fascicoli 2357, registri 75, fotografie 6000 ca., unità documentarie 744
L’archivio documenta le attività e la struttura dell’Udi di Modena a partire dalla data della fondazione dell'Udi nazionale (ottobre 1944) al 2005. In particolare l'archivio conserva gli statuti, gli atti costitutivi dell'organizzazione, materiali riguardanti l'attività congressuale oltre agli atti deliberativi emanati fino al 1982 dagli organismi dirigenti (Segreteria, Esecutivo, Direttivo) e successivamente dall'Autoconvocazione, dalle Garanti e dal Coordinamento.
espandichiudi
Il nucleo centrale di questo fondo è costituito dalla documentazione relativa all'attività politico - istituzionale dell'Associazione. Si tratta di materiale eterogeneo relativo alle iniziative promosse dall'Udi di Modena nell'espletamento della sua attività locale, ma anche di documenti di diversa tipologia relativi ad iniziative nazionali e regionali promosse dall'Udi o da altre associazioni alle quali hanno partecipato le donne modenesi. I materiali attestano l’evoluzione dei rapporti e delle relazioni intercorse tra i Circoli e Gruppi Udi locali con l’Udi nazionale e in particolare tra questa e il gruppo modenese. Questo aspetto rappresenta una questione molto importante, ancora da indagare, perché l’Associazione delle donne ha sempre agito attraverso una rete territoriale di portata straordinaria, che è stata ed è alla base della realizzazione delle politiche e delle campagne sviluppate nazionalmente, così come per la gestione dell’autofinanziamento. Generazioni intere di donne sono state protagoniste di lotte e azioni condotte giorno per giorno in modo capillare a partire dalla partecipazione nella Resistenza, con molteplici iniziative che segnano in maniera indelebile la nascita del Welfare modenese. La creazione della rete relazionale era alla base della vita associativa, basti pensare che all’Udi di Modena dopo la Liberazione erano ben 25.000 donne iscritte e che poteva vantare adesioni in tutte le frazioni dei vari comuni della provincia. L’Udi Provinciale aveva la direzione politica e attraverso i Congressi si eleggevano le delegate e le componenti del Consiglio Nazionale fino al 1982. Con l’XI Congresso cambia completamente la verticalità, le assemblee nazionali e locali sono autoconvocate e vengono aperte a tutte le donne che condividono le finalità della Carta degli intenti dell’associazione. Garanti e Responsabili di sede diventano organi di scelte politiche, di controllo e di comunicazione. Dal 1982 fino al 2003 non esiste la tessera. Solo con il XIV Congresso si istituisce di nuovo la tessera nazionale individuale e tutte le iscritte, anche se appartenenti a sedi o gruppi locali, possono autoproporsi direttamente assumendo responsabilità nazionali. La diramazione sul territorio è molto importante anche oggi pur consapevoli che la dimensione di massa conosciuta fino alla fine degli anni settanta non esiste più. Ben documentata è anche l'attività finanziaria e amministrativa dell'associazione di cui si conservano i bilanci preventivi e consuntivi, materiali di contabilità (tesseramento, attività di recupero fondi per l'autofinanziamento, atti contabili e documentazione relativa al personale). Nell'archivio sono confluiti inoltre materiali prodotti dai singoli circoli Udi presenti sul territorio della provincia, i quali costituiscono un'importante testimonianza dell'azione compiuta dall'Udi provinciale di Modena verso i circoli territoriali. Una ricca documentazione, costituita da atti di convegni, propaganda, campagne abbonamenti, verbali di assemblee ecc., attesta lo stretto rapporto esistente tra l'Udi, la rivista "Noi Donne" e la Cooperativa Libera Stampa. L'attività di stampa e propaganda dell'Udi è documentata nel materiale raccolto nell'omonima serie archivistica. Infine nell'archivio Udi si trova una cospicua sezione di materiale iconografico costituito da manifesti e fotografie.
criteri di ordinamento Durante il riordino è emersa immediatamente una peculiarità nel modo di gestire la documentazione da parte dell’Associazione modenese che, in questi anni, ha utilizzato come sistema di classificazione e protocollazione dei documenti lo schema dell’albero risultante dal precedente inventario (1944-1989) a cura della cooperativa Multiversum di Modena. Quasi tutte le coperte di fascicoli conservano traccia di una segnatura che coincide con la classificazione desunta in base alla struttura di cui sopra. Con gli anni, però, sono state create, da parte del personale incaricato della protocollazione, nuove partizioni archivistiche. In particolare si è ulteriormente dettagliata la Serie 2 “Atti relativi all’attività politico istituzionale” che in origine era articolata in tre sottoserie a cui ora se ne sono aggiunte altre tre. Le nuove partizioni, inoltre, adottano un criterio di accorpamento tematico che si discosta da quello cronologico utilizzato in passato. Nonostante la presenza di uno schema di classificazione, non sempre la sedimentazione della documentazione è coerente: non di rado capita che la stessa tipologia di documentazione sia stata inserita in più partizioni archivistiche a seconda degli anni. Un altro elemento di criticità riguarda i titoli originali assegnati ai singoli fascicoli. Molto spesso sono piuttosto generici (pace, razzismo, Comune di Modena...) e richiedono pertanto delle integrazioni. Raramente, inoltre, il titolo di un progetto o di una pratica viene riportato sulla coperta del fascicolo e questo ha causato la dispersione degli atti afferenti alla stessa pratica in diverse unità archivistiche, spesso protocollate in serie differenti. La frammentazione delle pratiche, inoltre, è aggravata dalla consuetudine di aprire un fascicolo per ogni anno del suo iter procedurale, senza omogeneità di titolo così da rendere alquanto complicata la ricostruzione del vincolo tra le carte. Da segnalare anche la presenza all’interno dell’archivio dell’Udi di carte del fondo personale di Rosanna Galli, legale rappresentante dell’Associazione per molti anni, o prodotti da altri enti e/o istituzioni presso cui la stessa ha ricoperto incarichi ufficiali. Anche nella serie relativa alla corrispondenza sono da segnalare delle incongruenze, la più grave consiste nell’aver protocollato la corrispondenza scambiando il criterio basato sulla distinzione del mittente/destinatario per un ordinamento per argomento, sicché nella corrispondenza con i circoli dell’Udi possiamo trovare corrispondenza con destinatari diversi, ma riguardante i suddetti circoli. Strutturata con maggior ordine e coerenza è, invece, la documentazione contabile e amministrativa dell’Associazione. Al termine del presente intervento il fondo risulta strutturato in 17 serie dedicate ai congressi, agli organi dirigenziali dell’associazione, alla gestione contabile e al personale e infine ad alcune tipologie di materiali raccolti, ossia le raccolte dei manifesti, delle fotografie e dei periodici. Oltre a queste partizioni si ha 1 raggruppamento che riunisce gli atti relativi all’attività politico istituzionale, a loro volta organizzati in 6 serie. L'inventariazione complessiva è stata realizzata secondo le norme stabilite dagli standard internazionali della descrizione archivistica ISAD(G) e, per il Soggetto produttore, secondo lo standard ISAAR(CPF). Trattandosi di un ente attivo e dunque di un archivio in progressivo avanzamento, le serie archivistiche sono state considerate "aperte", per cui la numerazione delle unità di conservazione riprende da 1 a enne all'interno di ogni partizione. Infine tutte le unità archivistiche sono state ricondizionate in buste nuove e queste sono state etichettate; sulle etichette sono riportati i dati identificativi del contenuto: denominazione del fondo, serie archivistica, estremi cronologici, segnatura attuale.
storia archivistica Nel 1982 all'interno dell'Udi di Modena, così come pure a Roma e in altre città, viene creato un Gruppo Archivio composto da militanti desiderose di non disperdere la memoria racchiusa nella documentazione dell'Associazione. Grazie ai loro sforzi i documenti giacenti nell'archivio vengono raccolti e riordinati secondo un criterio tematico. Nel 1990 il Gruppo Archivio affida i lavori di riordino e inventariazione alla Cooperativa Multiversum che, nelle persone di Caterina Liotti, Paola Romagnoli e Carolina Capucci, riporta l'archivio ad una organizzazione cronologica per fascicoli legati alle iniziative. Dopo tale intervento la Soprintendenza archivistica del Ministero per i beni culturali e ambientali riconosce il notevole interesse storico del fondo archivistico (luglio 1992). Nel 1996 l'archivio viene depositato, insieme ad altra documentazione, accumulatasi nel frattempo, presso il neonato Centro documentazione donna di Modena per ulteriori interventi di riordino e per garantire ai ricercatori un più facile accesso alla documentazione. Nel 2004-2005, nell'ambito del progetto Archivi@, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e promosso dal suddetto Centro, viene avviato un lavoro di implementazione delle varie serie archivistiche con docc. sino al 1997, curato da Pamela Tavernari, e un riordino del materiale iconografico - manifesti e locandine - con la pubblicazione on line di oltre 750 schede sul sito www.archivimodenesi.it e nella Rete degli archivi del novecento www.archividelnovecento.it. Nel 2010 il Centro documentazione donna di Modena dà avvio, inserendosi nel progetto ArchiviaMo, sovvenzionato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, all’ultimo riordino del fondo archivistico con la ricognizione e schedatura di oltre 200 bb. e l'aggiornamento dell’inventario sino al 2005 a cura di Mariacristina Galantini. Quest'ultimo riordino è stato un’importante occasione per rivedere la struttura del fondo dell'Associazione in conformità con i cambiamenti dell’attività politico-istituzionale dell'Udi modenese. La distanza temporale rispetto agli interventi precedenti ha consentito di decretare la chiusura di alcune serie archivistiche e l'apertura di altre sezioni per rispecchiare i mutamenti storico-istuituzionali che hanno influito sul gruppo modenese. Gli esiti dei vari interventi archivistici qui descritti, con le rispettive responsabilità, sono elencati fra gli Strumenti di ricerca del presente inventario.
modalità di acquisizione Il fondo è stato depositato dall'Udi di Modena presso il Centro documentazione donna nel 1996: il trasferimento si colloca nell'ambito della convenzione avviata nel medesimo anno tra Udi e Cdd, in base alla quale la gestione dell’archivio, di cui l'Udi modenese rimane unica proprietaria, è stata affidata al Centro documentazione donna ai fini della conservazione, valorizzazione e fruizione della documentazione.
condizioni che regolano l'accesso Il fondo è liberamente consultabile, salve le limitazioni previste dalla legislazione per la tutela del diritto alla riservatezza e all'identità personale.
strumenti di ricerca - Archivio Udi Modena, Inventario 1944-1989 a cura di Caterina Liotti con la collaborazione di Carolina Capucci e Paola Romagnoli, Multiversum Cooperativa proposte e ricerche, Modena, 1992 - Archivio fotografico Udi di Modena, Catalogo 1940 -1990, a cura di Fiorella Iacono, Multiversum Cooperativa proposte e ricerche, Modena 1992 - Archivio fotografico Udi di Modena, Catalogo 1940-1990 a cura di Fiorella Iacono, Multiversum Cooperativa proposte e ricerche, Modena, 1992 - Guida agli Archivi dell'Unione Donne Italiane, Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione generale per gli archivi, Roma, 2002 - Inventario Fondo Udi di Modena (1990-2000) a cura di Pamela Tavernari, 2004 - Censimento manifesti archivio Udi di Modena, a cura di Laura Cristina Niero, 2004 - Inventario Archivio Udi Modena (Gea) a cura di Mariacristina Galantini, 2010
bibliografia - Archivi e reti femminili tra associazionismo e istituzioni, Dossier a cura di E. Betti e C.Liotti, in «Clionet» n. 6, 2022 - Caterina Liotti (a cura di), Io vado... libera : mostra foto-documentaria in occasione del 70. dell'UDI di Modena, Modena, 7-29 novembre 2015, Residenza Universitaria San Filippo Neri. Catalogo, Modena, Centro Documentazione Donna, 2015 - Mara Montorsi (a cura di), Protagoniste 1946-2006: 60 anni di storia delle donne in 45 scatti, Modena, Centro documentazione donna, 2006 - Mario Bertoni (a cura di), Manifesto donna: la donna nei manifesti dell'8 marzo, Carpi, APM, 2004 - Volevamo cambiare il mondo: memorie e storie delle donne dell'Udi in Emilia Romagna, a cura di Caterina Liotti et al., Roma, Carocci, 2002 - Giulia Boni, I Gruppi di difesa della donna: adesioni programmi e attività. Modena, 1944-1946, tesi di laurea in Storia della seconda guerra mondiale e dei movimenti partigiani, Università degli studi di Bologna, Corso di laurea in Storia contemporanea, a.a. 1998-1999 - Miriam Maffoni, La donna del modenese tra guerra e ricostruzione, tesi di laurea in storia locale, Università degli studi di Bologna, Corso di laurea in Lettere moderne, a.a. 1997-1998 - Caterina Liotti, I percorsi delle donne entrano nella storia in «Rassegna di storia contemporanea», n. 1, 1994 - Fiorella Iacono (a cura di), Le donne e la pace. Lettere del 1949 e del 1980, testo introduttivo di Lidia Menapace, Modena, Tipografia Barbieri 1991 - Unione donne italiane (a cura di), Adesso di aborto parliamo noi. Seminario promosso dal Gruppo nazionale Differenza maternità dell'Udi presso la Camera di commercio di Modena nel marzo 1989, Roma, Cooperativa libera stampa, 1990 - Donne e comunicazione: svolte e mutamenti, Modena, 5 aprile-24 maggio 1986, Rastignano, Tipografia Litosei, 1989 - Fiorella Iacono (a cura di), Le donne in 40 anni di immagini. Le fotografie dell'archivio UDI di Modena dal 1944 agli anni 80, Carpi, Nuova Grafica, 1988 (Catalogo della mostra tenuta a Modena dal 5 al 27 novembre 1988)
codice interno: 1304 - 001
informazioni redazionali
Revisione e informatizzazione dell'inventario realizzato da Mariacristina Galantini nel 2010 a cura di Laura Cristina Niero (Cosmos), 2023
realizzate per Centro documentazione donna, Modena
intervento redazionale a cura di Regione Emilia-Romagna - Settore Patrimonio culturale. Area Biblioteche e Archivi, 2023