Raccoglie la documentazione prodotta e acquisita dal Comitato provinciale UDI di Bologna nel corso della sua attività. Le carte testimoniano l'impegno dell'Associazione nei campi dell'aborto e della salute femminile, della maternità e del consultorio, del divorzio e del diritto di famiglia, del lavoro e dell'occupazione, della pace e dell'emancipazione delle donne, della scuola.
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Ricca la documentazione sull'organizzazione interna dell'associazione, relativamente ai rapporti istituzionali con il comitato nazionale, con quello regionale, con i circoli della propria provincia e di altre province. Sono altresì documentate le attività congressuali e assembleari (locali e nazionali) dell'Associazione. Sono presenti anche documenti relativi alla Cooperativa Libera Stampa, dal 1969 casa editrice del periodico "Noi donne". Il fondo si compone principalmente di carteggi, volantini, letteratura grigia, testi di legge, documentazione preparatoria allo svolgimento di attività e rassegne stampa. Sono presenti documenti riprodotti fotostaticamente. È presente anche un archivio fotografico, formato da oltre 3.000 fotografie, frutto di donazioni da parte di singole attiviste o di commissioni, di studi fotografici e fotografi bolognesi, tra cui anche Enrico Pasquali 1. Tra il materiale extra-documentale è presente una raccolta del periodico "Noi Donne" (1953-1999), un fondo di manifesti (circa 300 pezzi) e un fondo sonoro (53 audiocassette, anni Settanta-Novanta) 2.
L'archivio conserva anche una ricca raccolta di documentazione a stampa. Si tratta di atti di congressi, convegni e conferenze, seminari e incontri promossi o partecipati da UDI, rassegne stampa a cura di UDI, periodici vari.
Note 1 Tra il 2017 e il 2018 l’archivio fotografico è stato oggetto di un intervento di ricognizione, ordinamento, conservazione, catalogazione e inventariazione ed è ora consultabile online nel sito Città degli archivi 2 Questi ultimi sono in corso di riordino, descrizione e inventariazione.
criteri di ordinamento L'archivio risulta odinato secondo diversi criteri, ciascuno omogeneo in ogni sua partizione. Ciò è dovuto alla storia archivistica del complesso documentale, al sedimentarsi della documentazione e ai diversi interventi di riordino effettuati dalla fine degli anni Ottanta ad oggi. Il subfondo "Storia" ha un ordinamento cronologico. I subfondi "Dalle origini all'XI congresso nazionale" e "Dall'XI congresso al 1991" sono ordinati secondo una griglia, definita "Titolario" organizzata in categorie e classi. I subfondi sono organizzati in serie e sottoserie. I subfondi "Carte Emanna Zappaterra" e "Carte Katia Graziosi" sono organizzati tematicamente. I sufondi sono suddivisi in raggruppamenti, quindi in serie ed eventuali sottoserie. Il subfondo "Documentazione a stampa" è organizzato per tipologia documentale e suddiviso tematicamente.
incrementi previsti Sono previsti ulteriori incrementi delle documentazione in virtù del prosieguo dell'attività del soggetto produttore.
storia archivistica L'XI congresso nazionale dell'UDI (Roma, 20-23 maggio 1982) non fu solamente un momento di svolta per la storia dell'istituzione, quando vennero azzerate le strutture preesistenti per ripartire su nuove basi organizzative e politiche, ma segnò anche un punto fondamentale per la salvaguardia del patrimonio documentario disseminato nella varie sedi in tutta Italia. Le donne dell'UDI acquisirono la consapevolezza dell'importanza del proprio patrimonio archivistico come testimone della propria storia e del ruolo svolto sino ad allora, per cui vennero avviati interventi di recupero e valorizzazione della storia dell’Associazione, proprio a partire dalla documentazione d’archivio. Le attività furono sostenute dai diversi Gruppi Archivio che si formarono all'interno delle tante sedi UDI sparse nelle penisola, preposti alla gestione e conservazione delle carte. Il primo archivio riordinato ed aperto al pubblico è stato l’Archivio Centrale dell’UDI (Roma), che nel 1987 ebbe il riconoscimento di bene di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica del Lazio. Nello stesso anno, una lettera a firma di Ermanna Zappaterra, Graziella Zavatti, Rita Grasso (esponenti del Gruppo Archivio di Bologna) alle attiviste bolognesi richiamava esplicitamente il progetto di organizzazione di un archivio nella sede locale (all'epoca in Via Zamboni) e invitava la cittadinanza a portare presso di essa il materiale disseminato nelle case e nei circoli delle tante militanti bolognesi. Tra i punti chave della lettera, veniva fatta menzione all'importanza di ricostruire la storia dell'Associazione, le vicende dell'emancipazione femminile e alla possibilità di conoscere quanto fatto dall'UDI da parte di chi non conosce il movimento. Furono avviati interventi di sistemazione di questo ingente corpus documentario, che terminarono nel 1991. Nel giugno di quell'anno l’Archivio venne dichiarato di notevole interesse storico della Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna e aprì le proprie porte al pubblico. Contemoraneamente furono avviati i primi interventi di sistemazione della documentazione successiva all'XI congresso nazionale, dal 1983 al 1990. Questa fu ordinata in fascicoli dalle stesse archiviste incaricate di riordinare l'archivio storico, Magda Abbati e Mirella M. Plazzi, che produssero nel 1994 uno specifico elenco di consistenza. Dal 1989 i comitati UDI dell'Emilia-Romagna, ognuno dei quali aveva avviato progetti di recupero e sistemazione del proprio patrimonio, diedero vita ad un coordinamento regionale tra gli archivi UDI. Presero parte a questa iniziativa gli archivi di Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Ravenna e Reggio Emilia. Venne quindi stipulata la prima convenzione con la Regione Emilia-Romagna, rinnovata nei trent’anni successivi e tutt’ora attiva, che riconosceva il valore del patrimonio storico conservato dalle associazioni nei rispettivi archivi e biblioteche. Nel 2001 il Coordinamento regionale tra archivi UDI, cui nel frattempo si era aggiunto il Centro Documentazione Donna, diventa “Rete regionale degli Archivi UDI dell’Emilia-Romagna”, che si costituisce formalmente in Associazione. Oggi la Rete ha sede a Bologna, Via Castiglione 24. Da un censimento del 2002 sugli archivi dell'UDI si rileva che l'Archivio di Bologna era allora composto da "222 buste (di cui fascicoli 957, registri 34 in bb. 88 costitutive dell’archivio “storico”, 1945-1982)", oltre ad un'ampia raccolta di "Noi Donne" e materiale speciale come fotografie, manifesti, periodici, registrazioni di testimonianze orali (1945-1994). Un successivo aggiornamento del 2012, a cura del Centro documentazione donna di Modena, quantifica la documentazione conservata in 82 metri lineari, non esplicitando la consistenza in unità di conservazioni quali le buste. L'Archivio era conservato dapprima presso la sede di Via Zamboni, poi in Via Castiglione 26, dove resta fino al 2010, quindi in Via Castiglione 24.
condizioni che regolano l'accesso La consultabilità è libera, a norma della legge sulla privacy.
lingua della documentazione Italiano
strumenti di ricerca Magda Abbati (Cooperativa Archivisti Ricercatori di Bologna), Archivio Udi Bologna. Inventario 1944- 1982), Bologna, 1991 [dattiloscritto].
Magda Abbati, Mirella M. Plazzi (Cooperativa Archivisti Ricercatori) (a cura di), Archivio UDI Bologna. Elenco dei fascicoli (1983-1990), Bologna, 1994.
strumenti di ricerca Guida agli Archivi dell'Unione Donne Italiane, a cura di Marisa Ombra, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione generale per gli archivi, 2002 https://retearchiviudier.it/images/archivio-digitale/Guida%20archivi%20UDI%202002.pdf
strumenti di ricerca Gli archivi dell'Unione Donne in Italia: censimento e aggiornamento, a cura di A cura del Centro documentazione donna, 2012 https://assarchiviudi.com/wp-content/uploads/2013/10/guida_22-luglio.pdf
Marta Magrinelli, Archivio fotografico dell'Unione donne in Italia (Udi) di Bologna Inventario (2018) https://www.cittadegliarchivi.it/bluejay-web/sec/11/213454
bibliografia
Archivi e reti femminili tra associazionismo e istituzioni: per una storia della Rete regionale archivi Udi Emilia-Romagna, a cura di Eloisa Betti, Caterina Liotti, in «Clionet», 2022, 147-220 Dossier https://rivista.clionet.it/sito/wp-content/uploads/d-2-123-Clionetn. 6-2022_volume_compressed.pdf http://id.sbn.it/bid/RAV2075766 Eloisa Betti, Marta Magrinelli, Genere, fotografia e storia negli archivi del secondo Novecento: il Fondo fotografico dell'Unione Donne Italiane (UDI) di Bologna, in «Clionet» https://rivista.clionet.it/vol2/betti-magrinelli-genere-fotografia-e-storia-negli-archivi-del-secondo-novecento/ http://id.sbn.it/bid/RAV2075766
Fare storia, custodire memoria, 1945-2015. I primi settant'anni dell'UDI, a cura di Vittoria Tola, Roma, Ediesse, 2016 http://id.sbn.it/bid/IEI0428584
Donne manifeste. L'UDI attraverso i suoi manifesti 1944-2004, a cura di Marisa Ombra, Milano, Il Saggiatore, 2005 http://id.sbn.it/bid/CFI0617455 Patrizia Gabrielli, La pace e la mimosa. L'Unione donne italiane e la costruzione politica della memoria (1944-1955), Roma, Donzelli, 2005 http://id.sbn.it/bid/LO11007393 Volevamo cambiare il mondo, Memorie e storie delle donne dell'UDI in Emilia Romagna, a cura di Caterina Liotti, Roma, Carocci, 2002 http://id.sbn.it/bid/RAV0934421
codice interno: 634 - 001
informazioni redazionali
Inventario a cura di Elena Musiani e Benedetto Fragnelli, 2024
realizzato per Rete regionale archivi UDI Emilia-Romagna
intervento redazionale a cura di Regione Emilia-Romagna - Settore Patrimonio culturale. Area Biblioteche e Archivi, 2024