Presso quella sede le carte furono riordinate dall'archivista Anna Maria Dal Lauro in collaborazione con Paola Zambonelli che ancora oggi è la responsabile dell'archivio storico. Da quell'intervento nacque la pubblicazione dell'inventario Un archivio toscano in Romagna a cura di A.M. Dal Lauro, Analisi, 1989, dove è presente anche la descrizione di questo fondo. L'archivio storico fu oggetto di un altro intervento di riordino ad opera dell'archivista Brunella Garavini, concluso nel 2002. Segue una parte dell'introduzione originale alle serie degli Atti civili e criminali che Anna Maria Dal Lauro scrive nel suo inventario.
"Per quanto riguarda le serie degli atti civili e criminali la consistenza numerica ha subito nel corso dei secoli una riduzione, che è possibile quantificare e seguire passo passo attraverso il confronto con gli antichi inventari. Nell'inventario del 1636 si partiva da un Civile del 1405 (1) e, rispetto alla situazione odierna, figuravano in più 11 pezzi per il periodo 1405-1464 e 15 degli anni compresi tra il 1486 e il 1500 (2), prescindendo da alcune attuali lacune di minore entità che saranno via via segnalate. Un secolo dopo Gaetano Mazzini conteggiava 69 libri civili e criminali per il periodo 1407-1544 (sottolineando però che il suo computo doveva essere accolto "salvo sempre ogn'errore che potesse esser stato causato dalla dificultà d'intendere tali scritture antiche e dalla confusione in cui erano posti"), 167 civili e 573 criminali dal 1544 al 1742 (3). Nel 1781, dopo aver annotato l'esistenza di "più e diversi Civili, e Criminali, principianti dall'anno 1408 al 1489, mancanti in qualche parte, e legati in ammasso con fune, come vedesi al primo Scafale, segnato di n.1, a mano destra", il cancelliere sindacatore Mariano Romagnoli apriva il suo inventario delle "Filze de Signori Commissari" dal 1490 con gli atti di Onofrio Acciaioli: allora come nel 1827, rispetto ad oggi erano ancora presenti i libri relativi al suddetto Commissario Acciaioli e a Puccio Pucci, Mancino Sostegni, Giovanni Antonio Carnesecchi, Gherardo Sernigi, Pirrino Luca Alberti, Lorenzo Salviati, Piero Malegonelli, Cristoforo Amadori e Nicolò Sacchetti (4). All'inizio dell'ottocento non si registrava più il pezzo corrispondente a Marco Niccolini, che ricompare però come n.1 dell'inventario del 1838 (5)."
(1) Inv. 1636 cit., c. 18v: n. 479. (2) Ibidem, cc. 18v, 19r; oltre al già citato n. 479, si tratta dei nn. 472, 471, 463, 480, 482, 470, 467, 464, 481 e 468 relativi al periodo 1405-1464, e precisamente agli anni 1405, 1407, 1413, 1418, 1431, 1436, 1448, 1453, 1459, 1461 1 1464, e poi dei nn. 486, 483, 466, 474, 478, 487, 488, 484, 465, 485, 469, 490, 473, 489 e 477, che coprivano gli anni 1486-1491, 1493, 1495, 1497, 1499 e1500, almeno per il primo semestre. Per i nomi dei capitani e le date dei loro mandati semestrali, v. ASFi, Tratte 65 cit. nonchè: Tratte 66. Estrinseci 1408-1418; Tratte 67. Registrum extrinsecorum a 1418 ad 1456; Tratte 68. Registrum estrinsecorum 1455 ad 1475; Tratte 69. Registrum estrinsecorum 1472-1491; Tratte 70. Estrins. 1489-1508. (3) ASFi, 1746, parte II cit., c. 48r e v: il cancelliere evidenzia le lacune, tra cui quella relativa agli anni 1517-20; fa notare inoltre che esistono libri di sentenze staccati dalle rispettive filze e diversi quaderni sciolti, cosa già evidente nell'Inv. 1636 cit. (4) Vedi serie "Inventari", n. 4, fasc. 1781 e fasc. 1827. I commissari citati entrano in carica rispettivamente il 1° aprile e il 1° ottobre 1490, il 1° ottobre 1491, il 1° aprile 1493, il 1° ottobre 1496, il 1° aprile 1497 e il 9 novembre dello stesso anno, il 9 maggio e l'8 dicembre 1499, e l'8 giugno 1500, ASFi, Tratte 70 cit. (5) V. serie "Inventari", n. 4, fasc. 1827 e inv. 1838 cit.
strumenti di ricerca - "Libro degli inventari delle scritture dell'Archivio della Cancelleria della Terra del Sole...e di suppellettili e masseritie del Palazzo de Sig. Commissario di Cancelleria e della casa del Cancelliere...", 1649 giu 1 - 1738, reg. 1, cc. 140, s.37 - "Libro delli inventari delle Scritture della Cancelleria della Terra del Sole, delle suppellettili, masserie etc. del Palazzo Pretorio e Casa del Cancelliere...", 1750-1772, reg. 1, cc. 126, s. 36 - "Libro dell'inventari dei signori vicario, notaio e cancelliere della Terra del Sole 1779 A", 1778-1805, reg. 1, cc. 70, s.8 - "Inventari antecedenti e a tutto l'anno 1831. Archivio della soppressa cancelleria di Terra del Sole", 1781-1831, fasc. 1, s.15 (il fasc. contiene nn. 14 inventari) - "Cancelleria di Terra dal Sole -Nuovo inventario dell'Archivio Comunitativo", 1838 ag.23, reg.1, cc. 184, s.43 - "Inventario delle così dette Filze - o volumi - giacenti nell'Archivio Comunale Vecchio di Rocca s. Casciano e appartenenti al Comune di Terra del Sole e Castrocaro", a cura di A. Sassi, 1908 dic. 13. - Anna Maria Dal Lauro, Un archivio toscano in Romagna. Inventario dell'archivio storico preunitario di Castrocaro Terme-Terra del Sole (1473-1859), 1989. Inventario; - Brunella Garavini, Inventario dell'Archivio storico comunale di Castrocaro Terme-Terra del Sole (1473-1960), 2002. Inventario.
bibliografia - Archivio di Stato di Firenze, I e R. Consulta. Filza 464, ins. 1. Filza 11° Archivi dei Tribunali Foranei al 1746 - A. Antoniella, Atti delle antiche magistrature giudiziarie conservsti presso gli archivi comunali toscani, in "Rassegna degli Archivi di Stato", XXXIV (1974, mag. - dic.) - E. Donatini, La città ideale. Fortezza della Romagna Fiorentina, Imola, 1979 - E. Fasano Guarini, Alla periferia del Granducato Mediceo: strutture giurisdizionali ed amministrative della Romagna Toscana sotto Cosimo I, in "Studi Romagnoli", XIX (1968). Guida degli Archivi Storici Comunali dell'Emilia- Romagna. - D. Marzi, Notizie su altri archivi della Romagna Toscana, in "Archivio storico italiano", vol. XV, 1895 - Idem, Notizie su altri Archivi della Romagna Toscana, ibidem, s. V, t. XV (1895). - Idem, Documenti per la storia della Romagna Toscana, in "Rivista delle bibilioteche e degli archivi", 1898-99 - G. Orlandelli, Gli archivi della Valle del Bidente, in "Studi Romagnoli", X (1959) - G. Prunai, Gli archivi storici dei comuni della Toscana, Roma, 1973 - A. Vasina, Cento anni di studi sulla Romagna. 1861-1961. Bibliografia storica, Faenza, 1962-1963 - G. Mengozzi, Cronache di Castrocaro e dintorni, Castelbolognese, 1978, Grafica artigiana. - G. Mengozzi, Castrocaro, storia e tradizioni, Castelbolognese, 1983, Grafica artigiana. - Romagna toscana. Storia e civiltà di una terra di confine, a cura di Natale Graziani, Le lettere, Firenze, 2001
codice interno: 624 - 001
informazioni redazionali
Revisione e integrazione dell'inventario dell'Archivio storico comunale di Castrocaro Terme e Terra del Sole (1473-1960), (a cura di Brunella Garavini - CAR , 2002) a cura di Gianni Borgognoni (Open Group), 2017
realizzate per Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna [L.R. 18/2000. Piano bibliotecario 2010. Intervento diretto]
Importazione da Sesamo Regesta.exe, 2015
Intervento redazionale a cura di Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Servizio biblioteche archivi musei e beni culturali, 2017