Archivio personale e archivio professionale: entro questi due confini si colloca la ricca mole di carte che forma larchivio di Luciano Anceschi studioso, ricercatore, filosofo, docente universitario, critico letterario, direttore di riviste, profondo conoscitore darte contemporanea. E il trait d'union fra tutti questi aspetti della sua lunga vita e carriera è rappresentato dalla scrittura: quella esercitata da lui sempre, intensamente, come ci attesta il suo archivio; e quella cercata, studiata, incoraggiata e accuratamente da Anceschi conservata, di quanti si sono avvicinati a lui, hanno condiviso tratti del cammino, esperienze e convinzioni. E dunque, con le parole di Ezio Raimondi e Nazzareno Pisauri, questo archivio costituisce "senza dubbio l'ultimo esempio di un grande archivio tradizionale [ ] senza che vi entrino ancora altri supporti documentari e strumenti di telecomunicazione. E' la civiltà delle lettere" 1.
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Le carte introducono alla sua attività accademica quale docente di estetica attraverso gli appunti accurati e puntuali predisposti per le lezioni, i laboratori e i seminari; testimoniano gli studi, l'esercizio della critica e l'indagine filosofica, restituendo tutti i manoscritti dei suoi lavori, editi e riediti; introducono nella produzione letteraria di poeti e scrittori italiani attivi nella seconda metà del '900 che hanno inviato ad Anceschi le proprie opere chiedendo il suo giudizio; riuniscono i materiali e gli strumenti per lo studio e la ricerca predisposti con rigore e scientificità di metodo (schedari tematici, bibliografie, citazioni, etc.). L'archivio comprende anche la documentazione relativa alla sua partecipazione a convegni, conferenze, premi letterari e altro ancora, e alle responsabilità assunte nellEnte Bolognese Manifestazioni Artistiche, nellAccademia delle Scienze di Bologna e nellAssociazione Italiana per gli Studi di Estetica (AISE). Il fondo si arricchisce di alcune raccolte di materiali a stampa dedicate alla sua produzione, agli scritti in cui è citato o sono recensiti i suoi lavori, a ritagli, opuscoli e cataloghi inerenti temi e soggetti di suo interesse. Sono inoltre presenti materiali che rinviano agli anni giovanili della sua formazione e poche carte di natura privata rinvenute sparse. Infine, trasversale all'intero fondo e dunque a tutte le sue esperienze, è la ricca corrispondenza che apre questo inventario e attraversa in senso reale e figurato tutto il Novecento e rivela un Anceschi "protagonista di amicizie trentennali", come quella con Rosario Assunto, Alfredo Giuliani o Edoardo Sanguineti, solo per citarne alcuni; ma nel contempo è "interessato e aperto ai giovani"2 come attestano le centinaia di lettere ricevute da studenti e lettori aspiranti poeti. Da ultimo, una precisazione. La prassi di Anceschi di scrivere e riscrivere più volte un testo, apportando correzioni, integrazioni e modifiche, a volte di natura contenutistica a volte invece solo stilistica, senza mai eliminare la versione precedente ma conservandole tutte, spesso replicando la stessa numerazione delle carte, ha generato labbondanza di carte manoscritte che contraddistingue il fondo; così pure lintreccio fra le tematiche dei corsi universitari da lui tenuti (lezioni e laboratori), i suoi studi e ricerche, e le pubblicazioni portate avanti, ha reso talvolta complessa lattribuzione delle carte ad uno o all'altro degli ambiti citati e di conseguenza ad una o allaltra delle "serie" della struttura archivistica. Questi aspetti, uniti alla frequente assenza di riferimenti cronologici, richiamano specifiche competenze di studiosi a cui spetterà il compito di riannodare i fili al momento invisibili o confusi - tra manoscritti e testi editi, tra appunti e corsi monografici tenuti allUniversità, e di ricucire i nessi tra un manoscritto, le sue revisioni e il suo corredo.
Note: 1 Ezio Raimondi, Nazzareno Pisauri, Prefazione, in Maria Giovanna Anceschi, Antonella Campagna, Duccio Colombo (a cura di), Il laboratorio di Luciano Anceschi. Pagine, carte, memorie, contributi critici di Rossana Bossaglia, Alfredo Giuliani, Fulvio Papi; coordinamento scientifico di Carlo Gentili, Marco Macciantelli, Alessandro Serra, Milano, Libri Scheiwiller, 1998, p. 20 2 Maria Giovanna Anceschi, Antonella Campagna, Nota redazionale, in Il laboratorio di Luciano Anceschi ..., cit., p. 64
criteri di ordinamento Lintervento di riordino e inventariazione dellarchivio di Luciano Anceschi ha preso avvio con una ricognizione generale sulla documentazione e con la schedatura delle unità archivistiche. Allinterno dei faldoni, i materiali si presentavano per lo più fascicolati, dotati di titolo riportato sulla camicia, su una etichetta o direttamente sulla prima carta del fascicolo. In molti casi, i fascicoli erano contrassegnati dalla lettera "A" o "V", scritta con un pennarello rosso dallo stesso Anceschi: l'interpretazione più probabile di tali sigle rinvia ad una sorta di classificazione attribuita dal professore in funzione della decisione di donare il suo archivio all'Archiginnasio, un tentativo di riordino delle carte ex post del quale vi sono diverse tracce (titoli aggiunti sulle carpette, annotazioni, indici dei materiali). Il significato certo di questo minimale quadro di classificazione non è però esplicitato in nessun documento; sulla base dell'analisi delle carte si può comunque dire con certezza che la sigla "A" contraddistingue tutti gli scritti di Anceschi, quelli della sua formazione, dell'attività accademica e infine quelli relativi alle sue ricerche; mentre la sigla "V" etichetta i materiali, gli scritti, la corrispondenza, provenienti da altri (poeti, letterati, critici, etc.). Il fondo, malgrado lo stato di disordine dei fascicoli, ossia di disseminazione all'interno delle unità di conservazione delle unità di archivistiche afferenti alle diverse partizioni dell'archivio stesso, si presentava più "ordinato" di quanto potesse sembrare nel senso che, alla luce della biografia di Anceschi, bene si distinguevano tutte le tessere che concorrevano a ricomporre il mosaico della sua lunga attività di docente e di studioso; di conseguenza si è potuto delineare una struttura archivistica in grado di rappresentare lo stato delle carte e insieme lesperienza umana e professionale di chi le ha prodotte. Naturalmente per una quanto più possibile corretta interpretazione delle medesime si è fatto ricorso, oltre che ai curricula autografi e ad articoli rinvenuti nell'archivio, anche a strumenti esterni al fondo, a partire dai profili biografici pubblicati on-line, primo fra tutti quello curato da Niva Lorenzini per Treccani 1, per poi passare al prezioso volume Il laboratorio di Luciano Anceschi. Pagine, carte, memorie 2, la cui bibliografia è stata di grande aiuto soprattutto per datare i numerosi materiali trovati privi di riferimenti cronologici. A questo proposito, va tenuto presente che studi specifici potranno senz'altro migliorare il presente lavoro datando le carte con maggiore accuratezza o correggendo eventuali imprecisioni o errori. Larchivio è stato organizzato in 18 serie, alcune delle quali a loro volta strutturate in sottoserie, mentre una soltanto la Corrispondenza riunisce le unità archivistiche (fascicoli) allinterno di livelli intermedi definiti raggruppamento. La gerarchia delle serie vede in apertura proprio la Corrispondenza in quanto corpus straordinario trasversale allintero fondo, a cui fanno seguito Lattività accademica, i Materiali e strumenti per lo studio e la ricerca, Gli scritti di Anceschi, le carte relative a La direzione de «Il Verri», fra le quali sono rilevati i Materiali ricevuti da poeti e letterati; quindi le carte relative a «Studi di estetica», alle collaborazioni con Enti culturali diversi, associazioni, convegni e premi e alle Collaborazioni editoriali, le raccolte di materiali a stampa, la documentazione su La formazione: gli studi liceali e luniversità, le Carte private, i Materiali audiovisivi, gli Inserti, una Miscellanea, alcuni Materiali postumi, e infine la Biblioteca Anceschi. Allinterno di ogni partizione le unità archivistiche sono state ordinate e descritte in sequenza cronologica. Tutti i fascicoli sono condizionati in carpette nuove e custoditi in apposite buste nuove. Le descrizioni sono state realizzate nel rispetto delle norme stabilite dagli standard internazionali della descrizione archivistica ISAD(G) e ISAAR(CPF); in particolare per le schede di livello alto (fondo, serie, sottoserie e raggruppamento) sono stati inseriti, se ritenuto opportuno, i link alle descrizioni inserite in SBN - Catalogo del Polo Bolognese per i materiali trattati anche dal punto di vista biblioteconomico. Per le schede unità archivistica si è scelto di specificare il riferimento alla classificazione (e quindi è stata riportata la sigla "A" o "V" di cui sopra), mentre nel campo "collocazione" è stata descritta l'esatta collocazione fisica delle unità nell'abitazione di Anceschi (stanza, libreria, palchetto, armadio, cassetto ) al fine di conservare le notizie sulla topografia originaria del suo archivio. Le unità archivistiche sono state riordinate fisicamente sulla base della struttura inventariale individuata, per cui vi è rispecchiamento fra inventario e disposizione a scaffale dei materiali: ciò consente uno sguardo dinsieme diacronico e sincronico nel contempo - estremamente utile ai fini della comprensione del fondo; agevola il reperimento delle carte da parte degli operatori; favorisce il passaggio da "archivio di lavoro" di Anceschi ad "archivio di consultazione" organizzato per essere utilizzato da persone diverse con interessi e finalità differenti. Le unità di conservazione sono state numerate da 1 a 279 ricorrendo al numero di corda che le aggrega in un'unica sequenza senza soluzione di continuità.
Note: 1Anceschi Luciano, in Dizionario biografico degli italiani, 2016, scheda di Niva Lorenzini in https://www.treccani.it/enciclopedia/luciano-anceschi_(Dizionario-Biografico)/ (consultato il 5 dicembre 2023) 2 Maria Giovanna Anceschi, Antonella Campagna, Duccio Colombo (a cura di), Il laboratorio di Luciano Anceschi. Pagine, carte, memorie, contributi critici di Rossana Bossaglia, Alfredo Giuliani, Fulvio Papi; coordinamento scientifico di Carlo Gentili, Marco Macciantelli, Alessandro Serra, Milano, Libri Scheiwiller, 1998
storia archivistica Larchivio di Luciano Anceschi è stato conservato nella casa dello studioso fino al momento del suo trasferimento nei locali dellArchiginnasio avvenuto nel 1997 a seguito della donazione al Comune di Bologna effettuata dallo stesso Anceschi già nel 1991 per il tramite e sotto legida della Soprintendenza ai beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna. Così raccontano Ezio Raimondi e Nazzareno Pisauri: "E' singolare [...] la congiuntura che ha favorito la donazione: l'incontro tra la generosità di un grande maestro della critica [...] e il fervore di un [...] lettore intransigente e scrittore rigoroso, quale Giuseppe Guglielmi. E fu proprio lui, infatti, testimone fedele del 'laboratorio di casa Anceschi' fin dagli incontri del Gruppo 63, a suggerire al professore il tramite più conveniente per realizzare il desiderio di donare i suoi libri e le sue carte ad una biblioteca pubblica senza doversene disfare in vita, e potendo anzi continuare ad usufruirne per i propri studi - come infatti è avvenuto fino al 5 maggio 1995, il giorno della sua scomparsa. Questo tramite fu individuato nella nostra Soprintendenza per i beni librari e documentari, cui fin dal suo esordio negli anni '80 lo stesso Guglielmi - allora direttore dell'Istituto dei beni culturali - aveva indicato l'importanza degli archivi letterari del nostro secolo" 1. Con la donazione del 1991 è pervenuta dunque anche la biblioteca personale di Anceschi, entrata in Archiginnasio nel 1996 (105 libri antichi, 20.619 libri ed opuscoli moderni, oltre a 1.424 inventari di periodici). Il trasferimento è stato preceduto da un intenso lavoro di riordino e inventariazione, curato per quasi un decennio dalla Soprintendenza direttamente nella casa di via Finelli 3, alla presenza dello stesso professore che aveva disposto la suddivisione per materie, e con l'aiuto della moglie, signora Maria Cannito Anceschi: "Dopo un primo censimento affidato dalla Soprintendenza a Elena Romagnoli e Anna Gurioli, per dieci anni è poi toccato ad Antonella Campagna di calarsi nel lungo e difficile compito di rendere leggibile lo straordinario patrimonio di libri, lettere e manoscritti così come era stato prodotto e recensito - con tutti i suoi interni legami e le sue innumerevoli relazioni - nella casa-biblioteca Anceschi" 2. Dopo la morte dello scrittore, seguìto dalla moglie meno di un anno dopo, vengono consegnati all'Archiginnasio dapprima la biblioteca 3 , e successivamente, dopo un periodo di provvisorio deposito presso la Soprintendenza per il proseguimento dell'inventariazione, l'archivio e l'epistolario 4. Nella sala 5 al secondo piano della Biblioteca dellArchiginnasio, allestita per l'occasione, i bibliotecari Gianfranco Onofri e Michele Giorgio hanno ricollocato a scaffale i materiali ripristinando la precedente disposizione quale si era venuta sedimentando nell'appartamento del professore. Larchivio - comprensivo del carteggio - è stato invece preso in custodia dalla Sezione manoscritti e rari. Larchivio di Anceschi dunque viene preso in carico dallArchiginnasio accompagnato da un dettagliato "Elenco di consistenza" datato 28 ottobre 1997, nel quale la documentazione risulta ripartita in "Prima serie Manoscritti e dattiloscritti vari" (bb. 1-63), "Seconda serie Ritagli stampa" (bb. 1-12), "Terza serie Materiali vari" (unità archivistiche 1-9), con 7 allegati dedicati a "Materiali vari I disegni", "Materiali vari II Manoscritti e quaderni", "Materiali vari III Il Verri", "Manoscritti Anceschi 1", "Manoscritti vari 1", "Materiali autori vari" e "Materiali vari VI". Nel 2020 è avviato un primo intervento archivistico sul Fondo Anceschi nel corso del quale viene condotta una ricognizione generale sul fondo, schedate le unità archivistiche e condizionata adeguatamente la documentazione. Scopo di tale attività era la rilevazione di dati e informazioni funzionali al riordino complessivo da prevedersi in un secondo momento e portato poi a termine nel 2024. Contemporaneamente il personale interno dellArchiginnasio ha curato la schedatura analitica della corrispondenza, ossia la descrizione per mittente delle singole unità documentarie, dotando così il fondo di un utile strumento di corredo e nel contempo di un valido strumento di gestione dell'intera raccolta epistolare.
Note: 1 Ezio Raimondi, Nazzareno Pisauri, Prefazione, in Maria Giovanna Anceschi, Antonella Campagna, Duccio Colombo (a cura di), Il laboratorio di Luciano Anceschi. Pagine, carte, memorie, contributi critici di Rossana Bossaglia, Alfredo Giuliani, Fulvio Papi; coordinamento scientifico di Carlo Gentili, Marco Macciantelli, Alessandro Serra, Milano, Libri Scheiwiller, 1998, p. 19 2 Id., p. 20 3 21 giugno 1996; cfr. BCA, Archivio, prot. n. 1459/III, del 31 luglio 1996 4 28 ottobre 1997; cfr. BCA, Archivio, prot. n. 1919/III, con allegato l'elenco di consistenza
modalità di acquisizione L'archivio di Luciano Anceschi è stato da lui donato al Comune di Bologna nel 1991 (rogito del notaio Maria Antonietta Ventre del 15 ottobre 1991, rep. 67790); l'atto di donazione è stato approvato con delibera del Consiglio Comunale il 19 dicembre 1991 (prot. gen. n. 79723/91).
bibliografia - Lorenzo Pezzica e Federico Valacchi (a cura di), Dimensioni archivistiche. Una piramide rovesciata, Milano, Editrice bibliografica, 2021 - Francesca Ghersetti, Annantonia Martorano, Elisabetta Zonca (a cura di), Storie d'autore, storie di persone. Fondi speciali tra conservazione e valorizzazione, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2020 - Giovanni Di Domenico e Fiammetta Sabba (a cura di), Il privilegio della parola scritta. Gestione, conservazione e valorizzazione di carte e libri di persona, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2020 - Convegno Larchivio costruito: autobiografia e rappresentazione negli archivi di persona, Roma, Biblioteca Nazionale Centrale, 9 novembre 2018 (https://www.youtube.com/watch?v=U6HPKDSU2oM&list=PLsjEnJ6PdekzI6c_XG2sb9bSD-uHYkWxO) - Ludovica Braida, Gli archivi culturali del Novecento. Non è un secolo come gli altri? in «Fabbrica del libro» 2011/1 - Rosaria Campioni, Conservazione e valorizzazione degli archivi culturali del Novecento in Emilia-Romagna, in «Quaderni Estensi», rivista, III-2011 http://www.quaderniestensi.beniculturali.it/QE_3/QE3_formiggini_campioni.pdf - Collezioni speciali del Novecento. Le biblioteche d'autore. Atti della Giornata di studio (Firenze, Palazzo Strozzi, 21 maggio 2008), Firenze, Polistampa, stampa 2009 («Antologia Vieusseux» giornale di scienze, lettere e arti con unito il Bollettino delle pubblicazioni italiane e straniere, N.S. A.XIV, n.41-42, maggio-dicembre 2008) - Luigi Crocetti, Indicizzare la libertà, in «Biblioteche oggi» gennaio-febbraio 2002 http://www.bibliotecheoggi.it/2002/20020100801.pdf - Michele Santoro, Archivi privati: esperienze a confronto in «Biblioteche oggi» vol. 19, ottobre 2001 - Luigi Crocetti, Che resterà del Novecento? in «IBC» IX, 2001, n. 3 http://rivista.ibc.regione.emilia-romagna.it/xw-200103/xw-200103-a0003 - Antonio Romiti, Gli archivi domestici e personali tra passato e presente, in Laura Casella, Roberto Navarrini (a cura di), Archivi nobiliari e domestici. Conservazione, metodologia di riordino e prospettive di ricerca storica, Udine, Forum, 2000 (Atti del Convegno di Studi tenuto a Udine, 14-15 maggio 1998) - Antonio Romiti, Per una teoria della individuazione e dellordinamento degli archivi personali, in Claudio Leonardi (a cura di), Specchi di carta. Gli archivi storici di persone fisiche: problemi di tutela e ipotesi di ricerca, Firenze, Fondazione Ezio Franceschini, 1993
codice interno: 1295 - 001
informazioni redazionali
Inventario a cura di Laura Cristina Niero (Cosmos), 2024
realizzato per Regione Emilia-Romagna. Settore Patrimonio culturale. Area Biblioteche e Archivi. [L.R. 18/2000. Piano bibliotecario 2016. Intervento diretto]
intervento redazionale a cura di Regione Emilia-Romagna. Settore Patrimonio culturale. Area Biblioteche e Archivi, 2024