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Archivio storico dell'Unione donne in Italia dell'Emilia Romagna - Comitato regionale

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                <emph altrender="ml indicativi">4,6</emph>368
            

            
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            <physfacet type="note">La documentazione è conservata in 48 buste</physfacet>
            <genreform>fascicoli</genreform>
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        <unitid countrycode="IT" encodinganalog="ISAD 1 - 1 reference code">557 - 001</unitid>
        <unittitle encodinganalog="ISAD 1 - 2 title">Archivio storico dell'Unione donne in Italia dell'Emilia Romagna - Comitato regionale
            <unitdate encodinganalog="ISAD 1 - 3 date(s)" normal="19570101-19901231">1957 - 1990</unitdate>
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        <bioghist encodinganalog="ISAD 2 - 2 administrative - biographical history">
            <p>L’Unione donne italiane (UDI) nacque a Roma nel settembre del 1944 sul modello dell’organizzazione attiva in Francia tra il 1936 e il 1939, nel contesto dei Fronti popolari, e fu un’emanazione diretta del Partito comunista,

Scopo principale dell’associazione, come recitava l’art. 1 dello Statuto, era di essere “l’Associazione di tutte le donne che vogliono la pace, il rispetto dei diritti delle donne e del lavoro e la tutela della famiglia”.

La struttura inizialmente prevedeva un’organizzazione nazionale, con sede a Roma e la creazione di Comitati Provinciali.
Organo principale dell’Associazione era il Congresso che doveva riunirsi ogni due anni.
Fu proprio in occasione del IX Congresso nazionale nel novembre 1973, che venne deciso l’organizzazione anche di Comitati regionali, sulla base della nascita delle regioni: all'articolo 4 si dichiarava che «I comitati direttivi comunali, comprensoriali, provinciali e regionali costituiscono la struttura di promozione e di coordinamento politico dell'associazione ai vari livelli».
Il Comitato regionale nasceva come organo di direzione politica con competenze sul territorio regionale, dotato di una propria segreteria, che fungeva da tramite tra la direzione nazionale e le strutture periferiche.
Il Comitato regionale Emilia-Romagna fu ufficialmente eletto in occasione del  I Congresso, svoltosi a Bologna tra il 27 e il 28 gennaio 1979. Fu costituito da 49 donne provenienti dai circoli UDI di ogni provincia sulla base di quattro gruppi di lavoro: maternità, organizzazione, scuola, lavoro. Nel dicembre 1980 venne ad aggiungersi il Gruppo regionale Donne e Giustizia, composto da donne che operavano nell'ambito della giustizia e da altre interessate ad approfondire il rapporto esistente tra il concetto di emancipazione-liberazione della donna e la legislazione.
In seguito alla decisione assunta dal XI Congresso nazionale UDI del 1982 (svoltosi l'anno precedente) di eliminare le strutture dirigenti dell'associazione preposte al coordinamento delle organizzazioni sul territorio, nel gennaio del 1983 il Comitato regionale provvedeva a rassegnare le sue dimissioni.</p>
        </bioghist>
        <custodhist encodinganalog="ISAD 2 - 3 archival history">
            <p>L’archivio del Comitato regionale dell’Emilia Romagna dell’UDI è pervenuto nella sede di via Castiglione 24 dopo il 1983, in seguito allo scioglimento del Comitato regionale Emilia-Romagna, deciso di fatto in occasione dell’XI Congresso nazionale del giugno 1982.
Precedentemente si trovava presso la sede di Modena.
E' stato riordinato e inventariato nel 1992.</p>
        </custodhist>
    </descgrp>
    <descgrp encodinganalog="ISAD 3 content and structure area">
        <arrangement encodinganalog="ISAD 3 - 4 system of arrangement">
            <p>Il fondo è stato riordinato e inventariato nel 1992 da personale esterno. L'attuale intervento ha recepito quell'ordinamento e si è concretizzato in una revisione delle descrizioni, realizzata sulle carte.
Sembra pertanto utile trascrivere parte dell'introduzione dell'inventario 1992, redatto da Magda Abbati (Cooperativa archivisti ricercatori, Bologna):
<em>[…] sarebbe lecito pensare che l'archivio del Comitato regionale abbia cessato la propria attività in seguito alle decisioni prese in occasione dell'XI congresso. Invece l'esperienza archivistica ci insegna che non sempre le cesure - che potremmo chiamare "istituzionali" - determinano automaticamente la chiusura o il modificarsi di un archivio. Non deve quindi stupire il fatto che la documentazione di questo archivio vada oltre il 1982.</em>
<em>L'archivio del Comitato regionale, poi, è stato fortemente caratterizzato, strutturato dalla segretaria responsabile del Comitato stesso, la signora Franca Foresti: si potrebbe quasi dire che questo, pur non essendo un fondo archivistico privato, sia stato "personalizzato" dall'attività di questa donna. Si potrebbe anche affermare che, oltre a rispecchiare l'istituzione produttrice, l'archivio rispecchia pure "l'operatore" che concretamente accumula, sedimenta il materiale cartaceo. A questo riguardo sono da considerare una raccolta personale buona parte dei documenti che sono qui conservati in data successiva al 1982 dal momento che la segretaria del Comitato, pur chiudendo il discorso e l'attività della struttura regionale, continua a far parte dell'UDI e ad operare in essa. Per questo, ed in relazione a determinati argomenti, il materiale documentario procede oltre la data dell'XI congresso: la cesura "istituzionale" viene dunque in questo modo superata dalla reale sedimentazione del fondo documentario. […]</em>
<em>Come ho più volte sottolineato, anche il più tipico degli archivi ha spiccate caratteristiche proprie, che contribuiscono a renderlo sempre un po' meno tipico.</em>
<em>Parlando in particolare di una raccolta documentaria di un'associazione, già riferendo del riordino dell'archivio del Comitato bolognese dell'UDI, ho precisato che la particolarità di queste carte - e la conseguente difficoltà del loro riordino - si determina a maggior ragione quando ci si rivolge ad un materiale prodotto come supporto necessario, ma non sufficiente, alla pratica politica. (Cfr. "Archivio UDI di Bologna. Inventario 1944-1982" a cura di M.Abbati, Coop. Archivisti Ricercatori, Bologna, 1991, dattiloscritto, pp. IV-V.)</em>
<em>Veniamo dunque a specificare meglio la sistemazione originaria. Premetto innanzitutto che la sede del Comitato regionale era nella città di Modena. Ora l'archivio si trova presso la sede UDI di Bologna dove è giunto impacchettato per il trasloco. Mi sono quindi trovata di fronte alcune scatole di cartone in cui erano stati riposti fascicoli con indicazioni tematiche e cronologiche - non sempre corrette da un punto di vista archivistico, ma pur sempre indicative. Oltre a queste c'erano alcuni faldoni (contenenti materiali relativi a congressi dell'associazione) e circa 60 piccole buste di cartone con indicazioni tematiche. </em>
<em>La documentazione sparsa era decisamente in minima quantità. Una volta visionate le carte e stabilito lo scarto del materiale bianco o in molteplice copia, ho cercato di mantenere le indicazioni tematiche che, comunque, mi venivano fornite; ho controllato e, se occorreva, ho corretto le indicazioni cronologiche.</em>
<em>Il risultato sono state alcune piccole serie ( a volte quantificabili in una sola busta ) che evidenziano l'attività politica e di movimento dell'UDI regionale.</em>
<em>Al momento della predisposizione della successione delle buste ho posto all'inizio una "categoria" - 'organizzazione' - che racchiude il materiale prodotto dall'UDI nazionale, dall'UDI regionale, dalle UDI provinciali dell'Emilia Romagna, la "posta in partenza" e la "posta in arrivo" organizzata per anni, i documenti relativi ai congressi dell'associazione e quelli relativi al lavoro dei gruppi: Giustizia, Archivio, Differenza-Maternità. </em>
<em>E' stata l'operazione più arbitraria, nel senso che ho voluto sovrapporre il termine 'Organizzazione' per raccogliere tutte quelle attività e dunque tutti quei documenti che hanno contribuito a coordinare e "muovere" l'associazione. Le altre serie ('Occupazione', 'Violenza', 'Asili nido' ...) al contrario sono l'espressione dell'aree di interesse e di impegno attivo che l'UDI regionale ha promosso insieme all'UDI nazionale e ai Comitati provinciali.</em>
<em>Per riassumere si può dire che dentro 'Organizzazione' è raccolto il materiale più tecnico e amministrativo, mentre nelle altre serie si trova la documentazione più politica.</em>
<em>L'intenzione era di mantenere, pur organizzandola, la struttura dell'archivio, dato che in certo modo rappresenta la molteplicità delle funzioni di chi ha prodotto le carte. Ho voluto, inoltre, rispettare la terminologia delle donne dell'UDI, senza apporre una scelta di parole più "neutre", ma sicuramente meno cariche di significato per chi ha operato ed opera in questa associazione. […]</em>

L'unico intervento realizzato sulla struttura dell'archivio è stato quello di individuare ed estrapolare una serie relativa alla Cooperativa “Libera stampa” editrice della rivista “Noi Donne”. Tale documentazione (che precedentemente si trovava nella b. 43) è stato collocato nella b. 16 bis, al fine di non mutare completamente l’ordine preesistente. 
La numerazione araba per le buste e per i fascicoli è stata preservata, sono state sostituite unicamente le coperte rovinate.</p>
        </arrangement>
        <scopecontent encodinganalog="ISAD 3 - 1 scope and content">
            <p>Il fondo conserva le carte relative all'organizzazione e all'attività del Comitato regionale dell’Emilia Romagna dell’Unione donne italiane. In particolare si tratta della corrispondenza con i comitati nazionale, provinciali e locali, delle carte relative a congressi e assemblee di organizzazione e dei documenti relativi all'attività politica, che ruotava essenzialmente intorno a temi quali: occupazione, aborto, violenza sessuale, asili nido, maternità, consultori, contraccezione, sessualità, diritto di famiglia, minori, divorzio, scuola, 8 marzo, femminismo, pace e solidarietà, servizio militare femminile.
L’archivio dell' UDI - Comitato regionale Emilia Romagna è stato inoltre fortemente caratterizzato dall’attività di Franca Foresti, membro della segreteria del Comitato e attivista UDI anche in seguito alle sue dimissioni da membro dell’organo regionale. Per questo motivo la cronologia delle carte non corrisponde esattamente con la storia dell’ente produttore. L’archivio conserva infatti documenti dal 1957 al 1990.</p>
        </scopecontent>
    </descgrp>
    <descgrp encodinganalog="ISAD 4 conditions of access and use area">
        <otherfindaid encodinganalog="ISAD 4 - 5 finding aids">
            <bibref>
                <imprint>
                    <date>1992</date>
                </imprint>
                <num>pp. 55</num>
                <persname role="curatore">Magda Abbati</persname>dattiloscritto
                

                
                <title>"Archivio UDI Comitato regionale Emilia Romagna. Inventario 1957-1990"</title>
            </bibref>
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