Dell'archivio di Filippo Turati e Anna Kuliscioff si propone la descrizione analitica del carteggio, conservato presso la Biblioteca comunale di Forlì, che comprende 3165 lettere (dal 1896 al 1925, con alcune lacune). Queste lettere furono scambiate da Filippo Turati e Anna Kuliscioff durante i periodi di separazione, in particolare quando Turati si recava a Roma per i lavori parlamentari, durante rari viaggi all'estero o soggiorni in stazioni di riposo e cura. Si segnala la presenza di note manoscritte di Alessandro Schiavi, solitamente raccolte in un fascicolo finale all'interno delle scatole in cui è raccolto l'archivio.
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Oltre al carteggio principale, il fondo include lettere inviate da Andreina Costa alla madre Anna Kuliscioff. Queste lettere, originariamente incluse nell'inventario Dentoni-Litta all'interno del carteggio Turati - Kuliscioff, sono state invece individuate nel presente lavoro in una scatola denominata "Miscellanea", insieme ad altre lettere inviate a Turati e Kuliscioff da mittenti diversi. I documenti in questa scatola, pur non essendo ordinati, presentano una segnatura coeva a quella delle altre scatole. Nel presente inventario, le lettere di Andreina Costa alla madre Anna Kuliscioff sono state ordinate come un carteggio distinto.
criteri di ordinamento L'inventario di Dentoni Litta, pubblicato nel 1992, descrive il carteggio Turati-Kuliscioff suddiviso in 18 buste (in realtà, mazzi di lettere chiusi da fascette di carta), in cui le lettere sono ordinate cronologicamente. Attualmente, le lettere sono collocate cronologicamente in 11 scatole numerate da 1 a 11. All'interno di ogni scatola, le lettere sono contrassegnate a matita con il numero della busta originale e un numero progressivo (da 1 a n). La numerazione delle lettere ricomincia da 1 in ogni scatola, mentre la numerazione delle buste (da 1 a 18) è continua attraverso le scatole. Non è noto chi abbia effettuato questa riorganizzazione, ma si presume sia successiva al lavoro di Dentoni Litta. Il presente lavoro tiene conto dell'attuale collocazione delle lettere, mantenendo nella prima occorrenza della segnatura l'informazione del numero di scatola, seguita dalla segnatura riportata sul documento (ad esempio: scatola 5, busta 7, lettera 3). Nel presente inventario la documentazione è ordinata nelle seguenti serie: - Carteggio Filippo Turati - Anna Kuliscioff, 1896 - 1925 - Carteggio Andreina Costa - Anna Kuliscioff, 1904 - 1916 - Appunti di Schiavi, [1944 1965]
Contestualmente all'inventariazione, è stata effettuata la digitalizzazione e la pubblicazione on line delle lettere inedite del carteggio Turati-Kuliscioff, ovvero quelle non incluse nei sei volumi del carteggio pubblicati da Einaudi tra il 1949 e il 1977 [1].
Note [1] TURATI, A. KULISCIOFF, Carteggio, raccolto da A. SCHIAVI, a cura di F. PEDONE, Torino, Einaudi, 1977, voll. 6.
storia archivistica Le vicende legate all'esilio in Francia e alla successiva morte di Turati, che gestiva e organizzava personalmente il suo archivio a Milano, causarono la dispersione e la frammentazione del suo archivio, principalmente per evitare che cadesse nelle mani del regime fascista. Tuttavia, il carteggio Turati-Kuliscioff mantenne la sua integrità, probabilmente grazie alla custodia attenta da parte di Andreina Costa, figlia di Anna Kuliscioff, nella sua casa di Desio
L'archivio di Filippo Turati è oggi suddiviso tra: - l'Internationaal Instituut voor Sociale Geschiedenis (IISG) di Amsterdam, che custodisce, tra l'altro, le lettere del carteggio Turati-Kuliscioff degli anni 1898-1899 e 1919-1925 - la Biblioteca comunale "Saffi" di Forlì, che conserva le lettere degli anni 1896-1897, 1900-1918 e alcune lettere degli anni 1919-1925 - l'Archivio di Stato di Forlì, che raccoglie ulteriore documentazione relativa al periodo dell'esilio parigino - la Società Umanitaria di Milano, che conserva l'archivio familiare. Altra documentazione è consultabile presso l'Archivio centrale dello Stato e la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, che possiede anche il microfilm delle lettere conservate ad Amsterdam. Nel 1978, l'Amministrazione degli Archivi di Stato avviò un progetto per recuperare, concentrare e inventariare tutte le carte di Turati presso l'Archivio centrale dello Stato. Sebbene il recupero delle carte si sia rivelato impossibile a causa di difficoltà e resistenze da parte degli istituti depositari, fu comunque possibile fornire agli studiosi uno strumento efficace per la consultazione del materiale documentario esistente. A partire dal 1980, infatti, Antonio Dentoni Litta intraprese un'accurata schedatura della documentazione, iniziando da quella depositata presso l'Istituto di studi sociali di Amsterdam, e procedendo fino a schedare tutte le carte di Turati, ovunque fossero conservate. Nel 1992 l'inventario fu pubblicato [1].
modalità di acquisizione Le vicende che portarono il carteggio Turati-Kuliscioff a Forlì sono strettamente legate al rapporto tra Filippo Turati, Andreina Costa e il forlivese Alessandro Schiavi. Nel 1942, Schiavi avviò il progetto di pubblicazione dell'intero carteggio. Dopo un intenso scambio epistolare con Andreina Costa, Schiavi ottenne l'autorizzazione a prelevare il carteggio. Nell'aprile dello stesso anno, le lettere furono trasferite segretamente da Milano a Forlì da Lia, la figlia di Schiavi. Durante il periodo bellico, le lettere e altri documenti furono nascosti nel giardino della villa di campagna di Schiavi a Poggio, frazione di Forlì, per evitarne la dispersione o la distruzione. Ancora prima della fine della guerra, Alessandro Schiavi iniziò a lavorare alla pubblicazione del carteggio. L'opera, monumentale e articolata in sei volumi, fu pubblicata dalla casa editrice Einaudi. Tuttavia, l'ultimo volume vide la luce solo nel 1965, dopo la morte di Schiavi. Nel 1957, dopo la pubblicazione dei primi due volumi, Schiavi, fedele ai suoi principi di socialista internazionalista ed europeista, depositò le carte già pubblicate presso l'Istituto di Studi Sociali di Amsterdam, ritenendo che la valenza internazionale dell'istituto avrebbe favorito una maggiore valorizzazione dell'archivio di Filippo Turati1. Nel 1958, il trasferimento del restante carteggio fu interrotto dall'intervento della Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna, che nel marzo dello stesso anno notificò a Schiavi l'importanza del carteggio, sottoponendolo a tutela pubblica ai sensi della legge sugli archivi del 22 dicembre 1939, n. 2006, impedendo così ulteriori trasferimenti senza autorizzazione. In una lettera a Walter Vichi, direttore della Biblioteca comunale di Forlì, Schiavi comunicò che le lettere del primo e quinto volume pubblicati da Einaudi, così come le lettere dei corrispondenti di Turati pubblicate da Laterza e il materiale raccolto a Parigi prima della morte di Turati e utilizzato per il volume "Esilio e morte di Filippo Turati" edito da Opere Nuove di Roma nel 1956, erano già stati trasferiti ad Amsterdam. Schiavi espresse inoltre a Vichi la disponibilità a depositare le lettere rimanenti presso la biblioteca di Forlì, una volta completata la pubblicazione dei volumi. Dopo la sua morte, la biblioteca e le carte di Schiavi furono parzialmente donate alla Biblioteca comunale di Forlì in diversi versamenti dal 1975 al 1982, incluso il carteggio Turati-Kuliscioff.
1Si veda, R. MONTELEONE, Ledizione del carteggio Turati-Kuliscioff, in M.RIDOLFI, (a cura di), Alessandro Schiavi. Indagine sociale, culture politiche e tradizione socialista nel primo 900, Il Ponte Vecchio, Cesena, 1994.
unità di descrizione collegate "L'archivio Turati ha subìto sorti travagliate, che hanno portato a notevoli perdite e frazionamenti. Conservatore attento e scrupoloso delle proprie carte, che selezionava giornalmente annotando sulle lettere il contenuto e la data della risposta, Turati aveva accumulato, nel corso di cinquant'anni di attività, una mole gigantesca di documentazione quando, nel 1926, la dovette in buona parte mandare al macero, sia per liberare due locali nei quali era conservata, sia per la dolorosa decisione dell'espatrio, che avvenne nel dicembre di quell'anno. Le carte selezionate furono affidate ad Andreina Costa Gavazzi, figlia di Anna Kuliscioff e di Andrea Costa, e in seguito a suo figlio don Egidio Gavazzi. Esse furono riordinate nei primi anni Venti a Milano da Paolo Treves, che aveva svolto per Turati le funzioni di segretario. Successivamente, Andreina Costa autorizzò Alessandro Schiavi, che intendeva curare l'edizione delle lettere, a ritirare i documenti conservati nell'abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma. Anche il carteggio Turati-Kuliscioff, conservato nella sua integrità da Andreina Costa nella casa di Desio, fu consegnato a Schiavi che, fin dal 1942, ne aveva progettato la pubblicazione. Le carte dell'esilio parigino fino alla morte furono affidate a Bianca Pittoni, sua stretta collaboratrice. Salvate fortunosamente attraverso le vicissitudini della guerra, specie per opera di Angelo Tasca, queste carte furono infine recapitate al Partito socialista a Milano e quindi recuperate da Alessandro Schiavi. Nel dopoguerra quest'ultimo, che era stato contattato insieme a Paolo Treves da Julius Braunthal, già segretario dell'Internazionale socialista e membro del consiglio dell'Iisg di Amsterdam, decise di consegnare, nel settembre 1956, una parte rilevante dell'archivio Turati all'istituto olandese. Dopo il versamento, queste carte hanno subito ulteriori smembramenti. Le lettere di Engels a Turati sono state estrapolate dall'archivio Turati e collocate arbitrariamente nel fondo Marx-Engels, conservato nello stesso istituto di Amsterdam. Le sette lettere inviate da Giuseppe Emanuele Modigliani a Turati che risultano mancanti furono richieste da Lia Schiavi all'Istituto olandese ed inviate a Vera Modigliani il 31 maggio 1957; esse hanno poi seguito le sorti dell'archivio Modigliani, che fu versato nel 1989 all'Archivio centrale di Stato a Roma. Lia Schiavi donò, inoltre, alla Fondazione Turati sei lettere concernenti la reclusione di Sandro Pertini (edite nel volume Sandro Pertini combattente per la libertà). La documentazione che nel 1956 era stata trattenuta da Schiavi per completare gli studi e le pubblicazioni, in parte fu successivamente donata dalla figlia Lia alla Biblioteca comunale della sua città, Forlì, mentre un'ultima parte rimase tra le carte di Alessandro Schiavi ed è attualmente conservata insieme a queste presso l'Archivio di Sato di Forlì-Cesena, dove furono depositate da Lia nel gennaio 1989. Un nucleo più piccolo dell'archivio Turati, comprendente principalmente carte familiari, lettere e scritti del periodo giovanile, carte processuali e messaggi di cordoglio per la Kuliscioff, ha seguito le sorti della sua biblioteca, consegnata da Andreina Costa al monastero benedettino di San Giovanni di Parma, dove era entrato il figlio. Nel 1965 la biblioteca, che nel frattempo aveva subito consistenti depauperazioni, e le carte rimanenti furono acquistate dalla Banca popolare di Milano e concessi in uso gratuito alla Società umanitaria, dove sono tuttora conservate. Ulteriori documenti provenienti dall'archivio Turati sono oggi collocati all'interno di fondi diversi. Si tratta ad esempio di una lettera di Turati a Enrico Ferri del 1898 conservata dalla Fondazione Turati nell'archivio Sandro Pertini e delle lettere di cordoglio per l'assassinio di Giacomo Matteotti, inviate a Turati per la Direzione del Psu, poi donate alla vedova, Velia, e attualmente conservate dalla Fondazione Turati nel fondo Matteotti. Infine ricordiamo un nucleo di materiali vari raccolti da Turati negli anni dell'esilio parigino, comprendente il carteggio con l'industriale italiano emigrato in Argentina Torquato di Tella e documenti finanziari relativi alla Concentrazione d'azione antifascista, oggi conservati presso l'archivio dell'Istituto "Torquato di Tella"di Buenos Aires."
Fonte: Fondazione di studi storici "Filippo Turati" Fondazione Turati
bibliografia A. Dentoni Litta, Archivio Turati. Inventario, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio centrale per i beni archivistici, 1992 https://dgagaeta.cultura.gov.it/public/uploads/documents/Strumenti/5cd53298c724b.pdf
codice interno: 1679 - 001
informazioni redazionali
Inventario a cura di Fabrizio Monti, Alice Turchi, Emiliano Del Ventisette (Ebla), 2025
realizzato per Fondazione Roberto Ruffilli di Forlì
intervento redazionale a cura di Regione Emilia-Romagna - Settore Patrimonio culturale. Area Biblioteche e Archivi, 2025