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Archivio Milva 1940 - 2021
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fondo
fascicoli 618, quaderni 9, volumi 229, unità documentarie 101 manifesti, unità documentarie 876 materiali audio, unità documentarie 136 materiali video, unità documentarie 96 musica scritta, unità documentarie 80 premi e riconoscimenti

L'Archivio Milva riunisce la documentazione relativa alla carriera artistica di Milva sia come attrice teatrale e cinematografica sia come cantante: si tratta di materiali che, per la durata di tale percorso e ancor più per il suo spessore, attraversano tutta la seconda metà del Novecento protraendosi fino al primo decennio degli anni Duemila, e interessano non solo l'arte del nostro paese - nella specifica declinazione del teatro, del cinema e della musica leggera - ma anche quella europea e internazionale.
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Dalle carte che attestano la preparazione dei suoi spettacoli, la scelta dei brani e le prove, alla rassegna stampa che riporta la risposta del pubblico alle sue interpretazioni, senza tralasciare i davvero numerosi materiali promozionali conservati, ai quali si affiancano i manifesti e le locandine; dalla ricca raccolta di fotografie (pose, foto di scena, di concerti e spettacoli teatrali) ai materiali musicali e alla sua biblioteca e audio-videoteca, tutto concorre alla narrazione dell'itinerario umano e artistico di "una vera attrice oltre che una grande cantante" (1).
La descrizione inventariale ha cercato di dare una visione organica del fondo facendo emergere i collegamenti strutturali tra le parti che lo compongono, e insieme il profilo umano e artistico della cantante e attrice, le collaborazioni nazionali e internazionali, le diverse fasi della sua carriera. La documentazione nel suo complesso, dove ogni serie archivistica rinvia o richiama le altre più che mai, introduce non solo nella storia di un'artista ma anche in quella del teatro italiano del secondo dopoguerra, il teatro di Paolo Grassi e del Piccolo di Milano, del Gruppo Teatro e Azione diretto da Giorgio Strehler che già nel 1969 mette in scena la "Cantata di un mostro lusitano" (2), dell'"Opera da tre soldi" di Brecht proposta in tutta Europa proprio attraverso l'interpretazione di Strehler e quella di Milva a partire ai primi anni Settanta. Altresì le carte raccontano una televisione di intrattenimento che vede in scena Milva con Oreste Lionello e Heather Parisi, oppure al fianco di Gigi Proietti.
Scarna la corrispondenza riscontrata nel fondo, perlopiù rinvenuta sciolta frammista alla rassegna stampa e alle fotografie: poche carte dalle quali traspare una rete di relazioni di natura professionale ma di portata internazionale; poche carte davvero preziose che raccontano la stima e l'ammirazione ricevute da collaboratori e pubblico, e infine la stima e la sincera amicizia da parte di chi ha condiviso con lei un progetto artistico.


Note: 
1) Archivio Milva, Materiali promozionali, fasc. Milva canta un nuovo Brecht. Non sempre splende la luna, 1995, pieghevole dello spettacolo presentato nell'ambito del Festival Brecht di Milano.
2) "Dovevamo fare i nostri esperimenti [...] è il destino del teatro" così Strehler nel libretto di sala parlando del lavoro sul testo di Peter Weiss che tocca i tasti del colonialismo e del razzismo occidentale.

criteri di ordinamento
Il fondo Archivio Milva è costituito da diverse tipologie di materiali mostrando quella commistione fra biblioteca e archivio che tanto caratterizza i fondi novecenteschi, e dunque richiedendo specifici trattamenti a livello di descrizione al fine di restituire quante più informazioni possibili sul patrimonio, valorizzarlo e renderne agevole la ricerca e lo studio.
Materiali per l’esecuzione e la preparazione degli spettacoli, edizioni e manoscritti musicali, rassegna stampa, programmi e libretti di sala, fotografie, manifesti e locandine, corrispondenza, dischi e audiocassette, DVD e VHS, libri e opuscoli, premi e riconoscimenti, con il presente intervento sono stati descritti analiticamente nelle banche dati di pertinenza ossia in SBN e nel Sistema informativo regionale, divenuto quest'ultimo il luogo virtuale in cui prende forma quella mappa nella quale tutti i corpora disiecta si raccordano (1). 
Il fondo risulta pertanto strutturato in 12 serie, alcune delle quali a loro volta organizzate in sottoserie: all'intero di ogni partizione le unità archivistiche sono state ordinate e descritte in sequenza cronologica.
Questa articolazione è riscontrabile sia nei materiali descritti analiticamente in questo inventario, ossia quelli tipicamente archivistici, sia in quelli catalogati in SBN - Catalogo del Polo Bolognese a cura della Biblioteca delle Arti, e qui descritti soltanto sommariamente (serie/sottoserie).
Nel rispetto delle norme stabilite dagli standard internazionali della descrizione archivistica ISAD(G) e ISAAR(CPF), e nello specifico delle regole della descrizione multilivellare, le schede fondo, serie e sottoserie riportano i seguenti dati: 
- denominazione o titolo
- soggetto produttore (per il fondo)
- estremi cronologici
- consistenza
- ambiti e contenuto
- criteri di ordinamento, con link alle descrizioni inserite in SBN - Catalogo del Polo Bolognese per i materiali trattati anche dal punto di vista biblioteconomico
- storia archivistica (per il fondo)
- bibliografia.
Le schede descrittive del livello unità archivistica e unità documentaria (per la serie Manifesti e locandine) a loro volta presentano i seguenti dati:
- denominazione o titolo
- estremi cronologici
- tipologia
- informazioni sulle dimensioni e il cromatismo - solo per le unità documentarie
- ambiti e contenuto - con la segnalazione delle fotografie riscontrate frammiste alle carte al di fuori della specifica serie dedicata
- segnatura attuale.
Le unità archivistiche e documentarie sono state riordinate fisicamente sulla base della struttura inventariale individuata per cui vi è rispecchiamento fra inventario e disposizione a scaffale dei materiali, con qualche eccezione limitatamente soprattutto alle fotografie quale conseguenza dei differenti formati che le contraddistinguono e che hanno richiesto soluzioni conservative adeguate e dunque diversificate.
Le unità di conservazione (buste) sono state numerate ricorrendo al numero di corda che le aggrega in un'unica sequenza senza soluzione di continuità da 1 a 87 (con b. 27 bis).
Il fondo è dunque conservato all'interno di bb. 88 per complessivi 10 metri lineari, che naturalmente non includono i manifesti, collocati stesi in apposita cassettiera. 


Note:
1) L'espressione è di L. Crocetti "Libri e carte sono da porre sullo stesso piano; ciò che dobbiamo fare è disegnare una mappa" - riportata da Ludovica Braida in Gli archivi culturali del Novecento. Non è un secolo come gli altri? in «Fabbrica del libro» 2011/1

storia archivistica
Le carte di Milva sono sempre state da lei custodite presso la propria abitazione; l'organizzazione e la gestione spettavano alla sua collaboratrice Edith Meier alla quale si deve la suddivisione dei materiali per tipologia documentaria. Con il loro trasferimento nei locali adibiti ad archivio della Biblioteca delle Arti dell'Università di Bologna (Palazzo Marescotti) l'ordinamento originale è stato rispettato e ripristinato, collocando sugli scaffali la diversa documentazione evitando quanto più possibile promiscuità e disordine. Questo stato delle carte ha orientato il presente intervento archivistico che si qualifica come il primo in quanto prima d'ora il fondo non era mai stato oggetto di riordino nè di descrizione.

modalità di acquisizione
L'Archivio Maria Ilva Biolcati è stato donato alla Biblioteca delle Arti dell'Università di Bologna il 13 gennaio 2022 (donazione agli atti del notaio Cristina Barisone, Collegio notarile del Distretto di Bologna, rep. 7.164), accompagnato da elenco ufficiale di donazione.


codice interno: 1493 - 001

informazioni redazionali
Inventario a cura di
Laura Cristina Niero (Cosmos), 2023

realizzato per 
Biblioteca delle Arti, sezione di Musica e Spettacolo, Università di Bologna

intervento redazionale a cura di
Regione Emilia-Romagna - Settore Patrimonio culturale. Area Biblioteche e Archivi, 2023*