Gli archivi in Emilia-Romagna
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<corpname authfilenumber="IT-ER-IBC-SP00001-0000401">Comune di Argenta</corpname>
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<unittitle encodinganalog="ISAD 1 - 2 title">Archivio storico del Comune di Argenta
<unitdate encodinganalog="ISAD 1 - 3 date(s)" normal="13930101-19703112">1393 - 1970</unitdate>
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<p>La documentazione dell'archivio comunale fino all'anno 1945 si trova ora conservata in un apposito "compactus" presso il Centro Culturale Polivalente di Argenta (dove ha sede anche la biblioteca comunale) mentre il restante materiale storico, fino all'anno 1965, è tuttora conservato presso il locale adibito ad archivio della sede municipale e, in parte, presso l'ufficio tecnico.
L'archivio ha subito nel corso degli anni diversi spostamenti in attesa di trovare la propria sistemazione definitiva: si ha notizia che nel 1916 fu deciso il "trasferimento dell'archivio antico del Comune" dal luogo in cui provvisoriamente si trovava, vale a dire il "Palazzo già Marianti", alla sede appositamente predisposta "nel locale delle scuole elementari" (cfr. nota alla b. 640 della sottoserie Carteggio per categorie 1901 - 1965).
Nel giugno del 1934 fu effettuato un ulteriore trasferimento dell'archivio antico (ricompreso nell'arco cronologico 1472 - 1860) dal fabbricato scolastico al Palazzo ex Galli, sede dell'asilo infantile Vittorio Emanuele di Argenta: il trasferimento, comprensivo delle operazioni di scarto e riordino, fu compiuto dall'applicato del Comune Mariano Castrucci (cfr. nota alla b. 975 della sottoserie Carteggio per categorie 1901 - 1965).
Il bombardamento avvenuto nella primavera del 1945, che aveva ridotto la città a un cumulo di macerie, non risparmiò né l'archivio storico comunale (all'epoca ancora conservato presso l'ex palazzo Galli), né la parte di materiale archivistico che ancora si trovava in Comune o frammisto ai manoscritti della biblioteca comunale: nel bombardamento andò anche perduto il consistente archivio notarile della città, sito anch'esso nell'edificio municipale. Dall'esame dell'unico elenco di consistenza giunto fino a noi (se si esclude l'"Inventario consignato per li consuli vecchi ali nuovi" riportato nella vacchetta 2 della serie Deliberazioni del Consiglio Comunale), ovvero la "Rubrica degli atti dell'archivio comunale antico" (redatta nel 1934 per la sola documentazione ricompresa nell'arco cronologico 1439 - 1860) e dal panorama dell'archivio fornito dal Mazzatinti ne "Gli archivi della storia d'Italia" del 1904, si può stimare che il materiale scampato alla distruzione sia pari ad un 7 - 8% della consistenza dell'archivio prima della guerra, il che ci fa intuire quanto esso dovesse essere precedentemente cospicuo e importante (1). Il recupero del materiale rimasto fu effettuato dall'instancabile signor Mariano Castrucci, all'epoca addetto all'archivio e al protocollo: la documentazione salvata fu poi inventariata con criteri empirici e alcuni manoscritti furono depositati presso la biblioteca comunale.
Nel 1953 la Soprintendenza Archivistica di Bologna ordinò un'ispezione e, al fine di garantire al materiale un più razionale ordinamento, predispose che venisse costituita un'apposita sezione per la documentazione di carattere storico: in questa circostanza la biblioteca civica restituì il materiale archivistico che aveva in custodia. I lavori di riordinamento proseguirono per diverso tempo ed ebbero numerosi impedimenti: dapprima l'attesa della costruzione della nuova sede municipale che doveva avere locali idonei a contenere l'archivio, quindi il decesso dell'impiegato incaricato del riordinamento, il ragionier Giovanni Travasoni, e infine l'errata collocazione degli scaffali metallici nei locali predisposti per conservare la documentazione. Al fine di risolvere definitivamente la questione, che si trascinava ormai da un decennio, negli anni 1966 - 1967 la stessa Soprintendenza Archivistica incaricò Giovanni Spedale del riordino e della conclusiva sistemazione dell'archivio: egli provvide a fare installare gli scaffali metallici nell'esatta posizione all'interno del locale da adibire a sezione separata posto al secondo piano dell'edificio comunale, a isolare nell'interrato il materiale da sottoporre a scarto e, infine, a riordinare fisicamente tutti gli atti trasferendo al secondo piano quelli afferenti l'archivio storico e collocando invece quelli relativi all'archivio di deposito in due grandi locali appositamente predisposti nell'interrato dell'edificio. La documentazione di carattere storico fu però concentrata soltanto fino all'anno 1916 poché le condizioni di sicurezza del solaio impedivano un ulteriore incremento del materiale.
(1) A quanto si evince dalle deliberazioni di Giunta, furono stabiliti ed eseguiti lavori di riordino dell'archivio comunale dal 1878 al 1880 (cfr. registro n. 8 della serie omonima). Un riordino della documentazione archivistica dal 1865 al 1922 fu effettuato anche nel 1927 in occasione dei lavori di restauro al palazzo municipale (cfr. nota alla b. 837 della sottoserie Carteggio per categorie 1901 - 1965).
Nel giugno del 1934, in seguito al trasferimento dell'archivio antico (ricompreso nell'arco cronologico 1439 - 1860) dal fabbricato scolastico al Palazzo ex Galli, sede dell'asilo infantile Vittorio Emanuele di Argenta, furono effettuate alcune operazioni di scarto e di riordino ad opera dell'applicato del Comune Mariano Castrucci (cfr. nota alla b. 975 della sottoserie Carteggio per categorie 1901 - 1965). Da questo strumento di corredo (a) si ricava che l'archivio antico, dal secolo XV al 1796, constava di 337 pezzi, tra buste e registri e quello dal 1797 al 1860 di 432 pezzi. Sono indicate le serie dell'archivio comunale appartenente allo Stato pontificio, benché la redazione dell'inventario fosse stata eseguita con criteri meramente topografici, seguendo l'ordine di collocazione che corrispondeva ad una sistemazione alfabetica per materia.
Strumenti di corredo dell'archivio erano stati realizzati anche da Francesco Lepoldo Bertoldi ("Indice alfabetico e generale de' codici, libri, protocolli e scritture esistenti nell'armario maggiore dell'archivio della comunità di Argenta", vol. I, 1765 e "Indice alfabetico e generale delle scritture esistenti negli armari minori dell'archivio e delle appese in filze nella pubblica Segreteria", vol. II, 1773), andati perduti.
(a) La "Rubrica degli atti dell'archivio comunale antico" evidenzia come la documentazione fosse ordinata secondo tre diverse segnature:
- parte delle buste erano contraddistinte da una lettera semplicemente sulla base del nome del tipo di documentazione contenuta (la lettera "A", quindi, segnava le buste conteneti documentazione relativa all'abbondanza frumentaria, alle acque etc., la lettera "B" quella relativa alle bonificazioni, ai brevi etc. e così via). tracce di questo tipo di segnatura sono ancora rintracciabili sulle camicie originali dei fascicoli;
- le buste contenenti documentazione relativa prevalentemente a pii istituti erano contrassegnate con il disegno di una rosa;
- seguono poi altre buste contrassegnate semplicemente da un numero progressivo (1 - 429).</p>
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<p>Nel 1992 il Comune incaricò la cooperativa C.A.R. (Cooperativa Archivisti Ricercatori) di Bologna di effettuare un riordinamento della documentazione storica datata fino all'anno 1945 in vista della concentrazione della stessa in un unico locale e al fine di redigerne un elenco di consistenza. Al momento di questo intervento l'archivio storico comunale si trovava collocato in tre luoghi distinti: il sotterraneo del palazzo muncipale, un ambiente della soffitta del medesimo edificio e il sottotetto dell'istituto tecnico-professionale I.P.S.I.A. di Argenta. Nel primo ambiente si trovava collocata la documentazione relativa all'ufficio tecnico e i registri della contabilità frammisti ad altro materiale eterogeneo, nel secondo locale erano conservati i documenti più antichi e nell'ultimo si trovava depositato il carteggio amministrativo dal 1860 al 1945, i mandati di pagamento e gli atti dell'Ente Comunale di Assistenza. Nel luglio del 1992 si provvide a trasferire tutto il materiale nel magazzino "La Celletta" che era stato provvisoriamente predisposto per effettuare le necessarie operazioni sulla documentazione: in questa sede fu attuato un primo sommario ordinamento riaccorpando le serie archivistiche, condizionando il materiale trovato sciolto e sostituendo le buste danneggiate. Nel corso di tale intervento furono anche isolati dal resto della documentazione (e anch'essi collocati nel "compactus") gli archivi aggregati: il materiale dell'E.C.A., che si presentava in forma sciolta, venne inoltre opportunamente condizionato. Ad ogni unità di conservazione venne poi attribuito un numero di corda provvisorio (da 1 a 2286), definito "numero di rilevamento", che fu poi riportato nell'elenco di consistenza prodotto nel 1993. All'interno dell'ambiente che ospita la documentazione fino all'anno 1945 (e gli archivi aggregati) si trovano inoltre sei scatoloni di materiale danneggiato da nafta che fu rinvenuto nel sotterraneo del palazzo municipale e sul quale dovrà essere effettuato un adeguato intervento conservativo.
L'intervento di riordino ed inventariazione analitica informatizzata ha preso l'avvio da un attento esame degli strumenti di corredo esistenti e qui sopra descritti, confrontati con la documentazione presente in archivio. Per ciò che concerne il materiale conservato presso la locale biblioteca, le carte (buste, registri, mazzi e fascicoli) erano state sistemate sulle scaffalature disposte in prevalenza secondo il numero progressivo di rilevamento apposto nel 1993. In diversi casi la disposizione era invece condizionata dall'altezza dei ripiani e delle scaffalature, senza alcuna rispondenza a criteri archivistici. L'elenco di consistenza del 1993, pur prendendo le mosse da una sommaria individuazione delle serie archivistiche più nettamente riconoscibili, sulla base della scheda pubblicata nella "Guida agli archivi storici in Emilia - Romagna" a cura di Giuseppe Rabotti, Bologna 1991, pp. 177-185, aveva creato diverse buste miscellanee, accorpando materiali disomogenei, così come erano stati riuniti in seguito alle operazioni di recupero dei documenti effettuate nel periodo post bellico, rimandando naturalmente ad una fase successiva un auspicabile intervento di riordino ed inventariazione analitica. In questa situazione le operazioni di riordinamento ed inventariazione sono state ulteriormente aggravate da tutti i problemi e le difficoltà derivanti dal dover operare su lacerti di documentazione, più che su un insieme organico e serie archivistiche ben definite, come evidenziato a suo tempo anche da Giuseppe Rabotti nel suo saggio "Notizie sugli archivi comunale e notarile di Argenta". In quell'occasione era stato anche effettuato il riaccorpamento all'archivio storico del materiale archivistico conservato presso la biblioteca comunale (parte di questa documentazione era stata infatti catalogata tra i manoscritti della biblioteca, cfr. P. Antolini, "Inventario dei manoscritti della biblioteca comunale di Argenta", 1916). I nuclei archivistici e le serie individuate nel presente intervento sono pertanto, in taluni casi, assai lacunosi, riunendo talvolta documentazione che presenta anche vaste interruzioni cronologiche, benché afferente all'attività di un medesimo ufficio o corrispondente ad una stessa funzione, esercitata dall'ente nel corso del tempo.
Il quadro che ne esce, seppure per certi versi possa generare un certo disorientamento, riesce comunque, a nostro parere, a rendere consapevoli dell'importanza del materiale documentario conservato e a costituire uno strumento utile per l'approfondimento e lo studio delle istituzioni che hanno retto, nel corso dei secoli, il comune e il territorio argentano.</p>
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<otherfindaid encodinganalog="ISAD 4 - 5 finding aids">
<bibref>redatta dall'archivista comunale Mariano Castrucci, crf. b. n. 975, serie Carteggio (1901-1965)
<title>Rubrica degli atti dell'archivio comunale antico 1472-1860</title>
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<date>1993</date>
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<persname role="curatore">M. Abbati, A. Casagrande, S. Martini, M. Plazzi (Cooperativa Archivisti e Ricercatori)</persname>dattiloscritto
<title>Elenco di consistenza</title>
</bibref>
<p>- Rubrica degli atti dell'archivio comunale antico 1472-1860, redatta dall'archivista comunale Mariano Castrucci, crf. b. n. 975, serie Carteggio (1901-1965)
- Elenco di consistenza (1993) a cura di M. Abbati, A. Casagrande, S. Martini, M. Plazzi (Cooperativa Archivisti e Ricercatori), dattiloscritto, 1993</p>
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<descgrp encodinganalog="ISAD 5 allied materials area">
<bibliography encodinganalog="ISAD 5 - 4 publication note">
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<edition>Studi Romagnoli</edition>
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<date>1971</date>
<geogname>Faenza</geogname>
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<num>XIX (1968), pp. 133-180</num>
<persname role="autore">G. Rabotti</persname>
<title>Notizie sugli archivi comunale e notarile di Argenta</title>
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<imprint>
<date>2002</date>
<geogname>Modena</geogname>
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<persname role="autore">A. Spaggiari</persname>
<title>Archivi e istituti dello stato unitario. Guida ai modelli archivistici</title>
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<edition>Studi Romagnoli</edition>
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<date>1971</date>
<geogname>Faenza</geogname>
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<num>XIX (1968), pp. 181-184</num>
<persname role="autore">G. Spedale</persname>
<title>Lo stato dei lavori di riordino dell'archivio comunale di Argenta</title>
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<relatedmaterial encodinganalog="ISAD 5 - 3 related units of description">
<p>Documentazione inerente il Comune di Argenta si trova anche all'Archivio di Stato di Ferrara (statuti manoscritti risalenti alla metà del secolo XVI all'interno della "Miscellanea ferrarese Migliori", Tomo XXV, Inserto XXII) e presso l'Archivio Arcivescovile di Ravenna (in particolare pergamene di pattuizioni tra l'Arcivescovo di Ravenna e la Chiesa di Argenta, serie dei "Catastri", dei "Diacepta" e dei "Diversorum"). Altre fonti documentarie sul comune e sul territorio di Argenta si trovano negli archivi dei monasteri ravennati di San Giovanni Evangelista, San Vitale, Santa Maria in Porto, conservati presso l'Archivio di Stato di Ravenna; presso il Vescovato di Ferrara, ove si trovano gli archivi delle corporazioni religiose soppresse dell'argentano; presso l'Archivio di Stato di Modena per il periodo estense (a), in cui sono conservati i documenti comprovanti i diritti ducali su Argenta dal 1212 al secolo XVII e libri e lettere della Camera ducale dal secolo XV, e presso l'Archivio Segreto Vaticano ed l'Archivio di Stato di Roma.
(a) Cfr. U. Dallari, Le carte dell'Archivio di Stato di Modena riguardanti la Romagna estense, in «Atti e memorie della Regia Deputazione di Storia Patria per le province di Romagna», s. IV, XIII, 1923, pp. 237-241.</p>
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