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Archivio della Società anonima delle miniere zolfuree di Romagna 1801 - 1899
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con docc. antecedenti e posteriori presenti nella Miscellanea.
fondo
fascicoli 1212, registri 2, pacchi 12

Il fondo, oggi conservato presso la Biblioteca Malatestiana, è costituito da un nucleo documentario acquisitato dall’istituto negli anni '80 del '900 e ampliato con diverse acquisizione nel corso dei decenni successivi.
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La documentazione, prodotta durante la seconda metà del XIX secolo (1854 - 1899), testimonia l’attività imprenditoriale della Società delle Miniere Zulfuree, già attiva con altra denominazione dal inizio secolo. L'archivio restituisce un quadro della struttura organizzativa della società, avente sede centrale a Bologna e numerose agenzie operative dedicate all’estrazione, alla raffinazione, al deposito e commercio, dislocate sul territorio romagnolo e marchigiano. 
Il materiale è organizzato in serie che riproducono il più fedelmente possibile la struttura originaria dell’archivio, rispettando anche l’assetto definito dal riordino a cura di Renato Turci, a cui spetta la paternità del primo inventario pubblicato nel 1989.

Un primo raggruppamento del fondo ("Atti classificati") raccoglie le serie in cui la documentazione risultava originariamente organizzata presso la sede centrale della Società, a Bologna. È probabile che l’archivio fosse regolato da un titolario di classificazione, oggi non più conservato, che suddivideva i fascicoli in titoli e sezioni numerate progressivamente. Di tale struttura è rimasta traccia in alcune camicie originali dei fascicoli, grazie alle quali è stato possibile desumere e ricostituire l'ordine originale della documentazione. I titoli presenti in tale partizione non restituiscono probabilmente l’intera articolazione dell’archivio e del titolario, ma offrono un’indicazione significativa su come la documentazione fosse concepita e gestita dall’organizzazione centrale. Il raggrupamento "Atti classificati" risulta, pertanto, così organizzato:
- Titolo I. Società antica: unico titolo che riguarda la gestione amministrativa precedente, della cosiddetta Nuova società delle miniere sulfuree di Romagna, di cui la Società successiva eredita parte della documentazione;
- Titolo II. Concessioni e privilegi;
- Titolo III. Leggi e regolamenti;
- IV. Amministrazione;
- Titolo V. Direzione;
- Titolo VI. Esercizio;
- Titolo VII. Raffinerie;
- Titolo VIII. Commercio zolfo. 
Si tratta quindi di documentazione prettamente amministrativa, generata dall'attività quotidiana della Società, eccezione fatta per alcune serie contenenti riferimenti normativi inerenti i diritti estrattivi e il Titolo IV che riporta alcuni verbali delle adunanze. Le serie archivistiche rivelano, inoltre, la presenza di numerosa corrispondenza relativa alle pratiche amministrative e scambiata con le sedi periferiche della Società (Borello, Buratella, Busca, Cesena, Cesenatico, Formignano, Luzzena, Marazzana, Perticara e Rimini).
La documentazione, non espressamente riconducibile a un'organizzazione originale della carte, è stata riordinata secondo serie omogenee per materia.

La serie "Corrispondenza" risulta indubbiamente la più corposa, e si compone di fascicoli nominali relativi ai corrispondenti con cui la Società ha scambaito lettere, cartoline e telegrammi nel corso degli anni.
Rispettando la suddivisione originaria, è stata costituita una serie specifica per gli scambi intercorsi con gli agenti della Società presenti sul territorio e denominata "Corrispondenza con gli agenti".
Inoltre, sempre in relazione alla corrispondenza, si segnala la presenza di due registri di copialettere, relativi a sole due annate: 1886 e 1895.

Seguono serie relative all'attività più propriamente contabile e amministrativa: inventari di beni, cedole azionarie, tariffari e documentazione di cassa.

Infine, chiude l'inventario la serie "Miscellanea", alla quale afferiscono documenti non direttamente riconducibile alla gestione della Società, presumibilmente confluiti nell’archivio in occasione delle diverse e successive acquisizioni di materiale documentario.

criteri di ordinamento
L’archivio si presentava in buste originali, che tuttavia risultano evidentemente rimaneggiate e riorganizzate, come dimostrano le titolazioni aggiuntive e i vari appunti riportati sui dorsi. Su questi si leggono infatti sia segnature e titolazioni originarie, sia numerazioni successive: una segnatura progressiva in numeri romani, da I a CIX, e una numerazione araba presente solo su alcune buste, che lascia ipotizzare l’integrazione di documentazione avvenuta in un secondo momento. La numerazione romana sembra corrispondere a quella indicata da Turci nel suo inventario pubblicato.
All’interno delle buste si riscontra sia una fascicolazione originaria, sia una successiva riorganizzazione effettuata da Turci, che ha annotato la numerazione a penna sia sulle camicie dei fascicoli (quando presenti) sia in cima a ciascun documento contenuto.
Un’analisi, anche semplicemente numerica delle buste fa emergere l’aggiunta successiva di alcune unità, riconoscibili per una numerazione differente che non trova riscontro nell’inventario edito.
Per ciascuna unità archivistica sono stati registrati: l’eventuale titolo originale, eventuali legature particolari, il riferimento alle segnature originarie, la segnatura assegnata negli inventari preesistenti e la tipologia documentaria.
Le operazioni di riordino hanno comportato il ricollocamento fisico delle unità archivistiche, ricondotte alle rispettive serie originarie, sistemate ordinatamente sugli scaffali, corredate da apposita etichettatura e dall’apposizione del numero di corda. Contestualmente al riordino interno dei documenti, si è proceduto al ricondizionamento del materiale, sostituendo i contenitori danneggiati o inadeguati e inserendo le unità prive di custodia in nuove buste idonee alla conservazione

storia archivistica
Nel 1987 la Cassa di Risparmio di Cesena, sotto la spinta di Piero Lucchi e Antonio Veggiani, acquistò sul mercato antiquario 66 buste, 2 registri copialettere e 1 pacco di carte sciolte relative alla Società anonima delle Miniere Zolfuree di Romagna e li donò alla Biblioteca Malatestiana di Cesena 1. I raccoglitori d’archivio pur essendo in condizioni precarie, contenevano migliaia di carte in buono stato di conservazione che “illustravano compiutamente e per la prima volta tutte le operazioni relative all’estrazione, alla lavorazione e alla commercializzazione del metalloide estratto dai giacimenti situati in Romagna, nel territorio della valle del Savio, [..]  e nel territorio del Montefeltro" 2
Tali carte coprivano un arco temporale che si estendeva dal 1855 al 1899, con l’eccezione di 5 raccoglitori con intestazione “Società antica / Titolo I” che contenevano documenti relativi alla storia della società di origine ( Nuova società delle Miniere Zolfuree di Romagna) e quindi pertinenti al periodo 1801-1855 3
Le operazioni di riordino e inventariazione vennero affidate a Renato Turci, allora vice direttore della Malatestiana, e condotte tra il 1988 e il 1989. 
Le attività si conclusero il 22 maggio 1989 con la redazione di un  sommario, realizzato “in base alle segnature di contenuto poste sui dorsi dei raccoglitori” e qui riportato 4:  
- Titolo I, Società antica: 5 raccoglitori;
- Titolo II, Concessioni e privilegi: 2 raccoglitori;
- [Titolo III, Intitolazione mancante: 0 raccoglitori];
- Titolo IV, Amministrazione: 12 raccoglitori;
- Titolo V, Direzione: 5 raccoglitori;
- Titolo VI, Esercizio: 3 raccoglitori;
- Titolo VII, Raffineria in Rimini: 2 raccoglitori;
- Titolo VIII, Commercio zolfo: 10 raccoglitori;
- Corrispondenza 1890-1899: 8 raccoglitori;
- Documenti di cassa 1883-1899: 10 raccoglitori;
- Questione cavedone, carreggiata e ponte nella tenuta Pepoli di S. Antonio: 1 raccoglitore (che conteneva in realtà carte dell’archivio Silvani);
- Senza intestazione: 3 raccoglitori (contenente documenti di cassa, inventari e prezzari della Società, ma anche conti colonici pertinenti all’azienda agraria della famiglia Silvani);
- Copialettere: 2 registri;
- Carte sciolte: 1 pacco (contenente carteggi Silvani e numerosi fogli redatti dall’avvocato Paolo Silvani relative al ricorso avverso l’imposizione di ricchezza mobile applicata alla Società nel 1877).
L’operazione archivistica condotta da Turci fu fondamentale per lo studio delle miniere: “fino ad allora le indagini sulle miniere cesenati erano state condotte solamente su fonti documentarie indirette quali l’archivio della Prefetture e del Tribunale di Forlì presso l’Archivio di Stato di Forlì e l’archivio del Corpo reale delle miniere - Distretto minerario di Bologna.” 5
Tuttavia, non essendo presenti i registri annuali di protocollo non fu possibile ricostruire la collocazione dei documenti non inclusi nei titoli I-VIII. Inoltre, in diversi punti dell’archivio emerse la presenza di documentazione non direttamente legata alle attività minerarie, ma appartenente alla famiglia Silvani. Questa commistione è dovuta al ruolo centrale che vari membri della famiglia, in particolare l’avvocato Paolo Silvani (1810-1883) – politico e banchiere bolognese, nipote di Antonio Zanolini e azionista della Società Anonima delle Miniere Zolfuree di Romagna – ricoprirono nella gestione della società, nonché al fatto che al momento della liquidazione della compagnia, l’archivio aziendale fu trasferito presso la famiglia Silvani, confluendo progressivamente nel fondo familiare e generando così una sovrapposizione tra i due nuclei documentari. 
Quando la redazione dell’inventario sommario era quasi giunta al termine, e più precisamente l’8 aprile 1989, si aggiunse un nuovo nucleo, comprendente 268 documenti, acquistato “dalla Biblioteca Malatestiana presso un altro antiquario operante in Romagna e sicuramente pertinente all’archivio della società, come provavano anche i classificatori contenenti i vari gruppi di lettere, identici a quelli che racchiudono i documenti e le lettere del fondo descritto” 6.
Nel 1990 fu proposta l'acquisizione di un'ulteriore sezione d'archivio appartenente all'ing. Franco Manaresi. Quest'ultimo, nella villa bolognese acquistata dalla sua famiglia, aveva rinvenuto alcune carte appartenenti alla famiglia Silvani, alle quali risultava però collegata anche una rilevante sezione dell'archivio della società delle Miniere. In data 20 dicembre 1990 la Soprintendente Maria Rosaria Celli Giorgini concesse formale autorizzazione alla cessione alla Biblioteca Malatestiana di tale sezione d’archivio (21 buste numerate da 56 a 76), comprendente anche carte di Paolo Silvani e Antonio Zanolini 7
Nel 1991 la Biblioteca Malatestiana, sempre sotto la guida di Turci, intraprese lavori di integrazione di quest’ultima sezione con l’archivio acquisito negli anni ‘80. Durante tali operazioni vennero inoltre effettuate fotoriproduzioni del materiale proveniente dal fondo di proprietà dell’Associazione Proloco di Perticara, anch’esso acquisito sul finire degli anni ‘80 da un altro antiquario bolognese. Nello specifico, il materiale in possesso dell’Associazione Proloco di Perticara, oggi conservato presso il Museo “Sulphur” di Perticara e inventariato da Silvia Crociati tra il 2011 e il 2012, consta di 1180 lettere (1843 - 1859, con antecedenti dal 1803 e seguiti al 1882) che costituiscono il carteggio in arrivo ai responsabili della società da parte di agenti, impiegati e funzionari dei giacimenti e stabilimenti amministrati 8.
Il secondo inventario sommario9 redatto dalla Biblioteca Malatestiana a fronte dei nuovi conferimenti, si configurava come segue:
- Titolo I, Società antica;
- Titolo II, Concessioni e privilegi;
- Titolo III, Intitolazione mancante;
- Titolo IV, Amministrazione;
- Titolo V, Direzione;
- Titolo VI, Esercizio;
- Titolo VII, Raffineria in Rimini;
- Titolo VIII, Commercio zolfo;
- Corrispondenza 1890-1899;
- Copialettere;
- Documenti di cassa 1881-1890;
- Cedole azionarie;
- Inventari;
- Tariffe dei prezzi;
- Carte sciolte;
- Silvani;
- Carteggi Silvani.
A partire da questo venne redatto un inventario analitico, organizzato per serie e sezioni e costruito in struttura “aperta”, “al fine di consentire eventuali future integrazioni di materiale” 10
La complessa storia delle acquisizioni dell’archivio da parte della Biblioteca Malatestiana – e di altri enti – lascia ipotizzare che il complesso documentario sia stato oggetto di dispersione durante il periodo di abbandono della villa Silvani, dove era originariamente conservato. Ciò spiegherebbe l’immissione sul mercato antiquario di frammenti d’archivio e la commistione con le carte appartenenti al fondo della famiglia Silvani.
Inoltre, l’interesse suscitato dalla documentazione ha portato ad un’intensa attività di consultazione e studio nel tempo. L’afflusso continuo di nuovi documenti e il disordine generale in cui versava il materiale hanno reso necessario un ulteriore intervento di riordino e inventariazione, volto a integrare definitivamente le nuove acquisizioni e i documenti aggregati alla sezione del fondo Silvani.
Per questi motivi, nel 2023 la Biblioteca Malatestiana ha incaricato un team di archivisti di procedere a un nuovo riordino del materiale e alla pubblicazione di un inventario aggiornato. 


NOTE

1 La donazione fu approvata dalla Giunta municipale il 22 settembre 1987 con atto deliberativo n.1571 e accolta dal Comitato regionale di controllo nella seduta del 15 ottobre 1987, prot. n. 20476.
2 Piero Lucchi, Renato Turci, "Biblioteca comunale Malatestiana: acquisizione e ricomposizione dell’archivio della Società anonima delle Miniere Zolfuree di Romagna" in La Miniera. Tra documento storia e racconto rappresentazione e conservazione, a cura di Sergio Lolletti, Massimo Tozzi Fontana,  Bologna, Edizioni Analisi - Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 1991, p. 13. 
3 ivi, p. 15. 
4 ibidem.
5 Silvia Crociati, p. 162.
6 Lucchi, Turci p. 16. 
7 ibidem.
8 Silvia Crociati, p. 163. I dati sono pubblicati in Archivi ER - Sitema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia Romagna https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ead-str/IT-ER-IBC-AS00709-0000001 
9 Lucchi, Turci, p. 22.
10 ivi, p. 23.

modalità di acquisizione
La maggior parte della documentazione è stata acquistata sul mercato antiquario nel 1987 dalla Cassa di Risparmio di Cesena e donata alla Biblioteca Malatestiana di Cesena. Una cospicua parte di proprietà dell'ing. Franco Manaresi fu, invece, ceduta nel 1990 a seguito della formale autorizzazione da parte della Soprintendente archivistica per l'Emilia Romagna, Maria Rosaria Celli Giorgini


codice interno: 1627 - 001

informazioni redazionali
Inventario a cura di
Serena Corsellini, Adele Gorini, Matteo Marzocchi (Ebla, Archivi Service), 2025

realizzato per 
Biblioteca Malatestiana di Cesena

intervento redazionale a cura di 
Regione Emilia-Romagna - Settore Patrimonio culturale. Area Biblioteche e Archivi, 2025