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Archivio Amilcare Zavatti

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            <persname authfilenumber="IT-ER-IBC-SP00001-0001400">Amilcare Guglielmo Zavatti</persname>
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            <extent>335</extent>
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            <unitdate encodinganalog="ISAD 1 - 3 date(s)" normal="18760101-19411231">1876 - 1941</unitdate>
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        <custodhist encodinganalog="ISAD 2 - 3 archival history">
            <p>Poco dopo la morte di Zavatti, il 24 ottobre 1939, seguendo le sue ultime volont&agrave;, la sorella Rosa e il nipote Walter depositarono tutte le sue carte, i disegni, gli appunti e i libri di soggetto architettonico presso la Biblioteca Malatestiana. L&rsquo;unica clausola posta all&rsquo;atto della donazione fu di rendere disponibile il materiale all&rsquo;uso degli studiosi.
Parte della documentazione fu da subito consegnata ad Augusto Campana, che avrebbe dovuto curare una pubblicazione dediata a Zavatti. Dopo varie vicissitudini, documentate in un puntuale saggio di Andrea Daltri <sup>1</sup>, la documentazione torner&agrave; nelle disponibilita della Malatestiana solo fra il 1986 e il 1992.&nbsp;
L&rsquo;archivio zavattiano &egrave; diventato pienamente agibile alla consultazione solo dal 2001 quando, in occasione delle celebrazioni del cinquecentocinquantenario della Malatestiana, per iniziativa congiunta dell&rsquo;amministrazione e della biblioteca si &egrave; pubblicato un volume contenente tutte le opere inedite, il carteggio e l&rsquo;inventario dei disegni&nbsp;<sup>2</sup>.
<em>
</em>Le operazioni di riordino del fondo si sono svolte negli anni 1998-2001 ad opera dell'archivista Andrea Daltri per la parte documentaria e dell'architetto Alberto Severi per la parte legata alla produzione tecnica e progettuale.
Di seguito si riporta integralmente l'introduzione all "Inventario del Fondo Zavatti" a cura di Daltri e Severi.&nbsp;
"Il presente inventario &egrave; il risultato dell&rsquo;intervento di riordino operato recentemente sulle carte del Fondo Zavatti, conservato presso la Biblioteca comunale Malatestiana di Cesena. Lo stato di grande disordine in cui versava il fondo non solo ha reso estremamente disagevole in passato la consultazione dei materiali zavattiani, ma sotto il profilo squisitamente archivistico ha ostacolato la fase iniziale del riordino, impedendo il riconoscimento dell&rsquo;organizzazione data originariamente alla documentazione dall&rsquo;ingegnere cesenate. Questa situazione, imputabile sia alla lunga detenzione delle carte Zavatti da parte di Augusto Campana, sia ai parziali tentativi di riordino compiuti dopo il definitivo approdo del fondo in Malatestiana, ha condizionato pesantemente la scelta dei criteri di ordinamento.
Gli unici indizi di una qualche sistematicit&agrave; conferita alla sedimentazione cartacea, altrimenti caratterizzata da un affastellarsi apparentemente casuale, erano rintracciabili in alcune annotazioni vergate da Campana sugli involti che contenevano la documentazione e in diverse carpette confezionate da Zavatti che recavano talvolta l&rsquo;indicazione dell&rsquo;argomento al quale si riferivano le carte conservate al loro interno.
Se le annotazioni campaniane, per la loro genericit&agrave;, si sono rivelate di fatto prive di reale contenuto informativo, i fascicoli zavattiani hanno invece rappresentato una traccia essenziale per realizzare un riordino che non fosse del tutto arbitrario.
Una volta riscontrata la presenza di questi aggregati documentari originari, restava comunque da definire la struttura da attribuire al fondo, ovvero la sua articolazione in serie il pi&ugrave; possibile omogenee e aderenti alla situazione originaria delle carte. La soluzione di questo problema metodologico era resa ulteriormente complessa dalla molteplicit&agrave; delle tipologie documentarie conservate nel fondo. Le scelte possibili erano sostanzialmente due: privilegiare un riordino su base tipologica, correndo il rischio di alterare l&rsquo;unitariet&agrave; di quella che con una certa approssimazione si potrebbe definire una pratica in senso archivistico, oppure salvaguardare, indipendentemente dalla variabilit&agrave; documentaria, il vincolo semantico, ma pi&ugrave; spesso di luogo o di manufatto, esistente tra le carte.Il metodo seguito nel riordino ed esplicitato nell&rsquo;inventario denuncia in effetti l&rsquo;adozione di una soluzione di compromesso tra queste due istanze difficilmente conciliabili. Se da un lato la presenza delle carpette originali autorizzava il condizionamento del materiale sciolto in fascicoli ispirati a criteri analoghi, dall&rsquo;altro, per due specifiche tipologie, il carteggio e i disegni, si &egrave; preferito creare delle serie autonome, estrapolando in qualche caso i documenti dalla loro collocazione originaria. Nel caso dei disegni questa scelta era giustificata dalla duplice esigenza di assicurare mediante l&rsquo;utilizzo di un&rsquo;apposita cassettiera migliori condizioni di conservazione e di accessibilit&agrave;. Per quanto concerne il carteggio, che si presentava spezzettato in pi&ugrave; tronconi, talvolta inserito all&rsquo;interno delle carpette zavattiane, talora condizionato in fascicoli ereditati da precedenti riordini e pi&ugrave; spesso sciolto, la decisione di ricondurlo a una specifica serie ordinata alfabeticamente per corrispondenti rispondeva alla necessit&agrave; di garantirne l&rsquo;effettiva visibilit&agrave; e la conseguente consultabilit&agrave;."

L'intervento realizzato nel 2022 ha comportato la revisione e informatizzazione dei dati, senza alterare le scelte di ordinamento precedentemente compiute.

Note
1. Andrea Daltri &ldquo;La storia infinita ovvero le vicende del fondo Zavatti&rdquo; in <em>Amilcare Zavatti ingegnere architetto (1869-1939)</em> a cura di Paola Errani - Comune di Cesena - Biblioteca Malatestiana, 2001, pagine 68 - 73.
2. <em>Amilcare Zavatti ingegnere architetto (1869-1939)</em>, a cura di Paola Errani, Cesena, 2001</p>
        </custodhist>
    </descgrp>
    <descgrp encodinganalog="ISAD 3 content and structure area">
        <arrangement encodinganalog="ISAD 3 - 4 system of arrangement">
            <p>Mentre le carte sono articolate in pi&ugrave; serie e sottoserie, la raccolta dei disegni si presenta senza soluzione di continuit&agrave;</p>
        </arrangement>
        <scopecontent encodinganalog="ISAD 3 - 1 scope and content">
            <p>Amilcare Zavatti fu ingegnere e architetto ed esplic&ograve; a pi&ugrave; livelli la sua attivit&agrave;, dalla progettazione al rilievo, all'urbanistica al restauro. La raccolta a lui appartenuta &egrave; costituita da disegni e progetti inerenti la sua attivit&agrave; professionale, da autografi di opere inedite, lettere e documenti&nbsp;<sup>1</sup>.
Parte delle carte di questo fondo sono legate al suo incarico di ispettore onorario delle due Soprintendenze allora operanti, quella alle Antichit&agrave; e quella ai Monumenti, e comprendono una serie di note e di appunti sulle pi&ugrave; importanti scoperte archeologiche e sui restauri di edifici storici.
Tra i disegni e gli schizzi legati alla sua professione, invece, assumono particolare rilievo quelli riguardanti l'attivit&agrave; svolta a Cesenatico come tecnico del Comune e come libero professionista, in un arco di tempo che va dalla fine dell'Ottocento al primo ventennio del Novecento.
I disegni e i progetti di restauro dei monumenti cesenati, tra cui la Rocca e la Biblioteca Malatestiana, elaborati a corredo dei suoi studi e delle sue pubblicazioni, consentono di ripercorrere interessanti passaggi della storia della citt&agrave; antica e medioevale e di quella a lui contemporanea.

Note
<sup>1 </sup>Non si esclude che parte della documentazione, ad esempio alcune trascrizioni dattiloscritte di appunti manoscritti di Zavatti, siano state realizzate da Augusto Campana nel periodo in cui aveva in consegna l'archivio oer curare una pubblicazione apposita</p>
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    <descgrp encodinganalog="ISAD 5 allied materials area">
        <bibliography encodinganalog="ISAD 5 - 4 publication note">
            <bibref>
                <extref href="http://www.comune.cesena.fc.it/malatestiana/fondi-archivistici-amilcare-zavatti"/>
                <title>Archivio Amilcare Zavatti</title>
            </bibref>
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