Il fondo documentario di Antonio Corbara raccoglie la documentazione di varia natura da lui prodotta, raccolta e conservata nel corso della sua vita in relazione a uno specifico campo d’azione della sua molteplice attività, ovvero al ruolo di competente ispettore di antichità e belle arti, quindi di rilevatore e censitore del patrimonio storico-artistico mobile e immobile, nonché di appassionato e competente studioso e storico dell’arte, autore di numerosi saggi.
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Pertanto le serie rispecchiano questo determinato ambito di attività, raccogliendo i carteggi in cui si ricostruiscono le reti di relazioni amicali e scientifiche nel campo storico-artistico; gli opuscoli che testimoniano anch’essi di una costante e inesausta raccolta di informazioni su questi settori d’indagine; le preziose copie delle schede del patrimonio compilate nell’esercizio delle funzioni ispettive; ma soprattutto la ricchissima raccolta di immagini di quadri, statue, monumenti e manufatti della più varia natura, acquisite da Corbara fin da giovane età e nel corso di tutta una vita come strumento d’indagine per le sue ricerche. Vi si aggiungono poi alcuni contenuti nuclei di documenti di natura contrattuale e patrimoniale dell’inizio del XIX secolo, in parte lacerti di un vero e proprio archivio familiare (come il carteggio e le fotografie ricevute per lascito del cugino Gioacchino Regoli), in parte probabilmente acquisiti con fini collezionistici.
storia archivistica Non si hanno notizie dirette sulla formazione della documentazione del fondo di Antonio Corbara, a parte l’ovvia considerazione che questa fu prodotta e da lui conservata presso le sue diverse residenze nel corso del tempo, ovvero soprattutto nella casa di Via Pallantieri n. 24 a Castelbolognese, addossata alle mura castellane, che egli trasformò progressivamente nel suo luogo non soltanto di vita, ma di attività di studio e di ricerca. Dopo la morte di Corbara, nel 1984, in esecuzione della sua volontà fu la moglie Clara Casadio Corbara a curare nel 1986 il dono alla Biblioteca comunale Manfrediana di Faenza di tutti questi fondi documentari e fotografici che rendono conto dell’opera di lui; donazione che fu poi integrata a più riprese fino al 1999 con l’aggiunta di materiali residuali o collaterali, come gli atti notarili ottocenteschi di provenienza familiare o collezionistica. Privo in origine di veri e propri strumenti di corredo, il fondo ha visto dapprima la redazione di un “Elenco dei nominativi dei corrispondenti del carteggio”, indicizzazione curata da Giada Fabbri nel febbraio 2016 per rendere accessibile questa parte del fondo
codice interno: 1389 - 001
informazioni redazionali
Inventario a cura di Enrico Angiolini (Open Group), 2023
realizzato per Regione Emilia-Romagna [L.R. 18/2000. Piano bibliotecario 2016. Intervento diretto]
Intervento redazionale a cura di Regione Emilia-Romagna - Settore Patrimonio culturale. Area biblioteche e archivi, 2023