Gli archivi in Emilia-Romagna
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<unittitle encodinganalog="ISAD 1 - 2 title">Archivio storico del Comune di Castelvetro di Modena
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<p>Il nome di Castelvetro è attestato da numerosi documenti di epoca medievale citati sia dal Tiraboschi che dal Muratori: in un contratto di compravendita del 988 viene nominata certa Maria, figlia di Segezzone de "Castrovetere", dalla quale Ermemberto figlio d'Ursone di Villa Saliceto, avea ricevuto una somma di denaro per una pezza di terra a lui venduta; sono invece del 996 due documenti dai quali risulta che il vescovo di Modena Giovanni fece dono al monastero di San Pietro di Modena di una "vigna juxta Castrum Vetus" e di una Chiesa presso "Castrumvetus", dedicata a S. Maria Vergine (in seguito chiamata S. Maria del Gherlo), e questo secondo atto fu pubblicato "prope Castrovetere in oratorio Sanctae Mariae".
Il territorio di Castelvetro risulta parte dei domini dell'Abbazia di Nonantola fin dal 789; nell'XI secolo l'abate del monastero Rodolfo riconobbe al Marchese Bonifacio l'investitura di Castelvetro a titolo di enfiteusi; successivamente il Castello passò alla Contessa Matilde sua figlia, e in un suo decreto datato 1114 viene nominato un tale Nardello "de Castroveteri". Alla morte della Contessa, l'abate di Nonantola ritorna in possesso di Castelvetro per diritto di riversione e nel 1213 ne investe, sempre a titolo di enfiteusi, le famiglie Beccafava e Pico. In seguito ai contrasti fra Modena e Nonantola, il XIII secolo vede Castelvetro sottomesso al potere del Comune di Modena. Infine nel 1330 il Legato Apostolico Bertrando del Poggetto concesse l'investitura del feudo di Castelvetro a Iacopino Rangone, al quale gli abitanti del castello prestarono giuramento di fedeltà. Nel 1454 il Duca Borso d'Este confermò tale investitura estendendola però a tutta la famiglia Rangoni, fatto quest'ultimo che fu causa di liti all'interno della stessa, tanto che nel 1468 il Duca riconobbe l'investitura soltanto ai fratelli Venceslao e Ugo Rangoni. Castelvetro rimase feudo dei Rangoni fino al 1796, anno in cui le leggi napoleoniche sancirono la soppressione dei feudi per cui i Rangoni ne vennero spogliati e Castelvetro si resse a Municipalità. Alla caduta dell'impero napoleonico, fu restaurato a Modena il dominio degli Estensi: il 28 agosto 1814 l'arciduca Francesco IV d'Austria Este proclamò di voler "liberare gli amatissimi sudditi da una legislazione straniera ai loro costumi" e si predispose ad emanare i decreti riguardanti la riforma dell'amministrazione centrale e periferica dello Stato modenese. Di particolare rilievo per Castelvetro furono quelli che modificarono la ripartizione comunale esistente (12 gennaio e 29 dicembre 1815) mettendo in atto una nuova "distrettuazione", poiché il comune di Castelvetro venne soppresso ed aggregato come "Sezione" dapprima a Spilamberto (1815-1850), poi alla Podesteria di Vignola (1850-1859), con l'obbligo di trasmettere alla nuova comunità i propri beni, denari ed archivi fin dal gennaio del 1816. L'attuale frazione di Levizzano, allora anch'essa Municipalità, fu invece aggregata fin da subito a Vignola e con l'Unificazione non ritornò più ad essere comune autonomo. Nel 1859 gli eventi legati alla seconda guerra d'indipendenza costrinsero alla fuga il Duca di Modena Francesco V, aprendo le porte all'annessione allo stato sabaudo: in quello stesso anno il Dittatore Luigi Carlo Farini elaborò un nuovo piano distrettuale, finalizzato a ridisegnare la geografia amministrativa dell'ex ducato (Decreto Farini, 4 dicembre e 27 dicembre 1859), per cui, grazie alla manifesta disponibilità del Governo "a tenere a caro ogni legittimo interesse", Castelvetro riacquistò la sua autonomia. Il nuovo comune "quale corpo morale avente una propria amministrazione" (Regio Decreto 23 ottobre 1859, n. 20) dovette provvedere alla costituzione del proprio Consiglio Comunale attraverso le elezioni indette per il mese di febbraio. Toccò al sindaco di Vignola delegare un Consigliere comunale appartenente alla nuova comunità e affidargli l'incarico di predisporre le liste elettorali, di esporle pubblicamente per consentire a tutti i cittadini di prenderne visione, e di coordinare tutte le operazioni elettorali fino alla consegna all'Intendenza Generale di Modena dei relativi verbali. La prima lista elettorale (9 gennaio 1860) era così formata: Castelvetro comprendeva 83 elettori di cui un farmacista, un maestro, un legale ed un commerciante, tutti gli altri possidenti; Levizzano aveva 90 elettori, di cui un chirurgo ed un medico, tutti gli altri possidenti; mentre Solignano aveva 52 elettori tutti possidenti. Le elezioni, sia comunali che provinciali, ebbero luogo il 12 febbraio e, a scrutinio ultimato, il Consiglio risultò così composto: Reggianini dr. Luigi, Vandelli Pietro, Rinaldi Antonio, Gatti dr. Giuseppe, Barbieri Gaetano, Selmi ing. Pietro, Nardi avv. Emilio, Barbieri dr. Giuseppe, Pisa Pietro, Rastelli Armando, Vandelli Giovanni, Boni dr. Egidio, Tagliazucchi dr. Gaetano, Vandelli dr. Vencislao, Tagliazucchi Pellegrino, Cavedoni Egidio, Cappi dr. Giovanni Battista, Selmi Antonio, Boni Giulio, Baldini Giovanni Battista. Come stabilito dalla Legge Sarda, il sindaco era di nomina regia ed veniva scelto fra i Consiglieri eletti: ad assumere per primo questo incarico fu il dottor Gatti Giuseppe. Nel 1927, in tutti i comuni del Regno, la figura del sindaco fu sostituita da quella del Podestà, affiancato da una consulta municipale nominata dal Prefetto; a Castelvetro, il sindaco Renato Gibellini fu anche il primo Podestà (1927-1931); a lui fecero seguito Giuseppe Frasca, quale Commissario Prefettizio per il periodo 1931-1932, e Franco Tagliazucchi, dapprima Commissario (1932), poi Podestà (1932-1945) infine sindaco nominato dal Comitato di Liberazione Nazionale (1945-1946).
Bibliografia:
Muratori Lodovico Antonio, <em>Delle antichita estensi ed italiane</em>, testi introduttivi di Alberto Vecchi e Mario Vellani, Vignola (Modena), Cassa di risparmio di Vignola, 1987-1988, vol. I (rist. anastatica dell'ed. Modena, Stamperia ducale, 1717-1740)
Tiraboschi Girolamo, <em>Dizionario topografico-storico degli Stati estensi</em>, Bologna, A. Forni, 2002, vol. I (ripr. facs. dell'ed. di Modena, presso la tipografia Camerale, 1824-1825)
Rinaldi Luigi, <em>Castelvetro e le sue chiese</em>, Modena, G. Ferraguti e c. tipografi, 1909</p>
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<custodhist encodinganalog="ISAD 2 - 3 archival history">
<p>L'archivio storico del Comune di Castelvetro era collocato fino al 1993 in una stanza all'ultimo piano della sede municipale unitamente all'archivio di deposito: a quella data la documentazione fu fatta oggetto di un intervento di riordino ed inventariazione a cura di Enrica Dell'Amico e di Cristina Moneti, che provvidero anche a coordinarne il trasferimento nella sede che tutt'ora occupa, al piano terra del medesimo edificio, di fianco alla biblioteca. Quello del 1993 non è l'unico inventario precedente il presente lavoro. Esiste infatti un altro strumento predisposto alla metà degli anni Settanta del Novecento, quale esito di un'operazione così descritta dalle due archiviste citate: "tutta la documentazione ebbe un radicale riordinamento venendo suddivisa in due parti, una a serie chiuse dal 1505 al 1917, l'altra a serie aperte dal 1918 al 1974. Questo riordinamento, svolto con criteri non proprio idonei, ha purtroppo vanificato ogni possibilità di ricostruire l'ordine originario dell'archivio." (1) Inoltre, la guida "Archivi storici in Emilia-Romagna" pubblicata nel 1991 cita l'esistenza di "un inventario sommario ms. dell'archivio comunale compilato nel 1928 a cura dell'Amministrazione comunale e inviato all'Autorità archivistica" (2). In occasione dell'attuale intervento, si è rinvenuto fra i fascicoli degli atti amministrativi del 1863 un "Inventario degli atti amministrativi e politici dei vecchi Comuni di Castelvetro e Levizzano Rangone": si tratta di uno strumento parziale poiché contiene "l'inventario delle carte e recapiti appartenenti ai vecchi comuni di Castelvetro e Levizzano [
] ritirati dall'archivio di Vignola", ossia vi si trova descritta soltanto la documentazione pertinente alle due cessate amministrazioni comunali aggregate alla Podesteria di Vignola e da esse prodotta sia negli anni immediatamente precedenti la soppressione, sia durante l'aggregazione. Con più precisione, questo strumento elenca tutta la documentazione relativa alla Comunità di Levizzano (cfr. Archivio della Comunità di Levizzano) e parte di quella di Castelvetro, cioè gli atti prodotti pochi anni prima del 1814 e trasferiti a Vignola per consentire alla Podesteria di amministrare i nuovi territori, e quelli prodotti fra il 1814 ed il 1859 da quest'ultima nell'esercizio delle proprie funzioni nei confronti delle nuove Sezioni. Il documento è stato compilato da Giuseppe Patrini di Modena, su incarico del Comune di Castelvetro, in occasione della restituzione delle carte alla ripristinata amministrazione con la preghiera che "le carte inventariate siano ritirate presso la Comunità e bene custodite" (3). In merito alla conservazione del complesso documentario, si sottolinea la presenza delle due lacune già evidenziate nel 1994 da Enrica Dell'Amico e Cristina Moneti, e relative al carteggio amministrativo per gli anni 1935-1955 ("già rilevata nel 1965 in un sopralluogo effettuato dalla Soprintendenza") e all'archivio aggregato "Opere Pie e Monte di Pietà di Castelvetro" 1807-1854, segnalato nella già citata guida degli archivi storici comunali della Regione e della consistenza di 35 buste. Alla loro ricognizione sono invece sfuggite, per motivi legati al limite cronologico assegnato all'intervento, altre due lacune che purtroppo caratterizzano le attuali serie "Deliberazioni del Consiglio Comunale ed indici" e "Deliberazioni della Giunta Municipale ed indici" i cui estremi cronologici sono rispettivamente 1867-1926 e 1860-1927; esclusa l'interruzione del periodo podestarile (1927-1945), mancano in archivio i registri relativi agli anni 1945-1960, mentre i successivi si trovano nell'archivio di deposito. Merita di essere ricordato che nell'inventario del 1975 essi risultano presenti poiché vi si legge la seguente descrizione della documentazione in oggetto: "Volumi 25 degli originali delle deliberazioni del Consiglio Comunale 1867-1971, colla interruzione del periodo podestarile" e "Volumi 33 degli originali delle deliberazioni della Giunta Municipale 1860-1873, colla interruzione del periodo podestarile" (4).
Note:
(1) E. Dall'Amico, C. Moneti (a cura di) "Comune di Castelvetro di Modena, Archivio storico comunale. Inventario della sezione separata (1505-1946)", 1993-1994
(2) G. Rabotti (a cura di) "Archivi storici in Emilia-Romagna. Guida generale degli archivi storici comunali", Bologna, Analisi, 1991
(3) Archivio storico comunale di Castelvetro, "Inventario carte di Vignola", 1863, in "Atti amministrativi 1860-1867" b. 21, fasc. 47
(4) Archivio storico comunale di Castelvetro, "Inventario degli atti d'archivio", [1975], voll. 1-2</p>
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<arrangement encodinganalog="ISAD 3 - 4 system of arrangement">
<p>Il presente intervento si presenta come revisione ed aggiornamento dell'inventario realizzato nel 1993, alla luce di una rilettura dell'archivio storico comunale di Castelvetro basata sullo studio della storia istituzionale dell'ente: sono infatti le trasformazioni che lo hanno caratterizzato ad aver orientato questa interpretazione del complesso archivistico e la successiva descrizione (cfr. Soggetto produttore).
Nella fase preliminare di analisi della documentazione e di studio della storia della comunità, si sono individuati tre periodi corrispondenti a tre fasi istituzionali fortemente qualificate per la loro chiusura nei confronti dell'epoca immediatamente precedente e insieme per la loro apertura verso un nuovo stato giuridico. Questi tre periodi corrispondono ai tre subfondi descritti:
Archivio della Municipalità e Comunità di Castelvetro 1805-1815
Archivio del periodo dell'aggregazione alla Podesteria di Vignola 1815-1859
Archivio del Comune di Castelvetro di Modena 1860-1960
Rispetto al precedente inventario, si sottolinea in primo luogo la separazione dal fondo della documentazione relativa alla Comunità di Levizzano che era stata inserita, nel citato inventario, nel "Settore 1° 1505-1859", il quale comprendeva l'"Archivio della comunità di Levizzano (1518-1814) e della comunità di Castelvetro - Solignano (1505-1814) divenute poi Sezioni del Comune di Vignola (1815-1859)". Angelo Spaggiari, già nella sua scheda di censimento del 1967 inserisce le carte di Levizzano fra gli archivi aggregati presenti nel Comune di Castelvetro, riconoscendo quindi la loro autonomia rispetto a quelle di Castelvetro e indicando quale estremo cronologico finale il 1815, anno in cui la Comunità di Levizzano viene definitivamente soppressa ed aggregata alla Podesteria di Vignola. In secondo luogo, è stato ora attribuito il livello di subfondo alla documentazione compresa fra il 1815 ed il 1859, ossia dalla cessazione della Comunità di Castelvetro e successiva sua aggregazione a Vignola come Sezione e per tutto il perdurare di essa: le carte infatti sono state prodotte dalla Podesteria e "consegnate" poi al nuovo Comune di Castelvetro al momento della sua ricostituzione (1860), come attestato dall'inventario del 1863 (cfr. intra Storia archivistica), per agevolare la ripresa delle funzioni amministrative alla rinata comunità.</p>
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<p>Il fondo archivistico del Comune di Castelvetro di Modena comprende la ricca documentazione prodotta dall'ente nel corso della sua lunga storia. Le trasformazioni storico-istituzionali subite, motivano la struttura del fondo ripartito in tre subfondi corrispondenti ad altrettanti periodi, quello più antico della Comunità feudale e della Municipalità napoleonica, quello successivo dell'aggregazione alla Podesteria di Vignola, e infine quello del ricostituito Comune post-unitario.
Le carte afferenti al primo periodo sono costituite da un'interessante raccolta di strumenti notarili relativi ad oggetti di varia natura (contratti di livello e di mezzadria, "costituzione di dote", vendite di terreni, "confessioni" di debiti, etc.), dai documenti attestanti la gestione contabile delle entrate e dal carteggio inerente gli affari di pubblica sicurezza. Sono inoltre presenti i registri dello Stato Civile limitatamente agli anni 1806-1814, e infine, trasversali a tutte le serie archivistiche, vi sono gli "atti comunitativi" che comprendono le carte in materia di popolazione, riscossione dei tributi, coscrizione militare e somministrazioni alle truppe, sanità e scuole.
Il periodo dell'aggregazione alla Podesteria di Vignola è caratterizzato da una consistenza documentaria piuttosto limitata, condizione che va attribuita alla gestione del territorio di Castelvetro da parte dell'amministrazione di Vignola e quindi alla conservazione di gran parte delle carte presso l'archivio di quella comunità. A Castelvetro infatti si trovano soltanto quei documenti che sono stati restituiti da Vignola al momento della ripristinata autonomia per consentire al Comune di Castelvetro di riprendere la propria attività: si tratta di uno scarno carteggio in materia di imposte, affari militari e di manutenzione ed utilizzo del bosco ducale; degli estimi e dei registri con gli elenchi dei contribuenti per la tassa personale, ed infine degli elenchi anagrafici delle nascite, dei matrimoni e delle morti.
La documentazione del terzo periodo, quello che va dall'Unità d'Italia in poi, è naturalmente la più ricca, malgrado due importanti lacune riscontrate negli atti amministrativi dal 1935 al 1955 e nei registri delle deliberazioni consiliari e di Giunta dal 1945 al 1961. Sono comunque presenti i verbali delle deliberazioni consiliari e della Giunta fino al 1926 e quelli del Podestà di epoca fascista; il carteggio generale e quello riservato con i relativi registri di protocollo, ai quali si affiancano gli "atti politici" in materia di pubblica sicurezza. Consistente risulta la documentazione di carattere contabile, completa dei bilanci, dei ruoli delle imposte e del catasto dei terreni, ed integrata dalle carte relative all'attività della Commissione censuaria comunale di Castelvetro e della Commissione consorziale o di Sindacato dei comuni di Castelvetro, Marano sul Panaro e Spilamberto per la riscossione della tassa sulla ricchezza mobile (1864-1865). Seguono i registri e gli atti inerenti la popolazione, i servizi elettorali, la sanità, la leva militare, i sussidi alle famiglie dei richiamati alle armi ed i censimenti degli orfani di guerra residenti nel territorio comunale finalizzati alla concessione dei sussidi riconosciuti per legge. Di notevole interesse le serie dedicate ai lavori pubblici ed ai cantieri di lavoro a sollievo della disoccupazione postbellica, attraverso le quali è dato di cogliere la crescita urbanistica del paese, considerata dal punto di vista dello sviluppo delle infrastrutture (strade e ponti), della realizzazione delle scuole e dell'acquedotto, della manutenzione degli edifici pubblici, della promozione del centro del capoluogo e insieme delle varie frazioni.</p>
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