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Archivio storico del Comune di Alseno

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            <extent>14</extent>
            <genreform>registri</genreform>
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            <extent>11</extent>
            <genreform>volumi</genreform>
        </physdesc>
        <physloc>Sala A 1, scaffale P I, palchetto 1</physloc>
        <unitid countrycode="IT" encodinganalog="ISAD 1 - 1 reference code">0393 - 0001.0002</unitid>
        <unittitle encodinganalog="ISAD 1 - 2 title">Deliberazioni del Consiglio comunale
            <unitdate encodinganalog="ISAD 1 - 3 date(s)" normal="18440305-19701214">05 marzo 1844 - 22 marzo 1926, 23 marzo 1946 - 14 dicembre 1970</unitdate>
        </unittitle>
    </did>
    <descgrp encodinganalog="ISAD 2 context area">
        <bioghist encodinganalog="ISAD 2 - 2 administrative - biographical history">
            <p>L'articolo 3 del Decreto sovrano n. 78, emanato da Maria Luigia, duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, l'11 giugno 1820 prescriveva che ogni Comune del Ducato dovesse avere un Consiglio comunitativo, i cui membri, in numero determinato dalla popolazione, si chiamassero Anziani. Ad Alseno furono venti, come previsto per i Comuni con una popolazione compresa tra i 2.000 e i 5.000 abitanti.
L'Anzianato rimase operativo fino al 1859, quando venne sostituito dal Consiglio comunale in seguito alle nuove disposizioni date durante la dittatura di Carlo Luigi Farini.
La "Legge sull'ordinamento dei Comuni" del regno sabaudo del 23 ottobre 1859, poi estesa a tutto il Regno con la "Legge comunale e provinciale" del 20 marzo 1865, n. 2359, introduceva il consiglio comunale, elettivo su base censitaria e rinnovato per un quinto ogni anno. Successivi "Testi Unici della Legge comunale e provinciale" (Regio decreto10 febbraio 1889, n. 5921; Regio decreto 17 luglio 1898, n. 297; Testo Unico 21 maggio 1908, n. 269; Testo Unico 30 giugno 1912, n. 666; Regio decreto 2 febbraio 1915, n. 148) intervennero a modificare sia la durata del mandato che le modalità di rinnovo, mentre la base elettorale si andava allargando progressivamente.
Le competenze del consiglio (tra cui figurava l'elezione del Sindaco) vennero trasferite con la Legge 4 febbraio 1926, n. 237, al Podestà, che assommava anche le attribuzioni che erano state della Giunta municipale e del Sindaco.
Dopo la caduta del fascismo gli organi elettivi dell'amministrazione comunale furono reintrodotti con il Decreto legislativo luogotenenziale 7 gennaio 1946, n. 1, che, modificando il sistema di elezione dei consiglieri, manteneva l'impianto del Testo Unico del 1915 nelle parti relative alle attribuzioni e al funzionamento degli organi comunali elettivi, e ulteriormente disciplinati dal Testo Unico introdotto dal Decreto del Presidente della Repubblica 5 aprile 1951, n. 203.
Il Consiglio comunale divenne l'organo di rappresentanza diretta di tutti i cittadini, al quale competeva l'elezione, nel suo seno, del Sindaco e degli altri componenti della Giunta. I membri del consiglio, per i comuni tra i 3.000 e i 10.000 abitanti, erano stabiliti nel numero di venti.
Tali norme non sono rimaste in vigore fino alle modifiche intervenute con la legge 8 giugno 1990, n. 142, che ha ridefinito le funzioni e prerogative degli organi comunali, e con Legge 25 marzo 1993, n. 8, che ha modificato i meccanismi elettorali introducendo anche l'elezione diretta del Sindaco.</p>
        </bioghist>
        <custodhist encodinganalog="ISAD 2 - 3 archival history">
            <p>Nell'inventario di Luigi Maffini questa serie era congiunta con quella delle copie delle deliberazioni dello stesso Consiglio comunale.</p>
        </custodhist>
    </descgrp>
    <descgrp encodinganalog="ISAD 3 content and structure area">
        <arrangement encodinganalog="ISAD 3 - 4 system of arrangement">
            <p>Nel corso del riordino le deliberazioni del Consiglio comunale e le copie delle stesse sono state separate per costituire due serie autonome.</p>
        </arrangement>
        <scopecontent encodinganalog="ISAD 3 - 1 scope and content">
            <p>La serie comprende senza soluzione di continuità gli originali dei verbali delle sedute e delle deliberazioni dell'Anzianato, fino al 20 agosto 1859, e dei verbali delle sedute e delle deliberazioni del Consiglio municipale, dal 30 dicembre 1859. Comprende inoltre le delibere adottate dai commissari prefettizi nei periodi di commissariamento del Comune.
Le prime 14 unità, fino al 1950, sono costituite da registri, le successive da volumi composti a posteriori rilegando i fogli con le singole deliberazioni dattiloscritte.
Il primo registro della serie viene intitolato, cartulato e vidimato dal podestà che lo consegna al segretario comunale il 31 dicembre 1843, ma la prima registrazione è del 5 marzo 1844.
La serie dei verbali del Consiglio subisce un'interruzione dall'aprile 1926 al marzo 1946, nel periodo in cui, secondo le disposizioni emanate dal governo fascista, fu il podestà ad amministrare il Comune. Risultano inoltre mancanti le deliberazioni del 1959.</p>
        </scopecontent>
    </descgrp>
    <controlaccess>
        <persname role="duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla">Asburgo, Maria Luigia di</persname>
        <persname role="archivista">Maffini, Luigi</persname>
    </controlaccess>
</c>