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Archivio storico della Camera del lavoro territoriale di Reggio Emilia

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            <p>La formazione di un archivio unico per la concentrazione delle carte della Camera del Lavoro e dei sindacati di categoria sembra risalire alla metà degli anni Settanta.
                
Intorno al 1975 - 76 furono riuniti in un medesimo luogo di conservazione, la soffitta dell'attuale sede camerale di Via Roma, alcuni nuclei archivistici di varia provenienza, i quali su incarico della Segreteria camerale vennero sommariamente riordinati da alcuni studenti universitari vicini all'organizzazione sindacale.
                
L'archivio camerale reggiano si trova pertanto in linea con la maggior parte degli archivi sindacali provinciali e nazionali della CGIL, della CISL e della UIL, che si formarono appunto tra la seconda metà degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta, talvolta anche in risposta a stimoli provenienti dalle confederazioni nazionali.
                
Per limitarci alla CGIL, va ricordato che la confederazione dedicò agli archivi delle proprie strutture due importanti pubblicazioni: la prima, uscita nel 1977 ("I centri di documentazione del sindacato. Impianto e utilizzazione", Roma, Editrice Sindacale Italiana, 1977), invitando le organizzazioni orizzontali e verticali a costituire dei centri di documentazione, forniva alcune linee guida per la loro formazione; la seconda, seguita nel 1981 ("La memoria del sindacato. Guida agli archivi della CGIL" a cura di Bruna Colarossi e Teresa Corridori, Editrice Sindacale Italiana, 1981), offriva una vera e propria guida agli archivi già costituiti, di cui riportava integralmente o parzialmente gli inventari.
                
Ma per tornare all'archivio della CGIL reggiana, l'intervento di riordino realizzato intorno alla metà degli anni '70 non fu condotto secondo uno specifico piano o schema di classificazione, ma si limitò al condizionamento in fascicoli di carte originariamente sciolte e alla successiva numerazione progressiva delle unità archivistiche originarie o di nuova costituzione.
                
Dall'esame delle circa 300 segnature tuttora visibili sui fascicoli, comprese tra il numero 1 e il numero 575, si possono trarre alcune fondamentali considerazioni sull'intervento svolto e sull'assetto che l'archivio camerale aveva all'epoca. Il riordino aveva coinvolto documentazione prodotta dalla CCdL e da un numero relativamente ristretto di sindacati di categoria: la FILCAMS, la FILCEA, la FILLEA, la FILPC, la FILTEA, il Sindacato degli Autoferrotranvieri, la FEDERBRACCIANTI e la FEDERMEZZADRI, ma per alcune categorie, ad esempio quelle agricole, l'intervento aveva interessato soltanto una parte delle carte prodotte. Inoltre all'operazione di raccolta e concentrazione dei fondi erano quasi certamente sfuggiti molti dei più importanti e consistenti archivi categoriali: gli enti locali e ospedalieri (FLELS), i bancari (FIDAC), gli alimentaristi (FILZIAT) e soprattutto la FIOM, ovvero i fondi più strutturati e quelli caratterizzati da una maggiore continuità nella gestione documentaria.
                
Infine il riordino, nonostante avesse prodotto un archivio unico per la Camera e le categorie, non aveva significato un vero e proprio rimescolamento dei fondi: infatti, nella serie progressiva delle unità archivistiche, restavano ben riconoscibili blocchi di fascicoli prodotti da una medesima federazione: ad esempio le segnature da 1 a 59 riguardavano i documenti della FILLEA (Edili), quelle tra 139 e 222 il materiale FILCAMS e via dicendo.
                
Non si era trattato dunque di un riordino per materia, né era stato adottato un rigoroso criterio cronologico per l'ordinamento delle unità.
                
Ma questo primo assetto venne scompaginato soltanto pochi anni dopo. All'incirca tra 1980 e 1981(1), in ambito camerale fu elaborato un progetto per addivenire alla costituzione di un Centro di documentazione - archivio, comprensivo di biblioteca ed emeroteca. Per quanto riguarda il materiale documentario si prevedeva un'organizzazione in sezioni, largamente modellata sul Centro di documentazione già costituito presso la Camera del Lavoro di Bologna(2) e quindi fondata su criteri di ordinamento prevalentemente tematici. L'intervento, che portò alla classificazione a posteriori di una parte cospicua delle carte conservate, a causa di sopravvenuti impegni sindacali dei riordinatori, fu però presto interrotto, arrestandosi in buona parte ad una fase di 'sgrossatura' del materiale.
                
Pochi anni dopo, alla fine del 1984, nel corso di una riunione della Segreteria camerale fu trovata una nuova soluzione per "risolvere l'annoso problema dell'archivio" storico(3): le carte sarebbero state depositate per almeno 20 anni, mediante un'apposita convenzione, presso la comunale Biblioteca "Panizzi", la quale si sarebbe occupata anche di sovrintendere ad un nuovo e definitivo riordino della documentazione. Il Consiglio Comunale approvò la richiesta nel 1985 e probabilmente in quello stesso anno cominciarono i lavori di riordinamento, condotti in due momenti successivi da operatori diversi.
                
Un primo lotto di documenti, condizionato in 703 contenitori tra cassette e faldoni, fu ordinato secondo due diversi schemi di classificazione: per metà circa (nn. 1 - 322), 'portando a perfezione' lo schema già abbozzato nell'ultimo riordino sindacale, per l'altra metà (nn. 323 - 686) classificando le carte secondo il titolario che la CGIL nazionale aveva emanato e pubblicato nel 1986; soltanto una parte significativa dell'archivio della FIOM veniva lasciata quasi intatta e collocata tutta insieme in coda al resto della documentazione (nn. 687 - 703).
                
Un secondo lotto di materiale, condizionato in 156 buste (nn. 704 - 859), fu riordinato invece senza seguire particolari schemi di classificazione e rispettando in gran parte, se non l'ordinamento originario, almeno i fondi di provenienza.
                
Un'altra fondamentale differenza nelle strategie adottate dai riordinatori dei due lotti è che mentre il secondo intervento, condotto fin troppo 'in pulizia', comportò la totale eliminazione dei contenitori originali (fascicoli, cartelle, buste ecc.), per quanto riguarda il primo lotto questi materiali furono in vario modo largamente conservati: molti faldoni originali furono riciclati per il condizionamento della documentazione riordinata e 'mascherati' attraverso l'apposizione di nuove etichette sopra i titoli e le segnature originarie; i fascicoli invece furono mantenuti, in numero di uno o più, all'interno dei nuovi fascicoli intestati "Municipio di Reggio nell'Emilia". Pertanto, nonostante i due interventi avessero in generale prodotto un profondo rimescolamento dei fondi di provenienza e/o delle serie originarie, l'archivio manteneva molte tracce, per quanto camuffate o nascoste, riguardo il suo primitivo assetto e le vicende occorse alle carte.
                
Intanto nel 1986 il Soprintendente archivistico dell'Emilia Romagna dichiarava di notevole interesse storico non solo l'archivio storico, ma anche l'archivio di deposito della Camera reggiana. Nel deposito di Cavriago in effetti si trovava il materiale storico che non era stato affidato alla "Panizzi" ed anche altra documentazione relativamente antica che per qualche motivo era sfuggita ai lavori di riordino; nel deposito inoltre il materiale documentario aumentava progressivamente in seguito soprattutto alla produzione sempre più imponente di carte da parte delle diverse strutture sindacali.
                
L'annoso problema dell'archivio pertanto continuava a riproporsi e la notevole mole di documenti accumulati presentava la necessità, se non di nuovi interventi di riordinamento, almeno di operazioni di censimento e schedatura del materiale per mantenere la conoscenza del patrimonio documentario sia ai fini della ricerca storica sia per eventuali necessità amministrative.
                
A tal proposito negli anni '90 la Camera si preoccupò da una parte di individuare al proprio interno una figura stabile che si prendesse cura dell'archivio, occupandosi soprattutto del trasferimento della documentazione dagli archivi correnti al deposito, dall'altra affidò ad una cooperativa specializzata, la CRECS di Bologna, l'incarico di descrivere e riordinare il materiale documentario conservato a Cavriago e di condensare in un unico database sia i dati relativi all'archivio storico conservato alla "Panizzi" sia quelli inerenti l'archivio di deposito(4).
                
Tra il 1993 e il 1998 gli archivisti bolognesi lavorarono contestualmente sia a Cavriago sia presso la Biblioteca comunale reggiana, realizzando una schedatura complessiva del materiale ed effettuando parzialmente un riordinamento sommario della documentazione conservata presso la CdL locale. Da questo intervento complessivo veniva alla luce non solo il profondo rimaneggiamento subito dal materiale depositato nella Biblioteca, ma anche l'esistenza di nessi archivistici profondi tra la documentazione conservata presso le due sedi: l'archivio della Camera del Lavoro e delle sue strutture si profilava quindi non come organico complesso di fondi, ma piuttosto quale aggregato di spezzoni che, oltre a trovarsi fisicamente in luoghi diversi, avevano conosciuto anche diverse vicende archivistiche.
                
La Segreteria camerale presentò allora alla Soprintendenza Archivistica dell'Emilia Romagna un progetto di riordino e inventariazione che interessasse sia la documentazione conservata alla "Panizzi" sia le carte di Cavriago e che, nel rispetto del metodo storico e del principio di provenienza, avesse come obiettivo primario il ripristino dei fondi della Camera Confederale del Lavoro provinciale e dei sindacati provinciali di categoria, ovvero di tutto il materiale d'archivio prodotto da queste organizzazioni tra il 1945, anno di ricostituzione della Camera, e la riforma organizzativa deliberata nel 1979 dalla Federazione nazionale CGIL - CISL - UIL a Montesilvano. Per la Camera del Lavoro e quelle federazioni categoriali che non avevano subito fusioni e accorpamenti si prevedeva il riordino del materiale fino al I congresso territoriale del 1981, per le federazioni che, in seguito all'attuazione della riforma formarono in tempi diversi federazioni di 2° livello, il termine era costituito dal I congresso della nuova federazione(5).
                
Il progetto, approvato dalla Soprintendenza, ottenne un finanziamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, ma come condizione fondamentale per la sua attuazione fu richiesto che i diversi spezzoni documentari fossero preventivamente riuniti presso un'unica sede. Questa fu individuata nel nuovo Polo Archivistico, che l'Amministrazione Comunale di Reggio Emilia stava allestendo nel complesso ristrutturato dei Chiostri di S. Domenico. Nel dicembre 2001 tutti gli spezzoni dell'archivio furono ivi riuniti e depositati, sulla base di una nuova convenzione fra l'ente camerale e il Comune. Nel giugno 2002 cominciarono i lavori previsti dal progetto, che furono articolati in tre successive fasi, ciascuna seguita da un collaudo della Soprintendenza: ricognizione, riordino fisico, inventariazione. Ma per i dettagli sui criteri di intervento si rimanda alla scheda specifica "Criteri di ordinamento".

Note
1. Del progetto resta un fascicolo "Centro documentazione CCdL", i cui documenti non datati, sulla base delle dichiarazioni delle diverse persone che li hanno posti in essere, non possono essere anteriori al 1977 né posteriori al 1981 (il fascicolo si trova attualmente nel fondo CCdL, Amministrazione, Sedi e patrimonio). Relativamente alla costituzione del Centro si conserva anche uno scambio di lettere intervenuto nel novembre 1980 tra lo storico Luciano Casali, direttore del Centro di Bologna, e l'allora Segretario Generale della CCdL Gianfranco Riccò: Casali offriva la collaborazione propria e dei suoi collaboratori e Riccò, nel ringraziare, faceva sapere che si stava predisponendo un organico che avrebbe risolto il problema dell'archivio verso aprile - maggio 1981 (lo scambio epistolare si trova nel fondo CCdL, Segreteria, Circolari, corrispondenza, documenti).
2. L'inventario del Centro documentazione - archivio di Bologna venne parzialmente pubblicato nel volume "La memoria del sindacato. Guida agli archivi della CGIL", cit.
3. L'espressione è tratta dalla presentazione dei segretari camerali G. Riccò e G. Rinaldini all'inventario dell'archivio storico della CdLT, redatto dopo che il materiale fu affidato alla Biblioteca "Panizzi". Per dare un'idea della drammatica situazione in cui versava l'archivio prima di questo intervento si riportano quei le parole usate nella medesima presentazione dai due dirigenti sindacali: "anche quelle opere di modesta sistemazione [i tentativi di riordino effettuati in ambito sindacale] erano state demolite periodicamente dai prelievi incontrollati, seppellite dal versamento di quintali di carte e riviste alla rinfusa e dall'uso promiscuo del locale in cui era ubicato l'archivio, fra carte da buttare, pacchi di giornale da vendere al macero, bandiere e cartelli per manifestare, trombe per amplificare la voce di qualche oratore."
4. Il database fu elaborato grazie al software Secretaire di proprietà della Cooperativa.
5. Naturalmente il materiale del congresso veniva escluso dai fondi, in quanto atto costitutivo delle nuove organizzazioni.</p>
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            <p>Prima di cominciare l'intervento di riordino che ha portato alla redazione del presente inventario, l'Archivio storico della CdLT, lo si è già detto, risultava diviso in spezzoni fisicamente conservati in luoghi diversi e soprattutto ordinati secondo differenti criteri o parzialmente non riordinati.
Un primo passo verso la ricomposizione dei vari spezzoni era stato fatto raccogliendo in un unico database la schedatura di tutte le unità archivistiche di cui si componeva l'Archivio; ma tale ricomposizione, essenzialmente virtuale, era soltanto il risultato dell'aggregazione di descrizioni operate in tempi successivi da persone diverse, le quali avevano lavorato sull'archivio con modalità e scopi differenti. Si trattava inoltre non di una schedatura di riordino, ma di una descrizione di tipo inventariale(19) e dunque largamente priva di indicazioni relative a segnature e classifiche originarie, elementi diplomatici dei documenti che permettessero di risalire ai soggetti produttori (registrazioni di protocollo, sottoscrizioni, annotazioni relative all'assegnazione della corrispondenza in arrivo a uffici e funzionari ecc.), nessi tra le varie unità archivistiche, indicazioni sulle modalità di archiviazione delle carte.
Nonostante i suoi limiti, tale prezioso lavoro rappresentava in ogni caso una base di partenza per un nuovo complessivo intervento che approdasse finalmente ad un assetto definitivo delle carte.
La prima fase di lavoro, la ricognizione del materiale, è dunque consistita nell'integrazione e correzione dei dati già disponibili con tutti quegli elementi che potevano risultare utili al successivo riordino. Oltre a ciò sono stati effettuati numerosi colloqui con dirigenti e funzionari sindacali che avevano avuto parte nella gestione dell'archivio, per verificare le ipotesi che parallelamente emergevano dall'analisi dei documenti e per acquisire il maggior numero di informazioni possibili al fine della ricostruzione della storia archivistica del materiale.
Tale metodo di lavoro ha permesso non soltanto di districare pian piano il complesso intreccio delle successive manipolazioni subite dalle carte, ma di delineare anche a grandi linee i caratteri dell'originaria sedimentazione e le modalità dell'ordinaria gestione documentale dei fondi dell'Archivio. E' emerso che le organizzazioni sindacali non effettuavano una sistematica protocollazione, registrazione e archiviazione dei documenti, non facevano uso di titolari o altri sistemi di classificazione, tendevano a protocollare la corrispondenza in forma estremamente sintetica, facevano scarso ricorso alle numerazioni di corda delle unità archivistiche e abbastanza di frequente non condizionavano fascicoli e documenti sciolti.
Dalla ricognizione è risultato inoltre che, a partire dagli anni Sessanta e ancor più dagli anni Settanta, si è verificata una trasformazione abbastanza profonda dal punto di vista delle tipologie documentarie, delle tematiche dei documenti e dell'organizzazione della documentazione, che va messa in relazione con alcuni importanti mutamenti storico - istituzionali. Infatti il sindacato a partire da quegli anni conobbe sia significative modifiche statutarie, sia un notevole accrescersi del suo ruolo, non solo a livello rivendicativo e contrattuale, ma anche come soggetto politico attivo nelle trasformazioni socioeconomiche che investirono la realtà italiana. Dal punto di vista dell'assetto delle carte ciò si tradusse in primo luogo in un significativo aumento nella produzione e acquisizione di materiale, soprattutto della corrispondenza e dei documenti relativi ai rapporti tra sindacato e soggetti esterni (associazioni imprenditoriali, partiti, enti pubblici territoriali ecc.), del materiale "grigio" e delle pubblicazioni a stampa, funzionali alla conoscenza non solo del mondo del lavoro e delle relazioni industriali, ma dell'economia e della società in genere (studi, saggi, indagini, analisi, atti di convegni e seminari, giornate di studio, periodici, articoli di stampa ecc.).
Raccolti tutti questi elementi archivistici e storico - istituzionali, si è proceduto alla seconda fase di lavoro, il riordino fisico, che ha mirato essenzialmente a ripristinare, fin dove possibile e quando esistente, l'ordine originario dei fondi e delle rispettive serie, separando il materiale archivistico da quello "grigio" o a stampa e selezionando per lo scarto la documentazione in copia e quella di scarso valore storico e amministrativo.
Il ripristino dell'ordine originario ha comportato innanzitutto alcuni fondamentali interventi di conservazione. Su tutto il materiale sono stati effettuati interventi di spolveratura, eliminazione e sostituzione di carpette e cartelline di plastica, raccoglitori ad anelli, elastici, fermagli arrugginiti ecc. Ma l'intervento più importante è stato il recupero di alcuni faldoni originali mascherati dalle nuove etichette apposte sul materiale depositato alla Biblioteca "Panizzi". Grazie all'uso di apposito spray rimuovi colla, sono stati riportati alla luce i titoli e le segnature originali presenti sulle coste delle buste e sono state recuperate intere serie originarie: la serie Archivio generale del Fondo FLELS (Federazione Lavoratori Enti Locali e Sanità), 1952 - 1975 con docc. dal 1937, bb. 39, la serie Amministrazione del Fondo FIOM (Federazione Impiegati e Operai Metallurgici), 1946 - 1977, bb. 3, la serie Tabelle salariali sempre del Fondo FIOM, 1944 - 1977, bb. 5.
Sia nel materiale della "Panizzi" sia nel materiale di Cavriago si trovavano in gran quantità pubblicazioni a stampa, periodici, materiale grigio e talvolta anche cartoline, disegni, pannelli espositivi. Nel corso del riordino fisico si è proceduto pertanto a separare tutte queste tipologie di documenti e a trasferirle alla biblioteca ed emeroteca della CGIL reggiana. Tali materiali sono però stati mantenuti quando si trovavano in unità archivistiche originali, in quanto costituenti allegati o materiale d'appoggio alle pratiche in essere.
Sono stati inoltre estrapolati anche i contratti a stampa, per arricchire la collezione dei contratti già formatasi presso la Camera del Lavoro, ed altri materiali, che pur essendo documenti d'archivio a pieno titolo, sono stati ugualmente trasferiti alla CdLT, che dispone di attrezzature adeguate per garantirne la corretta conservazione: manifesti e volantini a stampa sciolti, prodotti dal Centro Diffusione Stampa della Camera del Lavoro, e serie di fotografie scattate nel corso di scioperi e manifestazioni o utilizzate per i bollettini sindacali. Anche in questo caso tali materiali sono stati invece mantenuti quando presenti in fascicoli originali, per salvaguardare il nesso che intrattengono con gli altri documenti cartacei.
Dal momento che nessuno dei precedenti interventi di riordino aveva comportato operazioni di scarto è stato necessario procedere, contestualmente al riordino, anche a tali operazioni non previste nel progetto iniziale.
Si è proceduto alla separazione fisica di unità archivistiche o di documenti sciolti e all'elaborazione di un elenco, mediante software EXCEL, comprensivo dei seguenti dati: n° progressivo, segnatura precedente, fondo, descrizione delle tipologie documentarie e/o del contenuto dei documenti, estremi cronologici, consistenza, peso, note.
La selezione ha interessato soprattutto documentazione in copia e in secondo luogo moduli in bianco(20), materiale prodotto da enti diversi di facile reperibilità presso altri archivi o istituti (testi normativi, graduatorie scolastiche, delibere di enti locali ecc.)(21), materiale amministrativo - contabile di scarso valore storico e amministrativo (mandati di pagamento e pezze d'appoggio(22), polizze assicurazioni auto, bollette di riscossione energia elettrica e telefono, cambiali, libretti di assegni e di conti correnti ecc.).
Per quanto attiene al riordino vero e proprio, nonostante le condizioni in cui versava l'Archivio, è stato comunque possibile, se non recuperare completamente l'ordine originario delle carte, del resto non sempre esistente, per lo meno ripristinare molte serie originarie e conferire ai vari fondi una struttura archivisticamente più corretta, improntata al funzionamento delle strutture sindacali e alle modalità di archiviazione praticate dai soggetti produttori.
Ciò è stato reso possibile dal fatto che i riordini tematici, pur essendo stati piuttosto pesanti, tanto da rimescolare in maniera profonda i fondi e le serie originarie, hanno fortunatamente lasciato intatte parecchie unità archivistiche originali. Difatti, come si è già accennato, nei nuovi fascicoli della documentazione depositata alla "Panizzi", era frequente imbattersi in uno o più fascicoli originali o in incartamenti e aggregati di carte intrinsecamente connessi.
Si è dunque proceduto all'estrapolazione e al recupero di queste unità originarie e al riaccostamento delle unità affini disperse molto spesso in luoghi diversi e distanti tra loro.
A causa della scarsa tendenza da parte delle diverse organizzazioni ad usare faldoni o cartelline intestate con la propria sigla (salvo rarissime e sporadiche eccezioni), per l'attribuzione delle diverse unità archivistiche ai fondi di appartenenza è stato necessario studiare sistematicamente le piante organiche dei vari soggetti produttori e la loro evoluzione nel tempo, individuare le grafie dei dirigenti e dei funzionari sindacali presenti in appunti manoscritti e sulle cartelline dei fascicoli, analizzare le caratteristiche archivistiche e materiali delle unità (tipo e modalità di apposizione delle segnature, quando presenti, tipologie di cartelline e contenitori utilizzati, modalità di apposizione dei titoli, uso di etichette ecc.).
Benché fossero già in parte cominciate nella fase di ricognizione, tali operazioni hanno potuto dare risultati sicuri soltanto in questa fase di riordino, che ha consentito l'accostamento fisico di unità archivistiche conservate in unità di condizionamento distinte e lontane tra loro e di verificare sistematicamente tutte le ipotesi e i dubbi avanzati in fase di ricognizione.
Per quanto riguarda l'individuazione delle serie i criteri seguiti sono i seguenti:
- conservazione delle specificità dei vari fondi;
- conservazione e ripristino delle serie originarie, quando presenti;
- strutturazione delle serie, sulla base del funzionamento delle strutture sindacali e delle modalità di archiviazione delle pratiche da parte della CGIL reggiana, tenendo presenti anche altri interventi di riordino e inventariazione di archivi sindacali (soprattutto quelli documentati nelle collane pubblicate dall'amministrazione archivistica statale)(23).
Pur improntando il riordino dei diversi fondi ad una certa uniformità ed omogeneità, si è cercato di salvaguardare le specifiche modalità di organizzazione di alcuni fondi.
In particolare si è rilevato che un paio di federazioni di categoria, la FIDAC (Bancari) e la FLELS (Enti Locali e Sanità), diversamente dalle altre strutture, hanno cercato di strutturare la maggior parte della loro documentazione in una serie unica, costituendo un Archivio generale delle loro carte, che riunisce materiale di congressi, di organi direttivi, circolari e corrispondenza, materiale sulla contrattazione, sugli scioperi, fascicoli aziendali ecc. Per quanto riguarda il fondo FIDAC, l'organizzazione è annuale e riguarda tutto l'arco cronologico interessato (1959 - 1981, bb. 29), mentre nella FLELS l'organizzazione è per settori o enti (Enti locali, Ospedalieri, Nettezza Urbana; Istituto S. Lazzaro, Amministrazione Provinciale e Municipio di Reggio Emilia) e riguarda il materiale più antico, dall'inizio degli anni '50 a metà degli anni '70 (1946 - 1975 con documenti dal 1937, bb. 39).
Nonostante il profondo rimescolamento per materia subito da buona parte delle carte, sono state individuate o recuperate non poche serie originarie.
In generale si è rilevata la tendenza a organizzare serialmente alcune tipologie documentarie come verbali di organi direttivi, circolari e corrispondenza (organizzate in genere cronologicamente e meno spesso sulla base dei corrispondenti), bilanci, permessi sindacali, tabelle salariali, accordi aziendali e alcuni generi di pratiche come il materiale dei congressi, le vertenze individuali o aziendali, i fascicoli del tesseramento, i fascicoli aziendali, quelli relativi a scioperi e manifestazioni, ai rinnovi contrattuali ecc.
Non tutte queste tipologie o pratiche sono presenti in tutti i fondi e nei vari fondi possono risultare, a secondo dell'originaria tenuta delle carte e dall'entità dei rimescolamenti tematici subiti, più o meno strutturate e complete.
Le principali serie in cui sono stati articolati i fondi sono le seguenti:
- Congressi: comprende generalmente circolari, carteggio e altro materiale preparatorio; programmi dei lavori; relazioni introduttive documenti e mozioni conclusive; verbali ecc.
- Organi direttivi: contiene raramente e limitatamente a periodi ristretti i verbali delle riunioni, più spesso presenta convocazioni, presenze, elenchi dei componenti, documenti vari;
- Segreteria(24): contiene raramente e limitatamente a periodi ristretti i verbali delle riunioni; presenta generalmente circolari provenienti dalle organizzazioni superiori (nazionali e regionali) o dirette a strutture inferiori (CdL locali, leghe), attivisti, iscritti e lavoratori; carteggio con sindacati, lavoratori, aziende, enti locali, istituti previdenziali e assistenziali ecc.; documenti relativi al dibattito sull'unità sindacale e all'attuazione dei patti federativi tra le diverse organizzazioni sindacali provinciali CGIL, CISL e UIL;
- Amministrazione: abbastanza diversa nei vari fondi per contenuto e tipologie dei documenti, può contenere corrispondenza e documenti relativi a questioni del personale sindacale o alla costruzione e manutenzione degli stabili, bilanci, mastri, giornali di cassa, inventari ed elenchi dei beni mobili o del materiale d'archivio, ecc.
- Organizzazione: abbastanza diversa nei vari fondi per contenuto e tipologie dei documenti, può contenere circolari dagli Uffici Organizzazione nazionali e regionali o dall'Ufficio Organizzazione CCdL alle categorie; note, dati, composizione, regolamenti ecc. sulla struttura organizzativa interna (apparato, uffici, commissioni e gruppi di lavoro, camere del lavoro comunali, leghe, zone, commissioni interne, consigli di fabbrica, delegati); documenti relativi alle riforme organizzative a livello territoriale e di categoria; materiale organizzativo, dati e documenti relativi a scioperi e manifestazioni o alle celebrazioni del primo maggio; materiale organizzativo per le consultazioni dei lavoratori su questioni varie (deliberazioni di organi direttivi, questioni contrattuali o previdenziali); materiale organizzativo, atti e documenti di conferenze e convegni di organizzazione, di convegni di settore, di assemblee di quadri e delegati;
- Tesseramento: circolari e materiale propagandistico relativi alle campagne di tesseramento; dati sul tesseramento organizzati per federazioni sindacali o per comuni, zone o aziende; materiale amministrativo - contabile relativo al versamento dei contributi sindacali; elenchi nominativi di tesserati;
- Contrattazione: nei fondi di categoria comprende soprattutto materiale relativo alla contrattazione nei vari settori (rinnovi CCNL, contrattazione integrativa provinciale, contrattazione aziendale); nel fondo CCdL (serie Contrattazione e vertenze) contiene materiale relativo alla contrattazione delle categorie e dei settori, a vertenze aziendali, copie di accordi aziendali, documentazione relativa a vertenze promosse dal sindacato per ottenere miglioramenti o riforme in ambito economico e sociale;
- Tabelle salariali e dell'indennità di contingenza (serie presente soltanto nei fondi di categoria);
- Accordi aziendali (a volte sono compresi nella serie Contrattazione);
- Vertenze: può contenere carteggio e documenti relativi a vertenze individuali o collettive (licenziamenti, fallimenti), conteggi salariali e delle spettanze ecc.;
- Aziende(25): si compone in genere di fascicoli intestati alle singole aziende presenti nella provincia di Reggio Emilia e contiene carteggio tra azienda e sindacato, documenti relativi alle elezioni degli organismi di fabbrica, accordi aziendali, volantini relativi a lotte e scioperi, comunicati stampa delle federazioni provinciali o degli organismi di fabbrica, materiale relativo alla situazione patrimoniale e finanziaria delle aziende, all'organizzazione del lavoro, alle piante organiche ecc.;
- Varie: miscellanea di documenti eterogenei o di fascicoli relativi ad oggetti isolati che non hanno trovato collocazione nelle altre serie.
In alcuni fondi sono presenti anche altre serie legate alla specificità dei soggetti produttori, in particolare nel fondo CCdL, poiché la Camera del Lavoro in quanto ente confederale presenta un'ampiezza d'azione maggiore rispetto alla federazioni di categoria.
In particolare si segnala la presenza di serie contenenti materiali di autodocumentazione su problemi di settore (non esclusivamente contrattuali) o su questioni e politiche economiche, sociali, istituzionali ecc.: si tratta di documentazione piuttosto varia nella quale si incontrano spesso, accanto a documenti veri e propri, periodici, articoli di stampa, materiale grigio e in genere organizzata in fascicoli tematici.
In alcuni fondi di categoria sono inoltre presenti sottofondi relativi a uffici particolari (unico es. Ufficio Monda nel Fondo FEDERBRACCIANTI), a sindacati di settore (Sindacato Motoaratori e Trebbiatori nel Fondo FEDERBRACCIANTI, Sindacato casari nel Fondo FILZIAT ecc.) o a federazioni più antiche successivamente riunite sotto nuove sigle (sottofondi FIAI, FIFTA e SFI nel Fondo FIST) ovvero a strutture che pur facendo parte delle diverse federazioni di categoria, hanno prodotto carte autonome.
Nel corso del riordino del Fondo FEDERBRACCIANTI si è riordinato anche lo spezzone del fondo della CFLA Confederazione Fascista Lavoratori Agricoltura relativo all'attività dell'Ufficio Monda, il quale dovrà essere integrato con altro materiale prodotto dallo stesso ente, ma da uffici diversi, presente soprattutto nel cosiddetto Fondo Storico.
Relativamente alla terza fase di lavoro, l'inventariazione, la descrizione è stata effettuata con l'ausilio del software SESAMO, applicativo approntato dal Servizio archivistico della Regione Lombardia, nella versione usata 4.1 del 12 luglio 2004.
Le norme seguite sono gli standard internazionali di descrizione ISAD (G) e ISAAR (CPF), mediati attraverso la tradizione archivistica italiana. Sulla base del progetto a suo tempo presentato, il livello di descrizione archivistica adottato corrisponde al livello immediatamente superiore all'unità archivistica o di condizionamento delle carte, ovvero la serie o, quando presente, la sottoserie. I livelli individuati sono pertanto quattro: fondo, sottofondo, serie e sottoserie. Per ciascuno di essi si forniscono informazioni relative a titolo, estremi cronologici, consistenza, contenuto, documentazione collegata. Altri campi (Storia archivistica, Criteri di ordinamento ecc.) sono stati compilati soltanto per segnalare casi particolari, non contemplati o soltanto genericamente affrontati nelle parti introduttive generali dedicate all'intero Archivio storico. Per ciascun soggetto produttore invece, oltre a denominazione ed arco cronologico di esistenza(26), si fornisce un essenziale profilo storico - istituzionale.

Note
19. Sulla differenza tra schedatura di riordino e schedatura inventariale si vedano le fondamentali pagine di Paola Carucci nel suo fondamentale "Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione", Roma, NIS, 1983, pp. 143 - 150 e 172.
20. Secondo le esigenze di auto - documentazione manifestate dalla CdLT nel caso di moduli prodotti dalla CGIL reggiana e dalle sue diverse strutture sono state sempre conservate 2 copie per ogni tipo di modulo, ad eccezione dei casi in cui non si conservassero già i moduli compilati.
21. Tale materiale è stato selezionato per lo scarto soltanto quando trovato sciolto in aggregati miscellanei di carte, mentre è stato conservato quando presente in unità archivistiche originali come allegato o materiale d'appoggio alle pratiche in essere.
22. Sono stati selezionati soltanto nei casi in cui si conservano i bilanci.
23. "Gli archivi del Centro ricerche Giuseppe Di Vittorio. Inventari", a cura di S. Barresi e A. Gandolfi, Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, 1998 (relativo soprattutto al riordino dell'archivio storico della FIOM provinciale di Milano) e "Confederazione Generale Italiana del Lavoro, Inventario dell'Archivio storico (1944 - 1957)", a cura di T. Corridori, S. Oreffice, C. Pipitone, G. Venditti, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per gli Archivi, 2002, voll. 2. Ci si è avvalsi anche del lavoro pionieristico svolto sugli archivi sindacali torinesi, utilissimo soprattutto per l'ampia introduzione sull'organizzazione sindacale e il suo funzionamento ("Tra le carte della Camera del lavoro di Torino. Percorsi e proposte. Guida ai fondi archivistici delle strutture torinesi", Torino, Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci, 1992) e di alcuni saggi che vertono sui problemi particolari posti dagli archivi sindacali (M. Magri, "Archivi privati, archivi sindacali e metodo storico" in "Gli archivi per la storia contemporanea. Organizzazione e fruizione. Atti del Seminario di studi", Mondovì, 23-25 febbraio 1984, Roma, s.e., 1986 e "Industria, lavoro, memoria. Le fonti archivistiche dei sindacati dei lavoratori, delle associazioni imprenditoriali e delle imprese in Italia e in Europa. Torino, Villa Gualino 7 - 8 novembre 1994", Torino, Regione Piemonte, 1996).
24. Quanto si dice qui riguarda generalmente i fondi di categoria, per la serie Segreteria del fondo camerale, ben più complessa e articolata, si rinvia alla descrizione specifica.
25. Nelle federazioni che tutelano categorie impiegatizie la serie assume denominazioni diverse: Istituti bancari per quanto riguarda la FIDAC, Enti nel fondo FLELS, Istituti scolastici nel fondo SNS.
26. Per quanto riguarda la data iniziale si fornisce la data di costituzione dell'ente o la prima attestazione documentaria della sua esistenza.</p>
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            <p>L'Archivio storico della Camera del Lavoro Territoriale di Reggio Emilia, conservato presso il Polo Archivistico Comunale, comprende materiale documentario prodotto, acquisito o raccolto dalla Camera del Lavoro o dalle organizzazioni sindacali che ad essa aderirono nel corso del tempo.
                
Nel presente inventario si dà conto soltanto del materiale riordinato, cronologicamente compreso tra il 1936 e il 1987 e articolato in 23 fondi: il fondo della Camera Confederale del Lavoro (1945 - 1981) e 22 fondi di federazioni provinciali di categoria (1936 - 1987).
                
Ma presso il Polo Archivistico si conservano anche oltre mille faldoni ancora da riordinare: si tratta prevalentemente di carte recenti, comprese soprattutto tra l'inizio degli anni '80 e la metà degli anni '90, ma è presente anche documentazione anteriore, sia risalente al periodo compreso tra il secondo dopoguerra e gli anni '70, sia appartenente al periodo fascista e prefascista(6).
                
Per questa notevole mole di documenti non riordinati, che comprende sia materiale direttamente prodotto dalla Camera del Lavoro e dalle sue strutture, sia documenti dalla medesima a vario titolo acquisito o raccolto, si dispone comunque di una schedatura completa e abbastanza analitica (si vedano anche le sezioni "Storia archivistica" e "Notizie di intervento"), la cui ultima revisione è stata effettuata da chi scrive nella fase di ricognizione, tra giugno 2002 ed aprile 2003. In quest'occasione si è tentato di ricondurre ai soggetti produttori anche gran parte del materiale che non sarebbe stato successivamente riordinato, quale operazione propedeutica a futuri interventi di riordino.
                
Nell'ambito del materiale non riordinato, la documentazione più recente è stata posta in essere dalla Camera e dalle federazioni di categoria nel periodo successivo all'attuazione della riforma organizzativa di Montesilvano(7) oppure da altre strutture sindacali reggiane aderenti alla CGIL e alla CISL: le camere zonali (Castelnuovo Monti, Correggio, Guastalla, Reggio Emilia, S. Ilario e Scandiano), l'INCA (Istituto Nazionale Confederale Assistenza) e l'ETLI (Ente Turistico Lavoratori Italiani) per quanto riguarda la CGIL(8) e la FILCA e, sembra, la FIM per quanto riguarda invece la CISL(9). E' presente anche un nucleo di carte inerenti la FIOM nazionale, donate da Tiziano Rinaldini, ex dirigente prima della CGIL reggiana e poi del sindacato nazionale dei metalmeccanici. Le carte più antiche sono invece costituite o da spezzoni dei disciolti sindacati fascisti (CFLA Confederazione Fascista Lavoratori Agricoltura e CFLC Confederazione Fascista Lavoratori Commercio)(10) o da materiale di varia provenienza e spesso a carattere miscellaneo, donato alla Camera da ex dirigenti sindacali, ex operai e soggetti vari: carte personali(11), materiale relativo a lotte sindacali nelle aziende(12), documenti vari relativi a cooperative ed enti diversi.
                
Per quanto riguarda la Camera del Lavoro di epoca prefascista, la documentazione conservata è rappresentata soltanto da uno scambio di lettere avvenuto nel 1912 tra il Segretario della CdL Arturo Bellelli e il Presidente di una cooperativa di contadini, circa l'adesione di quest'ultima all'organizzazione camerale(13).
                
Per quanto attiene invece ai fondi riordinati e alla loro consistenza, l'Archivio storico comprende complessivamente 6682 fascicoli, 99 registri, 78 volumi, 16 notes, 6 opuscoli e 2 manifesti(14), per un totale di un centinaio circa di metri lineari. I soggetti produttori delle carte, lo si è già anticipato, sono la Camera Confederale del Lavoro, ovvero l'organismo camerale nel periodo compreso tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e la riforma organizzativa territoriale del 1981, e 22 sindacati di categoria. Le sigle e le denominazioni delle diverse organizzazioni categoriali produttrici dei fondi corrispondono alle ultime sigle e denominazioni assunte da tali federazioni prima della riforma organizzativa, ma spesso i rispettivi fondi comprendono anche materiale prodotto da sindacati di settore o da federazioni più antiche, che, in seguito a riorganizzazioni o accorpamenti, sono confluite nelle organizzazioni più recenti. In alcuni casi i documenti creati dalle strutture precedenti o di settore rappresentano dei sottofondi, ovvero delle sezioni relativamente autonome, all'interno dei fondi:
                
- Sindacato Motoaratori e Trebbiatori nel fondo FEDERBRACCIANTI;
                
- FILCEP nel fondo FILCEA;
                
- Sindacato Casari nel fondo FILZIAT;
                
- FIAI, FIFTA e SFI nel fondo FIST.
                
La consistenza delle carte varia sensibilmente da fondo a fondo: alcuni, assai piccoli, comprendono soltanto pochi fascicoli, da un minimo di uno ad un massimo di poche decine (FIDAT, FIP, SINAGI, FNLE, FILDA, FNLAV, FEDERMEZZADRI, FILS e FNDS - FIDEP)(15); altri, un po' più consistenti, superano abbondantemente il centinaio (FILCEA, FILPC, FILTEA, FIST e SPI); altri ancora, di entità media o medio - grande, contengono diverse centinaia di unità archivistiche (FIDAC, FILCAMS, SNS, FIOM, FILZIAT, FLELS); pochi superano il migliaio (FILLEA e FEDERBRACCIANTI)(16) e uno solo, il fondo CCdL, oltrepassa le 1500 unità.
                
Grande varietà si ha pure per quanto riguarda gli estremi cronologici della documentazione dei fondi: meno della metà conserva carte della seconda metà degli anni '40 o precedenti (CCdL, FEDERBRACCIANTI, FEDERMEZZADRI, FIDAC, FILCAMS, FILCEA, FILLEA, FILPC, FILZIAT, FIOM, FLELS), un paio di fondi partono dagli anni '50 (FILTEA e FIST), molti presentano documenti soltanto dagli anni '60 (FILDA, FILS, FNDS - FIDEP, SNS, SPI) o anche oltre (FIDAT, FIP, FNLAV, FNLE, SINAGI). In linea generale comunque nell'Archivio storico CdLT il materiale compreso tra il 1945 e la fine degli anni '50 non è quantitativamente molto rilevante e talvolta risulta anche lacunoso. Ciò dipende assai probabilmente da dispersioni (17), ma, sulla base di alcune testimonianze orali raccolte presso ex dirigenti, non è da escludere che nel periodo più antico l'attività sindacale non venisse sempre documentata anche a causa dell'insufficiente alfabetizzazione o cultura burocratico - amministrativa dei sindacalisti(18).
                
Anche a proposito dell'articolazione strutturale propria dei diversi fondi dell'Archivio si incontrano situazioni assai diversificate: normalmente i fondi più piccoli presentano una struttura relativamente semplice e dunque un numero ristretto di serie, mentre i fondi maggiori assumono fisionomie complesse e si suddividono in parecchie serie e sottoserie e talvolta, come si è già accennato sopra, comprendono uno o più sottofondi.
                
Molte sono le competenze e le funzioni assunte dal sindacato che trovano un riscontro nella documentazione d'archivio: dall'attività degli organismi deliberanti (soprattutto Congresso e Comitato Direttivo) ed esecutivi (Segreteria), alle funzioni amministrative e organizzative (bilancio, tesseramento ecc.), dalla contrattazione collettiva e integrativa alla tutela dei lavoratori in merito a vertenze e controversie di lavoro o a questioni previdenziali e assistenziali, dall'azione sindacale nelle singole aziende all'attività di studio e ricerca sui problemi dei settori produttivi e del mondo del lavoro. Relativamente all'articolazione dei singoli fondi e al contenuto delle serie si rinvia oltre che alla descrizione specifica di ciascun fondo anche alla sezione "Notizie di intervento".

Note
6. Alcuni documenti sono addirittura della seconda metà dell'800, ma oltre a non essere documenti sindacali sono anche carte di scarsa rilevanza.
7. Si ricorda ancora una volta che la riforma si attuò, a seconda delle strutture orizzontali e verticali, confederali e categoriali, in tempi diversi, tra la fine degli anni '70 e la fine degli anni '80.
8. I fondi di queste organizzazioni non erano stati inclusi nel progetto di riordino che si porta a compimento con la redazione del presente inventario, progetto che prevedeva soltanto il riordino dei fondi camerale e di categoria fino all'attuazione della riforma organizzativa.
9. La presenza di spezzoni di archivi di organizzazioni sindacali della CISL non deve sorprendere: con ogni probabilità si tratta di carte provenienti da dirigenti CISL che appartenevano alle federazioni sindacali unitarie. La FILCA è il sindacato dei lavoratori edili, la FIM dei metalmeccanici.
10. Gran parte del materiale CFLA (Ufficio Monda, 1934 - 1944, bb. 5) è già stato ordinato.
11. Si tratta essenzialmente delle carte relative all'attività partigiana, politica e sindacali di Avvenire Paterlini, ex dirigente del sindacato degli edili.
12. In particolare si conserva materiale relativo alle lotte della Reggiane, della Calza Bloch e dell'azienda agricola Ca' de' Frati.
13. I documenti conservati nel fondo Storico, attualmente non ordinato, rientrano in una miscellanea di carte di varia provenienza, forse donata da qualche esponente del mondo della cooperazione.
14. Per quanto riguarda volumi, notes, opuscoli e manifesti nel numero qui fornito non sono conteggiati i volumi, notes, opuscoli e manifesti conservati all'interno dei singoli fascicoli; per quanto riguarda invece i registri, 6 sono conservati sciolti, gli altri 93 si trovano invece all'interno delle buste.
15. In verità FNDS e FIDEP costituiscono due diverse federazioni, ma, almeno relativamente all'arco cronologico delle carte conservate, medesimi dirigenti si occupavano delle due categorie, pertanto il fondo è unico.
16. Va precisato però che i fondi FILLEA e FEDERBRACCIANTI, benché contenenti all'incirca lo stesso numero di unità archivistiche, sono di consistenza assai diversa: le oltre 1000 unità archivistiche della FILLEA sono condizionate in 42 buste, mentre il fondo del sindacato dei braccianti raggiunge le 103 buste: ciò si deve al fatto che buona parte dei fascicoli della FILLEA è di consistenza assai ridotta.
17. E' assai probabile che consistenti dispersioni di materiale si siano verificate in occasione di cambio di sedi: il 13 ottobre 1954 l'Intendenza di Finanza sfrattò la Camera del Lavoro dalla propria sede di Corso Cairoli n. 6; prima di stabilirsi nell'attuale sede di Via Roma, la CGIL reggiana si stabilì in una sede provvisoria in Via Gramsci n. 59. L'inaugurazione della nuova sede avvenne il 19 giugno 1955 (cfr. CCdL, Amministrazione, Sedi e patrimonio), ma sembra che anche dopo questa data sia stata utilizzata la sede di Via Gramsci.
18. Sembra che ciò riguardasse soprattutto i dirigenti delle categorie agricole (braccianti e mezzadri).</p>
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            <bibref>
                <imprint>
                    <date>[2006]</date>
                    <geogname>[Reggio Emilia]</geogname>
                </imprint>
                <num>pp. 277</num>
                <title>Archivio storico della Camera del lavoro territoriale di Reggio Emilia. Inventario</title>
            </bibref>
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