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Conservatore

Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea della provincia di Modena
Viale Ciro Menotti 137

41121 Modena (MODENA)

tel: 059219442
059242377
fax: 059214899

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responsabile: Claudio Silingardi scrivi

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Archivio dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea della provincia di Modena

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            <corpname authfilenumber="IT-ER-IBC-SP00001-0000849" id="IT-ST-AUTHIBC0001-0000001258">Istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena</corpname>
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                <emph altrender="ml indicativi">18</emph>685
            
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            <physfacet type="note">con fotografie 2011 e manifesti ca. 200</physfacet>
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        <unittitle encodinganalog="ISAD 1 - 2 title">Archivio dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea della provincia di Modena
            <unitdate encodinganalog="ISAD 1 - 3 date(s)" normal="18750101-20171231">
                <emph>con antecedenti in fotocopia e in originale dal 1875 e seguiti al 2017</emph>1950 - 1995
            
            </unitdate>        </unittitle>
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        <custodhist encodinganalog="ISAD 2 - 3 archival history">
            <p>La documentazione prodotta dall'Istituto storico di Modena copre un arco cronologico che va dal 1958 ad oggi, anche se l'istituto nasce nel 1950: i primi anni di vita dell'ente non sono dunque documentati e la data assunta come iniziale del fondo archivistico coincide con l'anno di insediamento dell'istituto nella sua prima sede autonoma di Corso Canalgrande n. 58-60, dopo il trasferimento dai locali della residenza municipale di Modena dove era stato ospitato fino ad allora. Nel corso degli anni successivi avverranno ulteriori cambi di sede (1960-1963, Via Modonella n. 19; 1963-1976, Via Falloppia n. 45; 1976-1993, Via Cesare Battisti n. 12; 1993-2006, Via Luosi n. 7; dal 2006, Viale Ciro Menotti) con conseguente trasloco dell'archivio. Nel 1995 la Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna dichiara l'archivio dell'Istituto modenese di notevole interesse storico (rep. n. 7/95 del 9 dicembre 1995). Nello stesso anno la tenuta delle carte viene fatta oggetto di una riorganizzazione poichè viene introdotto un nuovo titolario di classificazione (tre titoli a loro volta divisi in classi e sottoclassi), più adeguato del precedente (cfr. intra, Serie Carteggio protocollato) a gestire la documentazione prodotta dall'istituto che nel frattempo aveva ampliato le proprie finalità e i propri campi di azione culturale e di formazione.
L'archivio dell'Istituto storico di Modena non è mai stato riordinato ed inventariato prima dell'intervento avviato nel 2006 dalla dott.ssa Marika Losi su una parte del fondo, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena nell'ambito del progetto Archivi-a-MO. In quell'occasione per la descrizione archivistica l'Istituto aveva adottato il software GEA.
Nel corso del 2019, in vista del completamento dell'inventario, i dati presenti in GEA sono stati recuperati e migrati nella piattaforma regionale IBC-xDams.</p>
        </custodhist>
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    <descgrp encodinganalog="ISAD 3 content and structure area">
        <arrangement encodinganalog="ISAD 3 - 4 system of arrangement">
            <p>La rilevazione e descrizione della struttura archivistica della documentazione prodotta dall'Istituto storico di Modena dai primi anni di vita fino al 1995, rinvia chiaramente agli organi di gestione dell'Istituto stesso e ai diversi rami della sua <em>mission</em>, ossia la conservazione e valorizzazione degli archivi della Resistenza e del Novecento modenese, la didattica della storia, la promozione della ricerca e del dibattito storiografico. Ne risulta un inventario dalla struttura lineare con partizioni seriali al cui interno sono descritte le unità archivistiche, e alcuni subfondi dedicati alle ricerche storiografiche programmate dall'Istituto e realizzate avvalendosi della collaborazione di storici e ricercatori; unica fra le serie quella inerente l'attività editoriale, è a sua volta strutturata in sottoserie.
La descrizione inventariale rispetta le "Linee guida per l’uso della scheda xDams-IBC" nonchè gli standards internazionali di descrizione archivistica ISAD(G) e ISAAR(CPF) per il Soggetto produttore.
I dati riportati nella descrizione delle unità sono: numero progressivo (riprendendo da 1 all'interno di ogni serie), intitolazione (tra virgolette quella originaria e priva di virgolette quella attribuita), classificazione (là dove presente), estremi cronologici, contenuto, descrizione estrinseca (registro, fascicolo, ecc.), classificazione e segnatura.
Le unità archivistiche sono ordinate in sequenza cronologica e per il carteggio protocollato anche secondo la successione dettata dal titolario di classificazione degli atti adottato dall'Istituto.
Inoltre, nei subfondi dedicati alle ricerche storiche promosse dall'Istituto, per le unità archivistiche che contengono materiali in fotocopia si sono riportati gli estremi cronologici delle carte originali al fine di guidare e agevolare la ricerca storica, mentre nella "forma visualizzata" si è inserita la data che restituisce i termini del recupero della documentazione.
Complessivamente la documentazione è conservata all'interno di 213 buste.</p>
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        <scopecontent encodinganalog="ISAD 3 - 1 scope and content">
            <p>Le serie archivistiche individuate e descritte esprimono tutte le competenze dell'ente e rappresentano un interessante strumento di indagine e di conoscenza della storia dell'istituto, della sua attività, delle trasformazioni subite nel tempo e delle personalità che hanno contribuito alla sua crescita ed alla realizzazione delle finalità statutarie. Le partizioni sono state ordinate tra loro in base alla gerarchia funzionale propria dell'ente (costitutivo, deliberativo, amministrativo-contabile, operativo), per cui dopo gli statuti e i verbali degli organi collegiali di gestione, si trovano i fascicoli del carteggio generale il quale, per le sue caratteristiche, interseca tutte le altre serie, conservando le carte relative ai diversi aspetti della vita dell'istituto: i contatti con le amministrazioni provinciali e comunali o con i partiti politici, i rapporti con gli altri Istituti storici, in particolare con quello regionale e nazionale; il carteggio del Consiglio Direttivo, del Comitato Esecutivo e del comitato scientifico; l'organizzazione di corsi, mostre e convegni; la realizzazione di pubblicazioni. A seguire si hanno le serie dedicate all'attività editoriale finalizzata alla pubblicazione di periodici o monografie; alla didattica della storia con l'offerta di seminari e corsi per insegnanti. Infine abbiamo i materiali di studio e documentazione prodotti da altri Istituti della Resistenza o da soggetti culturali diversi e raccolti a supporto della propria attività scientifica, didattica e culturale.
Il fondo comprende poi alcuni subfondi relativi a ricerche e pubblicazioni promosse dall'Istituto avvalendosi della collaborazione di storici e ricercatori; una considerevole raccolta fotografica e una raccolta di audiocassette.
Di notevole consistenza la serie dedicata agli strumenti di organizzazione, catalogazione, inventariazione e gestione dell'archivio e della biblioteca, attestante l'intensa e ininterrotta attività condotta dall'Istituto ai fini della conoscenza, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio custodito.</p>
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