L'archivio conserva principalmente i materiali relativi alla produzione letteraria e giornalistica di Alfredo Panzini, nonché un'ampia raccolta di materiali relativi ai rapporti personali e sociali della famiglia Panzini, come testimoniato anche dagli estremi cronologici della documentazione conservata, che superano di gran lunga le date biografiche di Alfredo. Sono presenti quindi testimonianze della vita dei genitori dell'autore (il dottor Emilio Panzini e Filomena Santini); della moglie di Panzini - la pittrice Clelia Gabrielli - e della famiglia d'origine di lei; delle vicende personali dei loro figli Emilio, Piero, Umberto e Matilde.
espandichiudi
Per quel che riguarda specificamente l'opera di Panzini sono presenti bozze manoscritte e a stampa delle sue opere di narrativa, dei racconti e delle varie edizioni del Dizionario moderno, con anche copie o ritagli di stampa dei periodici e dei quotidiani in cui sono stati pubblicati i racconti e le relative recensioni. Molto consistente è la corrispondenza indirizzata a Panzini da intellettuali e personalità del mondo politico, dell'editoria e della cultura, organizzata in fascicoli per mittente in occasione dell'intervento di catalogazione compiuta nel 2008. Rilevante è anche la presenza di fotografie sempre relative in gran parte al contesto famigliare; scarsa è invece la documentazione patrimoniale e amministrativa (pure se si sono conservati diversi contratti editoriali); per quanto riguarda la carriera di docente di Panzini non si è conservata invece documentazione, al di là dei titoli accademici e delle abilitazioni all'insegnamento. Completa il fondo una raccolta libraria con volumi, opuscoli e periodici dal XVI secolo agli anni Settanta del XX secolo
criteri di ordinamento Poiché l'archivio si presentava in origine come un fondo diviso nettamente in due parti, con gradi molto diversi di ordinamento (la parte denominata "Fondo IBC" era stata già oggetto di interventi che avevano portato alla sua organizzazione in serie e fascicoli, mentre il "Fondo Torroni" si presentava invece molto disordinato), dopo la ricognizione preliminare si è organizzato l'archivio mantenendo sostanzialmente la struttura già assegnata al "Fondo IBC", inserendo però nelle serie già costituite i fascicoli provenienti dal "Fondo Torroni" che fossero del tutto omogenei per contenuti, e organizzando invece nuove serie quando le tipologie di materiali del "Fondo Torroni" non trovavano corrispondenza nel "Fondo IBC". Questo ha consentito di produrre infine una struttura archivistica unificata con la più plausibile ricostituzione dell’ordinamento originario per serie di documentazione omogenea organizzate per accrescimento cronologico (come i materiali letterari) o per ordine alfabetico (come le corrispondenze). Nelle schede descrittive è stata mantenuta traccia della precedente afferenza all'uno o all'altro fondo.
storia archivistica La biblioteca e la casa di Alfredo Panzini a Bellaria (la "Casa Rossa"), con le sue pertinenze, sono stati oggetto di due decreti ministeriali di tutela ai sensi della legge n. 1089 del 1° giugno 1936: uno relativo alla biblioteca, venduta da Piero Panzini alla società Immobiladria il 14 marzo /1981, e uno relativo alla casa e alle sue pertinenze, divenuta sempre di proprietà di Immobiladria il 12 giugno 1981. Conseguentemente i materiali librari e documentari panziniani sono pervenuti al Comune di Bellaria in diverse fasi a partire dal luglio 1981, quando il Comune accetta la proposta di Matilde Panzini di assumere in deposito i mobili, i libri e i documenti già conservati presso la casa. A seguito della consegna temporanea di questi materiali alla Regione Emilia-Romagna, nel novembre 1985 l'archivista Nina Maria Liverani stendeva una relazione ("Materiale del fondo Panzini inviato all'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna in Bologna (IBC)") con cui illustrava quindi una situazione molto complessa, in cui si distinguevano: - un nucleo costituito da 11 buste con lettere, manoscritti e dattiloscritti provenienti dal Comune di Bellaria (1 busta), dalla Biblioteca Gambalunga di Rimini (1 busta) e dalla Società Immobiladria di Savignano (9 buste); - un nucleo di 8 buste e di 3 scatole con fotografie, lettere e frammenti di volumi a stampa provenienti dal Comune di Bellaria (1 busta e 2 scatole) e dalla Società Immobiladria - tramite Ennio Grassi, allora assessore alla cultura del Comune di Rimini - (7 buste e 1 scatola) - un fondo librario di 1.260 volumi e riviste; - un nucleo documentario, non ancora in consegna alla Regione Emilia-Romagna ma conservato presso locali della società Avizoo (collegata alla società immobiliare Immobiliadria), costituito da 3 scatole con fotografie, contratti, bozze del Dizionario moderno, manoscritti del sec. XVIII-XIX, volumi in parte smembrati e alcune cinquecentine. Questa parte della documentazione pertinente Alfredo Panzini e la sua famiglia sarà quindi da allora in poi denominata "fondo IBC". Tra 1984 e 1985 è attestata anche la microfilmatura parziale di questi materiali con finalità di conservazione, realizzata dalla Soprintendenza per i beni librari e documentari presso l'Istituto per i beni culturali e ambientali della Regione Emilia-Romagna (IBC). Nel 2006 il Comune di Bellaria apre al pubblico residenza bellariese di Alfredo Panzini della "Casa Rossa" come centro culturale; in seguito a ciò dalla Soprintendenza per i beni librari e documentari vengono consegnati al Comune i materiali già in suo possesso, organizzati allora in 23 buste, 1 scatola, 3 mazzi, 1 fascicolo e fotografie non quantificate per un totale di 16 scatole. Nel 2008 questi materiali di provenienza Istituto per i beni culturali (IBC) sono oggetto di un intervento di riordino e di descrizione con l'adozione dei metodi di catalogazione bibliografica su più livelli. Il fondo viene quindi riorganizzato in serie e fascicoli e vengono descritti come unità bibliografiche all'interno dell'Opac della Rete bibliotecaria della Romagna e di San Marino. Il lavoro non è stato completato, ma ha assegnato al fondo una struttura che è stata poi mantenuta fino all'ultimo riordino. Un ulteriore intervento sul fondo è testimoniato da alcune note lasciate all'interno dei fascicoli che segnalavano come, all'interno della corrispondenza, fossero affluiti singoli documenti provenienti dalla donazione Torroni. Infatti, invece, il cosiddetto "Fondo Torroni" è pervenuto al comune di Bellaria nel 2007 a seguito di donazione da parte di Giulio Torroni, ex presidente della società Immobiladria, già proprietaria della casa di Panzini prima della cessione al Comune di Bellaria. Il fondo, costituito da 19 buste e 1 scatola, non era ordinato e presentava i materiali spesso raccolti in pacchetti, buste per lettera o camicie riutilizzate o di recupero, frutto di tentativi di riordino e di integrazione con materiali più recenti da parte dei familiari, mai portati a termine. Infine negli anni 2021-2022 l'insieme di questi documenti, integrato anche dalle donazioni di contenuti ìnuclei di documenti venuti in possesso di terze persone, è stato interessato da un intervento di riordino e di inventariazione analitica, promosso dal Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, che ha portato al ripristino di una struttura archivistica unificata con la più plausibile ricostituzione dell’ordinamento originario delle serie documentarie e alla loro descrizione nel rispetto degli standards internazionali di descrizione archivistica ISAD (G) e ISAAR (CPF).
modalità di acquisizione L'insieme dei documenti relativi ad Alfredo Panzini e - in misura minore - ai suoi familiari è pervenuto al Comune di Bellaria attraverso una successione di donazioni e di depositi, corroborati dai seguenti atti: - "Accoglimento proposta di Matilde Panzini mirante ad accogliere a magazzino mobili, arredi, quadri, libri ed altro del padre scrittore e accademico Alfredo Panzini ora in casa del fratello Piero deceduto" (deliberazione della Giunta comunale n. 670 del 16 luglio 1981); - Verbale di consegna dei beni panziniani depositati presso la Soprintendenza per i beni librari e documentari per la Regione Emilia-Romagna (Comune di Bellaria, prot. 31639 del 7 settembre 2006); i beni vengono consegnati al Comune dall'Istituto per i beni artistici, culturali e ambientali della Regione Emilia-Romagna; - Accettazione di donazione del "Fondo Giulio Torroni" (deliberazione della Giunta comunale n. 65 del 19 giugno 2007); - Accettazione di donazione della signora Ilaria Panzini di documenti storici di sua proprietà appartenuti alla famiglia di Alfredo Panzini (deliberazione della Giunta comunale, n. 20 del 14 febbraio 2008); - Donazione al Comune di Bellaria da parte di Wilma Venturi di testimonianze relative ai suoi rapporti con la famiglia Panzini (lettera di accompagnamento del 7 settembre 2007, con prot. 23467 del giorno stesso).
strumenti di ricerca A corredo del fondo sono stati prodotti nel tempo alcuni elenchi che ne hanno accompagnato le donazioni e i trasferimenti. Per quanto riguarda invece gli strumenti di ricerca si segnalano due lavori condotti con modalità profondamente diverse. Nel 1985 nell'ambito di un primo esame e riordino del cosiddetto "Fondo IBC" è stata realizzata da Nina Maria Liverani, una descrizione dettagliata delle unità documentarie della corrispondenza, portando alla formazione di uno schedario composto di 520 schede mobili. Le schede, che sono tutt'ora conservate col fondo, fanno riferimento a una organizzazione delle carte, precedente a quella attuale, in fascicoli numerati da 1 a 26. Al momento risultano mancanti le schede relative ai fascicoli 7, 11 e 12. Si tratta di una descrizione molto dettagliata in cui per ciascuna lettera o cartolina sono stati individuati: mittente e destinatario, datazione topica e cronica, tipologia dell'unità (lettera manoscritta, dattiloscritto, cartolina postale ecc.), collocazione (busta A o B e fascicolo da 1 a 26), regesto e annotazioni o osservazioni sul contenuto o sugli autori. Come accennato a proposito della storia e dell'ordinamento del fondo nel 2008 i materiali del "fondo IBC" sono stati oggetto di un intervento di riordino e descrizione parziale adottando i metodi della catalogazione bibliografica su più livelli. All'interno del catalogo bibliografico della Rete bibliotecaria della Romagna e della Repubblica San Marino, consultabile attraverso l'opac Scoprirete, è stato quindi parzialmente inserito il fondo Panzini suddiviso in tre serie a loro volta articolate in sottoserie e/o in fascicoli, ovvero: Serie 1: Carteggio, 1863 - 1980; Serie 2: [Opere], 1863 - 1939; Serie 3 [Rassegna stampa su Alfredo Panzini]. Nelle schede catalografiche della "Serie 1" veniva usato come titolo proprio la descrizione di un singola unità documentaria, ma in realtà nei contenitori i materiali erano organizzati in fascicoli che avevano come intestazione il nome del mittente e contenevano spesso più lettere o cartoline. La "Serie 2" era costituita da 70 fascicoli che però non esaurivano tutti i materiali presenti né coprivano tutti i materiali già descritti nello schedario Liverani. Con l'intervento di catalogazione della biblioteca familiare dei Panzini, condotto nel 2022, le schede catalografiche relative ai materiali documentari sono stati cancellate. Si segnala infine la presenza di un secondo schedario, sempre di mano di Nina Maria Liverani, su schede mobili per un totale di 24 schede, che è stato trovato all'interno della busta del "Fondo IBC" in origine identificata come "faldone 25". La schedatura riguarda articoli sulla figura di Panzini pubblicati su quotidiani e riviste dal 1914 al 1956. In testa alle schede è riportata l'indicazione "provenienza Berlini".
unità di descrizione collegate Nell'Archivio Antonio Baldini, conservato presso la Biblioteca comunale di Santarcangelo di Romagna, oltre agli originali di corrispondenza inviata da Panzini a Baldini si reperisce anche la serie "Manoscritti Panzini", che contiene le bozze, con correzioni di mano sempre di Panzini, di numerosi suoi testi destinati alla pubblicazione su "Nuova antologia".
codice interno: 1388 - 001
informazioni redazionali
Inventario a cura di Enrico Angiolini e Cristina Poni (Open Group), 2023
realizzato per Regione Emilia-Romagna [L.R. 18/2000. Piano bibliotecario 2016. Intervento diretto]
intervento redazionale a cura di Regione Emilia-Romagna - Settore Patrimonio culturale. Area Biblioteche e archivi, 2023