- Nati, matrimoni, morti 1806-1814, 27 registri; - Tavole alfabetiche relative ai registri di stato civile 1806-1811, 3 registri; - Indice dei nati 1815, 1 registro; - Repertorio dei morti 1806, 1 registro; - Alloggi militari 1796-1800, 2 registri; - Tassa generale del ducato estense in uso alla vicereggenza di Novi 1773, 1 volume a stampa; - Libro dei consigli pubblici 1694-1739, 1 volume.
informazioni sul contesto di produzione Novi, citato come "Castrum Nove" in un atto dell'anno 979 firmato dal vescovo di Reggio, dalla cui diocesi dipendeva, assunse l'aspetto di una vera e propria fortezza nel XIII secolo. Nel 1387, l'imperatore Venceslao di Lussemburgo concesse il "Castello di Novi con casamento, territorio e valle" a Giberto Pio signore di Carpi e dopo la di lui morte, nel 1389, riconfermò l'investitura ai suoi figli. Il periodo della Signoria Pio, caratterizzata dall'indivisibilità del feudo, terminò ufficialmente nel 1530, quando l'imperatore Carlo V investì Alfonso I d'Este del comitato di Carpi, dietro il pagamento di centomila zecchini: Novi entrò così a far parte del ducato estense come stato mediato. Come feudo appartenne alla famiglia Trotti di Ferrara (1651), poi alla famiglia Torriglioni (1656), fino all'ultima investitura del marchesato di Novi, alla famiglia Bagnesi, nella seconda metà del secolo XVIII.
Con l'arrivo dei francesi, nel 1796, Novi fu unificata alla Municipalità di Carpi. In seguito, durante la prima Repubblica Cisalpina, sulla base della legge per l'organizzazione del Dipartimento del Panaro, del 10 fiorile anno VI repubblicano (28 aprile 1798), Novi diventò capoluogo di distretto inglobando le Comunità di Rovereto, Budrione e Fossoli, staccate dal Comune di Carpi. Questa esperienza fu di breve durata, infatti nel marzo del 1799, poco prima del rientro degli austriaci in Novi (e di lì a pochi giorni anche in Carpi), la Municipalità fu destituita in nome della Repubblica Cisalpina e accorpata nuovamente a Carpi con l'obbligo di consegna degli Archivi e di tutte le scritture.
Nel 1802, proclamata la Repubblica Italiana, Novi riacquisì autonomia municipale dopo l'emanazione della legge del 24 luglio sull'organizzazione delle autorità amministrative, che ridisegnò la struttura portante del governo locale; classificato Comune di terza classe, per il numero di abitanti inferiore ai 3.000, entrò a far parte del Cantone di Carpi (poi Distretto di Carpi dal 1804). Nel 1815, sotto il restaurato governo austro-estense, con due successivi decreti del duca Francesco IV (12 gennaio e 29 dicembre), venne introdotta una nuova distrettuazione che portò ad una riduzione dei comuni presenti nel territorio modenese da novanta a ventidue. A gennaio, la Comunità di Rovereto con San Giovanni Battista concordiese, fino ad allora autonoma, venne soppressa e accorpata al Comune di Novi; tale stato si mantenne fino al dicembre di quell'anno, dopodiché anche il Municipio di Novi fu abolito d'autorità, diventando Sezione del Comune di Carpi, con l'obbligo di trasmettere beni, denari ed archivi a quest'ultima. Dal 1816 a Novi si insediò un'Agenzia comunale, che rimase attiva fino al 1859 quando, con decreto del dittatore Luigi Carlo Farini del 4 dicembre reso esecutivo dal giorno 29 dello stesso mese, nell'ambito della nuova distrettuazione dei Comuni dell'Emilia il Comune di Novi fu ricostituito, assegnando ad esso le frazioni di Rovereto con Sant'Antonio e San Giovanni Battista concordiese; quest'ultima poi aggregata con decreto del 1866 al Comune di Concordia. La "quadra" di San Marino Lame, invece, che avrebbe dovuto seguire Rovereto, venne aggregata a Novi nel 1875.
Nel 1860 fu nominato primo sindaco di Novi il conte Fulvio Rangone Testi; nel 1862 il Comune di Novi ottenne l'autorizzazione a modificare la sua denominazione in "Novi di Modena", per distinguersi da quello di Novi Ligure.
storia archivistica La documentazione archivistica del Comune di Novi pervenne al Comune di Carpi in due momenti ben precisi: nel 1799 quando la Municipalità venne destituita in nome della "Repubblica Cisalpina" e nel 1816, a seguito della distrettuazione imposta dal duca Francesco IV.
Del primo deposito è rimasta traccia nella documentazione carpigiana, un inventario compilato il 16 marzo 1799, ma a tutt'oggi non è noto un elenco di documentazione eventualmente restituita nel 1802, cioè nell'anno in cui Novi riacquisì autonomia Municipale (1).
Viceversa per l'anno 1816 è stato possibile rintracciare nel corso di questo lavoro la documentazione relativa al materiale restituito, grazie ad una annotazione riportata in una "Rubrica", in dotazione all'Archivio storico di Carpi, compilata tra il 1950 e il 1980 dagli archivisti che si sono succeduti: il che suggerisce che sull'argomento furono condotte ricerche (lettera N, voce Novi): «Le filze e i registri ed atti del Comune di Novi di Modena a tutto il 1816 sono stati levati dall'Archivio di deposito del Comune di Carpi e consegnati il 25 maggio 1872 a quel Municipio e per esso a quel segretario comunale Dr. Carlo Rebucci, come da elenco in atti del Comune di Carpi al n. 1231 del 25 maggio 1872».
Da una verifica sommaria dei due elenchi del 1872 (quello di richiesta e quello di restituzione) pare di capire che sfuggì al controllo (e dunque alla restituzione) parte della documentazione consegnata nel 1799; ne è un esempio il "Libro dei Consigli pubblici 1694-1739" che figura nell'inventario del 1799, oltre alla mancata restituzione di tutti gli atti di Stato civile afferenti al periodo napoleonico (2).
NOTE: (1) Per la destituzione della Municipalità di Novi nel 1799 e la consegna del materiale documentario di Novi a Carpi si veda: (ASCC, Amministrazione Pubblica, busta segnata D, 1799 (dal 11 marzo al 6 aprile), doc. n. 63. Nell'inventario stilato in data 16 marzo 1799 (26 ventoso, anno VII), compare alla voce "Libri dei Consigli", il "Libro che incomincia li 4 gennaio 1694 alli 20 marzo 1739", ancora oggi conservato dall'Archivio storico di Carpi. (2) Per la riconsegna della documentazione archivista dal Comune di Carpi al Comune di Novi nell'anno 1872 si veda: ASCC, Carteggio, Atti ordinati per numero di protocollo, anno 1872, prot. n. 1231 del 25 maggio 1872.
strumenti di ricerca Inventario (1588-1860) a cura di Gianna Dotti Messori (2009)
bibliografia Davide Ferretti, Idilio Santini, Novi e il suo territorio: economia, società e politica dall'Unità all'avvento del fascismo, Novi di Modena, Comune, 1995 Gianna Dotti Messori, Inventario (1588-1860) http://www.comune.novi.mo.it/comune/Inventario_archivio_novi.pdf
codice interno: 0727 - 001
informazioni redazionali
La descrizione è stata effettuata da Jessica Pagani con il coordinamento di Federica Collorafi (CSR / Voli Group). Le ricerche storiche, i profili storico istituzionali e la storia archivistica sono di Lucia Armentano (Archivio storico comunale di Carpi), 2013
realizzato per Comune di Carpi, con il contributo finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi
Intervento redazionale a cura di IBC - Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna, 2013